L'evoluzione del poker in Italia

Le origini di questa tipologia di gioco si perdono nella notte dei tempi, come dimostrato dal ritrovamento dei primi dadi in Cina, risalenti a oltre 5000 anni fa, anche se si pensa che il loro utilizzo all’epoca fosse volto al tentativo di conoscere il volere divino. Rimane comunque emblematica l’etimologia della parola azzardo, derivante dall’arabo az-zahr, termine che ha per l’appunto il significato di ‘dado’. Col passare dei secoli i dadi hanno via via perso la loro funzione e il loro ruolo in ambito religioso, avvicinandosi sempre di più ai fini di intrattenimento a cui anche oggi vengono spontaneamente associati.

Il gioco d’azzardo ha ovviamente lasciato le proprie tracce anche nella storia italiana, perfino in ambito artistico, come ci testimonia esemplarmente il dipinto de "I bari" del Caravaggio. Il tema portante dell’opera è il gioco delle carte, da cui si può facilmente dedurre come il gioco d’azzardo godesse di una certa popolarità ai tempi dell’artista milanese. Altro segno indelebile dell’impatto di questo fenomeno nella storia del territorio italico è rappresentato dalla fondazione del casinò di Venezia nel 1638, tradizionalmente considerata la casa da gioco più antica al mondo. L’ingresso nel casinò era consentito soltanto a una categoria di eletti, tutti dotati di maschera, allo scopo di tenere segreta la propria identità. Tuttavia, in nome della morale e del buon nome della città, le autorità locali decisero di chiudere la casa da gioco nel 1774. Ciò non impedì la diffusione, anche in altri paesi europei, di strutture espressamente adibite alla pratica legale del gioco d’azzardo, alle quali gli Stati imponevano il versamento di specifiche tasse sugli introiti.

Nel 1905 venne inaugurato il casinò di Sanremo, tuttora una delle sole tre case da gioco (a seguito della chiusura del casinò di Campione d’Italia nel 2018) operanti nella nostra penisola. Il casinò di Sanremo era aperto a tutti in virtù del placet da parte delle autorità locali, pur in assenza di un’autorizzazione ufficiale. Tuttavia la struttura veniva utilizzata principalmente come teatro per ricevimenti, feste e spettacoli, e dal momento che la popolazione non era ancora avvezza alla vita dei giochi d’azzardo, si rese necessario importare diversi croupier da Paesi nei quali questa pratica era ormai sdoganata, come ad esempio i Paesi Bassi.

A partire dagli ultimi anni dello scorso millennio si è verificata in Italia una netta accelerazione nell’ampliamento del ventaglio di possibilità offerto agli amanti del gioco d’azzardo. Dal 1992 la crisi valutaria ha convinto lo Stato a iniziare una fase di deregolamentazione col fine di far cassa tramite il gioco d’azzardo. Tra il 1997 e il 1999 hanno fatto il proprio debutto il Superenalotto e le sale bingo, mentre nel 2003 sono state legalizzate le slot machine nei pubblici esercizi. L’ultima tappa fondamentale di questo percorso è costituita dalla liberalizzazione del gioco online per effetto del cosiddetto "decreto di Ferragosto" approvato nel 2011. Ai sensi della normativa attualmente in vigore, il gioco d’azzardo rimane comunque vietato nei locali pubblici e nei luoghi privati. Di base è possibile giocare solo nelle case da gioco autorizzate, sebbene nel tempo siano state legalizzate anche in altri contesti alcune tipologie di gioco a denaro, quali ad esempio il lotto e il Win for Life!

Ci focalizzeremo ora su uno dei giochi da casinò che più di molti altri ha goduto di un aumento di popolarità in Italia negli ultimi anni: il poker.

Da diverso tempo ormai a questa parte, il poker si è radicato di forza nell’immaginario collettivo come il gioco di carte per eccellenza: per vincere, infatti, servono ben altre doti rispetto alla fortuna (che comunque, come in qualsiasi gioco di questo tipo, ricopre sempre un ruolo dall’importanza non trascurabile), quali la scaltrezza, il sangue freddo e la capacità d'interpretare correttamente le intenzioni dei propri avversari. Proprio per questo motivo sono molte le persone restie a definire il poker come un gioco d’azzardo, ancorché molto diffuso nelle case da gioco di tutto il mondo.

Non solo fortuna: il poker richiede anche una grande abilità

Ci sono opinioni discordanti sulla nascita del poker (alcuni ne fanno risalire le origini ai francesi, altri agli statunitensi), ma quel che è certo è che questo popolare gioco di carte era già diffuso in America nel XIX secolo, e si diffuse ulteriormente tra i soldati impiegati nella guerra di secessione a cavallo tra il 1861 e il 1865.

L’affermazione del poker in Italia ha invece conosciuto tempi decisamente più lenti per via del predominio dei giochi di carte tradizionalmente praticati dalle nostre parti. In effetti per lungo tempo la percezione comune è stata quella secondo cui il poker fosse il gioco “degli americani”, mentre quest’idea risulta ormai essere stata definitivamente sradicata tra gli attuali amanti del genere. Alla sbarco definitivo del poker, e in particolare del Texas Hold’em, in Europa hanno contribuito anche film hollywoodiani come Il giocatore - Rounders, pellicola del 1998 che vede l’interpretazione da protagonista di Matt Damon.

Uno dei motivi che probabilmente ha portato al grande successo del poker è da rintracciare nel fatto che, almeno nelle versioni a torneo del Texas Hold’em, è possibile prevedere in anticipo quale sarà la cifra vincolante, il che impedisce di andare incontro a una potenziale perdita che vada oltre il proprio budget.

Una pietra miliare nella crescita del movimento del poker in Italia è costituita senz’altro dalla legalizzazione, a partire dal 2 settembre 2008, dei primi tornei disponibili sul web (mentre la prima partita a soldi svolta in assoluto nella storia del poker online risale al 1998). Da quel momento sono stati sempre di più gli appassionati del genere che si sono riversati nelle sale da poker online al fine di sfruttare le proprie abilità e tentare la fortuna.

È proprio la variante virtuale di questo gioco, che offre un’indiscutibile comodità e praticità rispetto ai casinò tradizionali, ad aver apportato ulteriore linfa al poker in questi ultimi anni. Il tutto è stato favorito anche da una regolamentazione ferrea che ha tagliato fuori dai giochi qualsiasi operatore illegale o disonesto, escludendo così di fatto ogni possibile tentativo di frode nei confronti del cliente.

Andando ad analizzare più da vicino il poker da un punto di vista giuridico, scopriamo come esso venga annoverato tra i giochi d’azzardo all’interno della giurisprudenza italiana (come confermato anche in tempi recenti dalla Corte di Cassazione). In quanto tale, esso è legale soltanto quando il gioco è gestito dall’Aams (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) o da privati autorizzati dallo Stato (come i casinò). In altri contesti viene ammessa dalla legge la possibilità di giocare a poker, a patto che non si tratti di cash game. Un’altra variante di poker non considerata gioco d’azzardo, e in quanto tale praticabile senza restrizioni, risulta essere il Texas Hold’em freezeout senza rebuy.

Per quanto riguarda il poker online, sarà sufficiente affidarsi esclusivamente ai casinò virtuali che godono dell’autorizzazione rilasciata dalla suddetta Aams.

Tradizionalmente il poker virtuale veniva visto come una variante di gioco mainstream, adatta anche, e forse soprattutto, ai giocatori occasionali, mentre da qualche tempo ormai si registra un’affluenza sempre maggiore da parte di appassionati ed esperti del settore.

May 13, 2020
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3-bet: cosa significa?

Il termine “3-bet” tende a generare confusione, in particolare tra i giocatori meno esperti. Spesso i principianti pensano che una “3-bet” sia un rilancio che ammonti grosso modo al triplo della puntata precedente. È piuttosto facile capire il perché di questa supposizione. Partiamo dalla definizione corretta di “3-bet”.

3-bet = la terza puntata in una qualsiasi sequenza di scommesse.

Guardate il video dell’intervista condotta da Kara Scott a Martin Jacobson sulla 3-bet:

Questa confusione è dovuta al fatto che quando si effettua una 3-bet prima del flop, si ha la sensazione che si tratti appena della seconda puntata nella sequenza. Un giocatore apre col rilancio e a quel punto decidiamo di controrilanciare. Il motivo per cui quest’ultima giocata viene definita 3-bet è che i pagamenti obbligatori del piccolo e grande buio vengono indicati come prima puntata nella sequenza, ragion per cui il primo rilancio è in realtà una “2-bet”, mentre il controrilancio è considerato una 3-bet.

Pertanto a questo punto nasce una certa confusione riguardo alle 3-bets dopo il flop. Immaginiamo che il nostro avversario effettui una c-bet sul flop e che noi facciamo check-raise. In questo caso si tratta chiaramente della seconda puntata nella sequenza, la quale però viene solitamente (ed erroneamente) indicata come una 3-bet da parte di molti giocatori. Affinché si verifichi una vera 3-bet è necessario che il nostro avversario controrilanci nuovamente sul nostro check-raise nell’esempio fatto in precedenza.

Perché è importante la 3-bet

Non ci vogliono tante analisi statistiche per rendersi conto che in media effettuare puntate 3-bet sia più proficuo che fare un cold call. L’unico motivo per cui non facciamo 3-bets su tutto il range con cui continueremmo prima del flop è che i nostri avversari potrebbero adeguarsi e iniziare a sfruttarci nel momento in cui si rendessero conto che stiamo effettuando 3-bets in maniera troppo aggressiva. L’idea di base è quella di farla franca con le 3-bets per quanto possibile senza che gli avversari siano in grado di adattare le loro giocate per batterci.

Per farla semplice, è necessario integrare le 3-bets nella nostra strategia da poker per poter incrementare considerevolmente la nostra percentuale di vincita.

Diamo un’occhiata ad alcuni potenziali range di 3-bets da effettuare contro le prime puntate da varie posizioni.

3-bet in posizione di button

Quella del button è un’ottima posizione per effettuare 3-bets in maniera aggressiva dal momento che, se qualcuno vede la nostra puntata, avremo sempre la certezza di essere in posizione dopo il flop.

Il nostro range di 3-bets verrà tipicamente suddiviso in una selezione di mani di valore e in un’altra di bluff. Nella maggior parte dei casi sarà giusto effettuare qualche 3-bet in più sui bluff che non sulle mani di valore. Dovrebbe risultare evidente l’importanza della posizione in questo tipo di giocata: infatti sarà più facile passarla liscia con una maggior percentuale di bluff nel caso in cui siamo in posizione.

Lo scopo di una 3-bet su una mano di valore è semplicemente quello di vincere dei soldi inducendo un giocatore con una discreta selezione di mani peggiori a vedere la puntata. L’obiettivo di una 3-bet su un bluff è invece quello di vincere il piatto prima del flop. Sappiamo di non avere spesso la miglior mano, ma possiamo approfittare di un eventuale fold da parte del nostro avversario.

Normalmente non si bluffa con qualsiasi carta che ci ritroviamo. Prendiamo delle mani che possano diventare potenzialmente forti prima del river. Queste mani saranno normalmente caratterizzate da una buona combinazione di giocabilità ed equity, come ad esempio nel caso di un Axs.

Spesso vedremo che le nostre mani in occasione delle 3-bets sui bluff sono comunemente più deboli di quelle sui cold call, anche se questo non risulta sempre vero.

3-bet BTN vs CO

Nel seguente grafico, le 3-bets su mani di valore sono rappresentate in verde, mentre quelle sui bluff sono raffigurate in azzurro.

Range di 3-bets su mani di valore: 4,52%
Range di 3-bets su bluff: 9,05%
Range totale di 3-bets: 13,57%

3-bet BTN vs CO

Si noti il gap tra le 3-bets sui bluff e quelle sulle mani di valore. Si prendano come esempio mani come un ATs: questo tipo di mani solitamente va a finire nel nostro flatting range e risulta per noi un po’ troppo forte per essere considerato come bluff sulla 3-bet.

BTN vs MP

Da rilevare che il nostro range di 3-bets è significativamente più ristretto quando la prima puntata viene effettuata dall’MP. È importante anche notare i tipi di mani che stiamo usando per bluffare.

Non abbiamo molte mani speculative come connettori dello stesso seme; stiamo innanzitutto bluffando con un range dalla buona equity. Il motivo è che ci sono più probabilità di arrivare allo showdown quando siamo in posizione e la nostra equity approssimativa è un po’ più significativa.

Paragonando questi range a quelli OOP, noteremo che le mani speculative costituiscono la parte più corposa del range di bluff. In quel tipo di mani la giocabilità è più importante quando si è fuori posizione, mentre l’equity ha una rilevanza minore.

Range di 3-bets su mani di valore: 1,66%
Range di 3-bets su bluff: 3,32%
Range totale di 3-bets: 4,98%

BTN vs MP

BTN vs UTG

Ovviamente in questo caso il range sarà più ristretto dei due precedenti dal momento che ci ritroviamo a fronteggiare un rilancio dall’UTG, che normalmente risulterà forte.

Range di 3-bets su mani di valore: 0,9%
Range di 3-bets su bluff: 2,11%
Range totale di 3-bets: 3,01%

BTN vs UTG

CO vs MP

In questo scenario salta all’occhio che i numeri sono gli stessi che abbiamo in BTN vs MP, ma i range sono leggermente diversi.

Questo ha a che fare col tipo di mani con cui potremo fare un cold call proficuo. In effetti possiamo farne uno su un range leggermente più ampio dalla posizione BTN, dal momento che ci saranno solo due giocatori che potranno agire dopo di noi e che eventualmente potrebbero fare squeeze. Fare cold call in posizione di CO risulta un po’ meno proficuo, perciò saremo maggiormente propensi a usare un certo tipo di mani per essere noi stessi a fare una 3-bet.

È questo il motivo per cui, nonostante i numeri di questo scenario siano gli stessi di quello BTN vs MP, il range di 3-bets nel caso di CO vs MP risulterà leggermente più forte.

Range di 3-bets su mani di valore: 1,66%
Range di 3-bets su bluff: 3,32%
Range totale di 3-bets: 4,98%

CO vs MP

CO vs UTG

Anche quando è il giocatore in UTG a effettuare la prima scommessa, dovremmo comunque avere un range di bluff per effettuare una 3-bet. Alcuni giocatori non si avvalgono mai di questa possibilità e questo li porta a farsi sfuggire diverse situazioni vantaggiose.

Tuttavia, il nostro range di bluff per fare una 3-bet contro un giocatore in EP (early position) che effettua la prima giocata risulterà normalmente molto più forte del nostro range di bluff per fare una 3-bet contro un giocatore in LP (late position).

Range di 3-bets su mani di valore: 0,9%
Range di 3-bets su bluff: 1,81%
Range totale di 3-bets: 2,71%

CO vs UTG

MP vs UTG

In questo scenario ci ritroviamo a giocare contro UTG e abbiamo altri quattro giocatori che agiranno dopo di noi. Qui dovrebbe risultare sensato giocare un range molto ristretto.

Range di 3-bets su mani di valore: 0,9%
Range di 3-bets su bluff: 1,51%
Range totale di 3-bets: 24,1%

MP vs UTG

3betting OOP

Adesso diamo un’occhiata ad alcuni range di 3-bets che possiamo usare quando siamo OOP, in posizione di buio.

Qui ci sono due sostanziali differenze riguardo alla distribuzione delle mani di valore e di bluff.

  1. Il range di bluff è più “polarizzato”. Vedremo che le mani per i bluff risulteranno mani speculative anziché mani ad alta equity.
  2. Nel nostro range ci sono meno bluff per ogni mano di valore. La ragione principale è che ci troviamo fuori posizione, il che implica che sarà più difficile farla franca bluffando spesso. Un altro motivo è che i nostri bluff hanno una minor equity (dal momento che sono speculativi): di conseguenza sarà generalmente opportuno fare meno bluff nel complesso.

BB vs BTN

Bisogna notare che questo range è stato pensato per fronteggiare un 2,5bb che apre il giro di puntate, mentre i range precedenti erano stati concepiti per affrontare un 3bb che fa la prima scommessa. Al giorno d’oggi, i giocatori di solito riducono leggermente la propria puntata quando fanno la prima scommessa sul button; per questo motivo l’esempio del 2,5bb risulta generalmente più realistico.

Range di 3-bets su mani di valore: 4,52%
Range di 3-bets su bluff: 5,43%
Range totale di 3-bets: 9,95%

BB vs BTN

BB vs CO

Da rilevare che ora si verifica un maggior grado di polarizzazione nella nostra strategia per le 3-bets. Possiamo vedere una chiara separazione tra il nostro range di valore e quello di bluff, che adesso è composto da mani speculative a bassa equity.

Range di 3-bets su mani di valore: 3,77%
Range di 3-bets su bluff: 4,22%
Range totale di 3-bets: 7,99%

BB vs CO

BB vs MP

Il range di valore OOP vs EP/MP sarà estremamente ristretto. Nella maggior parte dei casi è consigliato fare solo 3-bets per valore AA/KK (0,9%), supponendo una situazione di 100bb come effettivo stack.

Range di 3-bets su mani di valore: 0,9%
Range di 3-bets su bluff: 1,81%
Range totale di 3-bets: 2,71%

BB vs MP

BB vs UTG

Range di 3-bets su mani di valore: 0,9%
Range di 3-bets su bluff: 1,51%
Range totale di 3-bets: 2,41%

BB vs UTG

SB vs BTN

Range di 3-bets su mani di valore: 4,52%
Range di 3-bets su bluff: 6,79%
Range totale di 3-bets: 11,31%

SB vs BTN

SB vs CO

Range di 3-bets su mani di valore: 3,77%
Range di 3-bets su bluff: 5,58%
Range totale di 3-bets: 9,35%

SB vs CO

SB vs MP

Range di 3-bets su mani di valore: 0,9%
Range di 3-bets su bluff: 1,51%
Range totale di 3-bets: 2,41%

SB vs MP

SB vs UTG

Range di 3-bets su mani di valore: 0,9%
Range di 3-bets su bluff: 1,21%
Range totale di 3-bets: 2,11%

SB vs UTG

BB vs SB

C’è un ulteriore range particolarmente importante: BB vs SB. Si tratta di una situazione molto forte nel No-Limit Hold’em. Oggigiorno il piccolo buio effettua spesso la prima puntata con un range piuttosto ampio, mentre noi avremo la certezza di essere in posizione dopo il flop supponendo che la nostra 3-bet venga vista. Non dobbiamo neanche preoccuparci di un eventuale giocatore che faccia squeeze dopo di noi, costringendoci a foldare i nostri bluff, dal momento che siamo gli ultimi a effettuare la giocata.

Da notare quanto sia ampio il range di bluff per una 3-bet: questo è dovuto in parte alla nostra possibilità di fare un cold call con un ampio range in una situazione di BB vs SB (spesso per i nostri bluff scegliamo mani leggermente più deboli rispetto a quelle per fare cold call). In media dovremmo ritrovarci a difendere circa il 50% delle mani dalla posizione di BB contro un 2,5bb SB che apre le scommesse: il 35% con un cold call e il 15% con una 3-bet.

Range di 3-bets su mani di valore: 6,18%
Range di 3-bets su bluff: 9,65%
Range totale di 3-bets: 15,83%

BB vs SB

Conclusioni

Ecco qualche osservazione importante sui range.

Come prima cosa dovrebbe essere possibile fare 3-bets con un range ancora più ampio di quanto abbiamo illustrato contro molti tipi di avversari. Uno dei motivi è che nelle partite con limiti più bassi, la maggior parte dei giocatori non è aggressiva come dovrebbe nell’effettuare una 4-bet. Di conseguenza quando facciamo una 3-bet possiamo cavarcela con un range più ampio di quello che teoricamente dovremmo considerare.

Un altro aspetto da tenere a mente è che i nostri range di 3-bets cambieranno a seconda dell’entità del rilancio come prima puntata. Abbiamo analizzato i range di 3-bets contro 2,5x e 3,5x che aprono le scommesse, ma è necessario avere anche una strategia per giocare in situazioni analoghe contro 2x e 4x. Ci serve una tattica sostanzialmente anche per le altre entità delle puntate che ci ritroviamo ad affrontare regolarmente.

I range fin qui considerati sono semplicemente dei modelli standard contro avversari indefiniti. Ottenendo più informazioni, potremo prendere in considerazione l’idea di adattare la nostra strategia per avere la meglio sugli altri giocatori.

Ammettiamo di avere un avversario che non foldi mai sulle 3-bets. Tipicamente ridurremo le nostre 3-bets sulle mani con bluff, ma di contro prenderemo in considerazione l’idea di andare un po’ più in là con le nostre 3-bets su mani di valore. E se invece il nostro avversario folda troppo spesso dinanzi a una 3-bet? Possiamo considerare un rovesciamento della nostra strategia: effettuare tante 3-bets con bluff e  potenzialmente decidere di effettuare addirittura puntate basse su alcune delle nostre mani più forti prima del flop, anziché valorizzare le nostre 3-bets.

April 15, 2020
Chad Holloway
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Chad Holloway ha vinto il braccialetto alle WSOP 2013. In precedenza aveva lavorato per PokerNews come managing editor e live reporter.

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Come difendere dal grande buio nel poker

Solo in tempi recenti i giocatori hanno iniziato a comprendere appieno l’importanza di difendere il grande buio in maniera aggressiva.

Era opinione comune che si dovesse semplicemente foldare nella gran parte delle mani giocate dal grande buio, dal momento che dopo il flop si è fuori posizione. Se tornassimo indietro di un certo numero di anni e chiedessimo la media del range di difesa dal piccolo buio contro il button, probabilmente ci verrebbe mostrato qualcosa di questo tipo:

Range di difesa dal piccolo buio, in passato

Solo il 10,56% circa delle mani venivano considerate difendibili contro il button. Anche mani come KTo erano considerate troppo deboli da difendere, visto che potenzialmente potevano essere “dominate”. I suited connectors erano un assoluto tabù. Semplicemente veniva accettato da tutti il fatto che non fosse opportuno giocare suited connectors dalla posizione di buio.

Le moderne Cold Call

Ripensandoci oggi, il range con il quale un giocatore medio difendeva al brande buio appare davvero ridicolo. Pochi di noi penserebbero di difendere in questo modo così conservativo solo perché si trovano fuori posizione. Certo la posizione è importante, ed essere in quella sbagliata è in effetti uno svantaggio, ma questo non significa che dobbiamo foldare tutte le mani.

Se ci trovassimo in posizione sfavorevole, dal Big Blind sarebbe comunque corretto difendere con un range di mani piuttosto ampio, e questo per i seguenti motivi:

  • Il costo di un call è più basso (1bb già investito)
  • Siamo noi a chiudere l’azione (nessun pericolo di squeeze o overcall)
  • Se affrontiamo giocatori nelle ultime posizioni, essi potenzialmente potrebbero aprire un ampio range di mani

Vediamo ora come si tende a difendere dai propri blind al giorno d’oggi, Big Blind contro cold-call dal button.

Difendere il grande buio, 31,5% flatting range

La differenza è drammatica. Il grafico rappresenta un flatting range del 31,5%, circa tre volte più ampio di quello dal quale inizialmente si pensava fosse giusto difendersi.

Detto questo, è anche giusto ricordare che più andiamo indietro nel tempo, maggiore era il numero di giocatori con la tendenza a effettuare open-raise molto ricchi rispetto agli standard attuali. In passato era considerato normale aprire con 4bb da qualsiasi posizione, button incluso. Oggi invece, quando qualcuno apre rilanciando con 4bb dal button, lo si considera immediatamente un giocatore di poca qualità. Gli standard odierni prevedono raise iniziali nell’ordine di 3bb, 2,5bb, 2,2bb o anche inferiori.

Ecco perché anche tale aspetto dovrà essere considerato quando vogliamo difendere dai bui. Il range di cui sopra è pensato per aperture di 2,5bb. Il valore di tale aperture determina in maniera diretta la frequenza dei nostri tentativi di difesa dai bui.

Immaginiamo di affrontare un open-raise di 2bb dal BTN. Il nostro cold-calling range dovrebbe avere il seguente aspetto:

Difendere il grande buio, 50% flatting range

In questo caso il range delle mani con il quale difenderci è di circa il 50%. Una variazione minima di 0.5bb dell’opener ha allargato il nostro range di quasi il 20%! È anche per questo che definire una strategia esatta di difesa preflop risulta davvero complicato: la nostra strategia dipenderà direttamente dal valore degli open-raise.

Cosa fare al postflop

Avendo aumentato la frequenza con la quali difendiamo al preflop, maggiori problemi potrebbero presentarsi al postflop, soprattutto se non siamo abituati a giocare con un range abbastanza ampio.

È bene sapere quali linee guida si possono seguire al postflop, perché questo ci sarà di grande aiuto. Andiamone ad analizzare alcune assieme.

Check-Raise

Uno dei modi in cui proviamo a compensare il fatto di avere un cold-calling range più ampio è quello di limitarlo al postflop. Immaginiamo di aver deciso di adottare dopo il flop una strategia fit-or-fold: a questo punto non avrebbe più senso iniziare difendendo un range troppo ampio al preflop. Questo ci porterebbe solo a mettere sul piatto molte fiche, che nella maggior parte dei casi finirebbero diritte nello stack dei nostri avversari.

Per difendere con un range ampio portato dal preflop è possible check-raise aggressivamente i flop dotati di un certo potenziale. Una regola generale dice che è giusto check-raise un numero di bluff doppio rispetto alle value bet. Nella maggior parte dei casi quindi, ci troveremo a fare un check-raise al post-flop con in mano un bluff.

Le migliori carte da usare sono quelle che hanno il potenziale di formare una mano forte al river. Progetti di scala, progetti di colore e buoni progetti back-door sono tutti candidati importanti. Torneremo comunque a parlare dell’argomento check-raise nel corso di questo articolo.

Floating

Tale strategia si può applicare per difendere al postflop di fronte a una cbet. Andiamo a vedere nello specifico come comportarci in determinate situazioni:

Doppia coppia o superiore – Check-call tre strade (nel momento in cui non facciamo nessun check-raise)
Top Pair – Call le prime due strade, fold al river
Seconda coppia con un buon kicker – Call le prime due strade, fold al river
Seconda coppia con un kicker medio o scadente – Call la prima strada, fold al turn
Bottom Pair – Call la prima strada, fold al turn. (A volte check/raise con bluff se le backdoor sono buone)

Nel momento in cui decidiamo di eseguire un float con un progetto, è molto importante capire il perché lo stiamo facendo. Immaginiamo il seguente scenario:

UTG (100 big blind)
MP (100 big blind)
CO (100 big blind)
BTN (100 big blind) Villain
SB (100 big blind)
BB (100 big blind) Hero

Hero riceve le carte Jh9h

UTG folda, MP folda, CO folda, BTN apre con 2,5bb, SB folda, Hero calla con 1,5bb dal big blind.

Flop (5,5bb)

KcQc5d

BTN effettua una cbet di 4bb, Hero calla con 4bb

Ci manca un gutshot nella parte inferiore del progetto e questo ci dovrebbe indurre a foldare quasi sempre. Ma perché? Le pot-odds sono quelle giuste?

In realtà non proprio. Stiamo investendo 4bb in un piatto totale di 13,5bb, e quindi dobbiamo sperare di hittare al turn.

4/13,5= 29,6%

Quanto spesso ci capiterà? Ci sono 4 out, quindi la possibilità di centrarne uno al turn è dell’8% (4% * 2).

Se non ci sono direct pot-odds, dobbiamo sperare in quelle implied. Ma nemmeno quelle ci daranno grande fiducia: al river saranno del 16%, e comunque non ci garantiranno il nuts.

Ok, ma se sia le pot odds che le implied sono basse, perché callare?

Per rispondere a questa domanda è necessario dare una definizione esatta di float.

Il float è un call speculativo in una mano marginale, fatto con l’intenzione di vincere il piatto in una strada successiva.

Non sono molti a capirlo subito, ma uno dei motivi principali che ci devono spingere a callare è il fatto che una mano del genere sarà poi un ottimo bluff nelle strade seguenti. Al turn e al river, una mano di media forza può essere un valore aggiunto. Vediamo come si sviluppa questa specifica mano.

UTG (100 big blind)
MP (100 big blind)
CO (100 big blind)
BTN (100 big blind) Villain
SB (100 big blind)
BB (100 big blind) Hero

Hero riceve le carte Jh9h

UTG folda, MP folda, CO folda, BTN apre con 2,5bb, SB folda, Hero calla con 1,5bb dal big blind.

Flop (5,5bb)

KcQc5d

Hero fa check, BTN effettua una cbet di 4bb, Hero calla con 4bb

Turn (13,5bb)

3c

Hero fa check, risponde a sua volta con un check.

River (13,5bb)

7d

Hero punta 8bb, CO folda.

Ora che possiamo vincere la mano senza per forza dover migliorarla, il call al flop inizia ad assumere valore. È assolutamente sbagliato effettuare un float in una mano marginale se poi non cogliamo l’occasione di sfruttare il bluff quando ci si presenta.

Con ciò non vogliamo dire che è necessario trasformare ogni mano in un bluff, ma qui il nostro avversario ha mostrato debolezza optando per un check al turn e dandoci la possibilità di vincere il piatto. Questo genere di strategia è chiamata river probe, traducibile con sondaggio al river. È possibile implementare una tattica simile anche al turn.

Turn Probe

La verità è che la maggior parte delle nostre vincite non arriva quando un avversario esegue una continuation bet, bensì quando risponde a un nostro check con un altro check. Immaginiamo di cold-callare i bui OOP e il nostro avversario non esegue una cbet: la cosa migliore è cercare di rubargli immediatamente il piatto.

Andiamo ad analizzare una mano simile, ma con una differenza chiave. Il nostro avversario decide di non effettuare una cbet nemmeno al flop.

UTG (100 big blind)
MP (100 big blind)
CO (100 big blind)
BTN (100 big blind) Villain
SB (100 big blind)
BB (100 big blind) Hero

Hero riceve le carte Jh9h

UTG folda, MP folda, CO folda, BTN apre con 2,5bb, SB folda, Hero calla con 1,5bb dal big blind.

Flop (5,5bb)

Kc7h5d

Hero fa check, BTN risponde a sua volta con un check.

Turn (5,5bb)

Td

Hero punta 4bb, BTN folda.

Questo è ciò che s’intende per turn probe, traducibile con sondaggio al turn. Il nostro avversario ci manda un segnale di debolezza rispondendo con un check al flop, e noi ne approfittiamo eseguendo un semi-bluff al turn. Attenzione: nonostante in questo esempio sia uscito un gutshot, contro avversari non particolarmente scafati spesso non c’è nemmeno bisogno di avere equity al turn. In tale situazione è consigliabile giocare comunque contro la maggior parte degli avversari.

Ma cosa succede se il nostro avversario decide di callare la nostra turn probe?

UTG (100 big blind)
MP (100 big blind)
CO (100 big blind)
BTN (100 big blind) Villain
SB (100 big blind)
BB (100 big blind) Hero

Hero riceve le carte Jh9h

UTG folda, MP folda, CO folda, BTN apre con 2,5bb, SB folda, Hero calla con 1,5bb dal big blind.

Flop (5,5bb)

Kc7h5d

Hero fa check, BTN risponde a sua volta con un check.

Turn (5,5bb)

Td

Hero punta 4bb, BTN calla.

River (13,5bb)

3s

Hero punta 9bb, BTN folda.

A livello non professionistico, spesso è possibile vincere il piatto semplicemente bluffando in due strade, ogni volta che il nostro avversario ci risponde con un check al flop. Ciò non significa che sia sempre la scelta migliore, ma una corretta valutazione delle nostre carte e del range del nostro avversario è fondamentale.

In questo caso sono molti i progetti che il nostro avversario potrebbe completare al turn, ma che potrebbero portarlo a foldare al river se questo non dovesse accadere. Alcuni di questi progetti mancati o busted potrebbero persino battere la nostra mano, come ad esempio QJ.

Quindi:

  • Il nostro avversario ha diverse mani nel suo range che possono essere foldate
  • Abbiamo poco value allo showdown

Alla luce di tali osservazioni, in queste circostanze è spesso conveniente trasformare la nostra mano in un bluff.

Per riassumere

Abbiamo analizzato assieme le migliori strategie per difendere i nostri bui al post flop, ma questo non significa che non ve ne siano delle altre.

Interessante può essere la scelta di effettuare un check/call al flop seguito da un check/raise al turn, sia con un bluff sia con una value bet.

Nella situazione giusta, anche una scelta apparentemente poco ortodossa come check/call al flop e donk-bet al turn può avere successo.

Un’estensione di tale tattica potrebbe essere check/call al flop, check/call al turn e donk-bet al river, sia con un bluff sia con una value bet.

Si tratta comunque di giocate per giocatori abbastanza esperti. La prima cosa da fare è imparare bene con quali range difendere al preflop e le prime tre strategie postflop indicate:

Check-Raise al flop
Probe River
Probe Turn

February 3, 2020
Chad Holloway
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Chad Holloway ha vinto il braccialetto alle WSOP 2013. In precedenza aveva lavorato per PokerNews come managing editor e live reporter.

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Da predestinato a fenomeno: chi è davvero Mustapha Kanit

Nei 29 anni da poco compiuti che ha finora trascorso su questo pianeta, Mustapha Kanit ha vissuto una vita così intensa che a una persona normale non ne basterebbero dieci per fare lo stesso numero di esperienze. Ma chi è il celeberrimo Mustacchione, di certo il miglior giocatore di poker italiano assieme a Dario Sammartino?

È inevitabilmente un ragazzo molto sveglio. Così si spiega come a meno di vent’anni fosse già il re dei tornei online in Italia; così si spiega la scelta di trasferirsi all’estero per mettersi alla prova e imporsi anche sui dot com, iniziando con Malta e trascorrendo tre anni a Vienna, una delle capitali europee del poker; così si spiega anche la sua recente decisione di spostarsi in pianta stabile a Londra, città di networking più adatta alle sue attitudini di persona libera. E poi in UK Kanit ha effettuato una serie d’investimenti economici, diversificando le sue attività ed entrate e rendendole così parzialmente indipendenti dal mondo delle carte. Un cervello vulcanico il suo, in costante eruzione.

Nato ad Alessandria il 24 gennaio 1991, Mustapha inizia a giocare giovanissimo, come tanti altri prima a Magic the Gathering e poi a poker: partecipa a tornei live e miete vittime online con il nickname “Lasagnaaammm”. I primi veri successi in termini economici arrivano nel 2010, appena maggiorenne, ma il vero salto a livello internazionale giunge l’anno successivo col raggiungimento del tavolo finale al Partouche Poker Tour di Cannes, nel quale si aggiudica il sesto posto e la bella somma di 190.000 Euro.

A 21 anni va bankrupt e perde tutti i soldi vinti fino a quel momento in investimenti poco mirati. A questo si aggiunge un lungo downswing nei tornei e online, sicuramente il momento più difficile della sua carriera. Ma un ragazzo intelligente riesce a trarre il meglio da ogni situazione e questo accade anche a lui: impiega il tempo per studiare i leak del suo gioco, migliorarlo e tornare laddove merita di essere. Dopo un anno e mezzo arriva la sua rinascita, a completamento di una tappa fondamentale del suo processo di maturazione.

E riprende a vincere, diventando uno dei migliori players in circolazione e permettendo all’Italia di affacciarsi negli high rollers più prestigiosi dei vari circuiti. Tra tutti i suoi successi, la cifra più alta guadagnata finora è giunta nel 2016 al €100.000 No Limit Hold’em – Super High Roller #16 all’EPT di Monte Carlo, dove chiude al secondo posto assicurandosi 1.462.000 Euro. Nella stessa stagione vince anche mezzo milione di dollari al 25.750 Euro No Limit Hold’em High Roller – 8 Handed a Dublino, dopo aver chiuso con il botto quella precedente trionfando al Super High Roller 8 Handed da 50.000 Euro di Montecarlo e portando a casa ben 936.500 Euro. Con un bankroll di oltre 11 milioni di Euro, Mustacchione è il secondo giocatore italiano più vincente di sempre dopo il suo amico Dario Sammartino, capace di superarlo grazie ai sei milioni di Euro vinti nel luglio 2019 alle WSOP.

A 29 anni, Mustapha Kanit è un imprenditore di successo. Ha diversificato le sue fonti di guadagno e non vede più il poker come unica ragione di vita. Nemmeno pensa di voler giocare tornei per il resto della sua vita: un Main ogni tanto magari sì, per il piacere di farlo e per sentire l’ebbrezza del tavolo verde. Per vedere anche tanti amici e dimostrare prima di tutto a se stesso di saper ancora leggere il gioco come pochi altri. A 29 anni Londra è la città perfetta per uno come lui, ma sarà così per sempre? Difficile pensarlo, alla luce di quanto sia caotica la capitale del Regno Unito. E cosa accadrà, in termini legislativi e fiscali, con la Brexit appena definita? L’Inghilterra è l’unico Paese in Europa nel quale la legge definisce con esattezza la tassazione sul poker, ma chissà, il vento potrebbe cambiare.

E in termini di vita privata? Un pro di poker a tempo pieno investe molto tempo ai tavoli, in viaggi e nello studio del gioco, uno stile difficilmente compatibile con il desiderio di formare una famiglia. Kanit è fidanzato, a Londra non vive da solo e immaginiamo che da qui a pochi anni quest’esigenza si farà sentire anche per lui.

Avendo sempre dimostrato di avere la testa sulle spalle e una grande capacità di analisi, noi di 888Poker siamo certi che anche in quel caso saprà fare la scelta giusta.

February 3, 2020
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Il glossario pokeristico di 888Poker - Parole poker

Il glossario pokeristico di 888Poker

GLOSSARIO POKER

Ti sei mai chiesto il significato di quel termine pokeristico che continua a spuntare fuori da ogni lato? Grazie al glossario di 888poker, da oggi non dovrai più preoccupartene! Qui troverai l’analisi dettagliata di ogni singolo vocabolo inerente al mondo del poker. E siamo andati oltre, includendo anche alcuni consigli strategici.

Questa pagina contiene l’intero glossario. Sentiti libero di usarla come base per navigare e identificare le parole chiave e i termini di poker. In alternativa, puoi usare i topic relativi alla fine di ogni pagina per muoverti direttamente tra le voci del glossario.

TERMINI POKER

 

 A  B  C  D  E  F  G  H  I  J  K  L  M 

N  O  P  Q  R  S  T  U  V  W  X  Y  Z

 

A

Ace High – Una mano senza nemmeno una coppia, la cui carta più alta è un asso.

Action – Può riferirsi a ognuna delle opzioni possibili durante le fasi di una mano, ovvero bet, raise, call, check, fold ecc. 

Add-On – La somma di fiche che può essere aggiunta al nostro stack durante la pausa designata, dietro pagamento di una cifra, normalmente simile a quella del buy-in e del rebuy.

A-Game – Si riferisce al nostro miglior gioco possibile, dal punto di vista dello stato mentale.

Alias – Indica il nome online del giocatore. I pokeristi online sono spesso conosciuti con il loro alias o nickname.

 

All-in – Indica l’azione di mettere al centro del piatto tutte le proprie fiche.

Angle – “Angle shooting” si riferisce ad una serie di comportamenti borderline atti ad acquisire un vantaggio in modo non propriamente pulito.

Ante – Pagamento obbligatorio compiuto da tutti i giocatori al tavolo prima della distribuzione delle carte. Spesso l’uso dell’ante avviene nelle fasi avanzate degli MTT. Per scoprirne di più, leggi l’approfondimento dedicato.

 

B

Backdoor – Indica un progetto che necessita di due carte consecutive per chiudersi.

Backraise – Indica un re-raise fatto dopo aver solo chiamato in precedenza nella stessa strada.

Bad Beat – Indica una mano persa in modo sfortunato.

Bankroll – È il termine usato per descrivere la totalità dei fondi a disposizione di un giocatore destinati al poker.

Barrel – Indica una bet effettuata dopo essere stato il giocatore più aggressivo nella street precedente.

Belly Buster Un sinonimo colloquiale del termine gutshot.

Bet – “Bettare” significa effettuare la prima puntata al tavolo.

Big Bet – Indica la più grande delle due bet-sizing designate nei giochi fixed limit. Normalmente viene utilizzata negli ultimi giri di puntata, una volta che il pot si è ingrandito.

Big Blind – Il Grande Buio. È la puntata obbligatoria del secondo giocatore alla sinistra del bottone del dealer, prima della distribuzione delle carte. 

Blank – Una carta bianca, ovvero che non influenza l’action in modo significativo. Normalmente si tratta di una carta bassa che non chiude nessun draw.

Blind (Buio) – Eseguire un’azione al buio significa compierla senza aver guardato le carte.

Blocker – Un “blocker” è una carta che ha l’effetto di rimuovere carte nel range dell’avversario; per esempio, se abbiamo un K in mano, è meno probabile che il nostro avversario abbia un K nella propria mano.

Blocking Bet – Piccola bet pensata con l’idea di anticiparne una più grande del nostro avversario in caso di un nostro check. Consulta attentamente anche la voce blocker.

Bluff – Bet con una mano debole pensata per far foldare al nostro avversario una mano migliore.

Bluffcatch – Chiamare con una mano che ha possibilità di battere solo un eventuale bluff avversario.

Board – Indica le carte comuni in varianti come Hold’em ed Omaha o le “upcards” nella variante Stud.

Boat – Termine colloquiale per il full. Scopri di più nell’analisi dedicata.

Bot – Definizione di un giocatore non umano ai tavoli da gioco. Nonostante sia illegale nella maggior parte dei siti, alcuni ancora trovano un modo per inserirli ai tavoli.

Bounty – Premio che può essere vinto dopo aver eliminato un giocatore dal torneo. A volte la taglia può essere messa sulla testa di un giocatore professionista, specialmente se questi ultimi sono sponsorizzati dal sito in cui si svolge il torneo.

Bring-in – Puntata obbligatoria effettuata dal giocatore a cui è stata distribuita la carta più bassa nello Stud. Il giocatore può decidere di pagare solamente il bring-in o completare con una piccola bet, se gradisce le proprie carte.

Broadway – Qualsiasi carta dal T in su può essere definita Broadway (T, J, Q, K e A).

BRM Acronimo di bankroll management, ovvero gestione del bankroll.

 

Bubble (Bolla) – Fase del torneo che precede la zona premi.

Burn (Bruciare) – Nel poker live il dealer brucia le carte per ridurre al minimo le possibilità d’imbrogli. Invece di girare la prima carta del mazzo, questa viene scartata (“bruciata”) in favore della seconda.

Busted – Il termine busted si riferisce a un draw mancato, quindi non chiuso.

Button (Bottone) – Indica la posizione al tavolo del dealer ed è considerata la miglior posizione in assoluto, potendo giocare per ultima.

Buy-in – Somma richiesta per l’iscrizione a un torneo di poker. Nel cash game può variare a seconda dei limiti del torneo stesso, mentre è fisso negli MTT.

 

C

Call (Chiamare) – Fare “call” equivale a corrispondere la puntata (bet o raise) al momento più alta nel giro corrente di puntate.

Calling Station – Indica un giocatore di poker che chiama troppo spesso.

Cap – Un gioco con cap è quello in cui c’è un limite posto sulla quantità massima di fiches che può essere bettato post flop.

Case – Indica l’ultima carta di un rango presente nel mazzo: ad esempio, se sono già in gioco 3 assi, l’ultimo asso nel mazzo sarà denominato il “case Ace”, se girato.

Cash Game – Chiamato anche col nome di “ring game”, è una partita di poker nella quale i rounders sono liberi di entrare e uscire in qualunque momento della partita.

C-Game – Indica un gioco del poker con uno stato mentale poco solido.

Check – Fare “check” significa non effettuare alcuna puntata. In questo modo, l’azione passa al giocatore alla nostra sinistra. Notare che il check è un’opzione possibile solo se non è stata effettuata alcuna bet nel giro corrente.

Check-Raise – Effettuare un raise quando la nostra azione precedente nella stessa strada è stata un check. 

Chinese Poker (Poker Cinese) – Variante del poker in cui le carte sono sistemate su 3 file indipendenti e confrontate con le stesse file del nostro avversario.

Cold-Call – Call effettuato durante il primo giro di bet da un giocatore come prima azione all’interno del giro stesso. Ad esempio, se il giocatore uno rilancia e il giocatore 2 tribetta, qualora il giocatore 5 decidesse di chiamare, questo sarebbe un cold call.

Collusion – Il termine “collusion” indica un tipo di truffa dove due o più giocatori sono in combutta per tentare di vincere chips agli altri, ignari, rounders del tavolo.

Combination (Combinazione) – Indica uno specifico abbinamento di carte.

Combo Draw – Indica una mano con multiple possibilità di draw; molto spesso si tratterà di una mano con possibilità sia di scala che di colore.

Community Cards (Carte Comuni) – Le carte in comune si trovano al centro del tavolo; tutti i giocatori possono utilizzarle per costruire la loro mano da 5 carte. Non tutte le varianti del poker hanno carte comuni: Hold’em e Omaha sono quelle principali a prevederle.

Complete (Completare) – Indica l’azione che completa i blinds e/o un open limp nell’Omaha e nell’Hold’em. Può anche indicare la small bet con il bring in nello Stud.

Connector – Indica una mano che contiene carte sequenziali.

 

Continuation Bet – Indica una puntata nella strada corrente dopo essere stato l’ultimo a rilanciare in quella precedente.

Cooler – Un “cooler” è una situazione dove la nostra mano è clamorosamente troppo forte per essere foldata ma alla fine viene battuta da un’altra ancora più forte.

Counterfeit – Situazione in cui una mano precedentemente forte perde un pezzo enorme del proprio valore dopo che sono uscite altre carte.

Crack – Battere una mano molto forte. “Mi hanno crackato gli assi”.

Cripple (Azzoppare) – Hittare una mano così forte da non lasciare alcuna speranza al nostro avversario di superarla. “Abbiamo floppato alla grande e abbiamo azzoppato il mazzo.

Cutoff Posizione al tavolo del poker.

 

D

Dark Bet – Bet al buio, senza vedere le proprie carte o quelle che scenderanno successivamente.

Dealer – La persona che distribuisce le carte; può essere un giocatore o un impiegato del casinò. Il termine “dealer” può inoltre essere utilizzato per distinguere il giocatore che occupa la posizione del bottone al tavolo durante la mano corrente.

Dead Man’s Hand  Doppia coppia, di assi e di otto (almeno secondo la maggior parte delle fonti).

Deuce Soprannome di una carta di valore due.

DogAbbreviazione di “underdog”, giocatore che statisticamente ha meno probabilità di vincere.

Domination (Dominare) – Si domina una mano quando un progetto debole o una mano buona rischia di essere superata da un draw.

Donk – Donkbettare significa puntare fuori posizione dopo aver precedentemente callato. Il termine è usato anche per descrivere un giocatore straordinariamente scarso al tavolo.

Door Card – La door card è la prima carta scoperta distribuita al giocatore nello Stud. Anche se appartiene esclusivamente a un giocatore, essa è visibile all’intero tavolo.

Double Up Raddoppiare la quantità delle proprie fiche dopo aver vinto un all in.

Downcard – La “carta coperta” nello Stud si riferisce a ogni carta distribuita a faccia in giù a un giocatore. Appartiene esclusivamente al giocatore al quale è stata assegnata e non è visibile al resto del tavolo.

Downswing – Indica un periodo prolungato di perdite.

Draw – Indica una situazione di attesa di altre carte per completare la propria mano. Per esempio, se abbiamo 4 quadri e stiamo aspettando il quinto per chiudere un draw di colore, avremo un flush draw (o progetto di colore). Il termine draw indica anche le varianti del poker nelle quali i giocatori possono cambiare le proprie carte con altre del mazzo a ogni giro di puntate.

Drawing Dead – Situazione dove nessuno dei nostri outs ci consentirà in alcun modo di avere la mano migliore (in pratica non abbiamo nessuna possibilità di vincere la mano).

Dry – Indica una texture del board dove ci sono veramente pochi, se ci sono, possibili progetti.

Ducks Sinonimo pocket pair di due nella variante Hold’em. 

 

E

Effective Stacks (Stack Effettivo) – Indica il minore dei due stack in gioco. Lo stack maggiore non può vincere più chips di quelle che lo short ha in gioco. L’ammontare dello short stack è quindi indicato come stack effettivo.

Equity – Descive la probabilità di una certa mano di vincere allo showdown, supponendo che non venga foldata.

 

Equity Calculator – Strumento usato per calcolare l’equity di una mano o un range contro altre mani/range.

Expectation – Interscambiabile con il termine “expected value”.

Expected Value – L’expected value (o valore atteso) di una certa giocata indica quanto profittevole essa possa essere nel lungo periodo.

 

F

Family Pot – Indica un pot dove la maggior parte dei giocatori non folda al giro iniziale di puntate. Per esempio, in un torneo 6 max, 5/6 decidono di vedere il flop.

Fastplay – Bettare e raisare rapidamente quando si possiede una mano molto forte.

Favourite (Favorito) – Indica una certa mano o giocatore statisticamente vicino alla vittoria.

Fish – Termine comune per descrivere un giocatore scarso al tavolo.

Five-Bet – Il quinto rilancio nel giro di puntate.

Flat Sinonimo di “call”.

Float – Call speculativo, con l’intenzione di bluffare nella strada successiva. Oggi questo termine viene usato per descrivere una bet in posizione nei confronti di una c-bet mancata.

Flop – Il secondo giro di puntate con le carte comuni sia nell’Hold’em che nell’Omaha. Il termine flop si riferisce anche alle 3 carte comuni distribuite scoperte sul tavolo durante il suddetto giro di puntate.

 

Flush – Colore, ovvero mano di 5 carte dello stesso seme.

Fold – Foldare significa scartare la mano in nostro possesso in uno scenario dove non ci aspettiamo di vincere.

Four-Bet – Il quarto rilancio nel giro di puntate.

Free Card – Una carta vista senza avere investito alcuna fiches.

Freeroll – Torneo in cui non è richiesto alcun buy-in. Si riferisce anche a una situazione nella quale si può sia choppare sia vincere una mano o, comunque, in cui raramente o mai si può perdere.

Full House – Cinque carte composte da una combinazione di un tris e una coppia.

 

G

 

Gap – Indica l’intervallo tra le carte di uno stesso seme.

Grinding – Indica la dedizione di molte ore al gioco del poker e alla costruzione lenta e faticosa del profitto.

Gutshot – Indica un progetto di scala a incastro: ad esempio, se abbiamo 5 - 6 - 8 - 9, il 7 è il gutshot che chiuderebbe il draw.

 

H

Hand-for-hand – Fase del torneo dove ogni tavolo deve completare la mano in corso affinchè il torneo stesso possa proseguire.

Hand Rankings – Lista completa dei differenti tipi di mani possibili nel gioco del poker, ovvero High Card, Pair, Two Pair, Set, Straight, Flush, Full, Quads, Royal Flush.

Heads Up – Indica una mano di poker nella quale sono coinvolti due soli giocatori. Può riferirsi sia alla fase iniziale sia agli ultimi giri di puntata, dopo che tutti gli altri giocatori hanno foldato.

Hero Call – Call speculativo con la speranza che il nostro avversario stia bluffando.

High Hand (Carta Alta) – Mano in cui non abbiamo nessun punto: la forza della nostra mano è definita dalla carta più alta (in molte varianti è l’asso).

Hijack Posizione al tavolo del poker.

 

Hit – Si “hitta” quando la carta girata conferisce una certa forza alla nostra mano: “Avevo un draw al turn, ma poi ho hittato al river.

Hold’em – La variante del poker più popolare, qualche volta definita la “Cadillac del poker”.

Hole Cards (Carte Coperte) – Si riferisce alle carte coperte distribuite al giocatore: nell’Hold’em sono due, nell’Omaha invece sono quattro.

House (Casa) – Termine colloquiale riferito all’organizzatore di un certo torneo di poker (in molti casi il casinò).

 

I

ICM – Sta per “Independent Chip Modelling” e si riferisce alla tecnica matematica per assegnare i premi negli MTT.

Implied Odds – Le implied odds indicano il rapporto tra la puntata da effettuare e la possibile vincita dell’intera mano, comprese le bet future.

Inside Straight Draw – Comunemente chiamato “gutshot”. Ad esempio: 5 – 6 – 8 - 9 necessitano un 7 per chiudere il progetto.

 

Insurance (Assicurazione) – Side bet di un altro giocatore al tavolo: se la mano su cui si scommette non vince, a esso verrà riconosciuta un’indennità dall’altro giocatore.

 

 

J

JackpotPremio messo in palio nel corso di una partita di poker. Alcuni casinò e alcune poker room offrono ad esempio un “bad beat jackpot” quando una mano estremamente forte viene crackata.

Jam – Termine colloquiale per designare l’azione di andare all-in.

 

K

Kicker – Carte che non formano direttamente una mano, ma contribuiscono alla sua forza complessiva nel momento in cui si rende necessario conteggiare la seconda carta in mano. Nello scenario in cui due giocatori hanno la stessa mano, il kicker migliore deciderà il vincitore del piatto.

 

L

LAG – Sta per “Loose Aggressive” e descrive un giocatore che gioca molte mani in modo aggressivo.

Laydown – Foldare. Spesso implica riluttanza nell’abbandonare la mano.

Levelling – Indica i differenti livelli di pensiero quando si gioca una mano di poker.

Leverage – Indica le chips che influenzano la strategia corretta a dispetto del fatto che non sono in gioco.

Limit – Generalmente usato per descrivere un gioco con un fixed-limit nella struttura delle puntate. Tutte le bet e i raise sono possibili solo con aumenti prefissati.

 

Limp – Indica l’azione di chiamare solamente quando non c’è stato nessun raise prima del nostro turno.

Lowball – Variante del poker che usa un sistema di punteggio “low”. Il modo migliore per concettualizzare il gioco sta nella frase “la mano peggiore vince” anche se nella realtà è un po’ più complesso di così.

Low HandNelle varianti lowball l’obiettivo è avere la mano più bassa.

 

M


Maniac – Indica un tipo di giocatore particolarmente aggressivo, che entra spesso in gioco, rilanciando di frequente e andando in bluff.

 

Mental Game – Indica la disciplina che cerca di migliorare le proprie prospettive mentali quando si gioca a poker.

Monotone – Descrive una texture del board (o di una mano, in alcuni casi) dove tutte le carte sono dello stesso seme. 

Monster – Termine comune per indicare una mano fortissima.

Muck – Gettare le carte coperte dopo avere perso una mano. Solitamente, si mucka dopo aver chiamato l’ultima bet, ma non se siamo usciti puntando prima dello showdown.

 

N

Nit – Indica un giocatore estremamente chiuso che gioca raramente le proprie starting hands. Il nit semplicemente attende una mano premium nella speranza di vincere un piatto grande.

No-Limit – Il termine “no limit” si riferisce alla struttura di puntate in cui i giocatori possono puntare o rilanciare qualunque cifra in ogni momento.

Nut-low – La versione lowball del “nuts”. Indica la mano più bassa possibile.

Nuts – La migliore mano possibile. Il nut non può essere mai battuto, al massimo pareggiato.

 

O

Offsuit – Tipicamente usato per descrivere una mano di partenza in cui le due carte non sono dello stesso seme. Le mani suited sono di gran lunga migliori di quelle offsuited.

Omaha – Variante popolare che fa uso di carte comuni, in cui ogni giocatore riceve 4 carte coperte preflop.

One-Gap – Termine usato per descrivere due carte non consecutive ma che allo stesso tempo hanno un solo intervallo tra di loro, per esempio 7 e 9.

Open-ended Straight Draw – Straight draw bilaterale, dove il giocatore aspetta una carta per ogni lato. Ad esempio, se abbiamo 5 - 6 – 7 – 8, chiuderemo la scala sia con un 9 che con un 4.

Open-raise – Effettuare il primo raise preflop.

Out – Carta necessaria con cui chiuderemmo la mano migliore, qualora uscisse.

Overbet – Bettare una size superiore a quella del pot.

Overcall – Effettuare un call quando un altro giocatore prima di noi ha compiuto la stessa action, nella stessa strada.

Overcard – Carta più alta sia del board che della nostra mano corrente: ad esempio, se avessimo una coppia di T al flop a Hold’em e il Turn fosse un K, sarebbe una overcard sulla nostra coppia.

Overlay – Denaro aggiunto al montepremi di un torneo dalla poker room. Di norma avviene quando un torneo non raggiunge il garantito annunciato con le iscrizioni.

Overpair Una coppia in mano che è più alta di qualsiasi carta presente nel board in varianti come Hold’em e Omaha.

 

P

Pair (Coppia) – Una coppia è formata da due carte uguali, ad esempio due 8.

Play the Board (Giocare il Board) – Può riferirsi a una situazione nella quale la nostra mano coincide esattamente con le carte comuni, ma anche a uno scenario in cui giochiamo senza avere una mano legittima basandoci puramente sulla texture del board o sulle upcards (solo nello Stud).

Pocket Pair – Indica una coppia come starting hand.

Position (Posizione) – Può riferirsi a una specifica posizione occupata al tavolo, oppure indicare se un giocatore è in posizione o fuori posizione all’interno di una mano.

 

Post (Postare) – Il termine “postare” viene usato tipicamente in congiunzione con il pagamento dei blinds, siano essi ante, small o big. “Prima di ogni mano, ogni giocatore al tavolo posta gli ante”.

 

Postflop – Nelle varianti con carte in comune come Hold’em e Omaha, il termine “postflop” indica qualunque azione dal secondo giro di puntate in avanti.

Preflop – Nelle varianti con carte in comune come Hold’em e Omaha, il termine “preflop” indica qualunque azione nel primo giro di puntate.

Price –  Il termine price o costo viene usato per indicare quanto stiamo rischiando in relazione a quanto c’è già nel piatto.

 

Q

Qualify (Qualifica) – Nei giochi split pot, una mano bassa deve qualificarsi per essere valida come mano. In molte varianti questo significa avere 5 carte dall’8 in giù.

 

R


Ragged – Termine spesso utilizzato per descrivere una texture del board non coordinata. Il termine rag riferito alla starting hand indica invece una mano al limite dell’orrendo, quasi spazzatura, ad esempio 9 - 3 offsuited.

Rainbow – Si usa per descrivere una texture del board (raramente una starting hand) nella quale ogni carta è di un seme differente.

Raise – Raisare significa rilanciare l’ammontare di una puntata nella strada corrente.

Rake – Piccola somma sottratta dal pot a ogni mano, o a ogni torneo, come tassa per partecipare al gioco. 

Range – Il termine range è usato per descrivere le mani possibili che un giocatore può avere.

Range Advantage – Questo termine è usato quando un giocatore ha un range migliore del suo avversario.

Rank – Il termine “rank” si riferisce semplicemente al numero della carta.

Ratholing – Descrive l’azione di lasciare un ring game e poi rebuyare con una somma più piccola di fiches. Normalmente considerato un comportamento poco etico.

Razz – Versione lowball del seven card Stud.

Read (Lettura) – A volte s’interscambia con il termine “tell”. Indica che abbiamo una buona lettura sul range delle mani possibili dell’oppo: “Normamente avrei foldato, ma so che a oppo piace bluffare, e così ho chiamato.

Rebuy – Opzione per comprare altre chips. Normalmente utilizzato nei cash game o nei tornei rebuy.

Redraw – Un possibile draw chiuso con una texture del board, ma nella nostra mano c’è un progetto ancora più forte.

Represent (Rappresentare) – Quando non abbiamo una certa mano, ma giochiamo per rappresentarla con le nostre azioni. Il termine può essere usato per analizzare il pensiero dietro le azioni avversarie: “Oppo betta forte sulle 3 strade, quindi sta rappresentando qualcosa di grande.

Reverse Implied Odds – Rapporto tra la size della bet e le chips che potremmo perdere alla fine della mano.

Ring Game – Termine interscambiabile con “cash game”. Dal momento che non tutti i giochi di poker mettono in palio soldi veri, il termine ring game si può applicare solo a determinati contesti.

River – Si riferisce al giro di puntate finali nell’Hold’em, nell’Omaha e nelle varianti dello Stud.

Rock – Indica un giocatore che entra nel gioco con un range estremamente tight. Questo epiteto può essere usato a volte come il termine “nit”, anche se qualcuno assegna alle due parole significati completamente diversi. 

Royal Flush – Scala reale, ovvero la miglior mano possibile nel gioco del poker: una scala dal dieci all’asso, tutte dello stesso seme.

Rundown – Il termine “rundown” è generalmente usato per descrivere i connectors nelle varianti dell’Omaha come starting hand. Per esempio, T - 9 - 8 - 7 è un “Ten-high rundown”.

 

Run it Twice – Dal momento che due giocatori sono all in in un ring game, possono accordarsi per runnare le carte restanti due volte, e ogni board viene assegnato a ciascun vincitore. È una tecnica usata per ridurre la varianza.

Runner Runner – Costruire una mano forte dopo aver pescato consecutivamente due carte. Per esempio, se abbiamo 3 cuori al flop ed il dealer ne gira altri due al turn e al river consegnandoci un bel flush.

 

S

Satellite – Torneo in cui ai vincitori viene assegnato un ticket per un torneo più grande.

Scare Card – Carta che può spaventare il nostro avversario e indurlo a foldare.

Semi-Bluff – Bluff compiuto con un draw, avendo ancora aspettative di chiudere il progetto, ad esempio bluffando un flush draw. Anche se non riuscissimo a vincere direttamente il piatto con la c-bet, potremmo ancora chiudere il nostro colore con la carta successiva.

Set – Tris formato da una pocket pair come starting hand.

Short Stack – Giocatore con poche chips nello stack. Negli MTT si tratta di giocatori intorno ai 5bb, nei ring games sotto i 50bb.

Shove – Termine colloquiale per indicare l’all-in.

Showdown – Mostrare le carte dopo l’ultimo giro di puntate per determinare il vincitore, o dopo un all-in tra due o più giocatori in un torneo.

Side Pot – Un pot secondario formatosi quando, con un giocatore già in all-in, ve ne sono altri due con una quantità maggiore di chips.

Sit and Go – Tipologia di torneo di poker che inizia non appena è raggiunto il numero di giocatori designato.

Sizing – Indica l’ammontare della nostra puntata. La size delle bet è un concetto fondamentale nel poker.

Slowplay – Giocare passivamente una mano fortissima, nella speranza che il nostro avversario provi a bluffare o punti in più strade immaginandoci senza punto.

Slowroll – Prendersi tempo infinito per effettuare un call quando si ha il nuts. Tendenzialmente, questo comportamento è considerato poco etico.

Small Bet – Si usa nei giochi di poker con struttura fixed limit e indica la più piccola delle due bet sizing designate, ovvero la small bet e la big bet.

Small Blind – Il Piccolo Buio. Buio obbligatorio nei giochi con carte comuni compiuto dal giocatore alla sinistra del bottone. Normalmente, lo small blind costa la metà del big blind e si paga prima che le carte vengano distribuite.

Split – La variante split pot del poker si ha quando la metà del piatto viene assegnata a un certo tipo di mano e l’altra metà a un altro tipo. L’esempio classico è la variante Hi/Lo, nella quale metà del piatto è assegnata alla mano più alta e l’altra metà a quella più bassa.

Split Pot – Lo split pot è un piatto diviso tra più giocatori. Questa eventualità può accadere quando si ha la stessa mano di un altro o più avversari, o quando si gioca una variante split pot.

Squeeze – Raise effettuato contro più giocatori quando precedentemente è già stato effettuato un altro raise, a cui è seguito un call. Usato specialmente per indicare la 3bet contro più giocatori nel giro di puntate preflop nell’Omaha e nell’Hold’em.

Stack to Pot Ratio – Descrive il rapporto tra il pot e le fiche restanti negli stack effettivi.

Stand Pat – Opzione legale nei giochi draw. Significa sostanzialmente declinare l’opzione di poter cambiare carte e giocare con la mano corrente.

Stealing – Stealare significa provare a vincere il piatto al primo giro di puntate, specialmente raisando per primi. Ad esempio, nell’Hold’em, ogni open raise dallo small blind, bottone o cutoff è considerato un tentativo di steal.

Straddle – Lo straddle è una puntata di buio opzionale compiuta prima che le carte vengano distribuite.

Straight – Scala, ovvero mano di cinque carte consecutive come ad esempio 5 - 6 - 7 - 8 - 9.

Straight Flush – Cinque carte consecutive dello stesso colore.

String Bet – Una string bet è una puntata divisa in più parti. Ad esempio: “Callo la tua bet e rilancio di altri 50”.  Nei casinò moderni, il giocatore dovrebbe essere obbligato a chiamare solamente, dal momento che quella è stata la prima decisione annunciata.

Structure (Struttura) – Il termine struttura può riferirsi al range di differenti variabili appartenenti al format di un determinato gioco di poker.

Stud – Variante del poker senza carte comuni, nella quale ai giocatori sono distribuite una combinazione di carte scoperte, visibili a tutto il tavolo, e coperte.

Suited – Il termine “suited” indica tipicamente una starting nella quale dove 2 o più carte sono dello stesso colore.

 

T

Table Stakes – Norma che impedisce ai giocatori di puntare più chips di quelle acquistate al tavolo.

TAG – Acronimo per Tight Aggressive. Indica un giocatore aggressivo che entra nel gioco solo con un range esiguo di mani, caratterizzate da una certa forza.

Tank – Abbreviazione di “time bank”. Si riferisce all’atto di pensare su una decisione da prendere ai tavoli.

Tell – Spesso usato invece di “read”. Un tell è un’indicazione inconscia del nostro avversario sul tipo di mano che sta giocando.

Texture – La texture è la lettura del board nei giochi con carte comuni a terra come Hold’em e Omaha, ma è anche spesso utilizzata per descrivere un gruppo di carte, come i boards nello Stud.

Three-Bet – La terza bet in ordine di puntata.

Three of a Kind – Tre carte dello stesso tipo, con due kicker.

Tie – Due punti uguali che splittano il piatto.

Tilt – Giocare a poker con uno stato mentale influenzato da rabbia, paura, scarsità di motivazioni, ecc.

Time Bank – Tempo aggiuntivo opzionale disponibile nei giochi online durante una mano.

Tournament – Format del poker con un buy-in prefissato. I giocatori continueranno a giocare fino a che le loro chips non saranno terminate. L’ultimo, normalmente, è il vincitore del torneo.

Tracking Software – Software che gestisce i risultati pokeristici per definire i range o altre caratteristiche, come la 4bet fold, le flat etc. Hold’em Manager è il tracking software più comunemente utilizzato nella storia del poker online.

Trap (Trappare) – Giocare passivamente una mano molto forte sperando che il nostro avversario creda a un possibile bluff.

Trey – Termine colloquiale per indicare i 3.

Trips – Termine comune per il tris quando non abbiamo una pocket pair come starting hand.

 

Turn – Il terzo giro di puntate nell’Hold’em e nell’Omaha.

Two-bet – La seconda bet in una sequenza di puntate.

Two Pair (Doppia Coppia) – Mano formata da due coppie di carte uguali.

Two-tone – Descrive una texture del board o di un gruppo di carte formato da due diversi semi, ad esempio al turn con due carte di picche e due di cuori.

 

U

Under the Gun – Termine che indica il primo giocatore a dover parlare nel primo giro di puntate.

Underbet – Bet con una size inferiore al 50% del pot.

 

Underdog – A volte abbreviata nella parola “dog”, indica una mano o un giocatore che ha statisticamente meno probabilità di vittoria.

Upcard – Carta scoperta distribuita nello Stud, vale a dire visibile a tutto il tavolo

Upswing – Periodo prolungato di vincite (specialmente quando il winrate è più alto del previsto).

 

V

Value Bet – Bet con una mano che spera di estrarre valore da un’altra inferiore.

 

Variance (Varianza) – Termine usato per descrivere gli up and down nella carriera di un giocatore di poker. La varianza può essere molto più grande di quanto i giocatori di poker realizzino.

Variant (Variante)  Una particolare variante del poker, come Hold’em, Omaha, Stud, 5-card Draw ecc ecc.

Vasca – Termine comune per indicare l’all in.

Vulnerable (Vulnerabile) – Una mano è vulnerabile quando è passibile di essere superata.

 

W

Wet ­– Descrive un board particolarmente coordinato, che si apre ad un gran numero di progetti.

Wired – Indica una coppia in cui entrambe le carte sono inferiori al board. 

Wrap – Indica un grande straight draw nelle varianti Omaha. A differenza dell’Hold’em, alcuni progetti di scala a Omaha posso arrivare anche 20 outs.

WSOP – Acronimo per il più prestigioso evento di Poker di sempre: The World Series of Poker, che si tiene ogni anno a Las Vegas.

August 17, 2025
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Le danger hand: come preservare il proprio stack

1. A-K

Pericolo principale

Minimizzare al preflop e esagerare al postflop.

Preflop

Se si dispone di A-K, solitamente è giusto giocare in maniera aggressiva prima del flop. Si tratta di una combinazione favorita rispetto alle altre, a parte ovviamente una qualsiasi coppia, anche se in questo secondo caso dipende molto dal valore della coppia. In tal caso, le coppie davvero pericolose per noi sono in effetti K-K (si vince nel 30% dei casi) e A-A (8-11% di probabilità di vittoria).

Un errore piuttosto tipico è quello di callare un re-raise con A-K mettendo in gioco una bella porzione del proprio stack, diciamo il 30%, e poi foldare nel momento in cui non escono le carte giuste. Ricorda che solo in un terzo dei casi al flop riuscirai a comporre una coppia, quindi se giochi un piatto importante con A-K, è meglio andare all-in al pre-flop. Questo potrebbe indurre i tuoi avversari a foldare, oppure almeno ti permetterà di vedere tutte cinque le carte del dealer.

Postflop

Se il tuo A-K non migliora al flop conviene foldare, a meno che tu non abbia un progetto di colore al nut. La decisione più difficile da prendere si ha quando si forma una coppia. Il problema è che nessun giocatore d’esperienza entrerà in un piatto importante senza avere almeno una mano simile. Immagine di avere in mano A-K e che al flop esca K-6-5 di colori diversi. Il tuo avversario punta, tu fai un raise e lui rilancia ancora! Spesso ciò significa che hai perso, e quindi è meglio foldare. Contro giocatori aggressivi e scafati è anche bene rallentare il gioco con un qualche check.

Ciò non significa che tu debba rimanere pietrificato ogni volta che ti esce una coppia. Se ne formi una d’assi su un flop formato da A-9-2 e al turn e al river escono carte basse, se il tuo avversario calla passivamente con un asso puoi permetterti di scommettere su tutte tre le strade.

Per riassumere

A-K è una mano molto forte, quindi giocala al preflop e al postflop se riesci a formare almeno una coppia.

2. K-Q

Se a un primo sguardo queste due carte appaiono molto buone, il rischio è quello che non si rivelino tali a un flop poco fortunato…

Pericolo principale

Formare una coppia e partecipare a un piatto importante senza poterlo vincere.

Preflop

Se è vero che K-Q è un buon inizio, contro mani dominanti può altrettanto non essere sufficiente. Per questo è importante minimizzare potenziali problemi entrando nel piatto rilanciando, specialmente se sei il primo giocatore a farlo. In partite brevi, o contro avversari aggressivi che nel corso della sessione hanno aperto con mani molto diverse, si può anche valutare di rilanciare di nuovo, specialmente se la tua posizione è favorevole rispetto alla loro.

Se il tuo raise viene attaccato da un giocatore non particolarmente navigato, il consiglio è quello di floppare, perché è facile che nella loro semplice conoscenza del gioco si trovino a farlo solo nel caso in cui dispongano di una mano dominante come Q-Q o A-K o di una pocket pair qualsiasi. Infine, non limpare mai in un piatto multi-way con K-Q: gioca o rilancia solo nei piatti heads-up.

Postflop

I veri pericoli per la combinazione K-Q sono al flop. Se è vero che si tratta di una mano pericolosa se non riesci a formare una coppia, è altrettanto vero che lo è anche se vi riesci. Quando si genera molta action, è difficile capire a che punto sei. Immaginiamo che tu abbia K-Q e al flop esce Qs-10c-8c. Sei riuscito a ottenere la tua top pair, probabilmente sarà anche la mano migliore al tavolo. Quindi scommetti e un avversario calla. Poi al turn esce una blank e lui rilancia. Chi è in vantaggio? A quel punto probabilmente lui. Un giocatore esperto potrebbe avere puntato a un progetto di qualcosa, e tu cosa decidi di fare? Foldare o rilanciare? Se al turn gli si completa una scala, tu non potrai mai più superarla.

Per riassumere

K-Q è una mano tutto sommato forte che può vincere allo showdown, ma partecipa solo a piatti piccoli se non hai più di una coppia.

3. Ace-rag

Giocare con un asso e una carta debole può essere pericolosissimo...

Pericolo principale

Giocare la mano solo perché si ha un asso.

Preflop

Asso-rag è una combinazione uguale o inferiore a A-9 di seme diverso (o suited se il flop non offre la potenzialità di completare colore). Non ci sono abbastanza aggettivi per descrivere quanto pericoloso sia giocare questo genere di mani in un’ottica di profitti a lungo termine nell’Hold’em. L’unica situazione nella quale possono avere un certo valore è quando si va all-in durante un torneo short-stack, short-handed o in una partita heads-up.

Postflop

La combinazione Asso-rag è difficile da giocare. Floppare con una coppia d’assi è sempre doloroso, non sia sa mai se si è davanti oppure no, ancora meno se si floppa la coppia eventualmente formata col kicker (ad esempio se hai A-8 e al flop esce Q-8-2). Se poi non esce alcuna coppia è davvero complicato resistere a qualsiasi action: in ogni caso, al flop con Asso-rag è una situazione nella quale è quasi sempre meglio non trovarsi.

Per riassumere

Liberati di quell’asso così pericoloso!

4. Suited connector

Mani rischiose richiedono bravura e un po’ di fortuna al post-flop: fai attenzione a non rimanere spiazzato.

Pericolo principale

Puntare troppo al preflop e ritrovarsi senza niente in mano al postflop.

Preflop

I suited connector, ovvero due carte consecutive dello stesso seme, sono molto seducenti, così connesse e dello stesso colore… Certamente nell’hold’em possono essere un’arma molto pericolosa: con un po’ di fortuna al flop possono superare quella coppia che sembrava così sicura di sé. Il problema è che questo non avviene abbastanza spesso da renderle redditizie su base regolare.

Il pericolo che esse nascondono al preflop è quello d’investire troppe fiche e di giocarle dalla posizione sbagliata. Tali mani di poker altro non sono che progetti, e quindi hanno pochissimo valore prima del flop. Magari non s’investono fiche in una coppia 8-8, ma lo si fa sperando poi che esca un colore o una scala. Considerando le probabilità che questo avvenga, è bene farlo solo quando si è deep-stacked, ovvero si dispone di molte fiche. Non prendiamo l’abitudine di giocare tali carte in piatti nei quali qualcuno ha già rilanciato. Se invece siamo noi ad averlo fatto, le cose cambiano completamente. Di fondo si tratta di una giocata non ortodossa e capace di mascherare ciò che abbiamo in mano. Quindi, se disponi di suited connector, fai in modo di essere colui che aggredisce per primo in un piatto limpato, oppure fallo solo se stai facendo una giocata specifica contro un avversario ben preciso.

Visto che tali combinazioni si giocano molto più spesso postflop, sii certo di essere in posizione giusta quando entri il piatto perché dopo il flop queste combinazioni sono molto difficili da giocare da fuori posizione.

Postflop

Sono due i principali problemi legati ai suited connector dopo il flop. Il primo è quando al flop esce una coppia. Immaginiamo di avere 8c-7c e che al flop esca Jh-8d-5s. Come sarà la mia mano? Più forte o più debole di quella di un mio specifico avversario? In realtà si tratta di una mano abbastanza debole, mentre la tua intenzione iniziale era quella di ottenerne una molto forte. Non lasciarti sedurre dall’idea d’investire troppe fiche con una coppia del genere.

Il secondo grande pericolo è quello di perdersi, soprattutto se si è fuori posizione. Immaginiamo di avere in mano 7d-6d, di ottenere al flop 10d-9s-2d e di essere il primo a dover giocare. Il progetto di colore e il gutshot rendono il flop promettente, ma giocarlo da quella posizione è davvero complicato. Cosa fare se un avversario rilancia? Se tu poi fai check e lui call, come comportarsi al turn se esce una carta inutile?

Infine, anche nel caso in cui ti riesca di completare scala o colore, vi è il rischio di essere battuti da una mano più forte. Se hai in mano un colore a quadri, chi può dire che il tuo avversario non ne abbia uno al nut?

Minimizza questi pericoli giocando i suited connector da posizioni adeguate, in modo da controllare l’azione, ma sii altrettanto certo di ottenere il massimo se ti ritrovi con una mano molto forte. Si tratta di mani speculative che prima del flop hanno poco valore, quindi se esso aumenta dopo il flop è bene approfittarne appieno. Spingi con quelle puntate!

Per riassumere

Hanno il potenziale per fare male, ma stai attento a non esagerare con le puntate.

5. J-J

Due Jack formano una bella coppia, ma possono perdere facilmente al flop.

Pericolo principale

Partecipare a un piatto molto ricco ed essere dominati da altre combinazioni.

Preflop

Un giocatore con due Jack in mano è spesso in vantaggio sugli altri prima del flop: si tratta pur sempre della quarta miglior mano nell’Hold’em! Giocala quindi aggressivamente rilanciando con forza.

Questo vale finché non smette di valere... Intendiamo dire che, se un nostro avversario decide di seguirci e di giocare tutte le sue fiche, probabilmente avrà in mano una overpair. Cosa fare quando un giocatore aggressivo punta forte prima del  flop? Non è una decisione semplice da prendere e bisogna valutare la situazione con grande attenzione.

Se disponi di uno stack abbastanza limitato, in una partita Sit & go o MTT, difficilmente potrai decidere di abbandonare. Ma se sia tu sia il tuo avversario avete parecchie fiche in un cash game o MTT, probabilmente è meglio floppare.

Bisogna valutare bene se callare i rilanci preflop con J-J, perché solo poche carte al flop potrebbero davvero migliorare la tua mano. A meno che tu non punti a completare un tris, è meglio gestire la coppia di Jack prima del flop.

Postflop

La realtà e che sono poche le carte al flop che potranno migliorare la tua mano. Più della metà delle volte uscirà almeno una overcard, e se prima del flop eri già superato da una coppia più alta, le cose non sono destinate a migliorare. Inoltre, se l’azione aumenta al flop, potresti trovarti ad affrontare una doppia coppia, un tris o overcard di un progetto importante. Usa la tua capacità di leggere la mano e la conoscenza dei tuoi avversari per decidere se i tuoi Jack possano bastare. Se i tuoi Jack formano una overpair, sii tu ad applicare pressione se un giocatore che ha rilanciato prima del flop effettua una continuation bet.

È possibile che uno dei tuoi avversari abbia una overpair più bassa, un progetto o Ace-high. Queste sono le situazioni pericolose nelle quali si vede la differenza tra uomini e ragazzi: impegnati a migliorare la tua capacità di prendere decisioni con una coppia di Jack.

Per riassumere

J-J è una buona mano, ma devi aver fiducia nel tuo istinto e saper capire bene la situazione.

6. A-A

I pocket rockets possono essere una bomba, ma attento che non ti scoppino in mano.

Pericolo principale

Non essere capaci di liberarsene quando si viene battuti.

Preflop

Hai la miglior mano possibile e quindi è logico voler investire delle fiche. Rilancia, rilancia ancora, fai qualsiasi cosa per sfruttare questa situazione! Sentiti libero di cambiare occasionalmente il gioco, magari callando un raise pre-flop e poi attaccando al flop. Di solito, giocare A-A con forza e rapidità è la soluzione migliore.

Postflop

Giocare una coppia d’assi postflop può essere invece molto difficile e portarti in situazioni indesiderate. Il rischio maggiore è che un tuo avversario abbia giocato con una coppia bassa o suited connector sapendo la forza della tua mano. Se al flop gli escono le carte giuste, potresti essere in grave pericolo. Poniamo ad esempio che tu rilanci quattro volte il valore del big blind e che un avversario calli. Al flop esce 5s-6d-7s e lui fa check-raise. La situazione è rischiosa: un tris o una doppia coppia potrebbero bastare a batterti. Forse però ha solo un progetto o una overpair più bassa della tua. Contro un certo tipo di avversari faresti bene a foldare a questo punto, contro altri, più vivaci, potresti invece ribattere e aumentare la pressione.

Le cose sono più semplici quando prima del flop c’è stato molto movimento. Se un tuo avversario aveva callato un re-raise importante, spesso avrà in mano una coppia inferiore alla tua come J-J o 10-10. Un flop infelice lo potrebbe indurre a desistere. Attenzione però: se decidi di sfruttare A-A con astuzia e magari in un piatto multi-way, sii pronto a liberartene nel momento in cui il gioco diventa troppo pericoloso. Dopo tutto A-A rimane una coppia, e in quanto tale non deve essere giocoforza sopravvalutata.

Per riassumere

La miglior mano nell’Hold’em richiede di essere giocata rapidamente, ma sii pronto a sbarazzartene nel caso in cui tu capisca di essere stato battuto.

January 27, 2020
Chad Holloway
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Chad Holloway ha vinto il braccialetto alle WSOP 2013. In precedenza aveva lavorato per PokerNews come managing editor e live reporter.

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Come rubare i blind al poker

In questo articolo cercheremo di definire cosa significa esattamente rubare i blind. Con questa espressione s’intende l’azione di effettuare un raise prima del flop con l’intenzione di vincere i blind inducendo i nostri avversari che giocano dai bui a foldare. Questo può sembrare qualcosa di ovvio e di buono, ma indipendentemente da quanto tu sia aggressivo, c’è sempre spazio per migliorare: stai rubando abbastanza bui? Pensi attentamente a come farlo? A volte ti capita di commettere degli errori?

Perché è importante rubare i blind?

Per aumentare al massimo la tua equity nei tornei di poker è fondamentale rubare le fiche morte nel piatto. Rubando i bui, arricchisci il tuo stack senza nemmeno dover mostrare le tue carte. In un torneo, durante il quale il valore dei bui cresce continuamente, saperli rubare risulta di vitale importanza.

Detto questo, è necessario che tu sia perfettamente cosciente di quello che stai tentando di fare. Sono troppe le scommesse nel poker, anche da parte di giocatori esperti e capaci, fatte senza uno scopo ben preciso e che rischiano di rivelarsi dannose per chi le effettua. Devi sapere esattamente cosa stai facendo nel momento di puntare prima del flop: è molto diverso rilanciare per primo dal cut-off se hai un K-J o un 9-4 come offsuit. La prima potrebbe essere una value bet, ovvero potresti avere la mano migliore o un semibluff che potrebbe migliorare dopo il flop, la seconda invece un bluff puro o il tentativo di rubare i blind.

La tendenza a cercare di rubare i bui è diventata molto popolare, e quindi sono tanti i giocatori e i manuali di poker a consigliare specifici range con i quali applicare questa strategia. Una cosa è certa: quando si entra un piatto rilanciando, è più facile vincerlo nel momento in cui si dispone di una mano di un certo valore. Ma se si tenta di rubare i bui, bisogna farlo in maniera cosciente, indipendentemente dalle proprie carte. Il rilancio viene eseguito perché si pensa che in quella specifica situazione esso ci possa permettere di guadagnare delle fiche.

Quanto scommettere?

Visto che la tua scommessa ha lo scopo di rubare i blind senza nemmeno dover mostrare le carte, la somma da puntare sarà quella minima necessaria per riuscirvi, non una fiche in più. Di solito essa ammonta a tre volte il valore del big blind. In determinate situazioni però non sarà necessario scommettere così tanto. Ad esempio, nelle fasi finali di un torneo, raddoppiare il valore del grande buio ha spesso lo stesso effetto di triplicarlo, visto che i giocatori tendono a entrare in modalità push-or-fold.

Fai in modo che ci sia un filo conduttore nelle tue giocate. Se a un tratto scommetti meno con una mano forte o di più se vuoi rubare i bui, i tuoi avversari saranno presto in grado di leggere le tue intenzioni. I giocatori più esperti manipolano gli avversari variando l’ammontare delle loro giocate, ma il miglior modo per non permettere a nessuno di capire cosa hai in mano è puntare la stessa somma indipendentemente dalla mano che ti ritrovi.

La regola base è la seguente: più tardi tocca a te giocare, più spesso è bene provare a rubare i blind. Ciò significa che la maggior parte dei tuoi tentativi di rubare i bui avverrà dal cutoff o dal button. Negli ultimi anni, questo genere di atteggiamento è diventato molto comune nei tornei.

Ciò ha come conseguenza che chi gioca dai bui difende più frequentemente e continua a giocare con un range di mani più ampio, spesso anche con un bluff.

A sua volta la conseguenza di ciò è che la tua abilità di rubare i bui potrebbe risultarne limitata: i tuoi rilanci non saranno più così spesso sufficienti a indurre gli avversari a foldare. In generale, rubare i bui dalle ultime posizioni al tavolo è e rimane redditizio. Se il piatto arriva a te al button, solo due sono i giocatori da spingere a foldare, le cui carte iniziali non possono essere sempre così buone da indurli a continuare.

Allo stesso tempo non è nemmeno intelligente decidere di tentare di rubare i bui ogni volta che ti trovi in questa situazione. Sono sempre tanti i fattori da considerare: com’è il tuo stack? Che tipo di giocatori sono quelli ai blind? Quale percezione hanno di te?

Ovviamente è anche possibile rubare i bui dalle posizioni centrali o iniziali. Per riuscirvi sono necessarie determinate condizioni, ma è bene rimanere sempre all’erta. In certi momenti di un torneo, ad esempio al bubble o quando i bui sono molto alti, i tuoi avversari potrebbero giocare in maniera accorta. In tali situazioni, specialmente se la loro immagine di te potrebbe portarli a pensare che tu non sia il tipo da effettuare una giocata del genere, un tentativo di rubare i blind da una posizione iniziale potrebbe essere letto come un segnale della forza della tua mano. Contro giocatori navigati, una tale giocata è spesso più redditizia perché meno preventivabile.

Capisci i tuoi avversari

Ancora più importanti delle carte che hai in mano o della posizione dalla quale le giochi sono gli avversari ai quali vorresti rubare i bui e quelli che devono ancora fare la loro giocata. In parole semplici, se questi sono tendenzialmente attenti e passivi, si può tentare spesso questa strategia. Sfortunatamente, vale anche l’esatto contrario. Se i giocatori ai bui o dopo di te hanno un atteggiamento aggressivo perché pensano tu ci stia provando o difendono le loro fiche nella maggior parte delle situazioni, le opportunità di applicare questa tattica saranno proporzionalmente ridotte.

L’avversario che paga il big blind è quello da osservare con maggiore attenzione al momento di decidere se provare a rubare i bui: è lui quello che dovrà mettere la cifra più bassa di tutte per continuare a giocare.

Un altro fattore da considerare assolutamente in queste situazioni sono le dimensioni dei vari stack presenti al tavolo. In generale è meglio rubare meno da stack di grosse e di piccole dimensioni, mentre è meglio concentrarsi su quelli di medie dimensioni. I primi possono permettersi di difendere più spesso, fino a portarti all’all-in, mentre i secondi tendono ad andare all-in con carte alte o con qualsiasi coppia, la qual cosa potrebbe risultare in un laydown indesiderato e a noi sfavorevole.

Il segreto è utilizzare una combinazione tra le caratteristiche dei tuoi avversari e la corretta valutazione dei vari stack. Ad esempio è immaginabile poter rubare bui a un giocatore molto accorto e dotato di uno stack ricco, oppure da un giocatore con poche fiche ma dall’atteggiamento difensivo, in attesa dell’arrivo di una mano che reputi irrinunciabile. Ciò che conta è essere sempre vigili e modulare le proprie mosse a seconda di chi si ha di fronte.

Ruba i bui, e poi rubane degli altri

Al tavolo del poker, specialmente in un torneo, è necessaria una certa aggressività. Devi essere pronto a qualsiasi opzione, spesso anche a quella di rubare i blind, ma non è detto che tu debba farlo sempre e sin dalla prima mano. In generale è bene cercare di rubare i bui fin quando non si ha una buona ragione per smettere di farlo.

Sii conscio di cosa i tuoi avversari pensano di te: più bui ruberai, più gli altri giocatori capiranno cosa stai facendo. Alcuni di loro inizieranno a callare più spesso, altri invece preferiranno non rischiare.

Se non sei sicuro di ciò che vuoi fare, ricorda queste due piccole regole. Uno: ricorda la differenza tra cercare di rubare i bui con carte discrete o buone, situazione nella quale puoi magari permetterti che i giocatori ai bui decidano di callare, e cercare di rubare senza nulla in mano. Due: cerca d’individuare il momento perfetto o la situazione giusta per cercare di rubare, senza preoccuparti troppo di quali carte in effetti hai.

January 27, 2020
Chad Holloway
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Chad Holloway ha vinto il braccialetto alle WSOP 2013. In precedenza aveva lavorato per PokerNews come managing editor e live reporter.

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Cinque consigli per vincere frequentemente al poker online

Rispetto ad altri giochi d’azzardo, con la strategia giusta il poker permette di vincere nel lungo periodo. È per questo che i giocatori professionisti considerano il poker più una forma d’investimento che non un gioco d’azzardo.

Questo ovviamente non significa che sia facile vincere somme di un certo livello, ma con l’approccio giusto è possibile trasformare il poker in una sorta d’investimento e di carriera.

Considerando tutto ciò, ecco cinque importanti consigli da seguire per giocare e vincere con il poker on line.

Consiglio 1: Stilare un programma preciso

I giocatori di successo cercano di lasciare il meno possibile al caso. Invece di giocare casualmente, lo fanno seguendo un programma prestabilito. Perché non utilizzare un calendario online o un foglio Excel per programmare e annotare le ore di gioco e quelle di studio?

Ricorda di non esagerare e di conservare del tempo anche per altre attività. Giocare troppo può causare un burnout, il che a sua volta induce a prendere decisioni errate al tavolo.

Quando si apre un’attività, è normale fare delle proiezioni su come potrebbe funzionare. Nonostante questo dovrebbe valere anche per una carriera da pokerista, sono tanti i giocatori che saltano questo passaggio.

Consideriamo i seguenti fattori:

  • Quali guadagni ho intenzione di generare?
  • Quante mani devo giocare, partendo da una percentuale di vittorie ipotetica, per raggiungere quest’obiettivo?
  • Quante ore devo investire, alla luce di quelle che ho a disposizione?
  • Per quanto riguarda i tornei è fondamentale considerare nell’equazione anche il mio ROI e il numero di tornei necessari a raggiungere l’obiettivo.

Inizialmente è consigliabile non esagerare con le stime e immaginare una percentuale di vittorie limitata. Una volta capito esattamente di quante ore abbiamo bisogno, allora potremo iniziare a inserirle nel nostro programma.

Un altro aspetto fondamentale è il tempo dedicato allo studio del gioco. Il rapporto gioco/studio dipende solitamente dal nostro livello e dalla nostra esperienza. Se in un determinato momento della nostra carriera non stiamo vincendo, allora è consigliabile investire il 50% o più del nostro tempo nello studio.

Se invece vinciamo con frequenza, il giusto rapporto potrebbe essere dedicare 80% del nostro tempo al gioco e 20% allo studio.

Una volta definito il nostro programma, è bene prendersi un po’ di tempo per sperimentare. Potremmo rilevare che ci stiamo chiedendo troppo, e che quindi è meglio rivedere quanto deciso.

Nelle prime settimane è spesso necessario apportare piccole modifiche al nostro piano iniziale, per poi attenervisi strettamente in quelle successive al fine di creare abitudini virtuose.

Consiglio 2: Gestire correttamente il proprio bankroll

Gestire correttamente il proprio bankroll

Sono diverse le componenti da tenere monitorate. In una produzione industriale è necessario garantire che il prodotto venduto o che il servizio offerto siano di qualità sufficiente, ma di certo questo non basta. L’equilibrio finanziario di una società è fondamentale, e nel lungo periodo le uscite non possono essere superiori alle entrate.
Allo stesso modo, la bravura al tavolo di gioco è solo una delle tessere del puzzle. Dobbiamo assicurarci che le partite che giochiamo siano adeguate al nostro bankroll: se ci spingiamo troppo in alto senza avere un bankroll sufficiente, la nostra carriera di pokerista rischia di terminare molto in fretta.

Trucchi poker cash

Un esempio: un giocatore non dovrebbe partecipare a un cash game il cui buy-in non è almeno 25 volte inferiore al suo bankroll. Per capirci: se tale giocatore volesse prendere parte a un cash game il cui buy-in è di 50 $, il suo bankroll dovrebbe ammontare almeno a 1.250 $.

Chi invece partecipa a un torneo non dovrebbe mai investire più del 2% del suo bankroll nel buy-in.

Tale atteggiamento potrebbe sembrare troppo conservativo, ma è davvero fondamentale non sottovalutare il peso della varianza nel poker. Nei cash game, anche a giocatori navigati può capitare di non vincere per più di 10 buy-in, nei tornei tali serie negative possono essere ancora più lunghe.

La gestione del nostro bankroll deve essere disegnata in modo da permetterci di sopravvivere anche in condizioni di prolungate perdite pesanti.

Consiglio 3: Investire tempo per migliorare l'aspetto mentale

Vi sono giocatori che seguono alla perfezione i primi due consigli, ma che comunque non riescono ad aver successo.

Perché?

Detto in parole semplici, non sono mentalmente all’altezza.

Il poker a volte è in grado di metterci estremamente sotto pressione. Sono stati tanti i giocatori ad aver dilapidato il loro intero bankroll dopo essere andati in tilt, che nel poker definisce uno stato emotivo, solitamente causato dalla rabbia, altre volte dalla paura, dall’eccitazione o dalla mancanza di motivazione.

Migliorare l'aspetto mentale

Tutti gli sportivi di un certo livello, indipendentemente dalla disciplina che praticano, riconoscono oggi l’importanza dell’allenamento mentale. Il ruolo del mental coach ha assunto sempre più importanza: non è un segreto che essere in condizioni mentali equilibrate e ben disposte può migliorare significativamente i nostri risultati in tutti i settori.

Il poker non fa eccezione. I migliori giocatori sanno bene che investire sull’aspetto mentale è uno dei passi più importanti sulla strada che porta al successo. Non tutti possono permettersi un mental coach, ma le librerie sono piene di letteratura al riguardo.

Nel poker moderno, non è semplicemente possibile non considerare tale aspetto.

Consiglio 4: Annotare e analizzare i risultati

È impossibile dirigere un’azienda senza sapere quali risultati si stanno avendo. Quali strategie funzionano e quali no? Come migliorare quindi le prestazioni? Su quali basi calcolare quante tasse si dovranno pagare?

I giocatori online possono fare ciò grazie a comuni software di poker tracking, che permettono d’inserire, visualizzare graficamente e analizzare i nostri risultati, al fine di migliorare le strategie impiegate.

Chi gioca live dovrebbe quantomeno registrare le vincite e le perdite assolute di ogni sessione o torneo. Tale pratica ci permette di capire quali tipi di partite siano proficui, di fare previsioni sulla nostra percentuale di vittorie e di definire una gestione del nostro bankroll il più accurata possibile.

L’espressione analisi del database descrive l’atto di utilizzare software di poker tracking per individuare quelle zone del nostro gioco nelle quali perdiamo. Tale capacità è fondamentale per ogni professionista del poker, anche se alcuni di loro vi riescono ancora solo in parte.

Se è vero che è possibile ingaggiare maestri di poker che si occupino di tale aspetto, è altrettanto vero che una conoscenza diretta delle zone deboli del nostro gioco e di come utilizzare specifici software per individuarle e correggerle è parte integrante del processo di crescita di qualsiasi giocatore che voglia raggiungere determinati livelli.

Consiglio 5: Dedicare tempo allo studio

Uno dei temi più discussi nel poker è quanta parte del successo di un giocatore sia dovuta al talento e quanta invece allo sforzo investito per ottenerlo. È certo che le capacità innate di un individuo giochino un ruolo importante, ma l’opinione generale è che il duro lavoro sia in grado di sconfiggere il talento.

Cerchiamo di esprimere questo concetto in un altro modo:

Un giocatore di scarso talento ma disposto a impegnarsi farà meglio di uno di grande talento ma non disposto a impegnarsi.

Il nostro successo dipenderà in gran parte dalla quantità di lavoro che saremo disposti a investire nel poker. Se sarà superiore a quello dei nostri avversari, possiamo aspettarci con sufficiente certezza di vincere più di loro.

Attenzione però, perché quando si tratta di studio, i concetti di quantità ed efficienza non corrispondono. È molto semplice perdere tempo inutilmente quando si studia, soprattutto se si prende una strada sbagliata.

Il nostro obiettivo deve essere quello di dividere il poker nelle sue diverse componenti e di lavorare individualmente su ognuna di loro.

Inoltre è fondamentale dare priorità a quegli aspetti del gioco che hanno un impatto maggiore sulla nostra percentuale di vittoria. Ci sono discipline e situazioni nelle quali è possibile guadagnare di più rispetto ad altre, ed è lì che è fondamentale saper giocare bene.

Per riassumere

Non esiste una ricetta magica per il successo, ma seguendo i cinque consigli di cui sopra è possibile generare profitti a lungo termine. Quando un giocatore non vince e nemmeno perde, oppure perde più di quanto non vinca, solitamente tralascia uno di tali aspetti nel suo approccio al poker.

Ricorda, a poker non si vince solo al tavolo, bensì anche in tutte le attività che ci permettono di arrivarci preparati. Il tavolo è solo la punta dell’iceberg.

Se trattiamo il poker come qualsiasi altra attività a scopo economico, il successo può essere davvero proprio dietro l’angolo.

January 27, 2020
Timothy Allin
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Timothy "Ch0r0r0" Allin è un giocatore professionista, coach e autore. Ha iniziato a giocare nel 2006, partendo da zero e aumentando il suo bankroll online in maniera costante senza mai depositare alcun dollaro. Dopo aver partecipato (e vinto) ad alcune tra le manifestazioni più prestigiose, ora condivide le sue esperienze e opinioni sul magazine di 888poker.

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Come migliorare la qualità delle nostre puntate al poker

Il poker è un gioco di scommesse. Certo, esso è anche un gioco di carte e di persone, ma se lo riduciamo al minimo, il poker è fatto di una serie di puntate, che si possono fare oppure no. Ed è per questo che è importante capire quali somme scommettere quando le carte girano a nostro favore e quando invece è meglio foldare.

Proviamo a fare un passo avanti e poniamoci la seguente domanda:

Come facciamo a capire se dobbiamo puntare oppure no?

Una risposta semplice sarebbe “è giusto scommettere quando pensiamo di avere la mano più forte”. Questo può essere considerato vero, ma è solo una piccola parte dell’intera storia. Scendere maggiormente nei dettagli ci consentirà di fare scelte migliori in maniera continuativa. Consideriamo ora una delle principali ragioni che ci spingono a puntare: il value betting.

Value betting

Questo è di certo il miglior motivo per giocare. Una value bet altro non è che una puntata che effettuiamo con una determinata mano e alla quale pensiamo che altri giocatori callino con mani peggiori. Molti dei nostri profitti al poker vengono generati così, soprattutto ai livelli inferiori di questo gioco.

Immaginiamo di avere la seguente mano al river e di essere gli ultimi a dover agire…

In questo caso è giusto puntare al river? È vero che non abbiamo ancora parlato di tanti altri fattori importanti quali le dimensioni dello stack e del piatto, l’azione e il tipo di avversario che affrontiamo. Si tratta d’informazioni da tenere assolutamente in considerazione al momento di prendere una decisione. Mi auguro che in maniera intuitiva abbiate capito che in questa situazione è il caso di scommettere. Abbiamo ottime carte e ci sono forti possibilità che giocatori con mani inferiori decidano di callarci. Nella maggior parte dei casi, astenersi dallo scommettere qui sarebbe un errore e staremmo “perdendo valore”.

Ma pensiamoci un secondo: non è possibile che il nostro avversario abbia in mano una scala? Potremmo effettuare la nostra value bet sulla base del nostro top set e perdere un bel po’ delle nostre fiche contro tale scala. Quindi cosa conviene fare, meglio checkare e andare più sul sicuro?

Spesso i giocatori commettono l’errore di checkare quando vi è il rischio che possano perdere. È la paura a spingerli a farlo. Magari rinunciano a una mano che potrebbe portare molto valore sulla base di una piccola e improbabile possibilità di venire battuti. La madre di tutte le regole del value betting è la seguente:

Si parla di value bet quando con la nostra mano vinceremmo oltre il 50% delle volte al call del nostro avversario.

Da questa regola dobbiamo trarre due importanti conclusioni:

  1. Non dobbiamo sempre avere la miglior mano possibile quando i nostri avversari callano. La regola ci dice che, anche se la nostra mano sarà migliore solo nel 51% dei casi, vale la pena giocare in termini di value betting.
  2. Non dobbiamo sempre giocare in tutte quelle situazioni in cui abbiamo la mano migliore. Magari la nostra coppia è buona al river nel 60% dei casi in determinate situazioni. Detto questo, può essere che in caso di call la nostra probabilità di vittoria sia solo del 10%. Giocare una value bet sarebbe una scelta perdente anche se in quel 10% dei casi il nostro avversario avesse una mano peggiore della nostra e noi vincessimo il piatto.

Prendersi il tempo necessario per pensare

Il processo di cui sopra non è automatico. È necessario pensare in maniera cosciente ai seguenti fattori:

  1. Che tipo di mano ha il nostro avversario?
  2. Nel momento in cui scommettiamo, a che tipo di mani callerà il nostro avversario?

Alla prima domanda dovremmo essere in grado di rispondere analizzando attentamente le mosse da lui in precedenza effettuate. Potremmo escludere un certo tipo di mani, alla luce del fatto che in quel caso avrebbe già foldato in un momento precedente della strada. Sarà sempre difficile stabilire con esattezza quali due carte il nostro avversario abbia in mano, ma facendo un lavoro di deduzione è possibile limitarle entro uno specifico range di mani possibili.

Questa è un’abilita fondamentale per un giocatore di poker, che avrà un peso importantissimo nella nostra capacità di prendere decisioni. Serve esercizio e dovremo concederci il tempo necessario per pensare approfonditamente. Se al tavolo ci ritroviamo a prendere troppe decisioni affrettate, è molto probabile che non riusciremo a ottenere il massimo dalle situazioni che ci si presentano.

Il poker, sotto numerosi aspetti, è molto più simile agli scacchi rispetto ad altri giochi d’azzardo. Si tratta di un gioco di strategia e le migliori decisioni vengono prese dopo aver calcolato tutti i fattori necessari. Non abbiate quindi paura di utilizzare la vostra time-bank!

Conoscere i propri avversari

Conoscere i nostri avversari ci aiuterà a capire a quali mani essi tendono a callare quando qualcuno effettua una value bet. Anche se non stiamo partecipando a una mano, è importante mantenere alta la concentrazione e vedere come si svolge l’azione. Le informazioni ottenute ci potranno servire in seguito.

È importante sapere quale tipo di giocatore siano i nostri avversari. Sono aggressivi o passivi? Molto attenti o un po’ sbadati? Ci sono giocatori dai quali è molto difficile ottenere informazioni: alcuni giocano coperti e sono bravi a sfruttare i bluff. Solitamente continuano a giocare solo se hanno ottime mani, il ché rende più difficile applicare la regola del 50% di vittorie nel caso in cui effettuino un call.

Ve ne sono però anche di quelli che non foldano mai: contro tali avversari il value betting è assolutamente indicato, spesso anche con mani non proprio imbattibili.

La cosa importante da capire è che, maggiori saranno le informazioni sui nostri avversari, migliore sarà la nostra capacità di prendere decisioni. E l’unico modo per ottenere informazioni è studiarli attentamente, osservando i loro schemi e le tendenze del loro gioco.

Per riassumere

È importante ricordare che qui non è possibile approfondire tutti gli argomenti in maniera esaustiva. Di certo il value betting è uno dei motivi che ci devono spingere a giocare, ma vi sono anche altri fattori da considerare come i bluff e il concetto di protezione. È inoltre fondamentale stabilire le giuste dimensioni delle nostre puntate a seconda della situazione nella quale ci troviamo. Anche questo è un aspetto topico del poker e anche professionisti navigati spendono molto del loro tempo a studiare e a cercare di migliorare da questo punto di vista.

Il poker è un gioco complesso e non possiamo pretendere d’imparare tutto e subito. E anche se fosse possibile, sarebbe comunque meglio migliorare passo dopo passo, senza mandare in tilt il nostro cervello con una miriade d’informazioni a volte contrastanti. La prossima volta che sarete al tavolo, pensate attentamente a quali mani potrebbe avere il vostro avversario, a quali mani potrebbe rispondere con un call e se sia possibile estrarre un po’ di valore dalle mani a vostra disposizione.

January 27, 2020
Chad Holloway
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Chad Holloway ha vinto il braccialetto alle WSOP 2013. In precedenza aveva lavorato per PokerNews come managing editor e live reporter.

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