C’è una famosa storia riguardo al grande giocatore e membro della Hall of Fame del poker Eric Drache. Un tempo era classificato come ottavo miglior giocatore del mondo. Tuttavia si ritrovava spesso al verde, dal momento che voleva sempre sfidare gli altri sette giocatori migliori di lui.

Potrebbe trattarsi di una semplice leggenda, ma anche in tal caso è un forte monito sull’importanza di scegliere adeguatamente il tavolo a cui sedersi.

Al contrario di tutti gli altri giochi da casinò, nel poker si sfidano altri avversari, non il banco. Il guadagno di un giocatore vincente è il risultato della differenza fra le sue capacità e il livello medio di abilità dei suoi avversari.

Alla luce di questo, la capacità di trovare avversari comodi è importante almeno quanto le abilità tecniche richieste per essere dei buoni giocatori.

Sommario

Quanto è importante la scelta del tavolo?

La maggior parte dei giocatori dà poca se non addirittura nessuna importanza al tipo di tavolo a cui sedersi. Arrivano nella poker room, si rivolgono all’addetto in sala e si fanno assegnare un posto qualsiasi per cimentarsi nel gioco desiderato. Alla fine vi rimangono per tutta la durata della sessione. Che occasione sprecata!

Ad essere sinceri, alcuni giocatori non hanno praticamente alcuna opportunità di scegliersi gli avversari. Per chi di voi prende parte a una partita in casa o in una poker room aperta al pubblico con un solo tavolo che offra il tipo di gioco cui volete dedicarvi, ci saranno ben poche possibilità di scelta (a meno che non siate aperti all’idea di andare altrove). Nella maggior parte dei casi, però, sarà possibile scegliere.

poker player walking down a street with a one-way sign

Arriviamo in una sala da poker con molti tavoli a disposizione. Alle volte abbiamo più opzioni tra cui scegliere. Anche se magari verremo indirizzati al primo tavolo libero, ci riserveremo il diritto di cambiare partita nel corso della serata.

La capacità di scegliere adeguatamente il tavolo a cui giocare va vista come una chance per guadagnare soldi.

Ci sono cinque principi da cui bisognerebbe farsi guidare nella scelta del miglior tavolo per vincere.

Eccoli qui elencati con una breve spiegazione su come metterli in pratica.

1. Ci devono essere soldi sul tavolo

Willie Sutton fu un celebre rapinatore di banche nel XX secolo. Considerata la sua dubbia professione, era piuttosto eloquente, ma la stampa lo adorava per via della sua schiettezza e prontezza di spirito. Quando una volta gli chiesero perché rapinasse le banche, rispose senza indugio: “Perché è lì che ci sono i soldi”.

Lo stesso vale nel poker: dobbiamo andare dove c’è il denaro. Se siamo seduti in compagnia di sei babbei a corto di stack, ognuno dei quali punta fiches da 1$, non faremo soldi neanche se siamo i migliori giocatori del mondo, poiché il piatto è fondamentalmente vuoto. Per questo motivo dobbiamo evitare le partite caratterizzate da piccoli stack.

2. I soldi passano dai peggiori ai migliori giocatori

Ovviamente questo scenario non si verifica a ogni mano. Nel breve periodo la fortuna svolge un ruolo importante nelle partite di poker. Ciò detto, tuttavia, in un lasso di tempo più lungo i giocatori deboli perderanno i propri soldi a vantaggio degli avversari migliori.

Di conseguenza dovete cercare di trovare dei giocatori mediocri. Il vostro primo compito sarà quello di individuarli.

3. Andate alla ricerca di avversari flemmatici

poker player contorted like a pretzel sitting at the table vs an opponent sitting rigidly upright

Molti giocatori ritengono che non sia possibile vincere soldi in una partita in cui ci siano solo persone placide o comunque inesperte. Se i vostri avversari fanno call su ogni mano, a quel punto diventa tutta una questione di chi si ritrova le carte migliori. Non esiste ragionamento peggiore di questo! È vero proprio il contrario.

Gli avversari flemmatici saranno i vostri migliori alleati e rappresenteranno la vostra migliore possibilità di fare soldi. Perciò è importante individuarli, il che risulterà semplice. Osservate una partita anche solo per qualche mano e vedrete come si comportano i vari giocatori a ogni giro di scommesse.

Come regola generale, andando a ritroso, vi conviene sedervi a tavoli che abbiano almeno tre giocatori sul turn e sul river, e quattro o più che vedano il flop e il turn. Se osservate un incontro con giocatori che normalmente si ritirano prima del flop, o in cui al massimo ci sia un testa a testa dal flop in avanti, vi conviene mettervi in attesa di una partita più favorevole.

Se siete però costretti a sedervi a quel tavolo, fate pure, ma tenendovi pronti a spostarvi a un’altra partita.

4. Meglio avere avversari passivi che aggressivi

Un grande giocatore è in grado di avere la meglio su avversari di ogni tipo. Saprà esattamente come sfruttare a proprio favore qualsiasi stile di gioco si trovi ad affrontare. Ma solo in pochi raggiungono questo livello. Il resto dei giocatori potrà comunque andare alla ricerca di un tavolo in cui i propri avversari siano meno aggressivi e attivi rispetto a loro.

Non conviene infatti essere continuamente costretti a prendere delle decisioni difficili per via dell’aggressività degli avversari. Come nel caso dei giocatori flemmatici, osservare brevemente un incontro ci darà generalmente un’idea di quanto aggressivi o passivi siano i partecipanti al tavolo.

I giocatori tendono a fare call prima del flop? Le 3-bets vengono giocate solo raramente? I giocatori hanno l’abitudine di fare check al flop e al turn? In tal caso, sarà molto probabilmente meglio giocare con questo tipo di avversari piuttosto che sedersi a un tavolo in cui tutti generalmente rilanciano o foldano.

5. Alcol e gioco d’azzardo = avversari perdenti

poker player tossing chips in the air and talking wildly

Coloro che bevono durante le partite risultano essere alle volte bravi giocatori di poker. Lo stesso si può dire per chi ama scommettere su altri giochi, come il keno, le corse di cavalli, gli sport o i giochi da tavolo. Ma se bevono, scommettono o giocano d’azzardo, in genere non si tratta di quel tipo di giocatori seri che possano darci tanto filo da torcere.

È piuttosto facile individuare gli scommettitori e i bevitori. Questi ultimi avranno degli alcolici davanti a sé; per quanto riguarda gli scommettitori, invece, li vedrete giocare attivamente d’azzardo anche durante le partite di poker. Andate alla ricerca di questi giocatori e siate propensi a sedervi ai loro stessi tavoli.

D’altra parte, se vedete un tavolo in cui tutti hanno con sé una bottiglia d’acqua o un caffè e nessuno è concentrato a guardare le dirette delle gare di corsa, ad armeggiare con i biglietti di keno o a trascorrere le ore lanciando i dadi, allora evitate di sedervi lì.

Nota finale sulla scelta del tavolo cui sedersi

La qualità di una partita tende a cambiare nel corso della stessa. A un certo punto le partite favorevoli possono peggiorare se i giocatori scarsi perdono i propri soldi e vengono rimpiazzati da bravi giocatori che si sono resi conto di quanto la partita fosse remunerativa, volendo così sedersi allo stesso tavolo.

Analogamente, le brutte partite possono diventare più favorevoli se i buoni giocatori se ne vanno per andare in cerca di lidi migliori, venendo sostituiti da scarsi colleghi che non prestano attenzione alla qualità della partita a cui si apprestano a partecipare.

Siate consapevoli anche di questo aspetto, a meno che non vogliate abbandonare una partita che a lungo è stata sfavorevole, ma che ora in realtà si sta ribaltando in senso positivo.

Ashley Adams è un giocatore di poker di successo dal 1993, mentre dal 2000 si occupa del gioco anche in qualità di scrittore. È autore di oltre 1.000 articoli sul tema e ha scritto anche tre libri di strategia sul poker: Winning 7-Card Stud (Kensington 2003), Winning No Limit Hold'em (Lighthouse 2012) e, più recentemente, Winning Poker in 30 Minutes a Day (D&B Poker, 2020). È anche conduttore del programma radiofonico sul poker "House of Cards".