Le dieci varianti di poker più strane

Jolly, piatti da pareggiare e croci di fuoco!

Il poker offre molto di più delle partite tradizionali e per i molti giocatori ormai abituati alle diverse varianti da casinò o poker room – come Texas Hold’em, Omaha e Seven Card Stud – ce ne sono altri che si ricordano ancora di aver perso un sacco di soldi in qualche folle partita casalinga.

Si tratta di partite giocate al tavolo della cucina o in una stanza sul retro con un numero di carte sempre diverso, oltre che con jolly e altre regole particolari che vi faranno divertire.

Diamo un’occhiata a questi giochi. Prendete il vostro portafortuna e cercate di non arrabbiarvi: in alcuni di questi giochi i suckout sono all’ordine del giorno.

Le dieci varianti di poker più strane:

#1 – Vanunu

Era uno dei giochi preferiti dal giovane Daniel Negreanu a Toronto. Si ricevono sette carte coperte e se ne scopre una alla volta, puntando finché non ne restano solo due coperte.

A questo punto il gioco si trasforma in una specie di asta. I giocatori possono restituire una carta e comprarne un’altra, pagando una somma prestabilita in caso di carta scoperta e il doppio per una coperta.

Nella versione di Negreanu i giocatori devono dichiarare se vanno per il low, l’high o per entrambi mettendo le monete sul tavolo contemporaneamente: una per il low, due per l’high e tre per entrambi. Chi ha dichiarato entrambi li deve vincere tutti e due: in caso contrario non riceve alcuna porzione del piatto. Se poi ci sono state molte dichiarazioni per il low e non c’è una mano high, la mano più bassa si aggiudica tutto il piatto.

È un gioco unico con molte variabili, dall’High-Low al Lowball, e i giocatori devono stare molto attenti nelle dichiarazioni. Può essere dispendioso dichiarare entrambi e sbagliare. Speriamo che abbiate i read di Negreanu e vi aggiudichiate un sacco di piatti.

#2 – Pineapple e Crazy/Lazy Pineapple

Si tratta di una sorta di Texas Hold’em “tropicale” particolarmente amato: nel Pineapple, un giocatore riceve tre carte e ne scarta una prima del giro di puntate iniziali, che poi proseguono come nell’Hold’em.

In Crazy Pineapple i giocatori scartano solo dopo il flop per seguire poi le regole dell’Hold’em, mentre in Lazy Pineapple possono tenere tutte e tre le carte per scartarne una dopo il river e l’ultimo giro di puntate.

Dov’è il trucco? La carta extra e lo scarto vivacizzano il gioco e sembra sempre di gettare nel muck la carta sbagliata, magari tenendo una top pair quando con lo scarto avreste fatto scala oppure buttando nel muck un 2 che avrebbe dato un trips con dei 2 runner-runner.

Ce n’è abbastanza per ammattire, ma è un gioco molto piacevole, magari accompagnato da un bel cocktail ghiacciato. Buon divertimento!

#3 – Criss Cross, Fiery Cross o Iron Cross

five cards in a cross pattern on a poker table

 

È un gioco che può creare particolare trepidazione. Ogni giocatore riceve quattro carte e altre cinque vengono disposte coperte a formare una croce al centro del tavolo. Dopo un giro di puntate si scopre una delle carte esterne, si punta e si continua così fino a scoprire la carta centrale per ultima.

Dopo un’ultima puntata, i giocatori possono scegliere di usare due, tre o quattro delle loro carte oppure le carte orizzontali o verticali sul board e due delle proprie.

Esistono numerose varianti che permettono ai giocatori di usare più di due delle loro carte o hanno un piatto condiviso high/low. Un’altra variante comune rende il jolly la carta centrale, creando degli showdown davvero interessanti con ribaltamenti assoluti in meglio o in peggio: una mano solida può trasformarsi in una perdita dolorosa.

#4 – Irish Poker

È un misto tra Texas Hold’em e Omaha – magari con un po’ di fortuna degli irlandesi! I giocatori iniziano con quattro carte e puntano in modo tradizionale in pre-flop.

Quindi si devono scartare due carte per continuare come nell’Hold’em. Lo scarto dà un’opportunità unica di formare una mano: ma le carte scartate vi avrebbero regalato una mano migliore una volta scoperti turn e river?

I giocatori si ritroveranno spesso a rammaricarsi:

“Dannazione, avrei fatto full!”

“Con quei due picche al turn e al river avrei fatto nut flush. Se solo avessi tenuto quel re. Argh!!”

L’Irish poker è più imprevedibile dell’Hold’em, e queste esclamazioni fanno parte del divertimento. Ricordate solo di pensare bene alle due carte che restituite.

#5 – Black Mariah o Low Chicago

one-eyed jack and suicide king (Kh) facing each other

 

A volte conviene essere fortunati e basta, almeno a Black Mariah e Low Chicago, due versioni di Seven Card Stud. In Black Mariah, il giocatore che ha in mano il picche più basso vince metà del piatto. Tutto qui. Niente 3-bet, slow play o analisi approfondite su ogni mano. Dovete solo essere fortunati abbastanza da ricevere quel picche basso e lasciar lievitare il pot: metà sarà vostro.

Era il gioco preferito di Phil Hellmuth durante l’infanzia trascorsa nel Wisconsin. Sarebbe stato divertente vedere il 3♠ del Poker Brat battuto da un 2♠ e la sua sfuriata! Chiamato spesso Low Chicago, il suo opposto è High Chicago: il giocatore con il picche più alto in mano vince metà piatto. Non sarà un gioco di abilità, ma si vincono dei gran bei pot.

Invece di dividere il piatto, alcuni giocatori ne affiancano un altro. Le partite di Hellmuth sono addirittura più folli, spesso con Due, Fanti con un occhio solo e Re dei suicidi come jolly. Il nome Black Mariah ricorda l’antagonista del fumetto Marvel Luke Cage, anche se nel gioco Black Mariah è un’eroina che può farvi vincere un sacco di soldi.

#6 – Badugi

Confusione e frustrazione: ecco cosa aspettarvi da questo gioco che si sta diffondendo sempre più al punto da essere incluso in alcuni tornei di giochi misti delle World Series of Poker, anche se del poker tradizionale ha ben poco.

Il Badugi è un gioco lowball in cui i giocatori, una volta puntati i bui, ricevono quattro carte. Dopo una prima puntata, possono non cambiare carte (standing pat), cambiarne solo qualcuna o tutte e puntare di nuovo. Il tutto per tre volte.

Il gioco continua finché tutti i giocatori tranne uno hanno foldato o fino al terzo giro di cambio carte. Bisogna fare la mano più bassa possibile senza neanche una coppia e con tutti i semi diversi. Ad esempio, il Badugi più basso possibile è A♥ 2♣ 3♦ 4♠. Una mano con una coppia o una seconda carta di uno stesso seme, come A♥ 2♣ 3♦ 7♣ o 6♥ 7♣ 8♦ 8♠, è semplicemente un Badugi a tre carte e perde dinanzi a un Badugi a quattro carte.

Ecco perché è frustrante. Potreste avere A♥ 2♣ 3♦ e pescare un altro quadri, fiori o cuori: che disdetta!

Per confondere ancora di più il gioco c’è il Badeucy, un misto tra Badugi e 2-7 Lowball che come Badugi ha tre giri di puntate e cambio carte. Il piatto è diviso tra la migliore mano di Badugi a quattro carte e la migliore mano di cinque carte di 2-7 Lowball. Ma in questa variante gli assi sono carta alta, quindi la migliore mano di Badugi inizia con il 2. Ad esempio, un giocatore con 2♣ 3♥ 4♠ 5♦ 7♦ avrà i nuts tanto in Badugi quanto in 2-7 Lowball – dato che 2♣ 3♥ 4♠ 5♦ è il miglior Badugi possibile.

La difficoltà è data dalla carta extra che permette ai giocatori di avere le mani di Badugi più basse. I Badugi più alti non vinceranno così spesso, il che può complicare le cose, soprattutto in un gioco in cui i giocatori con le mani solide continueranno a puntare e a far crescere il piatto.

È un gioco impegnativo che fa ragionare, ma che può anche essere dispendioso se perseverate nella speranza di pescare carte migliori degli avversari. Pensate in piccolo in questo gioco Lowball/Lowball split pot. Capito?

#7 – Anaconda

snake sliding through several playing cards

 

Passa, passa e scopri quelle carte. In questa versione imbastardita di Seven Card Stud si ricevono sette carte coperte. Dopo un giro di puntate si passano tre carte al giocatore alla propria sinistra o destra (a scelta del dealer). Dopo un altro giro di puntate, si passano due carte e quindi un’ultima carta sempre dopo un altro giro di puntate.

A questo punto ogni giocatore mette davanti a sé le cinque migliori carte, che vengono mostrate una alla volta, seguite da un giro di scommesse fino a che non vengono mostrate tutte e cinque. Ci sono varianti con solo due passaggi di carte o anche high-low split.

Può essere frustrante perché potrebbe capitarvi di dover dividere una bella mano già fatta e se cercate di fare un punteggio basso il vostro avversario vi passerà immancabilmente un sacco di carte alte.

L’origine del nome si è persa nel tempo, ma può avere a che fare con le molte puntate o con la "serpentina" di carte che striscia per il tavolo. In ogni caso, è un gioco divertente e ricco di azione.

#8 – Three-Card Guts

È una variante che richiede grande coraggio e che alleggerisce velocemente il portafogli. I giocatori ricevono tre carte e possono decidere se giocare o no la propria mano gettando nello stesso momento una fiche al centro del tavolo. Il vincitore prende il piatto e i perdenti mettono la cifra equivalente. Ad esempio, se tre giocatori stanno e nel piatto ci sono $5, ognuno dei due perdenti sborsa una somma per costituire un nuovo piatto da $10.

Il procedimento si ripete finché un solo giocatore rastrella tutto il piatto. È un gioco molto movimentato e divertente. Come si deduce dal nome, ci vuole un bel fegato per vincere quei grandi piatti, che possono crescere molto velocemente se molti giocatori stanno e devono puntare la cifra corrispondente.

Quello che inizialmente era un piatto da $10 può aumentare a $40 se restano in gioco quattro giocatori. Se dopo ne restano altri tre può diventare di $120. Se ne restano altri tre? Be', capite dove si va a finire. Avete il giusto coraggio?

#9 – Cincinnati

Cincinnati as a poker table top

 

Ecco un’altra variante dal nome geografico. Ogni giocatore riceve cinque carte coperte mentre altre cinque, sempre coperte, sono poste al centro e vengono scoperte una alla volta seguite da un giro di puntate. Dopo l’ultimo giro i giocatori usano qualsiasi carta tra le loro e tra quelle nel board per realizzare la migliore mano da cinque carte.

Non è il Big O: avete cinque carte per fare la vostra mano migliore. Possono uscire delle mani fantastiche: preparatevi a perdere regolarmente anche con un colore o una scala. Attenti a non fare sciocchezze!

A proposito di baggianate, in una versione alternativa chiamata Lamebrain Pete la carta più bassa nel board diventa un jolly, rendendo un gioco folle ancora più pazzesco perché i giocatori sperano che la loro carta bassa diventi il jolly.

#10 – 2 and 22

Nessuna via di mezzo in questo gioco split pot molto diverso dalle varianti tradizionali di poker. Un asso può valere 1 o 11 come nel blackjack, ma le figure valgono mezzo punto. I giocatori ricevono una carta coperta e una scoperta e devono avvicinarsi il più possibile a 2 o a 22 per dividersi il piatto. Una volta ricevute le due carte si fa un giro di puntate e i giocatori possono chiedere un’altra carta o fare stand-pat.

I giocatori che passano tre volte vengono bloccati e non possono più prendere carte. Si arriva allo showdown quando tutti sono bloccati o nessuno prende più carte. Il divertimento in questo caso sta nel modo originale di bluffare. Giocatori con una carta scoperta bassa tendono a puntare in un piatto e almeno a bluffare al low. Se nessuno ha una carta più alta allora è una giocata astuta. Un giocatore potrebbe avere un re scoperto ma anche una carta alta coperta. Il bluffatore esperto potrebbe anche vincere il piatto low con 10-1/2.

Un giocatore che riceve un 2 coperto e un re scoperto ha 2-½, quindi un’ottima mano, mentre il fortunato che riceve asso-asso e vince entrambi i piatti cercherà ovviamente di fare crescere il piatto. Anche in questo caso ci sarà molta frustrazione. Il punteggio basso batte quello alto e un giocatore con 21-½ ne batterà uno che ha 22-½, mentre 2-½ sarà battuto da 1-½. Inoltre, un giocatore che punta alto potrebbe continuare a ricevere carte basse e poi boom! Un 10 che rovina tutto! Ci sono molte varianti ed è un gioco davvero molto divertente per movimentare la serata.

Scoprite come giocare una partita casalinga privata su 888poker con i vostri amici.

May 23, 2022
Sean Chaffin
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Sean Chaffin è un scrittore freelance di Crandall, Texas. I suoi articoli vengono pubblicati su numerosi siti e riviste. Seguilo su Twitter @PokerTraditions. Sean è anche il moderatore del podcast True Gambling Stories, disponibile su iTunes, Google Play, TuneIn Radio, Spotify, Stitcher, PokerNews.com, HoldemRadio.com e altre piattaforme.

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È davvero un tabù limpare prima del flop?

La maggior parte dei giocatori sa che non bisognerebbe mai limpare. Si ha un limp nel pre-flop quando un giocatore entra nel pot pagando il costo del big blind, senza rilanciare. 

Molti limper nel pre-flop entrano nel pot dalla posizione SB quando gli avversari attorno hanno già foldato. In questo caso si parla di SB completo. Tuttavia il limp pre-flop si verifica anche dalle posizioni iniziali: a questo tipo di giocata si dà il nome di open-limp.

In genere il rilancio prima del flop è considerata una mossa più forte del limp.

Il motivo è semplice: il raise offre la chance di conquistare il pot direttamente nel pre-flop.

Ma il limp è davvero una mossa da evitare sempre e comunque?

La maggior parte dei giocatori d’élite sa che la questione è un po’ più complicata.

Ci occuperemo quindi dei seguenti temi:

Limpare dopo qualcun altro (over-limp)

C’è una differenza tra l’open-limp e l’over-limp. Il primo consiste nell’effettuare la mossa inaugurale, mentre l’over-limp prevede che ci siano uno o più limper prima del proprio turno. 

Over LimperGli open-limper agiscono per primi; gli over-limper entrano in gioco dopo uno o più limp avversari

Gli open-limper vanno osservati con particolare interesse. In genere il limp rivela la debolezza di un avversario. Conviene giocare quante più mani possibili contro questo genere di avversari. 

La tecnica standard consiste nel rilanciare contro i limper (tramite un cosiddetto “raise di isolamento”). Questa mossa ha lo scopo di isolare il pot in un testa a testa

L’iso-raise non va effettuato con un range troppo ampio: alcune mani risulteranno infatti poco efficaci. Tuttavia è bene sfruttare le opportunità per entrare in un pot contro un giocatore più debole.

In questo caso è problematico seguire la strategia del “rilancio o fold”. Così facendo vi ritrovereste a fare iso-raise con un range di mani discutibilmente ampio oppure dovreste rinunciare alla possibilità di giocare in una situazione favorevole

L’over-limp vi consente di giocare con profitto senza scommettere importi esagerati.

SB completo nei testa a testa

La maggior parte dei limp si verifica in posizione di SB. Per certi versi, i limp dalla posizione di SB non sono dei veri e propri limp: per usare un termine più corretto, si parla di “completi”. Avete già investito 0,5bb dall’SB e dovete semplicemente “completare” l’importo previsto aggiungendo un extra di 0,5bb.

Molti giocatori seguono un ragionamento standard riguardo al limp dall’SB:

  • È una pessima mossa completare l’SB.
  • Bisognare fare raise o fold laddove si sia in posizione di SB e i giocatori attorno foldino.

Molti bravi giocatori sanno che il completamento dell’SB può far parte di una solida strategia di gioco.

Ci sono almeno due motivi, come vedremo nei prossimi due paragrafi.

Motivo #1: giocare mani contro avversari più deboli

Small Blind Vs Big BlindCompletare o rilanciare dall’SB quando si affrontano avversari deboli in posizione di BB

Immaginate questo scenario: siete in posizione di SB e gli avversari attorno a voi foldano nel pre-flop. Guardate le vostre carte e scoprite di avere 86o: non certo una grande mano.

Seguendo lo schema del “raise o fold”, con una mano del genere bisognerebbe fare “muck” prima del flop.

Tuttavia, guardando alla vostra sinistra vi accorgete che in posizione di BB c’è un giocatore particolarmente debole. Gli piace molto scommettere, tanto da puntare frequentemente somme importanti nel post-flop anche senza avere mani forti a disposizione. A questo punto vi sentite meglio all’idea di fare un open-raise.

Ammettiamo che la vostra apertura pre-flop sia tecnicamente troppo ampia. Le implied odds dopo il flop dovrebbero renderla una giocata fruttuosa.

Di conseguenza potrebbe essere meglio rilanciare che foldare.

Ma esiste una terza opzione ancora più conveniente?

Esatto, completare l’SB. Potete ancora innescare un pot contro il giocatore più debole, pur investendo un basso importo iniziale.

A meno che non vi aspettiate un fold da parte dell’avversario situato in posizione di BB, non avrete particolari chance nell’effettuare un open-raise con un 8-high dalla posizione di SB.

L’avversario potrebbe effettuare un pessimo call prima del flop con una mano Q2o, ma in tal caso non trarreste alcun vantaggio. L’altro infatti continuerebbe a investire soldi nel piatto avendo l’equity dalla propria parte.

Ecco un potenziale range per limpare contro un avversario debole situato in posizione di BB:

  • Blu = open-raise
  • Viola = limp
  • Verde = fold
Limping in Poker image 2Range potenziale per limpare contro un avversario debole situato in posizione di BB

 

Motivo #2: giocare contro avversari più forti in posizione di BB

Il completamento dell’SB a prescindere dal BB rappresenta un trend originatosi negli incontri ad alti stakes, prima di diffondersi a livelli più bassi. Alcuni professionisti degli alti stakes hanno convenuto che il completamento dell’SB trae maggior vantaggio dalla struttura dei blind

Bisogna solo investire 0,5bb per completare l’SB e avere la chance di vedere il flop in un pot con 2bb.

Con la filosofia del “raise o fold” è difficile giocare oltre il 36% delle mani dalla posizione di SB contro un bravo avversario in posizione di BB. Utilizzando invece una strategia improntata sul completamento, potrete giocare con profitto il 70% delle mani circa. 

Una versione più avanzata di quest’approccio consiste nell’eliminare qualsiasi open-raise. Inoltre conviene completare l’SB solo con le mani con cui volete rimanere in gioco. 

Nell’affrontare un rilancio dal BB, suddividete il vostro range di difesa in:

  1. Limp-call
  2. Limp-raise
  3. Limp-fold

Ecco una rappresentazione approssimativa del vostro range:

  • Rosso scuro = limp-raise
  • Arancione = limp-raise (bluff)
  • Nero = limp/call
  • Viola = limp/fold
  • Verde = fold
Limping in Poker Image 3

Range di limp potenziale contro un avversario forte situato in posizione di BB

Completamento dell’SB (multi-way)

Completare l’SB è importante soprattutto quando c’è un limper prima di voi. In tal caso avete la possibilità di giocare contro un avversario più debole. Analogamente a quanto detto per l’over-limp, ci saranno mani nel vostro range che risulteranno troppo deboli per un iso-raise.

Tuttavia non conviene rinunciare all’opportunità di entrare in un pot contro un avversario inferiore.

Nell’affrontare uno o più limper dovreste puntare a difendere circa il 70% delle mani in posizione di piccolo buio.

Con le migliori mani occorrerà fare iso-raise, mentre con gran parte di esse potrete completare l’SB, sperando di vedere il flop scommettendo un importo modesto. 

Possibile range di completamento dell’SB nell’affrontare un open-limp:

  • Arancione = iso-raise
  • Viola = limp (SB completo)
  • Verde = fold
Limping in Poker Image 4

Possibile range di completamento dell’SB nell’affrontare un open-limp

Limpare da altre posizioni

Il consiglio ufficiale rimane quello di evitare gli open-limp a meno che non siate in posizione di SB. Tuttavia non ci sono vere prove sul fatto che l’open-limp sia una mossa pessima come si dà a credere.

Gli open-limper in genere non se la passano bene né hanno buone conoscenze tecniche sul poker. Essi tendono a fare molti errori nel post-flop, il che li porta ad avere uno scarso tasso di vincita.

E se invece iniziaste con un limp prima del flop, per poi giocare in maniera aggressiva nel post-flop? Un atteggiamento del genere potrebbe generare un bilancio positivo.

Certamente non avreste molte opportunità di rubare il piatto prima del flop, ma avreste comunque tre strade per provarci nel post-flop.

Dire che il limp è una pessima mossa perché impedisce di rubare i bui è come dire che non bisognerebbe mai floatare contro le c-bet sul flop perché non si hanno fold equity dirette.

La maggior parte dei giocatori sa che si tratta di un consiglio insensato, dal momento che spesso l’obiettivo di un float sul flop è quello di rubare il piatto sulle strade successive. L’aspettativa di vincita di una giocata può essere definita tramite l’intero albero post-flop che ne consegue, e non soltanto in base al fatto che la giocata vi possa far vincere direttamente.

Un piccolo gruppo di veterani delle partite online ad alti stakes ha preso consapevolezza di questo fatto. Essi stanno studiando strategie di open-limp da posizioni diverse rispetto all’SB: ancora non ci è dato sapere se in futuro si affermerà una tale tendenza. 

È però interessante notare che il completamento dell’SB è diventata una giocata popolare seguendo proprio un iter di questo tipo (come già detto, si tratta di una strategia mutuata dagli incontri ad alti stakes). 

I professionisti degli alti stakes godono inoltre del vantaggio di essere scambiati per giocatori occasionali. I loro avversari potrebbero quindi tentare gli iso-raise con un range troppo ampio, rendendosi vulnerabili ai limp-raise e alle giocate exploitative da parte dei professionisti.

Riepilogo: come sfruttare il limp nel poker

Ecco un breve sunto dei temi trattati in quest’articolo:

  • Innanzitutto occorre sottolineare come non sia sempre sbagliato limpare. In realtà, sembra che il limp nel pre-flop possa trovare diverse applicazioni strategiche.
  • In posizione di small blind dovreste cercare di difendere circa il 70% delle mani quando affrontate uno o più limper.
  • Considerate l’idea di completare l’SB se vi ritrovate testa a testa contro un avversario debole in posizione di BB. Così facendo, sfidereste comunque un giocatore più debole di voi, pur investendo una bassa somma.
  • I migliori giocatori sono in grado di pensare lateralmente e di riconoscere le situazioni nelle quali limpare o meno. 
  • Chiunque ritenga che il limp sia sempre una mossa sbagliata si priverà della possibilità di aggiungere uno strumento prezioso al proprio bagaglio di gioco.

Articolo pubblicato per la prima volta il 26/06/2018

May 17, 2022
Timothy Allin
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Timothy "Ch0r0r0" Allin è un giocatore professionista, coach e autore. Ha iniziato a giocare nel 2006, partendo da zero e aumentando il suo bankroll online in maniera costante senza mai depositare alcun dollaro. Dopo aver partecipato (e vinto) ad alcune tra le manifestazioni più prestigiose, ora condivide le sue esperienze e opinioni sul magazine di 888poker.

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La straordinaria avventura di Chris Moneymaker alle World Series of Poker del 2003

“Moneymaker! Chi è costui?”: così probabilmente si sarebbe espresso Don Abbondio se I promessi sposi fossero stati ambientati all’inizio del XXI secolo e il celebre parroco avesse scorto il nome di Chris tra i partecipanti alle World Series of Poker del 2003. Una domanda che certamente si pongono in molti alla vigilia del torneo, quando Moneymaker si guadagna ancora da vivere come contabile d’azienda, sfruttando la laurea in materia conseguita qualche anno prima all’Università del Tennessee.

Chris, nato ad Atlanta il 21 novembre 1975, ha però il destino inciso nel cognome. Anche a distanza di tempo dal suo celebre trionfo, saranno in molti a credere che “Moneymaker” sia un semplice soprannome, coniato per rendere più facilmente identificabile il protagonista della storia che ogni amante del poker conosce. Non tutti, però, sanno che l’insospettabile campione ha origini tedesche: i suoi antenati, una volta trapiantati negli Stati Uniti, decisero di modificare il loro cognome (Nurmacher) per renderlo più “americano”, optando per una soluzione rivelatasi poi pienamente azzeccata. Prima di diventare famoso, tuttavia, sono varie le occasioni in cui Chris è obbligato a mostrare i documenti per dimostrare l’autenticità del proprio cognome. 

Agli inizi degli anni 2000 Moneymaker è un semplice appassionato di poker, che si limita a giocare con gli amici o a cimentarsi sporadicamente nelle sale da gioco in rete. La nascita della figlia Ashley nei primi mesi del 2003 impone a Chris un maggior controllo sulle spese, che gli impedisce di dedicare troppo tempo e risorse ai tavoli di feltro (virtuali o meno). 

La svolta arriva con la partecipazione a un torneo dal buy-in di 86$. Per anni si scriverà che la somma inizialmente sborsata da Moneymaker ammontava a 39$, come del resto indicato dal titolo della sua autobiografia, ma una successiva verifica rivelerà l’inesattezza di tale informazione (probabilmente indotta dal buy-in di 39$ previsto per altri tornei di analoga tipologia). Chris partecipa all’evento, convinto che si tratti di un torneo Sit and Go con tanto di premio in contanti per il vincitore finale. Si deve invece “accontentare” di un biglietto di partecipazione per un torneo satellite delle World Series of Poker, che di fatto gli copre un buy-in da 650$. 

Ascesa

Moneymaker partecipa così all’evento, giungendo tra gli ultimi quattro giocatori rimasti in gara. Si arriva a una situazione paradossale, con Chris intenzionato a perdere per aggiudicarsi il relativo premio in denaro: per il quarto classificato è infatti prevista una vincita da 8.000$, mentre i primi tre conquistano di diritto un posto al Main Event delle WSOP, pur senza poter incassare alcuna somma. La sua forma mentis da contabile gli suggerisce di percorrere la strada più sicura e di puntare al premio immediato (in ossequio al proverbio “meglio un uovo oggi che una gallina domani”), considerando anche un suo debito contratto precedentemente sulla carta di credito. 

A questo punto entra in scena un amico che, da perfetto “deus ex machina”, stimola Moneymaker a giocare al meglio delle sue possibilità, vista anche la chance irripetibile di partecipare a un torneo di caratura mondiale, sogno di qualsiasi appassionato che si avvicini al gioco. L’amico addirittura propone di pagargli la metà del buy-in da 10.000$ previsto per il Main Event delle WSOP, ottenendo in cambio il 50% dell’eventuale vincita. Chris si fa convincere, optando così per un cambio di priorità e strategia. Finisce per aggiudicarsi il torneo satellite, guadagnandosi il diritto di prendere parte ai campionati mondiali di poker passando per la porta principale. 

Tuttavia ci sono ancora degli ostacoli da superare: il provvidenziale amico, che nel frattempo aveva accusato delle perdite economiche giocando d’azzardo, è costretto a ritirare il proprio supporto monetario, lasciando Moneymaker nella difficile situazione di dover trovare personalmente i soldi necessari per prendere parte alle World Series of Poker. Il futuro campione finisce quindi in preda al panico, iniziando a rimpiangere la decisione di non accontentarsi del premio in denaro sfiorato e prendendo in considerazione l’idea di vendersi il posto conquistato. 

A metterci una pezza ci pensano il padre e un secondo amico, che offrono a Chris 2.000$ a testa in cambio del 20% della futura eventuale vincita. Una volta ottenuti i necessari giorni di permesso al lavoro, Moneymaker si dirige a Las Vegas, pronto a sfidare i migliori giocatori del mondo al Binion’s Horseshoe. 

È il 19 maggio quando viene inaugurato l’evento principe delle WSOP. Gli organizzatori appaiono preoccupati dal rischio di una bassa affluenza di giocatori, in considerazione del minor numero di partecipanti presentatisi ai tornei di qualificazione (-25% rispetto all’anno precedente, quando poi si era registrato un numero di 631 giocatori a Las Vegas). Vengono quindi sistemati un totale di circa 600 posti a sedere ai tavoli da gioco: a un’ora dall’inizio del Main Event, risulta però evidente il prematuro pessimismo degli organizzatori che, per far fronte al numero di giocatori superiore alle aspettative, si affrettano a procurarsi ulteriori tavoli e sedie, oltre che a reclutare croupier dai casinò contigui. Alla fine saranno ben 839 i partecipanti (record assoluto all’epoca), alcuni dei quali costretti a giocare su sedie pieghevoli e nei corridoi della struttura. 

È il primo vero torneo dal vivo per il 27enne Moneymaker, che fino a quel momento non era mai andato oltre le partite online o i cash game con gli amici: la sua dimensione è quella di un giocatore amatoriale. Chris, che del resto non aveva alcuna esperienza nella lettura dei tell e dei possibili bluff avversari (aspetto del tutto assente nelle partite di poker virtuale), gioca come un autentico veterano, catturando subito l’attenzione dell’assegnatore di handicap Lou Diamond, che lo definisce un potenziale outsider. 

Mano

Moneymaker conclude la prima giornata di torneo all’undicesimo posto con 60.000$ in fiches (il sestuplo della somma di partenza). Il secondo giorno non inizia nel migliore dei modi, con Chris che non si sveglia in tempo (c’è chi sostiene per via di eccessivi festeggiamenti la notte precedente) e si presenta in ritardo ai tavoli da gioco. Durante la sua assenza, come da regolamento, il croupier folda in automatico le carte di Moneymaker, oltre a riscuoterne ugualmente gli ante e i blind nelle mani previste. Una volta presa posizione al tavolo, Chris comincia a commettere diversi errori, pagando l’inesperienza in questo genere di eventi. Sbaglia diverse scelte relative a fold e call e, in più di un’occasione, effettua erroneamente la propria mossa prima ancora che arrivi il suo turno (pratica in genere malvista ai tavoli da gioco, soprattutto se effettuata deliberatamente, anche se non è certo il caso di Moneymaker). Probabilmente si fa sentire anche l’emozione, con Chris costretto a confrontarsi con campioni di livello assoluto, tra cui il suo idolo Johnny Chan (l’unico professionista che conosceva, oltre a Doyle Brunson e Phil Hellmuth). Proprio Chan ha la meglio su Moneymaker in una mano giocata il secondo giorno, pur senza riuscire a eliminarlo dal torneo. A fine serata Chris ha in mano 100.000$ in fiches, che lo collocano al 26º posto della classifica provvisoria (con 111 partecipanti rimasti in gioco). 

Il terzo giorno si inizia a scrutare qualche segno foriero del clamoroso risultato finale: Moneymaker si prende la rivincita contro Chan in un testa a testa che viene trasmesso in diretta televisiva. Per la prima volta Chris comincia a prendere consapevolezza delle proprie possibilità e chiude la terza giornata al sesto posto, con 357.000$ in fiches e 45 giocatori rimasti nel torneo.

Con un certo aiuto da parte della dea bendata, il quarto giorno riesce a sopravvivere a una mano pericolosissima grazie a un tris di 8 conquistato sul turn, con cui riesce a battere la coppia d’assi di Humberto Brenes. Nel corso della giornata si arriva a un altro momento di grande fibrillazione con il testa a testa tra Moneymaker e Phil Ivey. Chris ha un asso e una regina, mentre Ivey dispone di una coppia di nove. Il flop è composto da due regine e un 6, con entrambi i giocatori fiduciosi di poter vincere la mano (inizialmente partecipa anche Jason Lester che, pur avendo una coppia di 10, preferisce foldare dopo il flop per non rischiare l’eliminazione dal torneo). Il dealer pesca un 9 sul turn, che consegna un temibile full a Ivey. Moneymaker, ignaro dell’ottima mano dell’avversario, rilancia di 200.000$, inducendo Phil ad andare all-in. Chris vede subito la puntata, ma realizza di essere nei guai non appena Ivey scopre le proprie carte. Tuttavia il bad beat è dietro l’angolo per Phil: il river regala un asso a Moneymaker, che ottiene così un full composto da due assi e tre regine, eliminando a sorpresa l’avversario ben più quotato. 

Si arriva all’ultimo, storico giorno della manifestazione, con Chris in testa alla classifica con 2,34 milioni di dollari in fiches. La vittoria del titolo diventa presto una questione a due tra Moneymaker e Sam Farha, i quali finiranno per sfidarsi in un totale di 28 heads up prima del termine della giornata. Chris, desideroso di anticipare la fine del duello, propone all’avversario un accordo per la spartizione del piatto. Farha decide però di rifiutare, considerando iniqua la prospettiva che un giocatore esperto come lui incassi la stessa vincita di un dilettante. Chris si indispettisce per quella che gli appare una mancanza di rispetto, iniziando a giocare ancora più seriamente di prima. Giunti ormai nel cuore della notte, Moneymaker tira fuori quello che da alcuni è stato definito come il bluff del secolo. Riceve in mano un 7 e un re, mentre Farha si ritrova con un 9 e una regina. Nonostante i tentativi di dissuasione dell’avversario, Chris effettua una puntata da 100.000$ nel pre-flop, a cui Sam reagisce con un call. Il flop rivela un 9-2-6, ponendo Farha in una situazione di vantaggio grazie alla coppia di 9. Entrambi i giocatori decidono di fare check, prima che il turn consegni un 8 al board. Il libanese rilancia con 300.000$, passando la palla a Moneymaker che, con sorpresa di tutti, risponde con un controrilancio da 500.000$, suscitando il call dell’avversario. Chris avrebbe bisogno di una carta di picche sul river per migliorare la mano e ottenere un colore, ma l’ultima carta del board si rivela essere un 3 di cuori, che porta Farha a fare check. Con una giocata coraggiosa o forse folle, Moneymaker decide di andare all-in, mettendo il proprio avversario in una situazione a dir poco scomoda. Quest’ultimo non ha la certezza di avere la mano migliore: sa che l’americano sta probabilmente bluffando, ma sa anche che con un eventuale call perdente direbbe addio al torneo. Al termine di un’estenuante pausa di riflessione di diversi minuti, nei quali Sam ragiona ad alta voce per suscitare un’eventuale reazione di Moneymaker e carpirne le carte (con Chris che rimane esemplarmente impassibile), si arriva a un fold del libanese, che consegna l’inerzia della sfida nelle mani dell’avversario.

Fiche

La tensione ormai si taglia col coltello: appare sempre più probabile quello che soltanto pochi giorni prima non sarebbe mai stato alla portata dell’immaginazione dei protagonisti. All’inizio dell’ultima mano Moneymaker è in testa con 5,69 milioni di dollari, mentre Farha insegue con 2,7 milioni. L’americano riceve un 4-5, mentre al libanese viene distribuito un J-10. Sam inaugura le danze con una puntata da 100.000$, subito vista dall’avversario. Il flop, composto da J-5-4, conferisce subito un importante vantaggio a Moneymaker, che si fregia di una doppia coppia. Dopo un breve botta e risposta a suon di call e raise, Farha opta per un all-in, suscitando l’immediato call dell’americano. Vengono scoperte le carte dei contendenti, con Chris che appare decisamente più nervoso dell’avversario, il quale osserva seraficamente le fasi immediatamente successive della mano. Sam avrebbe bisogno di un jack o un 10 per completare il progetto di doppia coppia, ma il turn rivela un 8, lasciando i rapporti di forza invariati. Si arriva al momento del fatidico river, col croupier che scopre un 5, consegnando un full e una leggenda vittoria al nativo di Atlanta: è il primo giocatore a laurearsi campione del mondo di poker avendo soltanto esperienze di gioco online. 

Moneymaker conquista un premio da 2,5 milioni di dollari, da cui sborserà la somma dovuta al padre e all’amico per l’accordo stipulato alla vigilia del torneo: i due riceveranno così mezzo milione a testa. Il resto è storia, con Chris che si addentrerà definitivamente nel mondo del poker (pur senza riuscire a toccare nuovamente le vette raggiunte nel 2003) e l’ondata d’entusiasmo che causerà un vero boom del gioco, in quello che verrà definito “effetto Moneymaker”. A quando il prossimo miracolo pokeristico?

May 3, 2022
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La storia di Max Pescatori: successi e curiosità sul Pirata Italiano

Massimiliano Pescatori nasce a Milano il 22 gennaio 1971. Sin dall’età di 11 anni mostra un buon feeling con le carte, divertendosi a giocare in famiglia e vincendo un trofeo di scopa. Da giovane si appassiona anche al ramino, ma i primi contatti col Texas Hold’em sono destinati ad arrivare soltanto più tardi. All’inizio degli anni Novanta si guadagna da vivere come addetto alle vendite in un supermercato, dedicandosi parallelamente alla scrittura di recensioni sui videogiochi per una rivista specializzata nel settore. La svolta per Max arriva con la scoperta dell’amore per il poker (favorita anche dalle frequenti visite al casinò di Campione d’Italia), che lo spinge a una scelta ardita e priva di sbocchi sicuri: nonostante la contrarietà manifestata da amici e parenti, Pescatori vende la propria utilitaria, ritira la liquidazione al lavoro e molla tutto per andare a Las Vegas. Pur senza conoscere bene l’inglese, decide di frequentare una scuola per croupier e dare sfogo alla propria passione per il mondo delle carte. Una delle prime notti si ritrova nel celebre Luxor Hotel (ispirato all’omonima città egiziana e che di fatto presenta una caratteristica forma piramidale): scendendo dalle scale, Max passa davanti a una poker room, scoprendo con grande emozione l’atmosfera suggestiva emanata nei casinò della capitale mondiale del poker, in perfetta antitesi rispetto alle partite che era abituato a giocare con gli amici a Milano. A Las Vegas è tutto perfettamente organizzato, con partite dal vivo 24 ore al giorno e la possibilità di giocare con appena pochi dollari per mano. Entrando nel giro dei casinò e avendo contatti più ravvicinati col poker, Pescatori comincia a dedicarcisi sempre di più anche nel tempo libero.

Nei primi tempi si concentra in particolare sul Seven Card Stud, ma non passa molto prima che un supervisore gli suggerisca di considerare il Texas Hold’em per guadagnare somme più importanti. La strada verso il successo è agevolata dai consigli di Valter Farina, residente a Las Vegas e primo italiano di sempre a imporsi in un evento delle World Series of Poker (grazie alla vittoria nel $1.500 Limit Seven Card Stud nel 1995). Inoltre si rivelano decisivi i consigli dei coniugi Marco Traniello e Jennifer Harman, con cui Max instaura subito un rapporto di amicizia (viste anche le comuni origini italiane con Traniello). In particolare sarà Harman ad avviarlo ai grandi stakes, invitandolo a sedersi assieme a lei ai tavoli del Bellagio, in cui all’epoca si gioca con bui di 4.000/8.000$, ben oltre i 160$ di big blind a cui Pescatori era abituato. L’osservazione diretta sul campo gli permette di scoprire i segreti del gioco, approfondendone gli aspetti tecnici e psicologici. 

Carte poker

Inizia così l’epopea del Pirata Italiano, che presto diventerà un’icona grazie alla celebre bandana tricolore indossata ai tavoli da gioco. Nel 2002, suo anno d’esordio nei tornei, Max conquista un totale di sei tavoli finali, cimentandosi in diverse varietà di poker quali il Limit Hold’em, lo Stud Hi-Lo e l’Omaha Hi-Lo. A marzo 2003 arriva la prima vittoria in carriera, col successo al Limit Hold’em del World Poker Challenge di Reno, in Nevada. Appena pochi giorni dopo, in occasione dello stesso evento, si aggiudica il suo secondo torneo, grazie al primo posto ottenuto nell’Omaha Hi-Lo. Nel corso dell’anno arrivano altri sei tavoli finali, che gli fruttano una somma di oltre 10.000$. 

Il 2004 certifica la costante crescita di Pescatori, che alle World Series of Poker ottiene due importanti piazzamenti a premio (nel Limit Hold’em e nell’Omaha Hi-Lo 8 or Better) per un totale di circa 6.000$. A metà agosto, in occasione dell’evento Legends of Poker del Bicycle Casino di Bell Gardens (a circa 12 km da Los Angeles), conquista il torneo No Limit Hold’em, portandosi a casa la bellezza di 106.630$. Una volta tornato a Las Vegas, Max inanella una straordinaria serie di otto tavoli finali all’Ultimate Poker Challenge del Plaza, acquisendo sempre più notorietà negli Stati Uniti grazie alla copertura televisiva assicurata a tali eventi. 

Il 2005 si apre sotto il migliore degli auspici con la vittoria del torneo Limit Hold’em nella tappa del circuito WSOP ad Atlantic City, che gli frutta il primo anello della carriera. Alle World Series of Poker di Las Vegas arrivano ben sei piazzamenti a premio, tra cui si segnala un quinto posto nel Pot-Limit Omaha, che gli garantisce una somma di quasi 70.000$. A settembre arriva il secondo anello WSOP, in virtù dell’affermazione nel No Limit Hold’em dell’Harrah’s Las Vegas. A fine anno il bilancio complessivo è di 20 tavoli finali e oltre mezzo milione di dollari in tornei dal vivo

È soltanto il preludio a un’annata memorabile: il 9 luglio 2006, mentre la nazionale italiana di calcio si laurea campione del mondo sconfiggendo la Francia all’Olympiastadion di Berlino, Pescatori onora il tricolore conquistando il $2.500 No Limit Hold’em alle World Series of Poker (con una contestuale somma di 682.389$). È il secondo italiano di sempre a vincere un braccialetto WSOP, a 11 anni di distanza dal già menzionato successo del pioniere Valter Farina.

A marzo 2007 Max si aggiudica il Main Event della prima tappa del Campionato Italiano di Sanremo, aggiudicandosi un premio da 100.000€. 

Fiche

Alle World Series of Poker del 2008 il Pirata Italiano si aggiudica il suo secondo braccialetto e un premio da 246.471$, grazie alla vittoria nel $2.500 Pot Limit Hold’em/Omaha. A settembre si aggiudica una vincita di oltre 90.000$, in virtù del quinto posto ottenuto a un torneo di Pot Limit Omaha alle World Series of Poker Europe. 

L’anno seguente arriva un altro importante risultato alle WSOP, con un quarto posto e un premio da 107.959$ al $10.000 World Championship Seven Card Stud. A gennaio 2011 mette a segno un prestigioso successo nel Main Event della Notte del Poker, che gli frutta una vincita da 112.121$. Alle World Series of Poker del 2014 arriva un altro premio a sei cifre (112.066$) per effetto della quinta piazza raggiunta al $10.000 H.O.R.S.E.. Le World Series of Poker 2015 regalano altri momenti indimenticabili a Pescatori, che nel giro di poche settimane si assicura il terzo e quarto braccialetto della carriera, grazie ai successi nel $1.500 Seven Card Razz e nel $10.000 Seven Card Stud Hi-Low Split 8 or Better (aggiudicandosi uno straordinario totale di 448.105$). 

Come accennato in apertura d’articolo, i risultati di Pescatori hanno fatto da traino per il movimento pokeristico italiano, che negli ultimi 15 anni è riuscito a portare a casa altri storici braccialetti alle World Series of Poker (con i successi di Dario Alioto, Dario Minieri, Rocco Palumbo, Davide Suriano ed Enrico Camosci, senza dimenticare il secondo posto di Dario Sammartino al Main Event del 2019). 

Nel corso degli anni Max si è dimostrato un giocatore di grande versatilità, come testimoniato dai risultati di rilievo ottenuti in diverse varietà del poker. Al giorno d’oggi rimane il giocatore italiano più titolato nella storia delle World Series of Poker grazie ai quattro braccialetti conquistati in carriera (nessun altro connazionale è mai riuscito ad aggiudicarsene più d’uno). Con un montepremi complessivo di 4.674.137$ è il terzo miglior italiano nell’all time money list dei tornei live (lo precedono in classifica Dario Sammartino e Mustapha Kanit, entrambi capaci di abbattere il muro dei 10 milioni di dollari). 

Pescatori ha offerto un ulteriore, importante contributo alla diffusione dell’interesse per il poker nel Belpaese in virtù della fondazione di “Card Player Italia”, la prima rivista nostrana specializzata nel Texas Hold’em e non solo.

May 2, 2022
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Poker in giro per il mondo: 5 posti insoliti dove poter giocare

C’è chi dice che il poker sia una peculiarità americana come la torta di mele. In realtà, anche se viene giocato in tutti gli Stati Uniti, è un gioco mondiale. Poker online a parte, spesso si pensa a destinazioni come Las Vegas e Macau, dove si giocano le migliori partite a soldi e i tornei più importanti. Tuttavia avrete la possibilità di giocare a poker in ogni angolo del mondo.

Il poker è giocato regolarmente in ogni continente tranne che in Antartide, anche se si è giocato pure lì! Vi presentiamo cinque posti curiosi in cui poter giocare.

Il poker nel mondo

Brasile

Se seguite il poker, allora sapete che negli ultimi anni pochi mercati sono cresciuti come il Brasile. In effetti, si può parlare di boom nel paese più grande del Sud America.

Dal 2013 circa, il poker è sempre più coperto dai media mainstream brasiliani. Diversamente da quanto accade in molti altri Paesi, esso non viene presentato negativamente, ma come un gioco di abilità. Di fatto, il Ministero dello Sport brasiliano ha riconosciuto il poker come “sport mentale”. Il che è un bene, dato che i giochi da casinò sono illegali in Brasile dal 1946.

In realtà esistono alcuni “casinò”, che però non hanno i tradizionali giochi d’azzardo e si concentrano su corse dei cavalli e lotterie. Gli sforzi volti all’espansione del gioco hanno inciso profondamente nel processo legislativo (tra le leggi proposte, la 442/91 e la 186/2014). Secondo una ricerca dell’Instituto Jogo Legal, il gioco d’azzardo in Brasile svilupperebbe un giro d’affari da 17,6 miliardi di dollari.

Con la recessione in Brasile, i sostenitori del gioco d’azzardo sperano di evitare che i giocatori vadano a spendere i propri soldi in Paraguay e a Montevideo. Tuttavia, l’ostacolo principale da superare sta nel convincere un pubblico che associa spesso gioco d’azzardo e corruzione. Fortunatamente, come detto, il poker è stato presentato in modo tale che molti brasiliani non lo considerano un gioco d’azzardo.

E anche se in Brasile non trovate il poker da casinò, le occasioni per giocare non mancano. Le partite a soldi sono proibite, ma alcuni cavilli legali hanno permesso l’esistenza dei tornei. Recentemente il Brasile ha ospitato vari eventi perfettamente legali, molti dei quali hanno attirato centinaia, quando non migliaia, di giocatori. Tra di essi, le Brazilian Series of Poker (BSOP), le World Series of Poker Circuit Brazil e anche un evento 888live Local a Belo Horizonte, svoltosi nello Stadio Mineirão.

Il poker in Brasile è cresciuto al punto tale che 888poker ha addirittura un account Twitter (@888poker_br) dedicato al paese. E non solo, sono molti gli 888 Ambassadors brasiliani, tra cui Bruno Politano (il primo brasiliano a entrare nei November Nine del WSOP Main Event nel 2014), Nicolau Villa-Lobos e Bruno Kawauti, come anche il primo “celebrity ambassador” in assoluto del calcio brasiliano, il leggendario Denílson.

Stella della nazionale campione del mondo nel 2002, nei suoi 16 anni di carriera Denílson ha giocato in 10 squadre diverse in quattro continenti ed è un attivo sostenitore della crescita del poker in Brasile.

"Molte delle qualità necessarie per diventare un abile calciatore possono aiutarvi a migliorare nel poker. 888poker è una delle maggiori e migliori piattaforme di poker al mondo, e sono molto orgoglioso di fare parte del loro team. Spero che mi aiuti a migliorare le mie abilità pokeristiche, come anche a incoraggiare il coinvolgimento di nuovi appassionati".

Un altro ex calciatore brasiliano che promuove il poker è Ronaldo, convinto che possa diventare popolare al pari del calcio, come da lui stesso dichiarato nel 2015: “Il poker è ancora in crescita e penso che possa diventare popolare come il calcio”.

Giocatori ed esperti concordano: il Brasile è e continuerà a essere un mercato fiorente per il poker.

Poker in India

India

Si potrebbe pensare che la seconda nazione più popolosa al mondo – 1,252 miliardi di abitanti, rispetto agli 1,357 della Cina – sia una fucina di pokeristi. In realtà è un mercato nascente, anche se con un grande potenziale.

Il problema del poker in India è che la legge statale che regola il gioco d’azzardo, il Public Gambling Act del 1867, lo proibisce nella maggior parte del subcontinente. Detto questo, ogni stato ha la facoltà di approvare leggi proprie e negli stati offshore come Goa e Sikkim il gioco d’azzardo è legale. In effetti, il 90 per cento del gioco d’azzardo legale indiano è concentrato in questi due stati.

Nel frattempo altri stati, quale il Bengala Occidentale, hanno escluso giochi di carte quali bridge e poker dalla classificazione di giochi d’azzardo. Di conseguenza, è possibile organizzarli dopo avere ottenuto i permessi necessari. Esistono ovviamente degli stati, come Orissa e Assam, che hanno proibito tutte le forme di gioco d’azzardo. Complessivamente, il poker è riconosciuto come un gioco d’abilità in tre stati indiani: Karnataka, Bengala Occidentale e Nagaland.

“Quando università come Harvard ed MIT offrono corsi di poker, allora è chiaro che se esso è riconosciuto a livello mondiale come gioco basato sull’abilità, è solo questione di tempo prima lo stesso avvenga anche in India”, ha detto all’India Times la poker pro di Delhi Nikita Luther.

Per quanto riguarda l’online gaming, non esiste una legge che lo proibisce, per cui molti siti si rivolgono ai giocatori indiani come Aditya Agarwal, forse il più prolifico giocatore online del paese che, con i suoi 1.424.770 dollari guadagnati nei tornei dal vivo è terzo nella all time money list indiana. Nella classifica lo precedono solo Nipun Java (2.828.796) e Vivek Rajkumar (8.080.012).

Per quanto concerne il poker dal vivo, l’India offre varie possibilità. La più importante è l’India Poker Championship (IPC), uno dei maggiori e più famosi eventi indiani che si svolge nei casinò offshore di Panjim, a Goa, fin dal marzo del 2010. La missione degli ideatori Peter Abraham e Sameer Rattonsey è semplice: far vivere ai giocatori indiani l’esperienza del poker di livello mondiale.

Il noto pokerista e imprenditore seriale Praveen Dwarkanath ha lanciato a novembre del 2017 Poker Ninja, in collaborazione con Gold Coast Poker Room di Bengaluru.

“Il circuito del poker internazionale è ottimo per capire quale dovrebbe essere l’esperienza di un torneo e di un giocatore di poker”, ha detto Dwarkanath a PokerGuru.in. “Ecco perché con Gold Coast intendiamo fornire il miglior ambiente di gioco e una piattaforma in cui i giocatori possano mettere alla prova le proprie abilità facendo anche l’esperienza di un’arena di gioco all’avanguardia”.

Il poker in India continua e continuerà a espandersi. Nel 2017 l’Economic Times ha riferito che le startup indiane di poker online valgono tra i 110 e i 120 milioni di dollari, con oltre 50.000 giocatori regolari.

Libano e Israele

Non è semplice trovare partite di poker in Medio Oriente, soprattutto negli stati islamici dove sharia e leggi civili proibiscono ogni tipo di gioco. Tuttavia, come la maggior parte dei posti in cui il poker non è legale, spesso basta cercare a fondo per riuscire a giocare. In Medio Oriente ci sono un paio di paesi con una fiorente scena pokeristica.

In Libano esistono due strutture per il gioco d’azzardo: l’Hippodrome Du Parc De Bevrouth di Beirut e il Casino du Liban a Maameltein. Quest’ultimo è il più grande con 56 tavoli da gioco, centinaia di slot machines e sei tavoli da poker.

Vi sorprenderà anche sapere che molti top pro del poker vengono dal Libano. Freddy Deeb, che ha vissuto negli USA, è il giocatore più ricco del suo paese d’origine con oltre 9 milioni di dollari guadagnati in carriera. Oltre a lui, anche Nicolas Chouity (3,7 milioni di dollari), Fadi Kamar (2,2 milioni) e Walid Bou Habib (1,9 milioni).

In Israele, il poker è illegale dopo essere stato definito un gioco di fortuna invece che d’ingegno. Ma ciò non ha impedito il sorgere di una vivace scena casalinga, nonostante gli organizzatori rischino tre anni di carcere e i giocatori fino a un anno. Un’interessante storia a proposito si trova sul blog di Avi Rubin riguardo al suo anno in Israele.

Anche se il poker è limitato alle partite casalinghe, presto potrebbe esserci un cambiamento con la possibile costruzione di alcune case da gioco nella città di Eilat, che ospita crociere con casinò (dato che in alto mare si è fuori dalla giurisdizione israeliana).

“Sono decina di centinaia gli israeliani che giocano a poker per divertimento con amici e colleghi, da una volta al mese a molte volte alla settimana”, ha scritto Robbie Strazynski su Cardplayer Lifestyle. “Ecco perché ormai i negozi che vendono set di fiches e altri articoli per il poker sono praticamente ovunque. E, ovviamente, esistono anche tantissimi forum israeliani di poker online dove gli appassionati del gioco discutono sul loro passatempo preferito”.

E anche se il poker magari non è così diffuso da queste parti, è comunque un fenomeno presente. Questo fatto è evidenziato dal gran numero di giocatori della regione che hanno avuto successo nel circuito internazionale.

Pensate ad esempio al compianto Amir Vahedi, che arrivò al tavolo finale del WSOP Main Event lo stesso anno della vittoria di Chris Moneymaker: detiene ancora il primo posto nella all time money list iraniana con 3.276.428 dollari guadagnati. A proposito, l’Iran ha dato i natali anche al campione del WSOP Main Event del 1992 Hamid Dastmalchi, che vi è cresciuto prima di trasferirsi negli USA a 19 anni. Ci sono poi l’iracheno Mohamed Namir (175.201 dollari), l’emiratino Shams Ahmad (207.083) e il giordano Fuad Serhan (653.972).

 

Poker in AFRICA

Africa

Quando si parla di poker in Africa, si pensa al Casino de Marrakech in Marocco dove si sono svolti alcuni grandi eventi, tra cui World Poker Tour Nationals, WSOP Circuits e anche eventi principali del WPT, e che nel 2016 ha ospitato il Marrakech Poker Open, un torneo che ha attirato 220 partecipanti e ha visto il professionista portoghese Henrique Pinho vincere il primo premio da 35.880 euro.

E se Marrakech è un luogo ideale per giocare a poker, non è certo l’unico in Africa. Secondo World Casino Directory, nel 2014 erano dieci i gruppi che gestivano casinò nel continente, la maggior parte dei quali controllati da Sun International in nazioni quali Botswana, Lesotho, Namibia, Nigeria e Sudafrica. Altri Paesi in cui si gioca sono Egitto, Camerun, Ghana, Zimbabwe e Uganda.

Mentre casinò, ippica e sport sono presenti fin dagli anni Cinquanta, è nell’ultimo decennio che tali attività hanno iniziato a crescere veramente. Per restare al poker, oltre al Marocco, dovete assolutamente visitare il Sudafrica.

"Credo che i migliori casinò si trovino probabilmente a Johannesburg con partite a soldi e MTT praticamente ogni giorno", ha detto a PokerNews il noto poker pro africano Ahlee de Lange. "Il mio posto preferito per giocare è probabilmente Città del Capo, città bellissima, con gente amichevole e casinò niente male. Ma la mia casa da gioco preferita è Monte Casino a Johannesburg: ha una scelta di buoni ristoranti e negozi, come anche buoni MTT e partite a soldi. Se volete giocare a poker in Sudafrica, raccomanderei di andare a Johannesburg. Tuttavia, se volete fare anche un po’ di vacanza e immergervi in un bell’ambiente, Città del Capo è la città che fa per voi. Ha la più incredibile vita notturna del Sudafrica e le persone in genere sono molto gentili".

Non sorprende che i primi tre pro della all time money list africana provengano dal Sudafrica: il terzo classificato al WSOP Main Event del 2007, Raymond Rahme è in vetta con oltre 3,5 milioni di dollari, mentre Jarred Solomon è secondo con circa 1,6 milioni. Anche Darren Kramer vanta un montepremi totale a sette cifre, grazie a una somma di 1.183.714 dollari.

Tra gli altri celebri giocatori africani ci sono Warren Zackey (860.269 dollari), Greg Ronaldson (929.145) e Farid Yachou, che a inizio 2017 ha vinto l’inaugurale WPT Tournament of Champions, aggiudicandosi una somma di 381.600 dollari.

Non esistono solo giocatori forti di origine africana, ma ce ne sono anche molti che vengono da fuori per far visita ai casinò del posto. Nel 2014 Dylan Wilkerson ha vinto il WPT Emperors Palace Poker Classic e una contestuale somma di 145.836 dollari, mentre i colleghi pro statunitensi Faraz Jaka e Mclean Karr hanno vinto entrambi eventi collaterali nella stessa occasione. Inoltre, la leggenda del poker online Dan “Jungleman” Cates ha vinto 500.000 dollari nello stesso luogo quando ha partecipato al WPT Alpha8 Johannesburg del 2016.

Non è solo la vivace scena pokeristica ad attirare i professionisti in Africa, ma anche le proposte che vanno oltre il gioco stesso. Molti colgono l’occasione per visitare siti turistici o per i safari; altri invece si spingono in cima al Kilimangiaro, come hanno fatto i professionisti Shannon Shorr e Jesse Yaginuma a fine 2014, emulati da Fedor Holz a inizio 2017.

Kazakistan

Quando si pensa all’Asia, il poker è probabilmente una delle ultime cose che vengono in mente, soprattutto in Kazakistan. Tuttavia l’ex repubblica sovietica, che si estende dal Mar Caspio a ovest fino ai Monti Altaja a est, è salita alle cronache come un ottimo posto in cui giocare a poker.

Secondo World Casino Directory, sono cinque le città kazake che ospitano un totale di 10 strutture per il gioco d’azzardo. Per legge, tutti i casinò devono trovarsi vicino alle due maggiori città (Almaty e Karagandy). Kapchagay, appena fuori Almaty, ospita sei strutture, compreso il più grande casinò kazako, il Casino Altyn Alma con i suoi 44 tavoli e 150 macchine da gioco e di video poker.

Il gioco in Kazakistan è cresciuto così tanto che nel 2015 l’AD di Wynn Resorts, Steve Wynn, ha incontrato il presidente Nursultan Nazarbayev per discutere una possibile cooperazione su progetti comuni. Casualmente è accaduto nel momento in cui il Paese asiatico ha reso pubblici i progetti per lo sviluppo dei casinò.

Il Kazakistan, il più grande stato al mondo senza sbocchi sul mare, progetta la costruzione di un aeroporto internazionale posto a cinque ore di aereo da metà della popolazione mondiale, considerata la vicinanza di Cina e India. Ci sono inoltre progetti per una superautostrada e per un sistema ferroviario ad alta velocità. Come potete capire, c’è il potenziale affinché il Kazakistan diventi un protagonista sulla scena del poker.

In tutto il paese ci sono più di una sessantina di tavoli e una delle strutture adibite, il Bombay Casino, ha ospitato nel 2015 il WPT National Kazakistan, torneo che ha attirato 106 partecipanti e ha visto il russo Kamil Isabekov portarsi via un primo premio da 42.225 dollari.

Altra manifestazione che spesso disputata in Kazakistan è l’Eurasian Poker Tour (EAPT); ad aprile 2017 si è tenuto al Cashville Casino di Astana. Quel Main Event ha attirato 150 partecipanti e ha superato il montepremi pubblicizzato da 100.000 dollari, creandone uno da 130.500 dollari. In quell’occasione la vittoria è andata all’ucraino Shklyar Iaroslav, che ha portato a casa la somma di 33.330 dollari.

Tra i giocatori kazaki, Aidyn Auyezkanov è in cima all’all time money list con 535.966 dollari, vinti praticamente tutti nel maggio 2016 quando si è classificato terzo nell’EPT Monte Carlo Super High Roller, risultato che ha contribuito a portare il Kazakistan sulla scena mondiale del poker. Altri giocatori kazaki con vincite a sei cifre sono Umarov Ilysovich (353.969 dollari), Darkhan Botabayev (278.308), Ivan Arbatsky (179.229) e Ismail Salmanogly Babaev (146.946).

Senza restrizioni online e con lo sguardo rivolto all’espansione del gioco, il Kazakistan sta entrando di diritto nel mondo del poker.

Conclusioni

È possibile trovare il poker in tutti gli angoli del mondo. La cosa migliore è una bella ricerca su Google, ma se non siete convinti, non abbiate paura di chiedere ai giocatori di poker. Una ricerca sui social media può rivelarsi un ottimo modo per conoscere la scena del poker nella vostra destinazione, e potrebbe procurarvi addirittura un paio di inviti.

April 30, 2022
Chad Holloway
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Chad Holloway ha vinto il braccialetto alle WSOP 2013. In precedenza aveva lavorato per PokerNews come managing editor e live reporter.

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Ecco le migliori 9 poker room del mondo

Viaggiare e giocare a poker sono un ottimo binomio. Se vi trovate a Las Vegas, in Europa o in qualche località esotica, una visita alle sale gioco del posto può rallegrare la vostra giornata.

L’azione, l’eleganza dell’ambiente e il valore storico sono valori che possono rendere una poker room qualcosa di davvero speciale.

In quest’ottica, vi presentiamo alcune delle migliori poker room al mondo.

1 – Aria

L’Aria è sinonimo di eleganza, e lo stesso vale per la sua poker room. Oltre ai principali tornei e partite a soldi, all’Aria si giocano anche stakes tra i più grandi in circolazione.

I tornei High Roller dell’Aria sono diventati famosi nel tempo per i grandi buy-in dei giocatori, facendo di questa struttura una meta fondamentale del panorama del poker. Un altro dei motivi per cui vale la pena di visitare la struttura è il suo personale, sempre estremamente disponibile e cortese. 

Aria

L’Aria ospita anche i tour dei principali eventi, come il World Poker Tour. Se è in corso un tavolo finale, gli appassionati di poker possono seguire la diretta streaming del tavolo andando al PokerGO Studio, il locale all’avanguardia da 20 milioni di dollari che si trova proprio di fronte all’Aria, a pochi passi dalla Vegas Strip.

🌟 Importanza: Un sacco di nomi famosi partecipano agli High Roller ospitati dalla struttura.

🍽️ Comfort: Lussuoso ed elegante, con ottime opzioni gastronomiche.

Extra: Riposatevi, rilassatevi e ordinate un cocktail a bordo della fantastica piscina – è un ottimo modo per mettervi alle spalle una brutta sconfitta.

2 – Borgata

State pensando alla Costa Est degli Stati Uniti? Il Borgata è una tappa obbligata per chi è in cerca di poker ad alto livello. In questa struttura di Atlantic City troverete eleganza, stile e la migliore scena del poker sulla costa orientale.

Borgata

Il Borgata ospita numerose serie regolari, tra cui i principali eventi WPT. Sembra che ci siano sempre grandi eventi, con i giocatori che arrivano in massa nella comoda poker room.

Per molti, un titolo conquistato al Borgata è come il Sacro Graal del poker, e a ragione: qui si respira indubbiamente un’atmosfera unica per il gioco.

🌟 Importanza: Momenti storici e grande scena pokeristica.

🍽️ Comfort: Visitate Wolfgang Puck per un’impareggiabile esperienza gastronomica.

Extra: Dedicatevi alle scommesse sportive sulle partite domenicali della NFL per puntare in tutta rilassatezza.

3 – Wynn

L’opulenza di questa struttura sulla Las Vegas Strip continua nella poker room. Il locale non ospita grandi tornei della WPT o eventi WSOP, ma le sue serie regolari di tornei sono famose e offrono cifre discrete e ottimi montepremi garantiti.

Wynn

I giocatori troveranno una struttura moderna e ben illuminata, molto amata dai giocatori di tutto il mondo, soprattutto per le partite e i tornei proposti come anche per l’ambiente e lo staff.

🌟 Importanza: Una poker room con un lusso e uno stile senza pari.

🛀 Comfort: Andate alla pluripremiata spa per rilassarvi come si deve.

Extra: Partecipate a una Wynn Master Class per imparare dai migliori – dalla cottura della torta alla cucina casalinga.

4 – Gardens

Questa sala da gioco si è guadagnata velocemente una buona reputazione come una delle migliori sale poker dell’area di Los Angeles. Non importa quali stakes o quali partite stiate cercando: state pur certi che al Gardens li troverete.

Il casinò vi delizierà con una struttura di 18.500 metri quadrati restaurata nel 2016 per una cifra di 90 milioni di dollari. La poker room ha 300 tavoli e un’atmosfera più soffusa rispetto alla maggior parte dei casinò.

Il Gardens è una card room in senso stretto, quindi niente slot machine, così vi rilasserete veramente e potrete giocare a poker ad alti livelli.

In effetti, il Gardens è l’unica struttura californiana ufficialmente convenzionata con il WPT.

🌟 Importanza: Ospita annualmente due eventi WPT.

🍽️ Comfort: Provate la cucina cinese: deliziosi i ravioli offerti in sala sui carrelli.

Extra: Il Triple 7 Sports Bar and Grill è un locale fantastico per trascorrere del tempo con gli amici.

5 – Seminole Hard Rock

Volete scatenarvi? Ogni appassionato di rock ‘n’ roll dovrebbe andare nel Sud della Florida per giocare a poker. Questa splendida struttura rappresenta un grande colpo d’occhio e ospita regolarmente tornei WPT e altri grandi eventi.

Inoltre il casinò accoglie giustamente alcuni grandi eventi musicali. Fatevi ispirare dall’ambiente e muovetevi alla Mick Jagger al tavolo da poker.

Seminole Hard Rock

L’Hard Rock ha inaugurato il Guitar Hotel nel 2019, oltre a una nuova poker room da 40 tavoli. Il locale è un’ode al rock ‘n’ roll, e propone grandi partite con stile e comfort.

Il tema musicale lo rende una delle più singolari sale da gioco in circolazione.

🌟 Importanza: Storia del WPT e storia del rock s’incontrano al Seminole Hard Rock.

🎸Comfort: Musica, musica e ancora musica.

Extra: Council Oak propone bistecche e pesce deliziosi. E la piscina è un’oasi stupenda in cui rinfrescarsi.

6 – Crown Casino

Puntate agli antipodi per questa fantastica struttura di Melbourne, in Australia. Il locale ospita l’annuale Aussie Millions, diventato ormai uno degli eventi più importanti del poker internazionale.

Dal 1997, il poker è entrato a far parte delle attività del Crown, e un sacco di grandi nomi vi hanno vinto dei titoli. I giocatori troveranno una sala da 50 tavoli con molte partite a soldi e tornei.

Crown Casino

Il Crown è una struttura di livello mondiale con ottimi ristoranti, shopping e altri comfort. I giocatori troveranno tre hotel, tutti collegati al casinò.

Un viaggio in questa grande città merita una visita al Crown da parte di ogni giocatore di poker.

🌟 Importanza: Molta storia in una grande città amata dai turisti.

🍽️ Comfort: Spazioso e confortevole, l’hotel garantisce ai suoi ospiti un soggiorno davvero confortevole.

Extra: Immergetevi nel relax con una visita alla lussuosa spa. Viziatevi con il pacchetto esclusivo “Suite Indulgence” da 570 dollari.

7 – Hippodrome Casino di Londra

Quest’istituzione londinese data le proprie origini al 1900, quando venne inaugurato come teatro. Il locale ospitava spettacoli circensi con una vasca da 380.000 litri per far nuotare orsi polari e leoni di mare. Una volta vi si esibì addirittura il famoso mago Harry Houdini.

Sul palco dell’Hippodrome si sono esibiti grandi nomi dello spettacolo:

  • Shirley Bassey
  • Judy Garland
  • Sammy Davis Jr.
  • The Jackson 5
  • Tom Jones

Ma oltre alla storia della struttura, i giocatori di poker apprezzeranno anche una sala pittoresca e sofisticata. Il casinò si trova al terzo piano e tutto l’anno propone molte partite a soldi e tornei, tra cui le migliori serie.

🌟 Importanza: Una struttura storica dove sono passati un sacco di nomi del poker e non.

🍽️ Comfort: Con i suoi piatti deliziosi, la premiata Heliot Steak House va assolutamente visitata.

Extra: Un ulteriore pregio dell’Hippodrome è la posizione. Il casinò è a breve distanza da Leicester Square, Trafalgar Square, parchi, gallerie e in pieno centro città.

8 – Bellagio

Bellagio

Questa struttura resta uno dei posti migliori al mondo in cui giocare a poker. Molti dei nomi più importanti del poker vi hanno vinto i principali titoli. E il Bellagio continua a ospitare alcune delle maggiori partite a soldi.

  • Il Bellagio ha contribuito al boom del poker negli anni 2000 ospitando il primo evento WPT: il Five Diamond World Poker Classic.

Grandi nomi come Gus Hansen, Antonio Esfandiari, Daniel Negreanu e Joe Hachem, hanno tutti vinto il Five Diamond.

La poker room ospita anche il “Big Game”, una delle partite regolari a soldi con i più alti stakes al mondo. Giocatori come Doyle Brunson, Jennifer Harman e molti altri sono passati per il Big Game.

Struttura splendida e grande poker: il Bellagio dovrebbe essere nella lista di ogni giocatore.

🌟 Importanza: Grande storia e grandi nomi.

Comfort: Lo spettacolo delle fontane del Bellagio resta uno dei momenti clou della Strip.

Extra: Coniugate carte e cultura con una visita all’impressionante collezione d’arte.

9 – Casino di Venezia e Ca’ Noghera

Dimenticate il concetto di casinò moderno quando visitate il Casinò di Venezia. Questo casinò è il più antico al mondo, essendo stato fondato nel 1638.

Affacciato sul Canal Grande, esso era originariamente un teatro, ma era dotato di un’ala per giocare d’azzardo durante gli intervalli degli spettacoli.

  • La struttura non ha tecnicamente una poker room, ma in passato ha ospitato alcuni eventi minori del WPT. La struttura associata al casinò, Ca’ Noghera, propone partite a soldi e tornei quotidiani.
  • Nel Casinò di Venezia farete un tuffo indietro nel tempo, dal momento che la struttura risale al XV secolo. Ospita un casinò completo in un ambiente tipicamente europeo, con un fascino storico ricco ed elaborato.

Si fanno particolarmente notare le grandi porte di legno dietro alle quali si presenta un’esperienza unica che ogni giocatore di poker o d’azzardo apprezzerà.

🌟 Importanza: Vi offre un viaggio indietro nel tempo. Il casinò e il teatro erano molto apprezzati dal compositore tedesco Richard Wagner.

🍽️ Comfort: La struttura onora Wagner con un ristorante che porta il suo nome, un giardino privato sul canale e un museo.

Extra: Che altro aggiungere? Una visita a un casinò del XVII secolo arrivando dal Canal Grande: che viaggio!

♠♣♦♥

Queste sono solo alcune delle più belle poker room al mondo. Giocare in un locale top rende l’esperienza ancora più bella e piacevole.

Prenotando una vacanza di poker, potrebbe valere la pena di ricordarsi di questi consigli.

April 29, 2022
Sean Chaffin
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Sean Chaffin è un scrittore freelance di Crandall, Texas. I suoi articoli vengono pubblicati su numerosi siti e riviste. Seguilo su Twitter @PokerTraditions. Sean è anche il moderatore del podcast True Gambling Stories, disponibile su iTunes, Google Play, TuneIn Radio, Spotify, Stitcher, PokerNews.com, HoldemRadio.com e altre piattaforme.

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12 modi per giocare a poker senza fiches!

Per puntare a poker, avete bisogno di una valuta – o di qualcosa che rappresenti un determinato valore. Le fiches sono gli oggetti più comunemente usati allo scopo.

Ma cosa succede se volete giocare e non avete a disposizione un set di fiches?

Non temete! In questo articolo vi sveliamo altri sostituti da usare come fiches.

Faremo anche altre considerazioni in merito a cosa usare:

12 ottime alternative alle fiches

1. Soldi veri: Che cosa rappresentano di solito le fiches? Soldi veri! Allora, perché non eliminare del tutto le fiches e usare questo metodo all’antica?

Diciamo che non vanno bene per stakes come quelli giocati nelle tipiche partite casalinghe o al casinò. Cosa vi impedisce di rompere il salvadanaio e usare solo gli spiccioli messi da parte negli anni?

Avete già tutti i valori delle fiches e poter impilare le monete è anche molto divertente!

2. Soldi falsi: Ammettiamo che abbiate da qualche parte un gioco come Monopoly o Il gioco della VITA. In questo caso avrete già a portata di mano delle banconote false. Usatele per puntare a poker.

Meglio ancora: anche se i biglietti sono della stessa grandezza, potete deciderne facilmente i valori. Guardate i colori! Non dovete neanche leggere i numeroni su ogni biglietto!

3. Create soldi falsi: Se non avete a disposizione i soldi falsi di un gioco in scatola, potete sempre crearne di vostri! Piegate e tagliate vari fogli di carta e usate un pennarello per scrivere il valore di ogni “banconota” casalinga.

Se volete passare a un livello superiore, usate fogli di carta colorati per distinguere i valori. 

In questo caso, non dovete neanche scrivere il valore numerico della fiche. Il colore del foglio determinerà il valore!

4. Cibo: Sono molte le opzioni alimentari che potete usare per rappresentare i diversi valori delle fiches. Cibi secchi come biscotti, fagioli e pasta (ad esempio le penne) sono delle ottime alternative per distinguere i valori delle fiches.

Quando usate il cibo, ricordatevi che poi potrete ancora mangiarlo (o lo userete solo per sostituire le fiches durante la serata prima di buttarlo?).

Usare caramelle o confetti al cioccolato potrebbe sembrare un’ottima idea all’inizio, ma è improbabile che qualcuno voglia mangiarli dopo che sono passati di mano in mano durante la partita.

Inoltre le caramelle potrebbero rendere appiccicose le mani e la superficie del tavolo, per cui è meglio usare caramelle incartate come soluzione improvvisata per le fiches.

Poker Chips - Board Game PiecesFiches – Pezzi di gioco da tavolo

5. Pezzi di gioco da tavolo: Iniziate col prendere i pezzi degli scacchi! Avete già otto pedoni per colore per determinare un valore di fiche. Poi potreste aggiungere anche gli altri pezzi, magari usando il valore corrispondente al loro valore reale negli scacchi: 3 per l’alfiere, 5 per la torre, ecc..

Anche le tessere dello Scrabble vanno bene. Potete dare lo stesso valore a tutte le tessere o stabilirlo in base al valore di ogni lettera!

Per creare un set completo di fiches vario e alternativo sfruttando altri pezzi da tavolo, potreste anche mischiare insieme pezzi e dadi da giochi diversi.

Potreste addirittura giocare a poker a tre carte (gioco da tavolo da casinò) a casa con i coinquilini o famigliari usando le tessere di Rummikub! Per il poker a tre carte non servono fiches di valori diversi. Per cui tutte le tessere avranno lo stesso valore.

6. Oggetti casalinghi: In giro per casa ci sono molti oggetti diversi che potete usare per determinare il valore delle fiches. La soluzione più semplice sarebbero le graffette (ogni scatola ne contiene centinaia), oppure penne, matite, puntine o elastici.

Se siete degli spiriti particolarmente artistici, potreste anche avere perline e braccialetti in grande varietà.

7. Stecchi di ghiacciolo colorati: Come i soldi del Monopoly, anch’essi sono un’ottima alternativa. Non solo potete impilarli uno sull’altro, ma potete usare anche i colori per i diversi valori delle fiches. Iniziate subito a mangiarne un bel po’!

8. Ferramenta: Se siete patiti di bricolage, chissà quanti bulloni e dadi, rondelle, viti o oggetti simili avrete sparsi nella cassetta degli attrezzi o in garage? Sono piccoli oggetti perfetti da usare per le vostre puntate.

9. Vestiti: Non dovete giocare per forza a strip poker per usare (o perdere!) vestiti. E se usaste calze, pantaloncini e magliette nella prossima partita a poker (e il perdente alla fine dovesse ripiegarli)!?

Assicuratevi di usare vestiti puliti. Nessuno vuole giocare con calze puzzolenti sparse sul tavolo da poker!

10. Un altro mazzo di carte: Se volete usare cose che abbiano già un valore proprio, un altro mazzo di carte è un ottimo inizio! Le carte dal 2 al 10 hanno il loro rispettivo valore. Poi potreste assegnare 1 all’asso, 11 al jack, 12 alla regina e 13 al re. Adesso avete pronti i valori delle fiches! Another Deck of CardsUn altro mazzo di carte

Assicuratevi che il mazzo di carte per le fiches abbia un dorso diverso rispetto alle carte che usate per giocare, in modo che fiches e carte non si confondano.

Un’altra possibilità è quella di usare carte di un altro gioco di società che abbiano un valore numerico. Un'ottima alternativa è costituita da quelle di Sorry!, che sono già numerate da 1 a 12 (risparmiandovi la necessità di convertire le carte dal jack all'asso).

Il mazzo, inoltre, comprende 41 carte iniziali (o 45, se considerate anche quelle "Sorry!"). In questo modo avrete un numero di carte relativamente simile a quello di un mazzo standard da 52!

11. Usate app / siti pensati per sostituire le fiches: Se siete più tecnologici, potete sempre ricorrere alla tecnologia di un sito come www.pokerchips.io, o usare app come Chips of Fury nella prossima partita a poker!

Questi strumenti vi permettono di tenere traccia delle vostre puntate e dello stack di fiches, mentre però giocate con un vero mazzo di carte!

12. Giocate online: Anche se è una delle scelte più ovvie per giocare a poker senza fiches vere, è comunque doveroso parlarne. Il poker online è una buona alternativa al poker dal vivo. Potete entrare all’istante in una partita con quasi ogni stake e in qualsiasi momento vogliate – anche con soldi finti. Per cui non dovete nemmeno preoccuparvi di rischiare denaro vero.

Volete provare? Basta iscriversi adesso su www.888poker.it per iniziare!

State cercando un’opzione solo per divertirvi e giocare semplicemente con TUTTI gli amici allo stesso tavolo nello stesso momento?

Ci sono addirittura più siti da scegliere in cui creare “Home Games” e usare fiches o denaro vero.

Altre considerazioni da fare quando si sostituiscono le fiches

Quante fiches vi servono per una partita a poker?

Quando volete capire come preparare una partita a poker – che si tratti di partita a soldi o torneo – è fondamentale immaginare quante fiches saranno date all’inizio a ogni giocatore.

La cifra dipenderà dai blind che scegliete di avere nel gioco.

Ad esempio, se volete simulare una partita 1/2 (con uno small blind di “$1” e un big blind di “$2”), allora non dovete dare 1.000 fiches (500 big blind) a ognuno.

  • È un’esagerazione, soprattutto se si gioca per divertimento. Sarebbe più sensato iniziare dando a ognuno una quantità tra i 20 e i 100 big blind.

Per i principianti, è meglio iniziare a giocare con un numero minore di big blind, dato che queste partite si svolgeranno in maniera più passiva e meno aggressiva.

Le fluttuazioni del piatto e dello stack saranno in genere relativamente basse, eliminando la necessità di avere una quantità maggiore di fiches / big blind all’inizio.

Che valore di fiches calcolare?

L’ideale è avere di solito tre valori di fiches. Questo importo semplificherà e si adatterà all’aumentare delle puntate che può verificarsi da un giro all’altro.

Se state giocando una partita 1/2, dovreste avere fiches da $1 e da $5 (e magari da $25).

  • I giocatori potrebbero iniziare la partita con una quantità di fiches di valore compreso tra i $40 e i $200.

Se state giocando una partita 5/10, dovreste avere idealmente fiches del valore di $5, $25 e magari $100.

  • Ogni giocatore potrebbe ricevere un valore iniziale di fiches tra i $200 e i $1.000.

What Denominations of “Chips” Will You Have?Che valori di fiches calcolare?

Come decidere i diversi valori delle fiches?

Una volta calcolati i diversi valori delle fiches, dovete pensare a come rappresentarli.

  • Se state usando le monete, i soldi del Monopoly o un mazzo di carte, sarà abbastanza semplice, dato che il valore è scritto sopra.
  • Se vi avvalete della “cassetta degli attrezzi”, magari farete dadi = 1, bulloni = 5 e rondelle = 25.

Forse, però, tutti questi oggetti avranno lo stesso valore unitario e li combinerete insieme a un’altra opzione di fiches improvvisate dal nostro elenco (ad esempio le tessere dello Scrabble).

In quanti giocare?

A seconda degli oggetti disponibili nel vostro “set di fiches fatto in casa”, potrebbe esserci un limite al numero di giocatori che potete ospitare.

Pertanto, è essenziale preventivare quante fiches distribuire a ogni giocatore e come riuscire a sistemare i buy-in e gli stack iniziali di ognuno.

Cosa fare con gli add-on e i rebuy?

  • La vostra partita sarà come un torneo freezeout in cui i giocatori non possono fare rebuy una volta eliminati?
  • O potranno fare “rebuy” per un importo arbitrario di fiches per restare in partita?

Se ci sono rebuy o add-on, assicuratevi di accantonare fuori dal tavolo una quantità di “fiches” di riserva all’inizio della partita.

Conclusioni

Speriamo che questo articolo vi abbia fornito un elenco esaustivo di idee per sostituire le fiches nella prossima partita casalinga.

Assicuratevi di prendere in considerazione gli aspetti collaterali quando usate soluzione alternative per le fiches, e vedrete che andrà tutto alla grande!

Buona fortuna!

April 28, 2022
Matthew Cluff
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Matthew Cluff è un giocatore di poker specializzato nelle partite 6-Max No Limit Hold’em. Inoltre si occupa regolarmente di contenuti di poker online per vari siti.

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11 cose da sapere sulle percentuali nel poker!

Una delle basi principali nella costruzione di una solida strategia di poker è rappresentata dalla comprensione degli aspetti matematici del gioco.

Oggi affrontiamo nel dettaglio le percentuali delle mani nel poker, concentrandoci in particolare su quelle del Texas Hold’em.

Di seguito trovate una lista precisa degli argomenti trattati:

Cosa sono le percentuali nel poker?

Le percentuali nel poker indicano le probabilità di vincere con la propria mano allo showdown. È possibile effettuare i relativi calcoli a seconda della situazione:

  • Mano vs mano: due mani note si sfidano.
  • Mano vs range: una mano nota sfida l’intero range di mani possibili di un avversario.
  • Range vs Range: non ci sono mani note. I range dei due giocatori determinano le possibilità di vittoria dell’uno e dell’altro. Questo calcolo considera tutte le possibili carte in mano ai giocatori.

Poker equity e percentuali

Il termine “poker equity” viene spesso usato in combinazione col concetto di “percentuali”. Alle volte i giocatori li usano addirittura come sinonimi.

  • La nozione di percentuale si riferisce alle possibilità di vincere allo showdown.

L’equity indica invece la porzione del piatto che vi spetterebbe in un determinato momento. Questo numero è strettamente legato alle possibilità percentuali di vincere la mano a un eventuale showdown.Poker Equity vs Poker PercentagesPoker equity e percentuali

L’importanza di capire le percentuali nel poker

Più approfondita sarà la vostra conoscenza dei principi matematici nel poker, più sarete naturalmente portati a prendere decisioni con EV positivo. Tali competenze vi faranno vincere di più nel lungo periodo.

Capirete così con più facilità se siete in una situazione di vantaggio: in questo modo saprete quando adottare un atteggiamento offensivo o meno.

Diventa quindi essenziale conoscere le varie situazioni di gioco a seconda delle carte disponibili, sia prima sia dopo il flop.

Le percentuali delle mani nel pre-flop

Le percentuali delle mani iniziali si calcolano come segue:

  • Considerate tutti i possibili runout delle carte comunitarie. A questo punto è possibile scoprire la frequenza con cui un giocatore vincerà, perderà o pareggerà contro la mano avversaria.

Per fortuna, quest’epoca supertecnologica ci consente di eseguire tali simulazioni in maniera piuttosto rapida. Diventa quindi più facile scoprire le equity pre-flop delle varie mani iniziali.

Date un’occhiata al seguente grafico sui matchup delle percentuali relative alle mani più comuni nel pre-flop:

Poker Hand Percentages: PreflopPercentuali delle mani nel pre-flop

Come potete notare, avrete sempre una certa equity (o una certa chance di vincere il pot allo showdown). Molti giocatori fanno tuttavia il passo più lungo della gamba.

  • Avete presente il motto: “Non puoi vincere foldando”? Loro lo seguono alla lettera.

Di conseguenza, nella stragrande maggioranza dei casi punteranno ingenti quantità di denaro per arrivare al flop!

Se non siete soddisfatti del vostro gioco nel pre-flop, date un’occhiata alla nostra guida sulle mani iniziali nel Texas Hold’em.

La strategia nel pre-flop: tight is right!

Immaginiamo che stiate partecipando a un incontro 6-max o full-ring e che puntiate sempre 1-3bb (o anche di più!) per vedere il flop. Si tratta di una delle giocate più deleterie per il vostro tasso di vincita. 

Un tale stile di gioco avrà infatti ripercussioni negative a lungo andare. Noterete subito che i pot vinti non compenseranno le costanti micro-perdite derivanti dalla scelta di arrivare sempre al flop.

Occorre pertanto notare che una strategia di gioco più tight (e aggressiva) migliorerà il vostro bilancio.

Una vostra ipotetica mano con 7-2 offsuit potrebbe avere una certa equity nel pre-flop contro una mano casuale. Questo però non significa che dobbiate giocare la mano nella remota speranza di beccare un super flop da 7-7-2.

Percentuali delle mani nel flop

Una volta scoperte le prime tre carte comunitarie, è più facile calcolare le percentuali relative al resto della mano. Ci saranno infatti solo altre due community card da scoprire nel post-flop, contrariamente alle cinque che si hanno prima del flop.

Fate riferimento alla seguente tabella per esaminare le equity heads-up da alcuni matchup comuni sul flop:

Poker Hand Percentages: FlopPercentuali delle mani nel flop

Calcolatore di percentuali delle mani

È dispendioso calcolare manualmente i vari possibili runout sul board e le poker equity.

I calcolatori di equity sono invece degli strumenti rapidi ed efficaci che permettono di scoprire agevolmente le percentuali delle mani.

Laddove siano note entrambe le mani, vi suggeriamo di consultare il nostro calcolatore di odds.

Il calcolatore vi consentirà di determinare rapidamente le equity tra due o più specifiche mani con qualsiasi runout vogliate. Se volete calcolare l’equity tenendo conto dei range, è consigliabile utilizzare Equilab (per Windows). In alternativa potete anche usare PokerCruncher (per Mac e iOS).

Come calcolare manualmente le percentuali nel poker

Non sempre avrete la possibilità di utilizzare le tabelle o i calcolatori per gestire tutte queste informazioni fondamentali.

In questo paragrafo vi mostreremo un trucchetto per calcolare le percentuali EV in tempo reale e a partita in corso.

N.B.: Il suggerimento che vi stiamo per dare vale in particolare per le drawing hand quando vi servono una o più carte per migliorare la mano (cliccate qui per rivedere la classifica delle mani nel poker). Questo trucchetto sarà dunque perlopiù applicabile alle scale e ai colori. Tuttavia può essere usato anche nel caso abbiate una coppia e stiate cercando gli outs per una doppia coppia o un tris (in pratica per qualsiasi situazione che preveda degli outs).

Fintantoché sapete quanti outs avete, è relativamente facile calcolare grosso modo le percentuali EV.

  • FLOP: Prendete gli outs e moltiplicateli per 4 al fine di calcolare approssimativamente le chance di completare il vostro progetto entro il river (quindi sul turn o sul river)
  • TURN: Prendete gli outs e moltiplicateli per 2 al fine di calcolare approssimativamente le probabilità di completare il vostro progetto sulla carta successiva (solo sul turn o sul river).

Fate riferimento alla seguente tabella sulle possibilità di migliorare la vostra mano sul turn o sul river (o entrambi). Potrete inoltre notare che la regola del 2 e del 4 descritta precedentemente non rappresenta una soluzione perfetta. Vi può tuttavia dare un’idea abbastanza precisa (al netto di qualche punto percentuale) sulle chance di migliorare la vostra mano:

How To Work Out Percentages in Poker (Manually)Come calcolare manualmente le percentuali nel poker

Perché non dovete fare affidamento solo sulle percentuali degli outs

La precedente tabella, tuttavia, non vi aiuta a capire perfettamente le vostre chance di vittoria se considerate anche la mano avversaria

Immaginate di avere un progetto di colore all’asso. Avendo nove outs per formare tale mano, potrete calcolare una percentuale di successo attorno al 36%

Questo calcolo potrebbe però rivelarsi impreciso confrontando la propria mano con quella potenziale dell’avversario:

  • Questi potrebbe avere un progetto di colore peggiore, portandovi a una momentanea situazione di vantaggio. Pertanto, potreste addirittura avere un certo showdown value (SDV) col vostro ace-high.
  • Potreste anche dover affrontare una mano come KK o QQ. Per cui, oltre al progetto di colore all’asso, avrete anche tre outs in più. Potreste beccare un asso e ottenere una coppia migliore di quella dell’avversario.

Il passo successivo: percentuali e range

I giocatori normalmente si sforzano di memorizzare e capire le equity più comuni nel pre-flop seguendo l’approccio mano vs mano.

In realtà, però, non è mai possibile determinare con esattezza la mano dell’avversario. È quindi fondamentale lavorare con i range

Percentages and Poker RangesPercentuali e range

Negli ultimi anni l’utilizzo dei solver ha agevolato un incredibile numero di giocatori. Sono stati in grado di salire alla ribalta della strategia di poker ottimale grazie un approccio range vs range.

Un programma come PioSolver permette ai giocatori di inserire nel software i range di DUE avversari. A quel punto il programma vi mostra le strategie ideali e gli importi da scommettere.

I solver vi forniranno inoltre le seguenti informazioni:

  • Se avete un range migliore del vostro avversario in base al board.
  • Se, nel confrontare i range, avete un vantaggio o uno svantaggio consistente in termini di equity.

In genere si parla di “vantaggio consistente” laddove l’equity sia pari o superiore al 55%. In questo caso potete esercitare tranquillamente una grande pressione sull’avversario puntando piccole somme frequenti. 

  • ESEMPIO DI VANTAGGIO NEL RANGE: Ammettiamo che rilanciate prima del flop e che sul board esca A-K-Q. Nel vostro range avrete ogni possibilità di set e doppia coppia. L’avversario non le può avere, considerando che in caso contrario avrebbe probabilmente optato per una 3-bet prima del flop con QQ+ or AK/AQ.

Domande frequenti sulle percentuali nel poker

D: Con quale frequenza AA batte KK nel pre-flop in una partita di poker?

R: Nel caso di un all-in prima del flop, AA batterà KK intorno all’81% delle volte.

D: Ogni quanto potrò completare un progetto di colore?

R: Con nove outs e altre due carte da scoprire, avrete circa il 35% di probabilità di completare il vostro progetto. Se invece rimane una sola carta da scoprire, le possibilità si abbasseranno al 19%.

D: Con quale frequenza potrò completare un progetto di scala bilaterale?

R: Con otto outs e altre due carte da scoprire, avrete circa il 32% di probabilità di completare il progetto entro il river. Con una sola carta da scoprire, avrete circa il 17% di chance.

D: Qual è il progetto migliore che si può avere nel Texas Hold’em?

R: Il progetto migliore lo si ha quando si dispone di una scala + un progetto di colore + delle overcards rispetto all’avversario.

  • Ipotizziamo ad esempio che l’avversario abbia 22, mentre voi avete QJdd su un board con T93ddx. Ci sono nove carte con cui potete formare un colore. I re e gli 8, invece, rappresentano sei diversi outs per la scala, mentre una regina o un jack vi permetteranno di formare una coppia (garantendovi altri sei outs).

    Facendo la somma ottenete un incredibile numero di 21 outs!

Potreste anche avere una doppia coppia sul board (il che porterebbe a un counterfeit contro la coppia di 2 dell’avversario). Un tale scenario incrementerebbe ulteriormente la vostra equity di circa il 2-3%, grazie a questo possibile backdoor.

D: Come faccio a sapere se ho “il giusto prezzo” per fare call col mio progetto?

Dopo aver determinato le vostre possibilità percentuali di migliorare la mano, fareste bene a considerare le pot odds. Questo calcolo stabilirà se un call abbia un EV positivo o meno.

  • Se per esempio un avversario punta una somma pari alla metà del piatto, le vostre pot odds sul call saranno di 3:1, il che significa che vi servirà solo il 25% di equity per continuare a giocare.

Se vi mancano le giuste odds per fare call, vi conviene effettuare una delle tre seguenti mosse:

  • Fold
  • Raise (per conquistare subito il pot, inducendo l’avversario a foldare)
  • Call basato sulle implied odds. Questa mossa presuppone che l’avversario abbia sufficiente denaro per fare un call valido e che voi pensiate di poter vincere abbastanza fiches grazie alle puntate successive, nel caso miglioriate la mano.

D: Come posso migliorare le mie capacità di calcolare le equity/percentuali tra una mano e l’altra? È possibile fare tali calcoli sia nel pre-flop, sia con flop e texture del board differenti?

Uhlvar Equity è un fantastico programma che vi permette di analizzare i vari scenari di gioco e scoprire l’equity per ogni mano. Dopo che avrete inserito una risposta, il software vi mostrerà quanto siete andati vicini a dare la soluzione corretta. Potrete quindi allenarvi e migliorare le vostre capacità di calcolo.

Riepilogo sulle percentuali nel poker

Allenatevi con il calcolo delle equity e delle percentuali nel poker. Col tempo capirete sempre meglio quali sono le vostre chance di vincere una mano.

Dedicatevi allo studio del poker e implementate nel vostro gioco le nozioni acquisite. Così facendo, migliorerete le vostre abilità (come ad esempio il calcolo delle percentuali).

Alla fine riuscirete a eseguire più agevolmente questo tipo di operazioni al tavolo da gioco. 

April 27, 2022
Matthew Cluff
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Matthew Cluff è un giocatore di poker specializzato nelle partite 6-Max No Limit Hold’em. Inoltre si occupa regolarmente di contenuti di poker online per vari siti.

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12 motivi per ricorrere allo shove nel poker

Cosa indica il termine “shove” nel poker? Significa semplicemente andare all-in, scommettendo un importo pari al totale delle fiches a disposizione.

Se ad esempio avete in mano A♦A♠, cercherete una buona occasione per andare all-in, riuscendo magari a raddoppiare il vostro stack.

Nel resoconto scritto di un torneo potreste trovare una frase del tipo: Dominik Nitsche, ambasciatore di 888poker, ha effettuato uno shove da 1,4 milioni. Martin Jacobson, campione del Main Event alle World Series of Poker del 2014, ha riflettuto per qualche istante prima di passare la mano

Indice

IL TROPPO STROPPIA

L’all-in rappresenta una giocata importante, in grado di farvi conquistare il pot in buona parte dei casi. Perché quindi non ricorrere sempre allo shove? Be’, come dice il proverbio: “Il troppo stroppia”. Finireste per attirare troppo l’attenzione degli avversari e, perdendo la mano, sareste fuori dai giochi.

Più spesso andrete all-in, più difficilmente gli avversari crederanno che abbiate una buona mano. Esagerando con gli shove, gli altri giocatori saranno propensi a fare call con mani più deboli.

Considerate l’all-in come l’arma più pericolosa del vostro arsenale: può causare notevoli danni, ma occorre impiegarla al momento giusto. Se abusate di quest’arma, i vostri avversari non si spaventeranno né si scoraggeranno.

QUANDO FARE ALL-IN IN UN TORNEO

Ci sono diversi motivi per shovare in una partita di poker. Potreste ad esempio provare a raddoppiare il vostro bottino oppure mettere alla prova il vostro avversario.

La maggior parte dei giocatori finisce per andare all-in quando si ritrova a corto di stack (cioè per un valore massimo di 10 big blind). Visto lo scarso numero di fiches possedute, avranno poche mosse a disposizione, per cui in genere opteranno per un all-in o per un fold. Se voi ad esempio possedete 10.000 con i bui fissati a 500/1.000/100, opterete probabilmente per uno shove nel caso abbiate in mano un A♦Q♠.

Per i giocatori con grandi stack vale l’esatto contrario: potrebbero decidere di andare all-in per mettere sotto pressione gli avversari con stack inferiori, il cui shove metterebbe potenzialmente a repentaglio la propria permanenza nel torneo. Immaginate che ci siano 40.000 nel piatto e che voi abbiate in mano 10♥9♥ con un board di 10♦J♣2♥5♦. Vi è rimasto uno stack di 35.000, mentre il vostro avversario va all-in con i suoi 150.000: il suo shove vi mette in una situazione complicata.

I VANTAGGI DELLO SHOVE

Sapere quando andare all-in è il miglior modo per sfruttare a dovere il vostro stack, soprattutto se riuscite a prendervi i bui e gli ante senza alcuna resistenza. Grazie allo shove evitate anche di perdere inutilmente delle fiches tramite limp o rilanci che vi porterebbero a foldare su una strada successiva.

Se ad esempio rilanciate con un A♥10♣ e il giocatore in posizione di grande buio effettua un call, cosa fate se sul flop esce un 5♣6♦7♠ e il vostro avversario fa una bet? Se foste semplicemente andati all-in nel pre-flop, probabilmente avreste conquistato i bui e gli ante, mentre ora siete costretti a perdere fiches preziose.

L’IMPORTANZA DELLA POSIZIONE

Le migliori opportunità per shovare si hanno spesso in posizione. Più in là sarà il vostro turno, maggiori chance avrete di andare a segno con un all-in, dal momento che ci saranno meno giocatori chiamati ad agire dopo di voi. Se siete under the gun in un tavolo da nove giocatori, ci saranno ben otto avversari che reagiranno alla vostra puntata aggressiva (sarà più probabile che qualcuno realizzi di avere una mano forte). Se invece shovate dal button, ci saranno solo i due avversari in posizione di buio a giocare dopo di voi (il che riduce drasticamente il pericolo di affrontare qualcuno che abbia una grande mano).

Uno shove da una posizione iniziale (UTG, UTG+1 e UTG+2) rappresenta un rischio maggiore rispetto a quanto avviene da una middle position (MP1, lojack e hijack). La mossa migliore è quella di andare all-in da una posizione finale (il cutoff e il button). Ci sono scarse opportunità di shovare dal piccolo o grande buio, poiché sarete gli ultimi a giocare. È probabile che già qualcun altro sia entrato nel piatto o sia andato all-in, limitando così le vostre opzioni.

poker positions

LO SHOVE COME BLUFF/SEMI-BLUFF

Non vi serve una made hand per piazzare tutte le vostre fiches nel pot. Se avete il giusto entusiasmo, potete anche shovare con una mano insignificante. Il bluff, che consiste nel far credere all’avversario che si abbia una mano migliore di quella effettiva, è una delle principali componenti del poker, di cui l’all-in rappresenta un efficace strumento.

Lo shove sotto forma di semi-bluff (situazione che si verifica laddove, pur non essendoci una made hand, ci siano comunque grandi chance di miglioramento della mano) può rivelarsi particolarmente proficuo. Nel migliore dei casi, l’avversario folda e voi conquistate il piatto; anche se l’altro giocatore dovesse fare call, potreste migliorare la vostra mano e vincere.

Un ottimo esempio di semi-bluff è costituito da un ambasciatore di 888poker che, avendo in mano un A♥7♥, decida di shovare con un board di 4♥5♥6♠ sul flop. Pur non avendo una made hand, può sperare nel progetto di scala bilaterale o di colore, avendo a disposizione grandi possibilità di formare la mano migliore sul turn o sul river.

IL VALUE-SHOVE

Se avete il nut o comunque pensate di avere la mano migliore, potreste prendere in considerazione l’idea di effettuare uno shove di valore, detto anche value-shove. Si tratta di un’overbet, normalmente costituita da un all-in.

Ammettiamo ad esempio che disponiate di un 7♣6♣ con un board di 5♣K♠8♣9♣K♦ e che ci sia stata un rapido botta e risposta tra voi e altri due avversari. È probabile che uno di loro (o entrambi), che presumibilmente avranno maggiori stack, possieda(no) una mano forte come un colore all’asso, un full o perfino un poker. Se il pot ammonta a 300.000 e avete uno stack di 450.000, potreste prendere in considerazioni un value-shove. Se i vostri avversari hanno una mano interessante, probabilmente effettueranno un pay off sul vostro progetto di scala.

Esiste anche il value shove ritardato, che consiste nell’andare all-in soltanto dopo che il vostro avversario avrà completato un progetto. Si può verificare se ad esempio avete in mano un 7♦7♠ e il flop, composto da 7♥3♥3♣, vi consegna un full. Andando all-in, finireste probabilmente per spaventare gli avversari e rimanere a bocca asciutta. Procedete invece con calma e date loro una chance di formare una buona mano.

COS’È UN OPEN-SHOVE?

Un open-shove consiste semplicemente nell’andare all-in ed essere il primo giocatore a entrare nel piatto o ad agire sul flop. Così facendo, aprite l’azione con uno shove anziché con un rilancio più contenuto.

COS’È UN RE-SHOVE?

Un re-shove consiste nell’andare all-in over the top contro un giocatore che abbia a sua volta shovato. Immaginiamo ad esempio che i blind ammontino a 200/400/50, con Moorman che, in posizione di cutoff, shova con una puntata di 4.000, mentre Jacobson fa un re-shove dal button con una puntata di 12.000.

In genere lo scopo di un re-shove è quello di isolare un avversario. Se Jacobson si limita a un call, potrebbe spingere gli altri a entrare nel piatto. Se invece preferisce affrontare Moorman in un testa a testa, il re-shove spingerà gli altri giocatori a passare la mano.

Il re-shove è normalmente indice di una mano forte. Si parte infatti dal presupposto che il giocatore ad effettuare il primo all-in abbia una buona (o perlomeno discreta) mano. Effettuando un all-in over the top, il secondo giocatore comunica agli avversari il fatto di avere una mano particolarmente forte, che gli consenta di sfidare il primo shover senza paura di tirarsi indietro.

COS’È UN BACK-SHOVE?

Ipotizziamo che un ambasciatore di 888poker (con uno stack di 240.000) rilanci a 25.000 dalla posizione under the gun, tenendo tra le mani un K♥J♥e che Parker “Tonkaaaa” Talbot (con 500.000) si ritrovi un A♣A♦ in posizione di hijack. Potrebbe optare per un call, nella speranza che un giocatore a corto di stack reagisca con un all-in. In questo modo effettua un limp con l’intento di shovare, qualora venga riaperta l’azione.

Immaginiamo che il piccolo buio vada all-in con 50.000 e che l’ambasciatore di 888poker veda. A questo punto Talbot può effettuare un back-shove andando a sua volta all-in. È difficile realizzare un back-shove, ma in genere vi permette di aggiudicarvi un grande piatto. Qualora un altro giocatore faccia back-shove, procedete con molta cautela, dal momento che probabilmente avrà una monster hand.

Josh Reichard, vincitore di 12 anelli del circuito WSOP, una volta ha detto: “Ogni volta che fate call su un’apertura o un limp e poi qualcuno rilancia, spingendo il giocatore iniziale a foldare mentre voi shovate, si tratterà a tutti gli effetti di un back-shove. È perlopiù tipico della costa orientale degli USA”.

SHOVARE SULLA BOLLA

La bolla (o “bubble”) rappresenta il momento del torneo immediatamente precedente all’ingresso nella zona premi. Occorre quindi avere un buon motivo per shovare proprio sulla bolla. Perdendo la mano, infatti, diverreste il cosiddetto “bubble boy”, ovvero colui che viene eliminato sulla bolla ed è costretto a lasciare il tavolo a mani vuote.

La maggior parte dei giocatori a corto di stack evita di shovare sulla bolla, a meno che non abbia una mano particolarmente forte. Molti di loro sanno infatti di dover probabilmente affrontare il call di un avversario che voglia far “esplodere” la bolla. C’è un’importante differenza di equity tra il superare o meno la bolla, per cui se proprio volete prendervi il rischio di shovare, assicuratevi di avere una mano molto vantaggiosa.

ALTRI FATTORI INERENTI ALLO SHOVE

Fate attenzione alle dimensioni degli stack prima di shovare: gli avversari con grandi stack saranno più propensi a vedere un vostro all-in. Al contrario, i giocatori con scarsi stack saranno più inclini a foldare. 

Occorre inoltre tenere a mente la propria immagine al tavolo. Se giocate tante mani e andate spesso all-in, gli avversari cominceranno a dubitare delle vostre carte. I vostri shove perderanno di credibilità, spingendo gli altri a vedere anche con mani deboli.

Se offrite invece un’immagine tight, porterete gli avversari a credere che giochiate solo con mani forti, dissuadendoli dal fare call. Vi conviene così sfruttare la vostra immagine tight, ricorrendo allo shove anche con mani più deboli. Gli avversari continueranno a credere che abbiate delle monster hands, permettendovi di vincere preziosissime fiches.

GRAFICO SULLO SHOVE

Noto anche come “grafico push/chart”, un grafico sullo shove aiuta i giocatori con bassi stack a determinare quando shovare o foldare, a seconda della mano posseduta.

Un grafico generico ha il vantaggio di illustrare un ampio range di mani, mentre le app e i grafici più dettagliati (come SnapShove, sviluppata da Max Silver) prendono in considerazione altri fattori come il numero dei giocatori al tavolo, la posizione ecc..

Ecco un utile grafico da consultare nel caso in cui vi ritroviate con uno stack inferiore a 10 big blind.

poker chart
April 25, 2022
Chad Holloway
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Chad Holloway ha vinto il braccialetto alle WSOP 2013. In precedenza aveva lavorato per PokerNews come managing editor e live reporter.

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