Stu Ungar: la storia di un campione mai dimenticato

Registrato all’anagrafe con il nome completo di Stuart Errol Ungar, il predestinato nasce a Manhattan, New York, l’8 settembre 1953 da una famiglia di origini ebraiche. Il padre, usuraio e allibratore, gestisce un bar-club nel quale viene praticato anche il gioco d’azzardo. Viste tali circostanze, e a dispetto dei tentativi dell’uomo di tenere il figlio lontano da questo tipo di ambienti, Stu si ritrova di fatto esposto al mondo delle scommesse, iniziando in seguito a prendere parte a incontri di gin rummy e conquistando risultati che subito ne manifestano il talento e la propensione per i giochi di carte; a tal proposito si segnala la vittoria in un torneo locale all’età di soli 10 anni. 

Tuttavia, non è solo ai tavoli da gioco che il giovane Ungar mette in mostra le proprie capacità: la sua intelligenza fuori dal comune, infatti, gli permette addirittura di saltare un anno di scuole elementari, sebbene nel periodo delle superiori prenda la decisione di abbandonare precocemente gli studi allo scopo di dedicarsi appieno al gioco d’azzardo. 

La vita di Stu subisce un primo vero duro colpo nel 1968, quando la morte del padre Ido, dovuta a un attacco di cuore, sconquassa il quadro familiare, peraltro già aggravato dall’inabilità della madre che era stata precedentemente colpita da un ictus. La futura leggenda del poker si ritrova così improvvisamente investita dalla grande responsabilità di dover provvedere economicamente a sé stesso e alla sua famiglia (compresa la sorella), a dispetto dell’età ancora immatura. Il percorso di crescita forzata di Stu si intreccia con un inserimento sempre più profondo e costante nella scena del gioco d’azzardo di New York fino all’età dei 18 anni, quando si imbatte in Victor Romano, capo di una gang e tra i migliori giocatori di carte in circolazione a quei tempi. I due hanno in comune una grande passione e propensione per il calcolo delle probabilità nel gioco d’azzardo, il che costituisce uno dei motivi per cui non solo stringono una forte d’amicizia, ma addirittura, stando perlomeno ad alcune testimonianze, Romano assume una sorta di ruolo da mentore all’interno di un rapporto divenuto ormai particolarmente stretto.

Con il supporto del boss criminale, o comunque delle sue capacità ai tavoli da gioco, Stu acquisisce subito le capacità giuste per sfidare con successo qualsiasi tipo di avversario, vincendo anche con notevole costanza nelle partite di gin runny. Oltre al contributo di Romano, nel raggiungimento di tali risultati risulta indubbiamente decisivo anche lo straordinario talento di Ungar. In queste prime fasi della sua carriera, Stu si distingue anche negativamente per l’incapacità di vincere o perdere con stile: durante gli incontri, infatti, è solito tenere un atteggiamento sfacciato che lo porta a criticare apertamente le giocate degli avversari che ritiene inferiori a lui (quindi praticamente chiunque). Tuttavia, il suo forte spirito competitivo e il totale protendimento verso la vittoria sono perfettamente riassumibili in una sua celebre citazione: “Non ho mai voluto essere un buon perdente. Un giocatore che sa perdere non è altro che un perdente, per l’appunto”.

Stu Ungar

I grandi successi nel gin rummy non impediscono a Ungar di accumulare debiti consistenti scommettendo sulle corse. Questa spinosa situazione economica lo porta ad abbandonare la Grande Mela e a cercare maggior fortuna a Miami. La città della Florida, però, risulterà essere una semplice tappa provvisoria nel percorso di Stu, che nel 1977 si trasferisce a Las Vegas. Contrariamente a New York, la cui legislazione vieta nella maggior parte dei casi l’esercizio del gioco d’azzardo, la nuova dimora di Ungar gli consente di coltivare la propria passione senza il rischio di alcuna conseguenza penale. Il campione di Manhattan ha inoltre la possibilità di sfidare l’élite mondiale, manifestando le proprie capacità in un contesto che esulava da quello della sua città natale, dove a suo tempo si era ampiamente affermato come uno dei migliori giocatori locali.

Al di là delle vicende legate alle carte, Las Vegas rappresenta per Stu un importante crocevia anche dal punto di vista sentimentale: qui infatti avviene un secondo incontro con l’ex fidanzata Madeline Wheeler: i due si sposeranno nel 1982 e avranno poi una figlia, Stefanie, cui il padre sarà molto legato. Ungar adotta anche il figlio che Madeline aveva avuto da un precedente matrimonio: il ragazzo, Richie, eredita così il cognome della stella newyorkese.

Tornando al discorso della carriera professionale, Stu in un primo momento continua a vincere incessantemente nel gin rummy, sulla falsariga di quanto mostrato prima di cambiare la sua realtà abitativa. Sotto un certo punto di vista, però, la bolla della sua imbattibilità scoppia dopo aver asfaltato diversi avversari di altissimo profilo, tra cui Harry Stein, all’epoca ritenuto il miglior giocatore del mondo. La temibile aura di Ungar dissuade quasi tutti dal tentare l’improvvida impresa di affrontarlo nei cash game o anche solo di prendere parte a tornei che vedano il suo nome tra quelli degli iscritti, nonostante lui si offra ripetutamente di giocare in condizioni di svantaggio (quale la scelta della posizione di mazziere). Si viene dunque a creare il paradosso per cui molti casinò di Las Vegas chiedono a Stu la cortesia di non partecipare agli eventi organizzati in loco.

Vedendosi preclusa la possibilità di continuare a macinare soldi sfruttando la sua supremazia ormai indiscussa nel gin rummy, il newyorkese non ha altra scelta che cambiare rotta: la sua scelta ricade così sul poker, in cui dimostra ancora una volta le sue grandi capacità ad ampio spettro nei giochi di carte. Non passa molto tempo, infatti, prima che Ungar riesca a padroneggiare i principi e i segreti del suo nuovo campo di specializzazione. 

Il 1980, nello specifico, è l’anno del suo ingresso dirompente nel mondo del poker. In quei giorni il Texas Hold’em domina la scena del gioco a Las Vegas, seducendo anche l’ormai ex campione di gin rummy. Stu si fa subito notare conquistando il main event delle World Series of Poker del 1980 con un testa a testa vincente sul grande giocatore Doyle Brunson. Tale straordinario risultato lo consacra come il più giovane campione di sempre nella storia del torneo, almeno fino a quel momento, il che, considerando anche l’aspetto particolarmente fanciullesco, gli procura il soprannome di “The Kid” (e non sarà certo l’unico “bambino” da quelle parti negli anni a venire).

Non pago del successo precoce, Ungar bissa la vittoria nell’edizione successiva delle WSOP, battendo questa volta Perry Green nell’heads-up finale. Il giorno prima aveva invece conquistato il secondo braccialetto WSOP della sua carriera, con la vittoria del $10.000 Deuce to Seven Draw in un testa a testa contro Bobby Baldwin, campione nel 1978. Occorre rilevare, tuttavia, come ci sia stato il rischio serissimo che il campione rimanesse a secco di successi in quei giorni: nella settimana precedente all’evento, infatti, Ungar si era reso protagonista di un episodio riprovevole, sputando in volto a un croupier all’interno del casinò Binion’s Horseshoe dopo aver perso un pot considerevole in una partita ad alti stakes. In un primo momento viene punito con una squalifica, salvo poi essere graziato su intercessione del figlio di Benny Binion (proprietario del luogo del misfatto). 

Nel 1983 arriva il quarto braccialetto WSOP, questa volta con un successo su Dewey Tomko nell’evento $5.000 Seven Card Stud. Tale risultato è un’ulteriore riprova della versatilità del campione newyorkese, capace di muoversi con grande disinvoltura anche tra le varie tipologie dei tornei di poker

“The Kid” però non si vuole far mancare proprio nulla, ed è così che in quegli stessi anni si distingue anche per le sue straordinarie capacità di contatore di carte (probabilmente dovute a un quoziente intellettivo e a una memoria fotografica fuori dal comune), diventando l’incubo dei casinò per le partite di blackjack (a tal proposito ci sarà anche qualche controversia legale con le case da gioco). Rimane celebre un episodio risalente al 1977, quando Bob Stupack, proprietario di un casinò, lo sfida a contare le carte di un sabot composto da sei mazzi e a indovinare l’ultima carta rimasta: in ballo c’è una scommessa da 100.000$ dollari, che Stu puntualmente vince.

I suoi grandi successi a cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio del decennio successivo hanno purtroppo vita breve a causa delle nubi che iniziano ad addensarsi nella sua vita. La madre muore nel 1979 e non passa molto tempo prima che Stu inizi a fare uso di cocaina, mal consigliato da qualche collega che vedeva nella droga un modo efficace per reggere alle sessioni estenuanti degli incontri di poker. Ungar finisce presto nel vortice della tossicodipendenza, da cui non uscirà mai.

Nel 1986 arriva la fine del matrimonio con Madeline, mentre nel 1989 il figlio adottivo Richie si toglie la vita per ragioni mai chiarite. Questo porta a un’ulteriore recrudescenza nell’abuso di cocaina da parte di Stu, che un giorno, nel corso del Main Event WSOP del 1990, viene trovato privo di sensi nella sua camera d’albergo a causa di un’overdose. Fortunatamente riesce a riprendersi e, come se non bastasse, finisce l’evento al nono posto, a dispetto delle circostanze surreali. 

Il problema della tossicodipendenza, ormai divenuto di pubblico dominio, lo debilita palesemente dal punto di vista fisico, tant’è che molti suoi amici temono seriamente che Stu non possa arrivare ai 40 anni d’età. Nonostante i suoi sforzi e le richieste della figlia Stefanie, non riesce mai a rimanere sobrio per più di qualche settimana, e i soldi che pure riesce ad aggiudicarsi col poker vengono sperperati per l’acquisto di droga e per le scommesse ippiche e sportive. Molti suoi cari si offrono di pagargli un percorso di riabilitazione in qualche centro di disintossicazione, ma Stu si oppone, riportando l’esperienza di qualche conoscente secondo cui questo tipo di strutture nasconde uno spaccio di droga maggiore di quello che imperversa nelle strade.

Come facilmente immaginabile, Ungar finisce presto sul lastrico. Nel 1997, tuttavia, arriva il canto del cigno, l’ultimo capolavoro della sua carriera da poker pro. Nonostante la disastrosa situazione economica, riesce a prendere parte al Main Event delle World Series of Poker, iscrivendosi all’ultimo minuto con il buy-in di 10.000$ messogli a disposizione dall’amico Billy Baxter. Il primo giorno del torneo Stu appare visibilmente stanco, essendo rimasto sveglio nelle 24 ore precedenti nel disperato tentativo di trovare il denaro richiesto per la partecipazione all’evento. Gli capita addirittura di addormentarsi sul tavolo, ma anche grazie agli incitamenti di un paio di amici, tra cui lo stesso Billy, riesce a superare la prima giornata. Nelle successive fasi del torneo Ungar si mostra sempre più lucido e fresco, racimolando sempre più fiches e presentandosi al tavolo finale in posizione di leader. Qui ha la meglio nell’ultima mano contro John Strzemp, tornandosi ad aggiudicare il torneo a distanza di 16 anni e diventando l’unico giocatore di sempre, assieme a John Moss, a conquistare per tre volte il Main Event WSOP. Dedica subito la vittoria alla figlia, mostrando alle telecamere una sua foto che aveva tenuto nel portafogli per tutta la durata del torneo. Il premio di 1.000.000$ viene spartito in parti uguali tra lo stesso Ungar e l’amico-finanziatore Baxter. Quest’ultimo clamoroso successo, visto il grande lasso di tempo intercorso dalle vittorie precedenti porta la stampa a ribattezzare Stu “The Comeback Kid”.

Stu Ungar

Il campione newyorkese, tuttavia, non riesce a scappare dai suoi fantasmi. Torna subito a scialacquare il denaro vinto in droghe e scommesse. Nel 1998 sembra pronto a partecipare nuovamente alle WSOP con l’appoggio economico di Baxter, ma in extremis decide di tirarsi indietro, non sentendosi pronto a un evento di tale portata, visto l’abuso di sostanze psicotrope nelle settimane precedenti. In seguito la situazione va via via degenerando: Stu si presenta sempre di meno in pubblico e le poche volte che viene visto in giro, lo fa per elemosinare del denaro adducendo come motivo il desiderio di tornare ai tavoli da poker. Pare che il vero motivo, in realtà, fosse quello di acquistare del crack, su cui “The Kid” aveva ormai ripiegato visto che l’abuso prolungato di cocaina gli aveva causato dei danni permanenti alle narici. In questo periodo viene addirittura arrestato per possesso di stupefacenti.

Il triste epilogo della vita di uno dei più grandi campioni di tutti i tempi porta la data del 22 novembre 1998. Stu viene trovato a terra, privo di vita, nella sua camera dell’Oasis Motel a Las Vegas. L’autopsia rileva tracce di droga nel sangue, ma non tali da aver determinato direttamente la morte. Il medico conclude che il cuore era collassato a causa del prolungato abuso di stupefacenti nel corso degli anni. 

Tutto il mondo del poker si unisce nel cordoglio e organizza una raccolta di fondi per organizzare il funerale di Ungar, rimasto senza averi, nonostante i premi acquisiti in carriera col poker per un totale di circa 30 milioni di dollari (secondo le stime). A tal proposito, molti ricordano anche la sua grande generosità nei confronti di amici, conoscenti o persone estranee. Lascia un segno indelebile nella storia del gioco, sebbene la minor popolarità del poker a quei tempi non gli abbia mai consentito di diventare una sorta di superstar, come accade invece per i migliori giocatori di oggi. Ritenuto da molti come il migliore di sempre, Ungar nel 2001 viene introdotto nella Hall of Fame del poker.

Per ulteriori approfondimenti biografici, si segnala l’esistenza di diversi libri e film documentari, tra cui la pellicola High Roller: The Stu Ungar Story, diretto da A. W. Vidmer e distribuito nel 2003.  

August 29, 2021
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Come si gioca a poker heads-up

Alcuni tra i giocatori di poker più vincenti si specializzano nello heads-up. C’è chi però si intimorisce all’idea di sfidare un avversario in un testa a testa.

Forse è semplicemente più rilassante confondersi nella semi-anonimità di un tavolo 6-max o full-ring.

Ma per chi ha come obiettivo quello di incrementare significativamente le proprie vincite, il mondo delle partite uno contro uno può offrire dei compensi sensibilmente più succulenti.

La presente guida ha lo scopo di accompagnarvi in questo cammino affrontando i seguenti argomenti:

Perché giocare heads-up?

L’incentivo più immediato per giocare a poker heads-up deriva dai margini potenziali di profitto decisamente più alti. Nei ring game di oggi, un giocatore si può ritenere “discreto” se genera un tasso di vincita compreso tra 0 e 4 bb ogni cento mani.

Chi invece vanta un tasso di 10bb/100 viene considerato come un fenomeno inarrestabile oppure sta semplicemente partecipando a incontri molto più morbidi (talvolta in contesti preclusi a giocatori esterni).

  • E per quanto riguarda i giocatori heads-up?

Non è raro che gli specialisti heads-up riescano a generare un valore compreso tra 10 e 30 bb ogni cento mani. L’incremento potenziale del tasso di vincita è ragguardevole, soprattutto se si scelgono attentamente gli avversari.

Opportunità di heads-up nei ring game

Heads-Up Opportunities in Ring GamesOpportunità di heads-up nei ring game

Anziché passare di punto in bianco alle partite heads-up, il modo più semplice per cominciare a prenderci confidenza è di giocarvi quando ne avete la chance.

Forse vi siete ritrovati in uno di questi due scenari in un contesto online.

  • Scenario 1 - Il vostro ring game è giunto al termine. Siete rimasti al tavolo solo voi e un altro tizio. Con un rapido sguardo alla lobby vi accorgete che ci sono tanti tavoli quasi completamente pieni.

    Molti giocatori potrebbero decidere di unirsi a uno di questi ultimi, abbandonando il tavolo al quale erano “seduti”. Perché invece non restare dove si è e giocare un po’ di heads-up? Questo scenario potrebbe essere particolarmente interessante se l’avversario appare debole.
  • Scenario 2 - Vi piace giocare a più tavoli contemporaneamente, ma in quel momento non riuscite a trovarne abbastanza liberi nella lobby.

    Molti decidono di aspettare e grindare a pochi tavoli in attesa che se ne liberi qualcun altro. Questa situazione vi farà perdere molto tempo prezioso. Perché non scegliete qualche tavolo vuoto con l’intenzione di giocare heads-up non appena arriva un avversario?

    Questo non solo vi permetterà di migliorare le vostre abilità nei testa a testa, ma vi darà anche la possibilità di giocare partite molto più morbide e registrare tassi di vincita più favorevoli.

    In genere è meglio aprire un nuovo tavolo piuttosto che unirsi a una lista d’attesa per una room infestata da giocatori navigati.

    Anche se la cosa forse vi sorprenderà, molti frequentatori abituali dei ring game sono restii a giocare heads-up. Pertanto ci saranno più probabilità che il giocatore seduto al vostro tavolo semi-vuoto sia un avversario debole.

Scelta degli avversari

Dovreste avere come obiettivo quello di giocare heads-up contro avversari deboli. Si spera che abbiate già un’idea su come distinguere i giocatori discreti da quelli che potete battere facilmente.

A volte c’è un confine sottile tra il bum-hunting e la scelta del tavolo giusto. Il bum-hunting è una sorta di atteggiamento predatorio, che consiste nel prendere di mira solo i giocatori particolarmente deboli e sfidarli ai tavoli heads-up.

  • Purtroppo non esistono delle linee guida chiare che stabiliscano chiaramente quando la ricerca del tavolo giusto (che è un’abilità importante) sfocia nel bum-hunting.

Tenete però a mente che siete sotto gli occhi della poker room. Il vostro obiettivo è quello di scegliere bene le partite a cui giocare, non di invischiarvi in atteggiamenti potenzialmente immorali.

Il termine bum-hunting di solito viene utilizzato specificamente per i tavoli heads-up. Perciò è improbabile che veniate tacciati di questo comportamento in un ring game a cui in ogni momento possono unirsi anche altri giocatori.

Opponent Selection Is EssentialÈ fondamentale la scelta dell’avversario

HU SNG vs HU Cash

Immaginate per un momento di lasciare da parte i ring game per dedicarvi completamente agli incontri heads-up.

  • In genere avrete due scelte: gli HU SNG e gli HU cash.

I cash game di solito sono l’opzione migliore poiché permettono di sfruttare maggiormente le proprie abilità contro i giocatori meno forti. Una volta che i blind si riducono in un heads-up SNG, si entra in una fase di push/fold. A questo punto non c’è praticamente alcuna possibilità di gioco pre-flop.

Sebbene in questo modo sia comunque possibile generare un margine, in genere essi risulteranno comunque inferiori nelle battaglie push/fold. Il vantaggio che potrete ottenere attraverso delle mosse con stack più profondi nel post-flop negli HU cash game è molto più significativo.

Un altro fattore da tenere in mente è che la strategia SNG cambia nel corso del match a man mano che salgono i livelli dei bui. Questo aspetto può risultare particolarmente complicato se stiamo giocando a più tavoli contemporaneamente. Potenzialmente potreste avere range iniziali differenti su diversi tavoli, a seconda della profondità dei rispettivi stack.

  • I cash game consentono una strategia più costante lungo tutto il board, dal momento che spesso inizierete ogni incontro con 100 bb. È possibile effettuare facilmente un rebuy se si scende al di sotto di tale stack.

Chiaramente la nostra scelta alla fine dipenderà dalla disponibilità di partite: se non c’è alcun heads-up cash game, conviene virare sugli SNG.

Non ci si deve preoccupare delle implicazioni relative all’ICM negli HU SNG, vista la struttura secondo cui il vincitore conquista tutto. Il funzionamento, invece, è molto simile a quello dei cash game (a parte il fatto che il livello dei blind sale).

Considerazioni sulla rake

È fondamentale informarsi sulla rake se si considerano gli incontri heads-up con limiti bassi. Se da una parte gli HU cash game a 100nl plus sono quasi sempre un’opzione percorribile, lo stesso non si può dire delle partite con limiti più bassi.

  • Ammettiamo ad esempio che una sala abbia la stessa struttura della rake sia per le partite heads-up sia per quelle 6-max. In questo caso, giocare heads-up con limiti più bassi rischia di non essere un’opzione fattibile (nelle poker room ci sono rake più onerose per partite con limiti inferiori).

I giocatori foldano spesso negli incontri 6-max o full ring. Quando si decidono a pagare la rake (ossia a entrare nel pot), lo fanno perché hanno tra le mani delle carte sostanziose. Ci si può così aspettare che si aggiudichino il pot con una frequenza relativamente alta.

In una sfida testa a testa, si entra nel pot molto più della metà delle volte! Questo significa che sarà necessario pagare una bella somma in rake per avere il privilegio di giocare molti spot marginali.

La rake per gli incontri heads-up dovrebbe essere molto più bassa rispetto a quella per le partite 6-max. È opportuno assicurarsi di non incappare in una rake troppo sfavorevole nel prendere parte a heads-up con micro-stakes.

In alcuni casi potrebbe essere necessario giocare a SNG se le rake sono esorbitanti. Le sale da poker più moderne tengono conto di tutto questo, ma è bene che ogni giocatore si informi per conto proprio prima di iniziare una partita.

Considerazioni pre-flop - Range

Venite da varie esperienze con i ring game?

Potreste aver dedicato un po’ di tempo a costruire e a memorizzare i range per ogni posizione al tavolo.

La buona notizia è che in questo caso ci sono solo due posizioni, il che riduce drasticamente il numero di possibili configurazioni pre-flop.

Le posizioni negli heads-up

Le posizioni heads-up nel poker possono a volte causare confusione. Giocare heads-up è diverso dal ritrovarsi in posizione di SB circondati da una serie di fold in un ring game.

Nelle partite testa a testa, il button rappresenta anche il piccolo buio (anche il BTN paga lo small blind). I nomi di queste due posizioni possono intercambiarsi in un incontro heads-up. Il giocatore fuori posizione è il grande buio.

La differenza rispetto ai ring game sta nel post-flop: in questo frangente, il piccolo buio agisce per ultimo in una partita heads-up (ricordiamo che lo small blind è anche il button).

In un ring game, il piccolo buio dovrà giocare prima del big blind, sia prima sia dopo il flop.

In genere, aprirete sul BTN o difenderete fuori posizione dal BB.

Quindi come minimo sono necessari

  1. Range di open-raise BTN
  2. Cold-call BB / range 3-bet
  3. Call 3-bet BTN / range 4-bet
  4. Call 4-bet BB / range di jam 5-bet

HU Preflop Considerations - RangesConsiderazioni sul pre-flop negli HU – Range

Queste sono le informazioni di base! Le configurazioni specifiche standard relative ai ring game, invece, non esistono negli incontri heads-up.

Ad esempio, i giocatori da ring game dedicano diverso tempo allo studio di come giocare i pot 3-bet in posizione di aggressore.

  • Questo è uno scenario che non esiste nei testa a testa, a meno che il button non faccia specificamente limp-raise nel pre-flop. Tuttavia si tratta di un’evenienza piuttosto rara.

Le due situazioni più comuni che vi possono imporre un cambio di piani rispetto ai range primari riportati in precedenza sono.

  1. L’avversario potrebbe cambiare le dimensioni del suo open-raise sul button, il che influenzerebbe il vostro range di mani da difendere.
  2. L’avversario potrebbe decidere di limpare il button.

La maggior parte dei giocatori professionisti HU non fanno mai limp sul button e aprono un range del 70-80% per un min-open (2bb). Un’apertura del 70-80% può essere un segno di rispetto per l’avversario. Se quest’ultimo è particolarmente inesperto, in genere può essere una buona idea aprire il 100% degli holding.

Normalmente i giocatori HU professionisti adottano in automatico un button opening range del 100% ed eventualmente lo restringono, se necessario.

Questo tipo di giocatori, però, in tempi recenti ha cominciato ad accantonare questo approccio, dal momento che gran parte dei modelli teorici ritiene eccessiva un’apertura del 100%.

Ecco alcune linee guida utili a costruire i propri range pre-flop:

Scenario Linee guida sui range
BTN Opening Range Apertura del 70-80% degli holding per un min-raise (2bb)
BB Cold-Call / 3bet Fare cold-call per il 50% e 3-bet per il 15% delle mani circa (meno cold call contro le aperture superiori a 2bb)
BTN Call-3bet / 4bet Continuare col 45% delle mani circa, perlopiù facendo call o al limite qualche 4-bet (ad es.: flat 70%, 4-bet 30%)
BB Call-4bet / Jam Continuare all’incirca il 45% delle mani contro una 4-bet. Mani forti per 5-bet jam, come TT+ and AQs+

Considerazioni sul post-flop – Adattamenti

Negli incontri HU entrambi i giocatori raggiungono il flop con un range più ampio rispetto alla media. Detto questo, le considerazioni fondamentali per il post-flop nei testa a testa sono straordinariamente simili a quelle dei ring game.

Una buona parte delle abilità post-flop acquisite nei ring game possono così essere applicate direttamente anche in questo caso.

  • La differenza più importante è che entrambi i giocatori acquisiranno molto più velocemente familiarità col gioco dell’altro.

Questo scenario rappresenta un’opportunità eccezionale per sviluppare capacità di lettura immediata e capitalizzare le debolezze del proprio avversario.

Ovviamente anche l’avversario può potenzialmente fare lo stesso. Non sopravvalutate però questo aspetto, dal momento che molti non fanno alcun tipo di adattamento oppure li fanno in maniera insufficiente.

Considerate inoltre quanto segue:

Immaginiamo che il vostro avversario sia veramente in grado di fare aggiustamenti rapidi e precisi per avere la meglio sul nostro stile di gioco. A questo punto è meglio riflettere sulla possibilità di scegliere un avversario più adatto.

Se anche sarete in grado di procurarci un certo margine, questo sarà ridotto.

A prescindere dal tipo di avversario, normalmente è un errore ritenere di dover giocare con una strategia equilibrata.

Il vostro avversario avrà un’ampia visione del vostro gioco, per cui conviene non strafare nei classici scenari pre-flop; ma a parte questo, l’obiettivo dovrebbe essere quello di sfruttare al massimo i punti deboli dell’avversario.

Immaginate ad esempio di fare 3-bet sul 100% delle vostre mani contro un’apertura dell’avversario da BTN. Quest’ultimo probabilmente capirebbe subito le vostre intenzioni exploitative e potrebbe cercare di opporsi.

  • Ammettiamo però che il vostro range per una triple-barrel sul river dopo una 3-bet pre-flop avesse un fine deliberatamente exploitativo in ottica bluff o mani di valore (a seconda dell’avversario).
  • Probabilmente l’altro capirebbe molto più lentamente (o non capirebbe affatto) che stavate sfruttando le sue debolezze.
  • L’aspetto relativo all’albero di gioco non spunta fuori molto frequentemente, per cui ci sono più probabilità che i nostri tentativi exploitativi passino sotto traccia.

Anche quando sfidate giocatori avanzati a limiti più alti, quindi, il vostro obiettivo dev’essere quello di individuare e sfruttare le loro debolezze.

L’unica differenza è che i vostri tentativi di exploit saranno più mascherati quando sarete coinvolti in incontri dal livello più alto.

Riepilogo del gioco heads-up

Il punto chiave principale è la possibilità di incrementare notevolmente il proprio tasso di vincite se si è disposti a prendere parte anche agli incontri testa a testa. Ipotizziamo che non vi concentriate puramente sugli heads-up.

  • I giocatori da ring game possono migliorare il proprio tasso di vincite sfidando degli avversari deboli nei testa a testa e aprendo nuovi tavoli quando quelli attuali sono al massimo della capacità.

Nella peggiore delle ipotesi perderete un po’ di stack e deciderete che le partite heads-up non fanno per voi. D’altra parte, invece, prendere parte ai testa a testa potrebbe essere una delle scelte più azzeccate in assoluto.

August 20, 2021
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Le dimensioni degli stack: più importanti della posizione, delle carte o dei propri avversari?

Se mi chiedeste qual è il fattore più importante nel giocare una mano di un cash game, vi direi che non è né la posizione né le carte né gli avversari. La risposta è: le dimensioni degli stack in rapporto ai bui.

Si consideri una mano come la seguente in una partita con stack profondi ed effettivi (gli stack più bassi tra quelli coinvolti in una mano) di 400 bui.

lose with this hand

Quali sono le probabilità di perdere con questa mano?

Dubito che mettereste tanti soldi nel piatto con una singola coppia di 3 o 5, considerando che ci sarebbero delle overcards sul tavolo. Diventerete committed solo nei casi in cui avrete una mano come scala, trips, doppia coppia ecc.

Quindi nella peggiore ipotesi perderete una piccola somma, ma potenzialmente potrete sempre aggiudicarvi una vincita sostanziosa.

In un incontro con short stack, ci saranno molte meno possibilità di conquistare tante fiches. Le implied odds saranno minime, ma via via che gli stack diventeranno più profondi, sarà ragionevole giocare la maggior parte delle mani, considerando la grande quantità di denaro che potrete vincere se otterrete una monster.

Approfondiamo questo aspetto.

Prendiamo in considerazione alcuni scenari che prevedano diversi stack effettivi:

Stack effettivi - 25 big blind

Con 25 big blind conviene giocare le carte migliori. È probabile che entrino tutti i soldi se ottenete una determinata mano. Inoltre, considerando la frequenza relativamente bassa con cui completerete grandi progetti o avrete mani particolarmente forti, non vale la pena di rischiare con carte deboli.

  • Con questi stack le partite sono piuttosto lineari.
  • Ci saranno meno tentativi di bluff vista l’esiguità degli stakes.
  • I giocatori tenderanno maggiormente a diventare pot-committed e saranno perciò meno propensi a foldare.

Players will become pot-committed more easilyI giocatori tenderanno maggiormente a diventare pot-committed

Occorre far presente che normalmente parteciperete a tornei con questo tipo di stack. È uno scenario completamente diverso da quello dei cash game, considerando che il vostro stack è la vostra unica ancora di salvezza in un torneo.

Nei cash game è accettabile perdere tutto se giocate in una situazione in cui avete il 60% di chance di vincere, considerando che a lungo andare otterrete uno score positivo. Se invece forzate troppo la mano in una situazione simile in un torneo, vi ritroverete presto nel ruolo di spettatori.

Un altro aspetto da sottolineare nei 25 big blind: non dovreste mai avere uno stack così corto in un cash game. Tali stack, infatti, vi priverebbero dell’aspetto ludico e redditizio del poker.

C’è da riconoscere che non sempre è possibile evitare short stack effettivi. Alle volte vi capiterà di essere in un testa a testa contro uno stack cortissimo, come nel caso di alcuni giocatori che pagano il buy-in minimo e non acquistano altre fiches finché non perdono tutto.

Questi giocatori, di solito presenti solo con gli stakes più bassi, possono risultare fastidiosi. È però probabile che vi regalino un po’ di soldi, quindi forse non ve la dovreste prendere troppo con loro.

Il mio consiglio è quello di incrementare sempre il vostro stack se scendete sotto i 100 BB. Se però la cosa diventa troppo onerosa, allora considerate l’idea di giocare con stakes inferiori.

Stack effettivi - 100 big blind

Con 100 big blind effettivi, gli incontri di poker diventano molto più interessanti. Ci sono più possibilità di manovra (e di bluff!) e avete l’opportunità di giocare più mani implied odds, come ad esempio i suited connectors in posizione.

  • Le implied odds sono semplicemente abbastanza alte da far sì che valga la pena di affrontare i rischi di piccole perdite quando potete ottenere una mano forte e subire un pay off.

Molti cash game nei casinò si aprono a un buy-in massimo di 100 big blind. Quindi, fintantoché l’incontro va avanti, verranno giocate tante mani a questi livelli. Col tempo gli stack diventeranno più profondi, ma quando arriveranno dei nuovi giocatori dovrete affrontare le dimensioni dei loro stack.

È quindi una buona idea quella di acquisire confidenza con stack di tale profondità, dal momento che sono molto diffusi.

Stack effettivi - 500 big blind

Con stack effettivi di 500 big blind è possibile fare tutto. Le vostre implied odds saranno così imponenti che dovreste essere in grado di giocare con qualsiasi carta vi capiti.

Di fatto può capitare che una mano come questa

4-4 Hand

sia più remunerativa di

KK Hand

Che ci crediate o meno, penso sia utile considerare il ragionamento per cui, in presenza di stack enormi, sia meglio avere 44 anziché KK.

Più avanti esporrò la motivazione.

Tutto il vostro denaro

Non credo che sia una buona idea giocare tutti i vostri soldi a poker, ma voglio illustrare un punto estremamente specifico.

Ammettiamo che vi ritroviate la mano seguente e qualcuno vada all-in:

AA Hand

Fareste call?

Ovviamente, in una situazione normale, vedreste la puntata. Se però qualcun altro ha una coppia, vincerete l’80% delle volte. Il restante 20% finirete in mezzo alla strada senza soldi.

È una prospettiva poco allettante.

Anche se avete il 95% di probabilità di vincere dopo il turn, non è una buona idea fare call con tutti i vostri soldi. Non vi conviene finire sul lastrico 1 volta su 20.

Se quindi il vostro stack è pari al vostro intero patrimonio, avete bisogno di un counselling. Inoltre non dovreste giocare alcuna mano, poiché è troppo rischioso. A questo punto diventa facile selezionarle.

Foldate tutto e fuggite dal tavolo il prima possibile.

Fold Everything and Leave the Table.Foldate tutto e abbandonate il tavolo.

In genere nei cash game è bene giocare in presenza di un valore atteso (EV) positivo. Se però giocate oltre le vostre possibilità, prenderete delle decisioni sbagliate.

Consideriamo uno scenario ipotetico:

Siete delle persone di mezza età e i vostri risparmi ammontano a 500.000$. Ben fatto. Avete un mutuo, un’auto finanziata e una moglie con gusti raffinati.

Vi spunta davanti Warren Buffet e vi propone di lanciare una monetina.

  • Se esce testa per tre volte di fila, vi darà un miliardo di dollari.
  • In caso contrario, be’, allora dovrete dargli i vostri risparmi di 500.000$.

Accettereste la sua scommessa?

(In questa situazione ipotetica non potete sottoscrivere un’assicurazione né trovare un finanziatore o un investitore che vi copra)

Esaminiamo il vostro valore atteso:

L’87,5% delle volte perdete 500.000$ = - 437.500
Il 12,5% vincete 1.000.000.000$ = 125.000.000

Valore atteso totale: $124.562.500

Pertanto vi aspettereste, in media, di vincere oltre 124,5 milioni di dollari.

Ma potete giocare solo una volta.

So che alcuni giocatori d’azzardo probabilmente accetterebbero questa scommessa (sapete di chi parlo).

Ma se perdessero, il che accadrebbe il più delle volte:

  • La moglie dai gusti raffinati li pianterebbe in asso.
  • Il cane scapperebbe via.
  • La casa verrebbe pignorata.
  • E probabilmente verrebbero licenziati per assenteismo sul lavoro causato dalle sofferenze interiori dovute alla scommessa persa.

In breve, se consideriamo le circostanze non si tratta di una scommessa favorevole.

A meno che non abbiate il nuts sul river, non vorrete certo tirare in ballo i risparmi di tutta una vita.

E anche in quel caso, personalmente non sono sicuro che rischierei, visto che alle volte mi è capitato di sbagliarmi nel leggere la mia mano o il board.

Semplicemente non ne vale la pena.

Adesso torniamo al primo scenario di cui si è parlato…

Con gli stack molto profondi è meglio avere 44 che KK?

Questo paragrafo potrebbe risultare particolarmente controverso e potreste essere in totale disaccordo sul fatto che una mano 44 possa essere più favorevole di KK.

Ma proverò a fare del mio meglio. Poi potrete decidere se vi ho convinti o meno.

Gli stack sono 500 BB.

Immaginiamo che il vostro avversario rilanci 3BB con KK e voi vediate in posizione con 44.

Consideriamo ora i seguenti quattro scenari:

  1. Nessuna delle due mani floppa un set.
  2. KK floppa un set, mentre 44 no.
  3. 44 floppa un set, mentre KK no.
  4. Entrambe le mani floppano un set.

Nessuna delle due mani floppa un set.
In questo caso, KK scommette metà piatto sul flop e 44 folda. KK vince 4,5 BB (una piccola somma).

KK floppa un set, mentre 44 no.
KK fa check per tendere una trappola. Anche 44 fa check per via delle overcard. Con tutta probabilità al turn non uscirà una carta degna di nota, per cui KK effettuerà una value bet, mentre 44 folderà. Anche qui KK vincerà un piatto esiguo.

44 floppa un set, mentre KK no.
Questo scenario diventa già più interessante. L’85% delle volte, quando il flop contiene un 4 non conterrà anche un A. In questa situazione, KK effettua una puntata, 44 rilancia e KK vede. Ci saranno più scommesse sul turn e sul river.

Nella maggior parte dei casi non ci sarà alcun A e la mano 44 vincerà un piatto piuttosto importante. Il 15% delle volte, il flop conterrà un 4 e anche un A. In questo caso, KK si preoccuperà dell’A.

Il giocatore con KK probabilmente vedrà una puntata ma non farà lo stesso dinanzi a molti rilanci. Per cui 44 vincerà un piatto di medie proporzioni.

Entrambe le mani floppano un set.
Comunque la si voglia mettere, KK vincerà un pot sostanzioso. I bad beat fanno parte del gioco.

Analisi della mano 44 vs KK

44 vs KK Hand AnalysisAnalisi della mano 44 vs KK

Torniamo a considerare i vari scenari:

  1. Nessuna delle due mani floppa un set (75%)
    1. KK vince un piccolo pot.
  2. KK floppa un set, mentre 44 no (12%)
    1. KK vince un piccolo pot.
  3. 44 floppa un set, mentre KK no
    1. 44 vince un pot ragguardevole l’85% delle volte (se non floppa nessun asso)
    2. 44 vince un pot medio il 15% delle volte.
  4. Entrambe le mani floppano un set (1,3%)
    1. KK vince un piatto sostanzioso.

Pertanto, KK si aggiudica un grande pot l’1,3% delle volte, mentre 44 vincerà un pot ragguardevole nel 10% dei casi.

  • Mentre KK vince molti piccoli piatti, i pot succulenti dominano sui tanti piccoli piatti.

Nel complesso, la mano 44 dovrebbe vincere più soldi di quella KK in presenza di stack molto profondi.

Un’eccezione è rappresentata dallo scenario in cui ci siano stack immensi. In tal caso, la quantità di soldi che KK vincerà l’1,3% delle volte in cui entrambe le mani floppano un set potrebbe prevalere su tutti gli altri scenari.

Ammettendo che solo la coppia di 4 venga perfezionata da un set al flop, KK potrà foldare laddove 44 provi a scommettere troppo. Molti bravi giocatori non rischieranno di perdere una bella somma avendo in mano una semplice coppia e, qualora vedessero che le puntate si fanno pesanti, capirebbero di avere dinanzi un avversario con una mano migliore.

  • La mano 44, però, rinuncerà a molte più fiches quando flopperà un set. Per cui, quando entrambe le mani flopperanno un set, KK riceverà un pay off di alto livello.

Se quindi sto partecipando a un cash game con stack profondissimi, mi conviene avere 44 o KK?

La risposta, ovviamente, è KK.

Ma è divertente considerare il modo in cui la mano più debole cresca significativamente in occasione dei cash game con stack profondi.

Come minimo si evince chiaramente che il valore relativo di queste due mani varia in base alla profondità degli stack.

Dimensioni degli stack - Considerazioni aggiuntive

Nell’esempio descritto precedentemente ci siamo focalizzati solo su alcune situazioni particolarmente semplici nel pre-flop, con un raise e un call. Quando si affronta una 3-bet, anche con stack profondi, di solito è meglio foldare i quattro.

  • Le implied odds giustificano di rado la frequente perdita di così tante fiches.
  • Considerate anche che non sapete che l’avversario ha KK e farà pay off su di voi.
  • Quindi potreste perdere anche se avete floppato un set.

D’altra parte, nei pot 3-bet, ci sono più probabilità che molti giocatori vadano all-in poiché lo stack to pot (SPR) ratio è più basso. Ci sono perciò maggiori chance che diventino pot committed.

Cambia anche l’analisi se ci sono più giocatori coinvolti nel pre-flop. In genere, con stack profondi, adoro vedere un flop con una piccola coppia.

  • Le implied odds sono superiori dal momento che più giocatori possono fare pay off su di voi.
  • Questo scenario controbilancia ampiamente le volte in cui qualcun altro floppa un set più alto.

Ovviamente dovete giocare attentamente il set con stack profondissimi su un board coordinato. La cosa bella dei set, però, è che questi possono sempre migliorare sul turn o sul river. Perciò vi capiterà raramente di vivere un drawing dead.

Un’altra considerazione che non rientra nel mio esempio semplicistico è il livello di abilità dei giocatori.

  • Un professionista esperto vincerà più spesso con un set di 4 contro KK rispetto a un giocatore occasionale.
  • Analogamente, il professionista perderà di meno con KK contro un set di 4 in mano a un giocatore occasionale.

È più facile giocare le piccole coppie rispetto a quelle grandi, visto che a quel punto ottenete un set e giocate aggressivamente oppure non floppate e foldate. Di contro, è difficile sbarazzarsi delle grandi coppie, anche se non migliorano sul flop.

Pertanto, nel corso del tempo i giocatori meno esperti potrebbero cavarsela meglio con le piccole coppie che non con quelle grandi.

Il succo di questo articolo è che, se da una parte è fondamentale considerare i seguenti aspetti:

  1. Posizione
  2. Le vostre carte
  3. I vostri avversari
  4. L’azione

Il fattore preponderante nella selezione delle mani pre-flop è la dimensione degli stack effettivi.

Questa cognizione vi aiuterà a sfruttare a dovere il vostro denaro.

August 15, 2021
Avi Rubin
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Il Dr. Avi Rubin è professore di Scienze informatiche alla Johns Hopkins University, dove tiene un corso di poker molto amato dagli studenti. È inoltre fondatore della Harbor Labs, un’azienda impegnata nella cybersecurity.

Si occupa di teoria e matematica applicata al poker da oltre 15 anni. Dal 2014 prende regolarmente parte ai tornei delle World Series of Poker a Las Vegas, ma gli piacciono ancora di più i cash game locali. Nei momenti liberi dal lavoro e dal gioco ama passare del tempo con la famiglia sulla loro barca, la River Bet.
 

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15 fantastici consigli strategici per fare sfracelli con i micro stake!

Tutti i giocatori di poker devono pur cominciare la loro carriera da qualche parte. Nella maggior parte dei casi il punto di partenza sono proprio i micro stake. Pur trattandosi del limite minimo nelle partite online, avere un tasso di vittoria positivo è tutto fuorché scontato.
  • Come detto, servono abilità e disciplina per emergere, nonostante il livello delle partite sia relativamente basso.

Essere migliori dei propri avversari non è sufficiente per vincere, ma è importante avere un vantaggio cospicuo al punto da poterne trarre beneficio anche dopo aver pagato la rake.

La buona notizia è che con un po’ di lavoro e dedizione è possibile vincere con i micro stake.

Abbiamo stilato una lista di consigli per aiutarvi a raggiungere quest’obiettivo.

Sommario

  1. Mantenete un atteggiamento professionale
  2. Imparate scrupolosamente le regole
  3. Create una strategia di gestione del bankroll
  4. Fissate gli orari di gioco
  5. Scegliete con cura le partite alle quali partecipare
  6. Individuate le tipologie d’avversario
  7. Usate un tracker
  8. Usate altri strumenti per il poker
  9. Affidatevi a guide e tutorial
  10. Lavorate con gli altri
  11. Allenate la vostra mentalità
  12. State alla larga dal tilt
  13. Mantenetevi in buona salute
  14. Eliminate le distrazioni
  15. Dedicatevi al poker con amore

 

1. Mantenete un atteggiamento professionale

Se dovessimo dare un solo consiglio, allora sceglieremmo quello di mantenere un atteggiamento professionale. Tutte le altre dritte della nostra lista, bene o male, ruotano attorno a questo fondamentale consiglio.

Per ottenere il miglior risultato possibile è necessario smettere di pensare al poker come a un semplice gioco. Approcciatevi invece al poker come se doveste gestire una piccola azienda.

Dopo aver effettuato questo essenziale cambiamento nel modo di concepire il poker, gli altri suggerimenti della lista inizieranno ad apparirci più naturali.

  • Dopo tutto, i giochi sono incentrati sul divertimento, mentre un’azienda è focalizzata sul profitto.

2. Imparate scrupolosamente le regole

Non ci riferiamo solo al funzionamento di base degli incontri di poker, ma a ogni dettaglio di qualsiasi variante che volessimo imparare.

Learn the Rules ThoroughlyImparate scrupolosamente le regole

Un principiante di Hold’em, ad esempio, potrebbe avere conoscenza di tutte le regole base del gioco, ma sbagliarsi a interpretare la propria mano in un classico scenario con counterfeit.

  • Immaginate che sul board ci sia JQ225 e che il giocatore in questione abbia JQ e non capisca come mai abbia appena perso contro il KK del suo avversario.
  • La conoscenza delle regole è particolarmente importante in varianti di poker più complesse come l’Omaha e l’Omaha Hi/Lo.

È incredibile la frequenza con cui anche mani molto semplici vengano lette male in questo tipo di varianti solo per la mancanza di conoscenza delle regole.

Capita che un giocatore di Omaha abbia un AhKsTcJc e non capisca come mai non abbia un colore con cuori su un runout con 5h6hTh2h4c.

3. Create una strategia di gestione del bankroll

Nel poker non conta solo il modo in cui giochiamo al tavolo. Anche le nostre decisioni prese lontano dai tavoli sono cruciali. È necessario partecipare al tipo di partite più adatto a noi, in base al nostro livello di abilità e alle dimensioni del nostro bankroll.

Occorre qui trovare un giusto equilibrio:

  1. Se giochiamo in maniera troppo aggressiva, rischiamo di perdere tutto il nostro bankroll incappando in una striscia negativa.
  2. Se giochiamo invece in maniera troppo cauta, progrediremo in maniera clamorosamente lenta con gli stake, arrivando magari al punto in cui sarebbe impossibile raggiungere i nostri obiettivi.

Molti giocatori sanno che prendere parte a un incontro senza il giusto bankroll è un errore.

Ma sono molti di meno quelli che si rendono conto che anche il partecipare a una partita con un bankroll sensibilmente inferiore al nostro è un errore che può costar caro.

4. Fissate gli orari di gioco

Se prendiamo in considerazione la maggior parte delle professioni, notiamo che chi lavora non lo fa seguendo orari casuali o a suo piacimento (almeno nella maggior parte dei casi).

Un approccio simile porterebbe probabilmente a risultati quantomeno discontinui. Tuttavia, è proprio questo l’atteggiamento con cui molti si dedicano al poker.

È possibile ottenere risultati migliori seguendo un programma più stabile, ovvero è consigliabile pianificare esattamente quante ore giocare alla settimana e in quali orari.

  • Questo procedimento ci porta a una maggiore disciplina, caratteristica fondamentale nel poker. È inoltre probabile che ci porti a incrementare il nostro tempo di gioco e di conseguenza i guadagni.

5. Scegliete con cura le partite alle quali partecipare

Select Your Games CarefullyScegliete con cura le partite alle quali partecipare

Ricordate che abbiamo accennato all’importanza delle decisioni prese lontano dai tavoli?

  • Sedersi a quello giusto può fare la differenza tra perdere e ottenere una grande vincita.

In genere l’obiettivo di un giocatore di successo non è quello di scontrarsi con buoni avversari, bensì quello di spennare i giocatori occasionali seduti allo stesso tavolo.

Il nostro modo di agire dovrebbe essere il seguente:

  1. Scegliere una poker room con i tavoli più “morbidi”.
  2. Scegliete i tavoli con gli avversari più morbidi.

Ovviamente ci sono anche altri fattori da considerare. Dovremmo anche tenere in conto altre variabili come la rake ed eventuali premi VIP.

6. Individuate le tipologie d’avversario

Il poker non è solo un gioco di carte: esso ha anche una componente umana. Solitamente, nel prendere decisioni è più importante il tipo di avversario contro il quale giochiamo rispetto alle carte che abbiamo in mano.

  • Il fatto di raggruppare i nostri avversari in categorie differenti in base al loro stile di gioco è noto come profilazione degli avversari.

Ogni volta che ci sediamo a un tavolo, dovremmo attivarci per provare a capire il modo in cui i nostri avversari si approcciano al poker e come possiamo trarre i maggiori benefici dal loro stile di gioco.

7. Usate un tracker

Un “tracker” nel poker è un programma che registra i nostri risultati e analizza le nostre mosse e tendenze.

Non ci metteremmo mai a gestire un’azienda senza tenere un registro delle transazioni. Allo stesso modo non ha senso giocare a poker senza tenere traccia dei nostri guadagni e delle nostre perdite.

  • Quest’attività fondamentale contraddistingue un giocatore di poker professionista da un dilettante.

È vivamente consigliato usare un qualche tipo di software di poker tracking.

8. Usate altri strumenti per il poker

Use Poker Tools – Equity Calculators/ SolversUsate altri strumenti per il poker – Calcolatori di equity/solver

Il tracker è solo un esempio di programma informatico usato dai giocatori di poker. Ci sono molti altri tipi di software per il poker che ci aiutano a ottenere miglioramenti.

  • Un software comune tra i giocatori di poker è il calcolatore di equity, che è in grado di determinare la pot equity della nostra mano o range contro il range di mani del nostro avversario.
  • Un altro programma comune è il solver, che calcola le strategie GTO (Game Theory Optimal, ossia la ‘teoria del gioco ottimale’) basate su un determinato albero di gioco.

È opportuno acquisire confidenza con gli strumenti disponibili per poi decidere se e come sfruttarli, allo scopo di favorire i nostri progressi.

9. Affidatevi a guide e tutorial

È possibile vincere a poker ed esistono giocatori vincenti che desiderano condividere i loro spunti strategici attraverso video e libri didattici.

  • Non sono pochi i giocatori di poker vincenti che s’iscrivono a siti di formazione per poi seguirne i video didattici, di modo da lavorare quotidianamente sulle proprie abilità.

Se preferiamo invece leggere, ci sono molti libri e forum che ci possono aiutare ad approfondire le strategie di gioco.

10. Lavorate con gli altri

Ci sono indubbiamente dei lupi solitari nel mondo del poker, ma la maggior parte dei giocatori riesce ad acquisire buone abilità tramite la collaborazione con i colleghi.

  • Un’attività comune è quella di riunirsi con altri giocatori e formare un gruppo di studio. Ciò è possibile usando un’app esterna come Skype o Discord.

Un altro modo per lavorare con altri colleghi è quello di assumere un allenatore privato. Sebbene questi siano notoriamente cari, si tratta potenzialmente del modo più facile per diventare in tempi rapidi bravi giocatori.

L’investimento sarà ripagato nel corso del tempo, nel momento in cui inizieremo a raccogliere i frutti del nostro lavoro.

11. Allenate la vostra mentalità

Avere una buona condizione mentale non è frutto del caso. C’è tutto un campo di studi in ambito psicologico inerente al raggiungimento delle massime prestazioni.

Si tratta inoltre di un aspetto al quale i bravi giocatori di poker si dedicano specificamente per migliorarsi.

Nel momento in cui le partite di poker salgono di livello, sempre più giocatori si rendono conto di questo:

  • Un giocatore mediocre dalla grande condizione mentale sarà spesso comunque in grado di vincere soldi. Al contrario, un grande giocatore dalla scarsa condizione mentale quasi sempre perderà.

Esistono libri, video e servizi di coaching privato incentrati puramente sul miglioramento dell’aspetto mentale del poker.

Se siamo seriamente intenzionati ad avere successo, dovremo senz’altro dedicare del tempo al fattore mentale del gioco.

12. State alla larga dal tilt

Stay off TiltState alla larga dal tilt

Il tilt nel poker è una situazione nella quale si gioca malissimo in preda alle emozioni negative. Essa si verifica solitamente in seguito a una serie di risultati negativi.

Se andiamo in tilt significa che il nostro allenamento mentale (discusso nel consiglio precedente) ha qualche punto debole su cui è necessario intervenire.

È assolutamente fondamentale evitare di giocare in tilt:

  1. Se abbiamo lavorato duramente sull’aspetto mentale del gioco, potremmo essere in grado di uscire rapidamente dalla situazione di tilt sfruttando apposite tecniche mentali.
  2. Se non riusciamo a riprenderci dal tilt, è fondamentale abbandonare il prima possibile la sessione di gioco.

Molti bankroll sono stati bruciati perché qualche giocatore in tilt non ha trovato la forza di lasciar perdere dopo aver perso diversi stack.

Alcuni giocatori si prefiggono un limite di perdita, in base al quale decidono di abbandonare una sessione di gioco, a prescindere dal resto, dopo aver perso un determinato numero di stack.

13. Mantenetevi in buona salute

Fa abbastanza ridere l’idea di un atleta di alto livello che, pur accusando una scarsa condizione fisica, si aspetti di rendere al massimo ai Giochi Olimpici.

Nel poker funziona esattamente allo stesso modo, anche se a prima vista potrebbe non sembrare così. Chi gioca a poker non sfrutta i muscoli come gli atleti olimpici ma, di contro, deve avere un cervello molto allenato.

  • Ed è chiaro che il nostro cervello ha bisogno delle stesse risorse necessarie ai nostri muscoli.

Un regime di allenamento e sonno equilibrato, in aggiunta a una dieta sana, ci assicurerà la massima efficienza e potenza mentale possibile.

Giocare a poker con carenza di sonno o di una buona dieta è praticamente una garanzia di non poter dare il massimo ai tavoli da gioco.

14. Eliminate le distrazioni

Anche se seguiamo tutti gli altri consigli presenti in questa lista, rimane la necessità di giocare a poker in un’atmosfera che favorisca la concentrazione.

Remove DistractionsEliminate le distrazioni

Le notifiche nella nostra barra delle applicazioni, sul cellulare o sull’orologio ci possono distrarre dal gioco e frenare i nostri ragionamenti mentali. Può essere inoltre una buona idea informare le persone che vivono con noi che vorremmo non avere alcuna distrazione in determinate ore della giornata.

  • Subire una distrazione in buona fede in un momento decisivo potrebbe far la differenza tra una sessione vincente o perdente.

In genere è opportuno avere un po’ di acqua o qualche snack vicino a sé: in questo modo non saremo costretti ad abbandonare inutilmente la sessione di gioco.

15. Dedicatevi al poker con amore

Molti giocatori si cimentano nel poker unicamente per la prospettiva di guadagnare quelli che loro immaginano essere “soldi facili”. Quando invece si rendono conto che il poker è difficile, si arrendono al primo segnale negativo.

Forse tali giocatori non hanno mai veramente avuto grande interesse per il poker, dove non è così facile vincere come potevano pensare.

  • Chi invece gioca per passione, avrà la forza d’animo per far fronte agli inevitabili alti e bassi che tale attività comporta.

Se ci ritroviamo a dover fare i conti con una varianza sfavorevole, saremo in grado di trovare un modo per lavorare sul nostro gioco. Il fatto di voler andare avanti con una prospettiva a lungo termine è determinante nel trovare poi soluzioni percorribili.

I giocatori di successo sono quasi sempre quelli che amano il poker, a prescindere dal fatto che siano necessari 6 mesi o 20 anni per raggiungerlo.

Riepilogo – Fare sfracelli con i micro stake

Se seguiamo ogni punto di questa lista applicandolo al nostro gioco, inizieremo rapidamente a registrare delle vincite con i micro stake.

Se dovessimo riassumere l’intera lista in due soli consigli, sceglieremmo di certo il primo e l’ultimo.

1. Mantenete un atteggiamento professionale
15. Dedicatevi al poker con amore

Una volta rispettate queste due indicazioni essenziali, state certi che il resto verrà da sé.

August 9, 2021
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