Ce n’eravamo già occupati en passant, in una rassegna delle strutture da gioco che offrono la possibilità di giocare a poker dal vivo in Italia. All’epoca avevamo dovuto constatare come i casinò presenti nel Belpaese si fossero ridotti a tre (Venezia, Sanremo e Saint-Vincent) dopo la fine del sogno di Campione d’Italia, dovuta a un dissesto finanziario che aveva portato al momentaneo patatrac nell’estate del 2018. Lo scorso 26 gennaio ha segnato la fine della lunga e trepidante attesa: gli appassionati di poker tornano così ad avere una possibilità in più per cimentarsi nel proprio gioco preferito dal vivo

La chiusura degli ultimi anni, tuttavia, rappresenta soltanto una delle varie difficoltà che il casinò di Campione è stato costretto ad affrontare nel corso della propria storia: ripercorriamo insieme le tappe cronologiche di quello che, per dimensioni, rappresenta la più grande sala da gioco nel continente europeo.

Storia

Il primo Casinò Municipale di Campione d’Italia, situato nell’omonima exclave in territorio svizzero, sulla costa orientale del lago di Lugano, nasce in uno dei periodi più bui e tormentati nella storia contemporanea: è il 1917, siamo nel pieno della Prima Guerra Mondiale, e la celebre sala da gioco viene fondata allo scopo di mascherare un’attività di spionaggio contro il consolato austro-ungarico a Zurigo, sospettato di favorire l’ingresso clandestino di attentatori in Italia. La posizione e le condizioni ambientali appaiono piuttosto propizie per l’intelligence: l’extraterritorialità e l’atmosfera frivola di Campione rappresentano il clima ideale per gli incontri dell’alta borghesia e per l’acquisizione di informazioni particolarmente preziose. La struttura originaria viene progettata da Amerigo Marazzi, mentre le decorazioni interne sono opera del pittore Girolamo Romeo. Sono presenti due ingressi, uno dei quali volto ad accogliere gli avventori che giungono in barca dalle acque del lago. All’interno delle sale da gioco e del ristorante sembra di rivivere gli anni della “Belle Époque”, ormai spazzati via dal conflitto mondiale. Il 19 luglio 1919, dopo due anni di attività e a guerra ormai abbondantemente conclusa, si registra la prima chiusura del casinò, che riapre il 2 marzo 1933, decretando un’attesa decisamente più lunga di quella vissuta in epoca recente.

Anche nel corso della seconda guerra mondiale il casinò di Campione d’Italia viene utilizzato per le attività dei servizi segreti: con l’Italia divisa in due a seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943, l’exclave rappresenta un territorio ideale per offrire all’intelligence anglo-americana la possibilità di operare contro le forze occupanti tedesche e la connessa Repubblica di Salò, salvaguardando al contempo la tradizionale neutralità svizzera. Occorre ricordare che il municipio di Campione è fedele al governo di Badoglio e agli Alleati (nonostante la relativa vicinanza della Repubblica Sociale Italiana), potendo contestualmente trarre vantaggio dalla location perfettamente immersa nel territorio elvetico. 

La quasi nonagenaria storia del casinò di Campione d’Italia (che senza le due chiusure fin qui menzionate avrebbe già potuto festeggiare il centenario) prosegue nel corso degli anni all’insegna di eventi legati al mondo dello spettacolo, della cultura (si segnala l’organizzazione di premi di giornalismo o affini) e, ovviamente, ai classici giochi d’azzardo e di poker. Il 9 maggio 2007 il casinò cambia pelle, trasferendosi nella nuova sede ideata dall’architetto Mario Botta e costruita negli spazi adiacenti al vecchio edificio: la struttura, che con i suoi 55.000 metri quadri rappresenta la casa da gioco più estesa d’Europa, è composta da ben nove piani, rivestiti in pregiata Pietra Dorata. Il cuore del casinò è costituito da una fitta rete di tavoli e slot, mentre di notte il complesso cattura l’attenzione dei passanti sulle sponde del lago grazie al sistema d’illuminazione esterno dal caratteristico colore rosso. Nel maggio del 2017 viene festeggiato il decennale del nuovo edificio: per l’occasione viene organizzato un evento a suon di pop, rock e disco music, con la partecipazione di vari VIP e artisti, suggellata dal discorso dell’allora sindaco Marita Piccaluga. 

L’anno successivo, però, cala un nuovo periodo di buio nella storia del casinò: la struttura, da sempre uno dei simboli di Campione d’Italia, soprattutto dal punto di vista economico, è infatti costretta a chiudere i battenti a causa di una miope gestione finanziaria che porta al tracollo definitivo nell’estate del 2018: a nulla valgono i precedenti numeri da record che, a livello d’incassi, vedevano la casa da gioco al secondo posto in Europa, con un fatturato di oltre 90 milioni di euro l’anno. La gestione del casinò viene affidata ai curatori fallimentari, con gli ormai ex habitué che non perdono la speranza di poter tornare nella loro struttura preferita. Alcuni di loro rinunciano ad andare a giocare altrove, mentre molti si vedono costretti a dirigersi verso le vicine città di Mendrisio e Lugano per non perdere la possibilità di sedersi ai tavoli e alle slot dal vivo. Nel dicembre del 2020 arriva un’importante svolta, con la Corte di Cassazione che revoca la sentenza di fallimento pronunciata due anni prima dal Tribunale di Como. Si giunge così a un concordato, che culmina con la riapertura del casinò e l’assunzione di una parte dei vecchi dipendenti all’inizio del 2022, a 1279 giorni di distanza dall’ultimo stop. La fine di un travaglio, l’alba di un nuovo inizio.

Poker

Il casinò oggi

La struttura si articola in tre grandi volumi, con ampi spazi e ambienti curati fin nei minimi dettagli. La grande varietà di giochi disponibili nelle sale preposte ci riporta ai fasti del passato. Gli amanti dei casinò troveranno pane per i loro denti con la classica roulette francese (composta da 37 caselle numerate) e l’applicazione della regola “en prison”; è inoltre presente la variante della “fair roulette”, caratterizzata da una maggior velocità di gioco. I più “vintage” avranno piacere nello scoprire la presenza del trente-quarante, uno dei giochi di carte più antichi al mondo, databile alla fine del XIV secolo. Non manca neppure il baccarà, disponibile nella versione “chemin de fer” e “punto banco”. Al grande catalogo si aggiunge il sempreverde blackjack, che a Campione d’Italia prevede l’utilizzo di un sabot (senza shuffle) con 6 mazzi di carte. Chiunque lo desideri può cimentarsi nella variante “free bet”, che consente il raddoppio e lo split delle carte a costo zero. Al primo e al secondo piano del casinò si viene sopraffatti dall’immensa gamma di 650 slot machines, composta da video slot, video poker, multigame e roulette elettroniche di ultima generazione (accanto a quelle tradizionali), con vari jackpot progressivi a disposizione dei giocatori. Il piatto forte per i lettori del nostro blog è certamente rappresentato dai tavoli di poker: qui ci si può unire alle immancabili partite di Ultimate Texas Hold’em, con la possibilità di partecipare al jackpot progressivo; chi preferisce qualcosa di diverso potrà essere tentato dal Russian Poker: si tratta di una versione molto simile a quella Caribbean, con un numero massimo di quattro giocatori per tavolo. Appaiono interessanti le dichiarazioni dell’amministratore delegato Marco Ambrosini, che ha esternato l’aspirazione di poter offrire in futuro la più grande poker room in Europa. Il casinò non propone soltanto sale da gioco: è infatti prevista la possibilità di ospitare grandi eventi di musica, spettacolo, sport, congressi o convention aziendali. Al nono e ultimo piano della struttura si accede al grande salone delle feste, costituita da una music hall all’avanguardia, impreziosita da una splendida veduta sul lago; qui possono essere ospitate fino a 600 persone. Al settimo piano si può prendere una bella boccata d’aria fresca sulla splendida terrazza a effetti speciali. Per mantenere invece un maggior contatto con le sale da gioco, senza però rinunciare a un rapido spuntino rinfrancante, è possibile fare una visita allo snack bar, situato al secondo piano e aperto anche a cena. Il casinò è aperto tutta la settimana da mezzogiorno fino a notte fonda. Il dress code non è particolarmente restrittivo: è sufficiente presentarsi con un abbigliamento informale e decoroso per non avere problemi all’ingresso. 

Se mai ci potessero essere dei dubbi, gli ultimi anni hanno dimostrato in maniera lampante l’importanza del casinò di Campione d’Italia per l’economia locale. È difatti innegabile che buona parte dell’afflusso turistico sia guidato dal desiderio di poter tentare la fortuna dal vivo: non a caso il dissesto finanziario del 2018 ha colpito direttamente anche le casse comunali, portando all’esubero di oltre l’80% dei dipendenti pubblici. C’è più di una buona ragione per auspicare una nuova lunga vita a una sala da gioco di grande tradizione, capace di tenere testa alla concorrenza delle analoghe strutture nella limitrofa Svizzera italofona.