Come diventare uno squalo letale nel poker!

Gli squali nel poker

Il livello di abilità dei giocatori di poker è spesso (a livello generale) paragonato alla fauna marittima. In cima alla catena alimentare ci sono gli squali.

Sono i giocatori migliori, quelli che vincono a lungo termine. E poi ci sono i pesci: i giocatori che perdono, che però sono parte dell’ecosistema e che spesso e volentieri sono prede proprio degli squali. Infine, se vogliamo fare un altro passo, ci sono le “balene”, che non sono altro che una versione dei pesci in scala più grande, molto più grande.

Nel poker gli squali sono temuti da tutti i giocatori. Sono pronti a colpire in ogni momento, sanno come sfruttare un’opportunità e come sfruttare gli altri giocatori (soprattutto quelli più deboli) al tavolo per massimizzare i propri profitti (e minimizzare le perdite).

Si tratta di giocatori molto abili, che hanno sviluppato le loro abilità e strategie per il poker in modo da aumentare la probabilità di vincere in ogni sessione.

Se vi state chiedendo come potete fare a piazzarvi in cima alla catena alimentare e a diventare uno dei giocatori più temuti al vostro tavolo, ecco una lista dei migliori 10 tratti che caratterizzano gli squali nel poker.

Le caratteristiche degli squali a poker

  1. Gli squali giocano con uno stile di poker equilibrato.
  2. Gli squali sanno adattarsi bene.
  3. Gli squali sono aggressivi.
  4. Gli squali studiano quando non sono al tavolo da gioco.
  5. Gli squali valutano regolarmente la loro scelta dei tavoli e delle posizioni.
  6. Gli squali sanno a memoria il loro range di mani a seconda della posizione.
  7. Gli squali prendono nota delle tendenze degli altri giocatori.
  8. Gli squali riguardano costantemente le mani che gli hanno creato problemi.
  9. Gli squali sono diventati insensibili al denaro.
  10. Gli squali hanno il controllo delle loro emozioni.

1. Gli squali giocano con uno stile di poker equilibrato

Gli squali giocano con uno stile di poker equilibrato: gli squali puntano con una combinazione di mani di valore e bluff (cioè semi-bluff). Il risultato è che giocarci contro diventa molto difficile, perché non si capisce mai se hanno una buona mano oppure no.

Sono anche in grado di analizzare un range di mani che è fatto di mani nel poker di vari livelli di forza diversi. Questa strategia assicura che, qualsiasi decisioni prendano nel puntare, abbiano mani forti in ogni parte del loro range (non è la mentalità di molti pesci, quella per cui “punto con le mani buone e faccio check o chiamo con qualsiasi altra cosa”).

2. Gli squali sanno adattarsi bene

Proprio come la fauna marittima si adatta sempre ai cambiamenti delle correnti e delle maree, gli squali nel poker sanno adattarsi ai cambiamenti in ciò che li circonda. Quindi per esempio se al tavolo tutti giocano molto tight, lo squalo adatterà il suo gioco per trarne vantaggio.

Se invece le dinamiche del tavolo sono troppo loose, lo squalo giocherà più tight e aspetterà il momento giusto per colpire. Se un giocatore va in tilt, lo squalo sa come adattarsi al meglio per sfruttare le difficoltà dell’avversario e massimizzare il suo vantaggio.

Insomma, gli squali sono sempre pronti a valutare gli avversari, le dinamiche del tavolo e i giochi di poker in generale, per poter poi cambiare il loro modo di giocare e sfruttare questi fattori nel modo più efficace.

3. Gli squali sono aggressivi

I giocatori aggressivi hanno due modi di vincere. Il primo è avere la migliore mano al momento di mostrare le carte, il secondo è far foldare l’avversario. I giocatori passivi, invece, vincono i piatti solo quando hanno le carte migliori.

Quindi, giocando in maniera aggressiva gli squali aggiungono al loro gioco il concetto di “fold equity”. E questo non solo gli permette di vincere più piatti in cui non si arriva a vedere le carte, ma anche di mettere gli avversari alle strette e lasciarli sempre con il dubbio (“sta bluffando o ha una buona mano?”).

4. Gli squali studiano quando non sono al tavolo

Il poker è un gioco in continua evoluzione. Nuove teorie ed ulteriori strategie di poker appena perfezionate vengono, appunto, scoperte e discusse in continuazione, quindi gli squali non si concentrano sul poker solo quando sono al tavolo da gioco, ma lo fanno anche quando non ci sono.

Che si tratti di vedere video, leggere libri sul poker, discutere di mani o di concetti con altri giocatori, esercitarsi con i solver, girare per i forum, seguire i vlogger di poker del momento o rifinire il database di appunti sugli avversari, gli squali cercano sempre un modo di migliorare il loro gioco. In questo modo possono massimizzare le loro vincite al tavolo usando sempre le migliori strategie possibili.

5. Gli squali valutano regolarmente la loro scelta dei tavoli e delle posizioni

Quando pensate alla rake che viene raccolta ogni mano o ogni mezz’ora, vuol dire che al tavolo c’è un giocatore perdente a lungo termine (o più di uno), che può aiutare a pagare la rake (e quindi anche aiutare a migliorare i profitti ogni ora).

Quindi gli squali cercano continuamente giocatori deboli e valutano regolarmente se c’è un tavolo migliore (con più possibilità di profitto) dove giocare. In più, quando un giocatore lascia il tavolo e si libera un posto, gli squali pensano sempre se è vantaggioso sedersi lì (per esempio se mette direttamente in posizione rispetto a un pesce grande o a una balena).

6. Gli squali sanno a memoria il loro range di mani a seconda della posizione

Per compensare il fatto che un giocatore non è in posizione dopo il flop in una mano, i giocatori seduti alla destra del bottone devono giocare un range di mani molto più ristretto rispetto a quelli che sono più vicini al bottone.

Gli squali sanno a memoria con quali mani aprire dalle varie posizioni al tavolo da poker (hanno studiato tabelle con diversi range di mani). E sanno anche quando deviare da queste mani, se una situazione in particolare lo richiede.

7. Gli squali prendono nota delle tendenze degli altri giocatori

Nel poker c’è un vecchio adagio, “gioca il giocatore”. Molti dei vostri avversari avranno dei difetti importanti e delle tendenze che potete sfruttare e capitalizzare.

Quindi è importante prenderne nota, in modo che la prossima volta che affronterete un determinato avversario saprete di cosa avete bisogno per massimizzare il vostro profitto e il vostro vantaggio nei suoi confronti.

8. Gli squali riguardano costantemente le mani che gli hanno creato problemi

Per migliorare, gli squali si segnano mani specifiche durante la sessione di gioco che gli hanno creato dei problemi. Segnandole per rivederle, possono analizzare la mano al termine della sessione e determinare quali sarebbero state le cose giuste da fare.

Ripetendo questo processo con frequenza e con un’ampia varietà di mani, gli squali si allenano a sapere sempre qual è la cosa migliore da fare, indipendentemente dalla situazione.

9. Gli squali sono diventati insensibili al denaro

Gli squali pensano al denaro che hanno durante la partita in termini di “big blind”. Che siano 10 euro in una partita 0,05/0,10 o 5000 a 25/50, fiches poker a parte in ogni caso per loro si parla sempre di 100 big blind.

Giocando abbastanza mani da abituarsi agli alti e bassi e alla varianza, gli squali possono permettersi di giocare in maniera ideale in ogni situazione, senza avere addosso quella pressione da “posso vincere o posso perdere una cifra X in questa situazione”, che può avere effetti (negativi) sul loro processo decisionale.

Avere un bankroll sufficiente per il livello di puntata a cui si gioca è un’altra cosa che permette ai giocatori di diventare insensibili agli alti e bassi perché, indipendentemente da come vanno le cose, si hanno comunque abbastanza soldi per giocare.

10. Gli squali hanno il controllo delle loro emozioni

Molti giocatori sono perdenti semplicemente perché non sono in grado di gestire in maniera efficace le proprie emozioni al tavolo dopo aver sofferto una perdita pesante o una bad beat. Invece gli squali sono in grado di gestirsi attraverso le situazioni peggiori, continuando a giocare nella maniera ottimale e cercando le varie opportunità di ottenere +EV.

Avete quello che ci vuole per essere uno squalo nel poker? Se volete mettere in pratica questi consigli, vi aspettano i nostri nuovi tavoli migliorati, per vedere se siete già in grado di essere superiori ai pesci!

Buona fortuna al tavolo da gioco!

December 16, 2024
Matthew Cluff
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Matthew Cluff è un giocatore di poker specializzato nelle partite 6-Max No Limit Hold’em. Inoltre si occupa regolarmente di contenuti di poker online per vari siti.

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IL BOTTONE - CONCETTI DI STRATEGIA DI BASE

La strategia poker per il bottone

Questa è una guida di base su quali strategie di poker siano da seguire quando giochiamo in posizione di BTN (bottone). Tra i giochi di poker, sceglieremo esempi da cash game NLHE, ma molti dei concetti saranno ovviamente validi anche per altri formati come i tornei o il PLO.

Intanto, ricapitoliamo le caratteristiche più importanti del BTN (bottone) a poker.

  • La miglior posizione poker al tavolo;
  • è sicuro di essere in posizione dopo il flop;
  • posizione eccellente per prendersi le blind;
  • agisce per terzultimo nel preflop (le nostre chiamate possono subire overcall o squeeze).


Il bottone - una visione generale

Lo scenario che porta maggior profitto è quando l’azione viene foldata fino al BTN nel preflop, il che ci permette di rubare le blind. I buoni giocatori di poker cercano di rubare in maniera molto aggressiva quando sono in posizione di BTN (circa il 50% delle mani).

Rubare - Quando un open-raise viene fatto dalla SB (small blind), dal CO (cutoff) o dal BTN (bottone). 

Un’apertura da una delle posizioni finali viene considerata “un tentativo di rubare”, grazie all’eccellente possibilità di vincere le blind senza dover per forza arrivare al flop.

Il BTN riesce a rubare con successo se sia la BB (big blind) che la SB (small blind) foldano di fronte all’apertura del BTN.

Anche se questo è il nostro scenario preferito, ci sono opportunità di profitto che si presentano anche quando noi affrontiamo degli open-raise. Visto che è sicuro che saremo in posizione nel postflop (qualsiasi cosa accade), possiamo prendere di mira gli open-raise degli avversari con chiamate e con 3bet.

Nonostante l’evidente capacità di fare profitto di questa posizione al tavolo, non possiamo chiamare wide come faremmo in posizione di BB di fronte a delle aperture. Il BTN deve comunque preoccuparsi del fatto che le sue chiamate potrebbero subire overcall o squeeze da parte delle blind.

Quindi, anche se proviamo a giocare aggressivi negli scenari in cui siamo noi a fare open-raise, la nostra voglia di conquistare il piatto deve essere in qualche maniera contenuta quando siamo noi ad affrontare le open-raise degli altri.

Visione strategica sul buttone

Rubare in maniera molto aggressiva quando l’azione viene foldata fino a noi. Cercare di sfruttare la posizione al tavolo da poker con chiamate e 3bet quando si affrontano aperture degli altri.

Statistiche:

  • Frequenza raccomandata di cold call: circa il 10%.
  • Frequenza raccomandata di 3bet: circa il 9%.
  • Frequenza raccomandata di raise per primo: circa il 48%.

(Ricordate che queste statistiche prendono in considerazione un range di diverse dimensioni di apertura)

Esempi di range dal BOTTONE

In questa sezione vedremo alcuni esempi di range dal bottone, in modo da avere una comprensione di base delle mani con cui chiamare, foldare o fare raise da questa posizione.

Difesa da BTN vs Apertura da CO

Viola: Range per il re-raise (3bet)
Blu: Range per la cold call

Difesa da BTN vs Apertura da CO

Questo grafico rappresenta un esempio di range per difendere contro un 3bb open-raise da CO.

Se il CO fa un open-raise più piccolo, dovremmo difendere in maniera più wide, ma ne parleremo dopo. Notate che il range per la 3bet (re-raise) va molto verso mani che hanno una equity alta. Ha senso non fare 3bet con un bluff con mani speculative nella maggior parte delle partite, perchè i giocatori non foldano quanto dovrebbero quando si trovano davanti a una 3bet.

Difesa da BTN Defence vs Apertura da Lojack

Viola: Range per il re-raise (3bet)
Blu: Range per la cold call

Difesa da BTN Defence vs Apertura da Lojack

La differenza più importante dovrebbe essere subito evidente. Quando affrontiamo un’apertura da una posizione precedente, difendiamo dal bottone con un range di mani più ristretto.

Range di Raise First In dal Bottone

“Raise first in” significa fare open-raise nel preflop dopo che tutti quanti prima di noi hanno foldato. Abbiamo già detto che questa è una grande opportunità di rubare le blind quando giochiamo in posizione di bottone.

Range di Raise First In dal Bottone

Questo range arriva a circa il 48% delle mani. Facciamo un raise aggressivo, sperando di rubare le blind, ma abbiamo comunque dei limiti oltre cui non possiamo spingerci. Se cerchiamo di fare open-raise in maniera troppo aggressiva, dei giocatori competenti nelle blind possono sfruttare questa strategia.

Detto questo, la maggior parte degli avversari nelle blind non sa come affrontare un’apertura aggressiva dal bottone. Non è raro sentire di giocatori che in alcuni ambienti fanno raise dal bottone con successo con il 70% delle loro mani, o anche con una percentuale maggiore.

Bottone contro le 3bet delle blind

Se cerchiamo di rubare dal bottone in maniera aggressiva, di tanto in tanto ci ritroveremo ad affrontare delle 3bet da parte delle blind. Questo range esemplificativo ci dà un’idea di quello con cui dovremmo chiamare e di quello con cui dovremmo fare re-raise (4bet).

Blu = Chiamata contro 3bet
Viola = Re-raise (4bet) contro 3bet

BTN vs Blinds 3bet

Possiamo notare che tendiamo verso il re-raise (4bet) solo con mani che hanno equity alta. Bluffare con una 4bet non è consigliabile nella maggior parte degli ambienti, visto che l’avversario medio non folda tanto quanto dovrebbe contro le 4bet.

Adattamenti importanti

È fondamentale capire che i range di esempio devono essere utilizzati come una guida a grandi linee e non come una regola. In pratica, significa che ci ritroveremo a cambiare questi range di difesa a seconda di un numero di variabili. E capire bene queste variabili ci aiuterà a prendere decisioni buone al volo.

La dimensione di puntata dell’avversario - Maggiore è la dimensione dell’open-raise dell’avversario, più tight dobbiamo difendere.

Formazione - Più la posizione del nostro avversario è finale, più possiamo difendere wide.

Letture - Per esempio se il nostro avversario folda troppo contro 3bet e 4bet possiamo fare 3bet e 4bet in maniera più aggressiva.

Abilità dell’avversario - Se il nostro avversario non è un buon giocatore, a livello generale possiamo giocare con un numero maggiore di mani.

Steal – Se i giocatori nelle blind foldano troppo, possiamo fare open-raise dal bottone con un range più ampio, a volte anche con qualsiasi mano.

Cold-call – Se i giocatori nelle blind sono tight e fanno squeeze di rado, possiamo, tra le azioni poker, permetterci di chiamare più mani al bottone.

Altri scenari

Iso Raise – Questa situazione è quella in cui facciamo un raise dal bottone di fronte a una open-limp. Visto che siamo sicuri di essere in posizione nel postflop, il bottone è la posizione migliore per fare iso-raise. Quindi possiamo fare raise in maniera aggressiva (anche se di solito in maniera meno aggressiva come quando siamo noi a fare il primo raise da questa posizione).

Iso-raise – Un raise nel preflop fatto contro un avversario che ha limpato.

Altri scenari

Overcalling/Squeezing – Overcalling e squeezing sono termini che si riferiscono a scenari che riguardano tre giocatori. Quando si affrontano due avversari dovremmo fare 3bet (squeeze) con un range più ristretto e riservare le nostre chiamate (overcall) per mani speculative con un buon potenziale per colore o per connettori.

Overcall – Una chiamata fatta dopo che un giocatore ha già chiamato prima di noi nella street attuale.

Squeeze – Una 3bet fatta dopo che c’è stato almeno un giocatore che ha chiamato contro un open-raise.

Per fare un paragone, ecco come dovrebbe essere il range di squeezing/overcalling dal bottone quando si affrontano un’apertura da HJ e una chiamata da CO.

Viola: Range per il re-raise (squeeze)

Blu: Range per l’overcalling
 

Un caso di squeeze
December 16, 2024
Timothy Allin
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Timothy "Ch0r0r0" Allin è un giocatore professionista, coach e autore. Ha iniziato a giocare nel 2006, partendo da zero e aumentando il suo bankroll online in maniera costante senza mai depositare alcun dollaro. Dopo aver partecipato (e vinto) ad alcune tra le manifestazioni più prestigiose, ora condivide le sue esperienze e opinioni sul magazine di 888poker.

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5 consigli per battere una calling station nel poker

Cos’è una calling station nel poker

A poker per calling station si intende un giocatore che trova difficile, se non impossibile, rinunciare a giocare una o più mani nel poker. Il suo gioco è caratterizzato da una cifra enorme di chiamate, soprattutto con mani deboli e marginali che dovrebbero chiaramente essere foldate.

Dalla definizione dovrebbe essere evidente che calling station non sono buoni giocatori di poker. Foldare nel poker è essenziale, sapere quando farlo è ciò che separa i perdenti da quelli che vincono parecchio.

Nonostante ciò, le calling station non sono sempre avversari contro cui è facile giocare. E questo è vero soprattutto se il nostro gioco tipico prevede di bluffare frequentemente. Le calling station possono fare molto male ai giocatori che bluffano molto.

Quindi, qual è l’approccio migliore per battere avversari che non foldano mai? Ecco i nostri consigli.

Consiglio 1 – Non bluffare! Mai!

In una situazione specifica può sembrare che bluffare abbia senso. Ma quando il nostro avversario, che è una calling station, fa una chiamata pazzesca con una Donna come carta più alta e si porta via il piatto, ci rendiamo immediatamente conto che non è stata una grande idea.

Un adattamento necessario quando si affronta una calling station è evitare praticamente del tutto i bluff.

Consiglio 2 – Fate value bet senza sosta (e niente slowplay)

Il concetto chiave di questo consiglio è che contro le calling station si genera una buona percentuale di vincita facendo mani e facendo value bet senza sosta.

Sappiamo che il nostro avversario pagherà molto spesso le nostre value bet, quindi diventa un grande errore non puntare quando abbiamo una mano fatta forte. Dovremmo evitare la tendenza di fare slowplay contro le calling station, anche se magari possiamo essere tentati a seguire queste strategie di poker!

Consiglio 3 – Fate value bet di forza relativa

Se dovessimo aspettare solo di avere mani forti, giocheremmo in maniera abbastanza tight e passiva. Ma al contrario di quello che si pensa, contro le calling station è meglio giocare un poker aggressivo. L’importante è assicurarsi di farlo con il tipo giusto di mani.

Bluffare chiaramente non è un’opzione, quindi rimpiazziamo questi bluff con value bet di forza relativa. Un termine che indica che la mano con cui puntiamo non è fortissima, ma che comunque pensiamo possa essere pagata da un numero abbastanza buono di mani peggiori in modo che porti profitto.

Un esempio potrebbe essere fare una value bet al river con una mano di tipo second pair. Magari con una mano del genere di solito faremmo check, affrontando un avversario che gioca bene. Ma sappiamo che una calling station sarebbe in grado di pagare con la coppia più bassa possibile o persino con mani con una sola carta alta.

Consiglio 4 – Attenzione all’aggressività

La maggior parte delle calling station è passiva. È improbabile che questa tipologia di giocatore giochi in maniera aggressiva senza avere mani forti fatte. Anche se ovviamente questa generalizzazione non è sempre vera. Ad alcune calling station piace anche bluffare, ma la tipica calling station, tra le azioni disponibili nel poker, fa quasi sempre check o chiamate.

Quindi, se una calling station passiva comincia a puntare e farci raise, ha senso credere che abbia una buona mano. E probabilmente ne ha una così buona da batterci.

Questa particolare tendenza rende ancora più semplice per noi fare value bet con forza relativa nelle street finali. Se il nostro avversario calling station ha una mano che ci batte sicuramente, probabilmente ha fatto raise nelle street precedenti.

Consiglio 5 – Depolarizzazione nelle prime street

Giocare “solamente per valore” potrebbe dare l’idea che per cominciare a puntare al flop abbiamo bisogno di almeno una coppia. Questo non è totalmente esatto, persino contro le calling station.

È assolutamente possibile puntare su alcune mani non fatte nelle prime street, dobbiamo essere solamente intelligenti nel modo in cui lo facciamo.

Puntare su una scala a incastro con il 6 come carta più alta non ha comunque senso, visto che quando ci si trova davanti a un avversario incapace di foldare una mano con il Q come carta più alta il risultato sarà negativo.

Se puntiamo su dei progetti, di solito dovremmo usare mani che possano avere un minimo di valore al momento di girare le carte. Per esempio ha senso puntare sia al flop che al turn con AQ se a tavola c’è KT5 arcobaleno, se sappiamo che l’avversario è una calling station.

Non solo è possibile che l’avversario chiami con un range molto ampio di mani peggiori, ma aumentiamo il valore del piatto per una bella vincita, in caso di vittoria della mano.

Adattarsi ai singoli avversari

Anche se il profilo pokeristico di base di una calling station è loose e passivo, rischiamo di generalizzare troppo. Potremmo incontrare una calling station che fa un sacco di bluff-raise.

E anche se questa situazione non è molto comune, dovremmo osservare con attenzione la nostra calling station, per cercare di capire se determinati aggiustamenti sono da incentivare. Di base, se una calling station ci fa raise noi foldiamo spesso, ma in alcuni casi potremmo dover adattare questa strategia.

Un’altra tendenza più comune che alcune calling station mettono in mostra è quella a sopravvalutare le mani già fatte. Per esempio fare raise con una coppia debole al flop, cercando di giocare per uno stack da 100bb.

Forse è il caso di prendere appunti scrivendo cose come “per questo giocatore qualsiasi coppia alta è il nuts”, per assicurarci di non foldare in futuro con una coppia alta e un kicker decente.

Anche io sono una Calling Station?

Per quelli che usano dei software per tracciare il proprio gioco, è possibile fare un paio di controlli rapidi per assicurarci di non pagare in maniera troppo wide.

 Un indicatore comune del fatto che forse chiamiamo in maniera troppo wide è una linea che sale (positiva). Anche se i giocatori che vincono potrebbero a volte avere linee positive per ragioni totalmente diverse, la maggior parte delle calling station ha linee positive.

Controllate la statistica di fold di fronte a una c-bet al river. Di solito chi gioca online con limiti bassi ha una statistica di fold al river di fronte a una c-bet che si aggira al 60%, ma questo statisticamente dipende dal fatto che l’avversario medio nelle partite a limiti bassi non bluffa al river abbastanza spesso.

Se vediamo che la nostra statistica di fold è del 50% o più bassa (su un numero abbastanza alto di mani), questa percentuale è un indicatore ragionevole del fatto che stiamo pagando in maniera troppo wide contro le puntate dell’avversario.

December 15, 2024
Timothy Allin
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Timothy "Ch0r0r0" Allin è un giocatore professionista, coach e autore. Ha iniziato a giocare nel 2006, partendo da zero e aumentando il suo bankroll online in maniera costante senza mai depositare alcun dollaro. Dopo aver partecipato (e vinto) ad alcune tra le manifestazioni più prestigiose, ora condivide le sue esperienze e opinioni sul magazine di 888poker.

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Con quanti soldi si comincia nel poker; quanti ne servono davvero

C’è una cosa che piace a tutti riguardo il gioco del poker: I SOLDI! La possibilità di ottenere un profitto è ciò che fa la differenza tra il poker e altri giochi da tavolo basati sull’abilità come, ad esempio, Scarabeo o gli scacchi.

I giochi di poker sono unici, perché permettono di trasformare un piccolo bankroll in una fortuna.

Ma sappiamo tutti come si dice: per fare soldi, bisogna investire e spendere soldi.

Quindi, quando si tratta di giocare a poker, quanti soldi servono davvero?

Abbiamo già parlato del budget per giocare a poker e con questo contenuto originale, entrando sempre più nello specifico, risponderemo alle seguenti domande:

  • Con quanti soldi si comincia a giocare a poker?
  • Quanti soldi servono per giocare a poker al casinò?
  • Quanti soldi servono per giocare a poker a livello di giocatori professionisti di poker?

Le basi - Con quanti soldi si comincia a giocare a poker?

Prima di tutto cominciamo dalla cosa fondamentale, ovvero quanti soldi servono per cominciare a giocare a poker. Questo dipende se si gioca nei cash game o nei tornei.

Le basi: Con quanti soldi si comincia a giocare a poker?

In un cash game, una fiche = un euro/dollaro. C’è un rapporto diretto di 1 a 1.

Continuando con questa logica, una fiche da 25 vale, appunto, 25 euro/dollari.

Semplice!

I tornei di poker invece funzionano con un sistema di costo di entrata.

Per esempio comprate l’ingresso a un torneo da 100 euro e ricevete 20mila fiches.

I cash game

Con quanti soldi si comincia a giocare a poker?

Ora che sappiamo che ogni numero di fiches rappresenta un valore equivalente in euro/dollari, parliamo dei soldi che servono per entrare in un cash game.

Questo dipende essenzialmente da due fattori: le blind e la dimensione del buy-in.

Ecco come si indicano normalmente i livelli di puntata:

  •  $1/$3 (100-300);
  • $2/$5 (300-500);
  • $5/$10 (1000+).

Ed ecco un riassunto di quello che significa tutto questo.

1) $1/$3 (100-300):

  • La small blind è un dollaro, la big blind è 3 dollari.
  • La cifra minima da giocare nella mano è di 3 dollari (ma di solito costa di più a seconda di come si svolge l’azione).
  • Per entrare in questa partita, dovete fare un buy-in di almeno 100 dollari e al massimo di 300

2) $2/$5 (300-500):

  • La small blind è 2 dollari, la big blind è 5 dollari.
  • Le mani sono più costose rispetto alla partita $1/$3 e i costi possono diventare importanti velocemente.
  • Il buy-in minimo è di 300 dollari, con un limite massimo di 500.

3) $5/$10 (1000+):

  • La small blind è 5 dollari, la big blind è 10 dollari.
  • Il buy-in minimo per questa partita è di 1.000 dollari.
  • Non c’è limite, quindi potete iniziare a giocare con qualsiasi cifra volete.

È fondamentale sapere che non si può entrare in una partita con meno del buy-in minimo del tavolo per le puntate specificate.

Quindi i soldi per cominciare dipendono dalle dimensioni di puntata del tavolo a cui giocate, che sono legate alle blind.

I tornei

Con quanti soldi si comincia a giocare a poker?

I tornei: Con quanti soldi si comincia a giocare a poker?

I tornei operanp in modo molto diverso rispetto ai cash game quando si tratta di capire con quanti soldi si comincia. Invece di un rapporto di 1 a 1 tra fiches e denaro, i tornei usano un modello che ha un costo di entrata e i giocatori ottengono delle fiches che costituiscono il loro stack iniziale.

Ecco come funziona.

1) Il buy-in e le fiches di partenza

  • In un torneo si paga una cifra di entrata, come per esempio 100 euro, per partecipare.
  • Per questa cifra ricevete un numero di fiches prestabilito, come per esempio 20mila.
  • Questi fiches non hanno un valore monetario diretto, ma servono solo a giocare durante il torneo.

2) Il ruolo delle fiches

  • Il numero delle vostre fiches iniziale determina la vostra posizione iniziale nel torneo, ma non ha nessun impatto sul vostro investimento finanziario oltre alla cifra spesa per entrare.
  • Tutti i giocatori iniziano con lo stesso numero di fiches, il che crea una situazione iniziale di equilibrio.

3) Progressione del torneo e montepremi

  • L’obiettivo in un torneo è accumulare fiches vincendo piatti e sopravvivere al tavolo da poker più a lungo degli avversari.
  • A differenza dei cash game, non si possono mettere altri soldi (o altre fiches) durante il torneo, una volta finite le fiches siete eliminati.
  • E a differenza dei cash game, le blind aumentano, quindi giocare diventa più costoso con il passare del tempo.

Per esempio:

  • In un torneo da 50 euro potreste ricevere 10mila fiches. Se entrano 100 giocatori il montepremi è di 5.000 euro (meno la rake, che è la percentuale che si prende il casinò), che vengono distribuiti tra i giocatori che si piazzano meglio.

Per il budget a poker la differenze fondamentale è tra tornei e cash game

Differenze fondamentali: tornei e cash game
  • Costo di entrata contro buy-in: in un cash game decidete voi (con dei limiti) quanti soldi portare al tavolo. In un torneo, la cifra di entrata determina lo stack iniziale.
  • Valore delle fiches: le fiches poker dei tornei non hanno alcun valore al di fuori dell’evento, mentre nei cash game le fiches rappresentano soldi veri.
  • Opzione di rebuy: in un cash game potete sempre fare rebuy se perdete tutto o se rimanete con poche fiches. Non c’è limite alle volte in cui potete attingere dal vostro portafogli in un cash fame. Ma i tornei permettono i rebuy solo all’inizio, prima che chiudano le registrazioni. Dopo di che, l’eliminazione è definitiva, come si dice in gergo pokeristico "si esce".

Nei tornei la cifra con cui “si comincia” è la cifra di entrata, ma il gioco vero si basa su fiches dal valore puramente simbolico.

La differenza più importante è la possibilità di fare rebuy.

La natura dei tornei, con la possibilità dell’eliminazione improvvisa e definitiva, cambia di parecchio il modo di giocare. Quando si è fuori si è fuori, a differenza dei cash game, quando si possono comprare altre fiches fino a che il portafoglio lo permette.

La regola d’oro per i cash game

Quanti soldi servono per giocare a poker al casinò?

Ok, ora che avete capito le differenze nello stack iniziale tra cash game e tornei, quanti soldi servono per cominciare a giocare a poker?

Quanti soldi servono per giocare a poker al casinò?

Servono più soldi per giocare a poker al casinò di quanti ne servano per giocare online.

La regola d’oro per i cash game

Online i livelli di puntata partono da molto più in basso. In un casinò, i cash game e i tornei più economici avranno entrambi un livello minimo di entrata sui 100 euro. Il poker online è molto più tranquillo per quanto riguarda il bankroll, si può entrare in un cash game o in un torneo per meno di 10 dollari.

I giocatori principianti di poker dovrebbero fare allenamento online, perché i costi sono meno pesanti. E poi partendo dall’online si impara a giocare a poker più velocemente.

É il caso di seguire alla lettera la REGOLA D’ORO PER I CASH GAME: avere sempre 100 big blind.

Se potete, non fate buy-in inferiori a questa cifra, perché sarete parecchio in svantaggio rispetto a giocatori che possono permettersi stack più grandi del vostro. Questa situazione vi costringerà ad andare all-in prematuramente nel pre-flop o nel flop, invece di avere la possibilità di arrivare alle street seguenti.

E anche se tecnicamente potete fare un buy-in di 100 dollari a un tavolo $1/$3 table, vi mettete in una situazione complicata. Non vi conviene sedervi a quel tavolo senza avere almeno 300 dollari (i 3 dollari della big blind moltiplicati per 100).

Ricordatevi che probabilmente vi conviene avere di riserva anche i soldi per altri buy-in.

Quindi, quanti soldi servono per giocare a poker al casinò? Per i cash game, 100 big blind.

Quanti soldi servono per giocare a poker a livello professionistico?

Quanti soldi servono per giocare a poker a livello professionistico?

Quando si ha un lavoro non è la fine del mondo se si butta via il proprio budget per il poker, perché comunque i soldi arrivano da un altro stipendio. Ed ecco perché i giocatori di poker “normali” possono permettersi di giocare in maniera un po’ più loose con il loro bankroll quando provano a conquistare il titolo al prossimo WPT Poker Tour.

Chi gioca a livello professionistico non se lo può permettere.

Quanti soldi servono per giocare a poker a livello professionistico? Molti di più di quanti immaginate!

Generalmente servono un minimo di 25 buy-in per i cash game e 100 buy-in per i tornei. Questa stima è anche ragionata a livello conservativo e parte dal presupposto che siate un giocatore abile e in grado di ottenere profitto.

(Nessuna cifra può trasformare un giocatore che perde in uno che vince!).

  • Molti giocatori di poker diventano professionisti al livello $2/$5, il che significa che per iniziare hanno bisogno di 25 buy-in da 500 dollari, dunque 12500 dollari, se il poker è la vostra unica fonte di guadagno.
  • I tornei hanno una varianza maggiore, ed ecco perché c’è bisogno di un margine di manovra maggiore. Tornei con un numero maggiore di partecipanti richiedono un bankroll ancora maggiore rispetto al livello dei 100 buy-in.

Giocate a un limite in cui vi sentite a vostro agio a livello finanziario. E per molte persone questo significa cominciare giocando online, dove le cifre in palio sono inferiori.

E non sottovalutate il potere di partire dal basso. Molti high roller hanno cominciato, appunto, giocando appena per qualche centesimo!

*Il testo dell'articolo è stato redatto da Amanda Botfeld.

December 6, 2024
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KRISTEN E JEANNE ENTRANO NEL 2024 NELLA WOMEN HALL OF FAME

Le stanze da poker e i tornei una volta erano in pratica parte di club per soli uomini, con una manciata di donne presenti nella stanza media; ancora, i tornei di poker più importanti vedevano una partecipazione quasi esclusiva degli uomini, con pochissime donne che si univano all’azione.

Ma anche se ancora oggi le donne sono molte di meno degli uomini nei tornei e nelle stanze in cui si gioca, le cose sono comunque cambiate radicalmente. Le giocatrici di sesso femminile sono più accettate e gli eventi per sole donne hanno aiutato ad attrarre nuove giocatrici verso il poker.

La Women in Poker Hall of Fame (WiPHoF) lavora per il riconoscimento delle giocatrici.

È nata nel 2008 per aiutare a celebrare “l’eccellenza, il contributo e la performance nel poker”, introducendo nuovi membri, in media, ogni due anni.

Women in Poker Hall of Fame – Classe del 2024

Kristen Foxen e Jeanne David sono gli ingressi del 2024 ed entrano ufficialmente nella Hall of Fame durante la cerimonia che dell'11 dicembre al Plaza Hotel and Casino di Las Vegas.

Il processo di selezione ha visto 52 donne nominate con un sistema di nomination pubbliche.

Il numero è poi stato ridotto a otto, con i membri attivi della Hall of Fame e più di 1200 votanti della community del poker per scegliere chi sarebbe entrato a far parte dell’elenco.

Assieme a Foxen e David, è anche stato annunciato che Starla Brodie sarà la prima a essere inserita nella Hall of Fame nella sezione “pionieri”.

“La Classe del 2024 è composta da un gruppo stellare di donne e noi le festeggiamo”, è stato il commento alle ultime selezioni in una nota ufficiale.

Membro della Classe del 2024 - Kristen Foxen

Kristen Foxen entra nella Hall of Fame nel 2024

Pochi giocatori si avvicinano ai numeri di questa giocatrice, nata a St. Catherines, Ontario, Canada. Foxen ha cominciato a giocare partite casalinghe quando era al college, prima di lanciarsi nel poker online e di partire per giocare tornei nei weekend.

Quando ha cominciato ad accumulare vincite, ha lasciato la scuola per lanciarsi nella carriera di giocatrice professionista a tempo pieno.

Ma qual è per lei la parte più divertente del sedersi al tavolo da gioco?

“Il fatto che ogni mano è unica e rappresenta una sfida”, ha spiegato di recente alla rivista Card Player. “Puoi provare a studiare determinate situazioni e a prepararti al meglio, ma ogni singola mano è del tutto unica.

Quindi penso che la parte che preferisco è l’aspetto strategico, è quasi come sentirsi un piccolo detective che indaga sulla miglior decisione da prendere”.

Foxen è salita alla ribalta nel mondo del poker nel 2013, quando ha vinto il suo primo braccialetto alle World Series of Poker:

  • Ha portato a casa il $1,000 Ladies Championship, vincendo 174mila dollari. E poi sono arrivati altri premi.
  • Ha vinto un altro braccialetto nel 2016, nel $1,500 bounty NLHE, per un totale di 290mila dollari.
  • E poi ha vinto braccialetti in eventi online nel 2020, nel 2023 e nel 2024.

I suoi cinque braccialetti la pongono davanti a qualsiasi altra giocatrice e al momento ha vinto oltre 8,5 milioni di dollari in tornei dal vivo.

Foxen ha fatto ulteriormente notizia nell'estate 2024, quando molti appassionati hanno tifato per lei durante la sua partecipazione al Main Event delle WSOP. Alla fine è arrivata al tredicesimo posto, vincendo 600mila dollari.

Oltre che alle WSOP, Foxen è arrivata al tavolo finale di diversi eventi del World Poker Tour e dell’European Poker Tour e ha ottenuto vincite importanti online.

La WiPHoF ha scritto di lei in una nota: “Anno dopo anno, continua a fare passi da gigante nel suo gioco”.

Membro della Classe del 2024 - Jeanne David

Questo nome potrebbe non dire molto alla maggior parte dei giocatori amatoriali di poker, ma se state cercando un posto dove giocare a poker a Las Vegas, David ha avuto un ruolo importantissimo nel portare il poker a un numero sempre maggiore di donne.

È stata fondamentale per la sua legalizzazione, per l’invito al gioco responsabile e per la promozione del gioco. Questa giocatrice di base a Las Vegas ha lavorato come responsabile di PokerStars per il gioco responsabile e adesso scrive di poker.

“Le pratiche di gioco responsabile nel gioco online non esistevano prima che io cominciassi a fare quel lavoro”, ha detto di recente David a Poker.org.

“Per un po’ c’ero solo io, ma alla fine lavoravo con un gruppo di 15 persone, il che è un qualcosa di incredibile. Ho fatto quel lavoro per 15 anni, cinque dei quali vivendo sull’Isola di Man, prima di andare in pensione nel 2020”.

Tra i suoi risultati più importanti ci sono dei lavori a livello legislativo sia negli Stati Uniti che in Europa, nella promozione della regolamentazione del poker online. I suoi sforzi hanno contribuito alla possibilità di giocare online negli stati americani del Michigan, del New Jersey, della Pennsylvania e del Nevada.

Questa azione per regolamentare il gioco hanno incluso spesso viaggi per parlare di come gli operatori possono incorporare il gioco responsabile nel poker online. Al riguardo ha anche parlato al Parlamento olandese e alla Commissione Britannica per il gioco d’azzardo.

Dopo essere andata in pensione, David ha continuato a giocare e ora promuove tornei di giochi misti dalle parti di Las Vegas e offre lezioni gratuite alle donne che vogliono imparare a giocare a poker.

“Il mio cervello vuole lavorare molto più velocemente di quanto io possa permetterglielo”, ha spiegato. “Quindi per me il no limit è uno dei giochi più noiosi che si possano giocare.

Ho cominciato a giocare a stud quando avevo sette anni, mi ha insegnato mio nonno e quindi gioco da una vita. E quando ho imparato a giocare a Texas Holdem ho pensato ‘no no, preferisco giocare a giochi misti’”.

Membro della Classe del 2024, sezione pionieri - Starla Brodie

In un periodo in cui alle WSOP dominavano gli uomini, Starla Brodie ha simboleggiato l’elemento di rottura femminile nel poker. Nel 1979 è diventata la prima donna a vincere un torneo open (in cui potevano giocare sia donne che uomini) alle WSOP.

Brodie ha fatto coppia con la leggenda del poker Doyle Brunson in un torneo a coppie miste da 600 dollari e ha vinto il che le ha fatto incassare 4.500 dollari, che al giorno d’oggi sarebbero quasi 20mila.

A quei tempi i partecipanti ad alcuni eventi erano limitati e il poker, nonché la “caccia al braccialetto” non era così considerato come al giorno d’oggi. Vedere una donna giocare era un evento raro.

Ma Brodie non aveva finito di vincere, visto che ha portato a casa un altro braccialetto nel 1995, nel $1,000 Women's Seven Card Stud, vincendo 35mila dollari. Il torneo è poi passato a essere di No-Limit Hold'em e adesso si chiama $1,000 Ladies Championship.

Tra i nomi importanti che hanno vinto questo titolo ci sono quelli di Kristen Foxen, Jennifer Tilly, Barbara Enright, Susan Isaacs e Jessica Dawley.

Gli organizzatori della Hall of Fame hanno scritto che Brodie “non è stata solo una apripista, ma anche un’ispirazione e un modello per donne come Linda Johnson, incoraggiandole a mettersi in gioco nelle partite più importanti del mondo del poker”.

Lista completa dei membri della Women in Poker Hall Fame

Chi vuole partecipare alla cerimonia di inserimento può comprare i biglietti sul sito della Women in Poker Hall of Fame. Tra i presenti all’evento ci saranno la presentatrice Jan Fisher e Jennifer Tilly.

Ecco un’occhiata a tutti i membri introdotti nella Hall of Fame dalla sua nascita nel 2008.

 2008  Barbara Enright
 2008  Linda Johnson
 2008  Marsha Waggoner
 2008  Susie Isaacs
 2009  Cyndy Violette
 2009  Jan Fisher
 2009  June Field
 2010  Billie Brown
 2010  Kathy Liebert
 2010  Jennifer Harman
 2011  Margie Heintz
 2011  Phyllis Caro
 2011  Kristy Gazes
 2012  J.J. Liu
 2012  Kathy Raymond
 2014  Deborah Giardina
 2014  Allyn Shulman
 2016  Debbie Burkhead
 2016  Vicky Coren Mitchell
 2018  Maria Ho
 2018  Lupe Soto
 2022  Vanessa Selbst
 2022  Jennifer Tilly
 2022  Angelica Hael
 2022  Terry King
 2024  Jeanne David
 2024  Kristen Foxen

 

December 1, 2024
Sean Chaffin
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Sean Chaffin è un scrittore freelance di Crandall, Texas. I suoi articoli vengono pubblicati su numerosi siti e riviste. Seguilo su Twitter @PokerTraditions. Sean è anche il moderatore del podcast True Gambling Stories, disponibile su iTunes, Google Play, TuneIn Radio, Spotify, Stitcher, PokerNews.com, HoldemRadio.com e altre piattaforme.

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L'importanza dell'immagine al tavolo da poker

L'immagine a poker

L'immagine è tutto. È un vecchio adagio che si applica a molti aspetti della vita, ma è un concetto chiave anche nel gioco del poker. Che si tratti di un torneo o di un cash game, il modo in cui ti presenti può fare davvero la differenza per avere successo nel poker.

Gli altri possono cogliere la personalità generale di una parsona e il suo approccio al gioco, e queste informazioni possono influenzare direttamente il modo in cui i giocatori di poker ti affronteranno.

Questo fattore è decisamente essenziale per ottenere alcune chiamate o in caso di fold complessi quando ci si trova ai tavoli da poker dal vivo e online.

Negreanu gioca sulla sua immagine

Con decenni nel gioco, Daniel Negreanu ha visto proprio tutto nel poker. Ha accumulato più di $ 54 milioni in vincite nei tornei dal vivo, tra cui spiccano sette braccialetti delle World Series of Poker e due titoli del World Poker Tour.

Nell'estate 2024 ha vinto il $ 50.000 Poker Players Championship alle WSOP, uno dei titoli più ambiti tra i professionisti, con un assegno finale di $ 1,2 milioni. In una recente apparizione al podcast High Performance, Negreanu ha offerto qualche spunto su come ami speculare sulla sua immagine al tavolo, in particolare apparendo come giocatore allegro e chiacchierone, anche contro gli avversari più aggressivi.

"La mia personalità esteriore è quella di una iena che ride perché sono sempre e solo una persona che gioisce, che continua a scherzare come se non sapessi cosa sta succedendo", afferma.

"Ma sotto sotto, sono davvero un camaleonte, adattabile e sempre in grado di cambiare in base alla percezione? Penso che l'insieme di abilità più importante sia la consapevolezza, capire come le persone ti percepiscono, e poi puoi trarne vantaggio in tal senso".

Ha detto che giocatori come Phil Ivey usano un approccio più serio quando sono al tavolo: così, la personalità impenetrabile di Ivey può tenere gli avversari in bilico.
È molto silenzioso e ponderato durante le sue sessioni. Negreanu preferisce un approccio molto diverso: una personalità rilassata che contribuisce, molto probabilmente, che i giocatori continuino a mettere le loro fiches.

"Voglio che le persone percepiscano un ambiente soft", dice. "Desidero che le persone ridano e, di conseguenza, abbassino la guardia. Voglio che si sentano al sicuro e a loro completo agio. Diciamo che sono in una mano contro di te. Sto prendendo una decisione. Spesso inizio a parlare con il dealer e dico, "Cosa mi è capitato? Sono davvero così stupido? Perché ci ho pensato?"

"Ma in realtà, ti guardo per tutto il tempo mentre tu te la stai spassando e ridi perché non ti sembra che ti stia guardando. Non sono uno di quelli che è super calcolatore e fissa le persone in questo modo a lungo.

"Il mio obiettivo è quello di disarmare gli avversari, senza nemmeno che se ne rendano conto e, dopo averli superati, quando se ne vanno, gridino a tutti, 'Ehi, dove sono tutte le mie fiches da poker?'"

Immagine solida e decisa al tavolo: Chris Moneymaker

Insieme a Ivey, Chris Moneymaker ha cercato di apparire più serio e strutturato possibile durante il tavolo finale del Main Event WSOP del 2003. Ricordiamo, amici lettori, che Moneymaker, in quel momento, era semplicemente un giocatore amatoriale di poker che si era aggiudicato il suo posto nel torneo tramite una qualificazione online e non aveva, quindi, davvero nulla da perdere.

Quegli occhiali da sole per il poker, a specchio, gli impedivano di rivelare informazioni mentre stava per scrivere una pagina, anzi, un intero capitolo della storia del poker.
Al tavolo finale, il suo approccio deciso si è tradotto in grande combattività, che ha lasciato gli avversari sbilanciati e barcollanti.

"Per la prima parte del tavolo finale, ero in modalità, come su una lenta nave da crociera, cruise control", annota nel libro The Moneymaker Effect. "Non ho giocato molti piatti; non volevo essere coinvolto eccessivamente dagli altri. Il mio piano era di sedermi e lasciare che i finalisti si eliminassero da soli finché non fossimo rimasti a corto di giocatori".

Subito dopo, ha inserito una marcia più alta per trasformarsi in quello che lui chiamava "mini Stu Ungar". La sua precedente immagine da tavolo tight contrastava, ad occhio nudo, con un gioco più attivo che gli ha fatto vincere un piatto dopo l'altro. La strategia di Moneymaker ha dato i suoi frutti e alla fine ha fatto la storia e ha vinto 2,5 milioni di dollari.

"Non so cosa sia successo quando siamo arrivati ​​a tre", ha detto. "Ho iniziato a rilanciare ogni singola mano. Li stavo semplicemente distruggendo entrambi con la mia studiata aggressività".

Approcci più combattivi al tavolo

Alcuni altri giocatori potrebbero presentare approcci diversi rispetto all'immagine con la quale si accomodano al tavolo. Ad esempio, Phil Hellmuth porta regolarmente al tavolo la sua personalità da "poker brat". Il 17 volte vincitore del braccialetto WSOP è noto anche per le sue invettive, insulti e, spesso e volentieri, folli capricci.

Phil Hellmuth

Questo approccio diretto può essere esasperante per alcuni avversari, ma può anche farli uscire dal gioco, avvantaggiando Hellmuth nel suo percorso verso le fasi successive del torneo di poker

Phil Hellmuth

Un giocatore in tilt a causa degli eccessi di spavalderia di Hellmuth potrebbe essere più propenso a fare chiamate e rilanci basati non sulla classifica delle mani nel poker o su attente letture, ma semplicemente sull'emozione.

"Quando il mio sangue inizia a bollire, dopo aver perso un piatto significativo, non c'è una spiegazione sensata, in particolare ad un livello del genere, eppure è così", ha scritto Hellmuth, commentando uno dei suoi crolli al tavolo nella sua autobiografia Poker Brat.

"Consapevolmente, so che non dovrei lasciare che un brutto piatto, un'ora mal giocata o una giornata negativa mi influenzino così profondamente a livello emotivo. Inoltre, ho contezza che non dovrei rimproverare gli altri giocatori per le loro intuizioni vincenti o lamentarmi oltremodo di quanto sono stato sfortunato".

Will Kassouf

Il giocatore inglese Will Kassouf ha una strategia simile: alla stregua dei più fastidiosi cestisti NBA sul parquet, definisce il suo approccio al gioco "speech play". Quel termine nel vocabolario poker è assolutamente appropriato, dato che la sua bocca si muoveva costantemente durante il WSOP Main Event.

Durante il suo viaggio verso il 17° posto per $ 338.000, i discorsi costanti di Kassouf, le provocazioni agli avversari e il gioco lento hanno mandato letteralmente in confusione sia i giocatori che gli spettatori. Kassouf ha detto che il suo stile era mirato per tenere gli avversari in bilico, portandoli, quindi, a commettere potenziali errori.

"Guarda le tue carte e stai al posticino tuo", gli ha intimato Cliff Josephy in un momento cruciale durante il Main Event. "Non abbiamo bisogno dello spettacolo del pagliaccio".

La percezione al tavolo di Kassouf poteva senza dubbio essere fastidiosa. A volte faceva perdere la concentrazione agli avversari, come quando ha fatto un bluff enorme per far foldare un giocatore che partiva una donna.

Jamie Gold

Sebbene molto meno incisivo di Kassouf, Jamie Gold ha usato parte del suo gioco di parole e del suo gioco per vincere il Main Event WSOP del 2006 con montepremi complessivo di 12 milioni di dollari.

Aveva un talento nel convincere gli avversari a chiamare o foldare durante tutto il torneo. Gold apparentemente aveva il tocco magico, facendo sì che gli avversari chiamassero contro le sue mani forti e passassero con continuità contro quelle deboli. 

Questa strategia divenne una parte regolare della suo metodo di gioco, mettendo in difficoltà gli avversari. Non riuscivano mai a capire se stava bluffando o se aveva davvero le carte in regola.

Le chiacchiere al tavolo spesso suscitavano una reazione negli avversari che Gold sapeva leggere per adattare il suo gioco, rilanciando solo quando sembravano deboli e, viceversa, passando sempre quando sembravano forti.

Come diremmo nel gergo del poker: "sappi quando stare nel gioco e quando passare".

L'importanza dell'immagine al tavolo nel poker - Punti chiave

Usare l'immagine al tavolo può rappresentare parte di una strategia di poker a tuo vantaggio. Imparare a capire e ad avere consapevolezza di come gli altri giocatori ti percepiscono come giocatore presenta indubbiamente delle opportunità, spesso inesplorate.

  • Se preferisci uno stile più tight, i giocatori potrebbero darti più credito quando punti molto o rilanci. Aggiungi un bluff in questo caso e potresti conquistare più piatti.
  • D'altra parte, però, se giochi più mani e sei un po' più loose, gli avversari potrebbero non essere in grado di prevedere cosa potresti avere in mano. Questa lettura può dare i suoi frutti quando hai il nuts

Ribadiamolo ancora una volta, amici miei: utilizzare la propria immagine al tavolo dovrebbe essere un'arma importante nell'arsenale di ogni giocatore di poker.

December 6, 2024
Sean Chaffin
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Sean Chaffin è un scrittore freelance di Crandall, Texas. I suoi articoli vengono pubblicati su numerosi siti e riviste. Seguilo su Twitter @PokerTraditions. Sean è anche il moderatore del podcast True Gambling Stories, disponibile su iTunes, Google Play, TuneIn Radio, Spotify, Stitcher, PokerNews.com, HoldemRadio.com e altre piattaforme.

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Tecniche aggiornate di mindfulness per i giocatori di poker

Migliorare l'approccio mentale a poker

Il poker è un campo di battaglia mentale, in cui ogni decisione, ogni mano e ogni sessione richiedono concentrazione, controllo emotivo e resilienza. Eppure per molti giocatori rimanere impassibili di fronte a una bad beat, ad avversari complicati o dopo tante ore passate al tavolo sembra davvero una sfida impossibile.

Ed ecco dove interviene la mindfulness. La mindfulness è una pratica che permette di essere pienamente presenti e consapevoli dei propri pensieri e delle proprie emozioni, senza giudicarli.

In questo articolo imparerete come la mindfulness può trasformare il vostro modo di giocare a poker. Da semplici esercizi di respirazione che potete usare al tavolo da poker ad abitudini giornaliere che rafforzano la concentrazione e la regolazione delle emozioni, queste tecniche sono pensate appositamente per aiutarvi a giocare al meglio.

I principi più importanti della mindfulness per il poker

La mindfulness può sembrare una cosa stupida, ma si tratta di sviluppare alcune semplici abitudini che vi aiuteranno a rimanere con i piedi per terra e concentrati.

Ecco i principi di base:

1. Consapevolezza del momento presente

Il vostro vantaggio deriva dal concentrarvi sulle mani nel poker che avete di fronte, non su quella che avete appena perso o su quella che sperate di vincere in futuro.

La consapevolezza del momento presente significa tenere tutta la vostra attenzione sulla decisione corrente e dedicarsi in pieno all’azione, leggendo il proprio avversario o ragionando sulle dimensioni degli stack.

Principi più importanti della mindfulness per il poker

2. Osservare senza giudicare

É facile cadere nella critica di se stessi o nella frustrazione quando durante una partita ci si trova di fronte a una bad beat o a un errore. Osservare senza giudicare significa notare i vostri pensieri e le vostre emozioni senza però fissarsi al riguardo.

Invece di pensare “ho fatto quella chiamata, sono stato un idiota”, fareste meglio a ragionare dicendo “mi sento frustrato in questo momento perché ho perso quella mano”. Questo cambio di prospettiva aiuta a ridurre le reazioni emotive.

3. Accettazione

Il poker è pieno di situazioni che sono al di fuori del vostro controllo, come le bad beat, la varianza e avversari difficili da affrontare. L’accettazione significa riconoscere queste realtà senza opporre resistenza.

Nel momento in cui lasciate andare la necessità di controllare ogni risultato, siete liberi di concentrarvi su quello che invece potete controllare: le vostre decisioni e il vostro atteggiamento mentale.

Tecniche di mindfulness che potete utilizzare

La mindfulness non è solo una serie di principi, ma la si può anche usare durante le partite per migliorare la concentrazione, la capacità di prendere decisioni e il controllo delle emozioni.

Ecco quattro semplici tecniche che potete provare:

1. Respirazione controllata

Respirare profondamente è uno dei metodi più veloci per calmare la mente e resettare la concentrazione. Provate la tecnica 6-2-7 : inspirate dal naso per sei secondi, tenete il respiro per due ed espirate dalla bocca per sette.

Questo processo rallenta il vostro battito cardiaco, riduce lo stress e riporta la vostra attenzione al momento presente. Usatelo tra una mano e l’altra, durante le pause oppure ogni volta che sentite salire la frustrazione.

Tecniche di mindfulness che potete utilizzare

2. Body Scan

La tensione fisica è spesso il primo segnale dello stress. Una rapida scansione del vostro corpo può aiutarvi a rilasciare la tensione e a tornare composti. Prendetevi qualche secondo per fare un controllo mentale delle diverse parti del vostro corpo (spalle, mani, mascella, etc.) e per rilassarle in maniera conscia.

3. Pausa e reset

Dopo una mano difficile è semplice portare la frustrazione in quella successiva. Quindi, pausa e ricordatevi di concentrarvi per la prossima decisione. Anche un pausa molto breve può interrompere il ciclo del tilt e vi può aiutare a riprendere il controllo.

4. Utilizzo dei mantra

Un mantra è una breve frase calmante che potete ripetervi in silenzio per mantenere l’equilibrio. Provate qualcosa come “una mano alla volta” oppure “concentrati sulla decisione, non sui risultati”. Ripetere queste frasi può funzionare come ancora mentale, aiutandovi a rimanere con i piedi per terra e resilienti.

Tecniche di mindfulness lontano dal tavolo

Più utilizzate strategie di mindfulness, meglio andranno le cose. Ma anche se usare le tecniche di mindfulness in partita è utile, dedicare del tempo lontano dal tavolo da gioco per lavorare sulla mindfulness aumenterà rapidamente la vostra capacità di rimanere calmi e concentrati.

Ecco tre pratiche efficaci da provare:

1. Meditazione

La meditazione è uno strumento molto potente per sviluppare la mindfulness. Cominciate con 5-10 minuti al giorno. Sedetevi comodi, chiudete gli occhi e concentratevi sul vostro respiro.

Quando la mente comincia a vagare, riportate gentilmente la vostra attenzione sul vostro respiro. Questo processo allena la mente a rimanere presente e a gestire le distrazioni.

Tecniche di mindfulness lontano dal tavolo

2. Tenere un diario

Tenere un diario per i giochi di poker può aiutarvi a capire meglio i vostri pattern emotivi e i vostri trigger. Dopo ogni sessione scrivete i vostri pensieri su come avete gestito le mani più importanti. Segnatevi ogni episodio di tilt o altre emozioni forti. Dovete cercare dei trend nelle vostre reazioni, in modo da poter sviluppare strategie per migliorare.

3. Mindfulness in movimento

Le pratiche di mindfulness basate sul movimento, come lo yoga o la meditazione fatta camminando, sono un modo ottimo per ridurre lo stress. Per esempio durante una breve passeggiata concentratevi sulla sensazione del piede che tocca il terreno, o sul ritmo del vostro respiro.

Dedicarsi con impegno a esercizi di mindfulness fatti con regolarità lontano dal tavolo crea le basi per la concentrazione, la regolazione delle emozioni e la resilienza, tutte cose che si traducono direttamente nel poker.

Superare difficoltà comuni che si affrontano nella mindfulness

All’inizio cominciare a esercitarsi nella mindfulness può sembrare strano o persino frustrante per i giocatori di poker.

Ecco tre difficoltà affrontate dalla maggior parte dei principianti, assieme a delle strategie per combatterle.

Difficoltà 1: Sentirsi distratti

Quando la vostra mente comincia a vagare durante gli esercizi, riportate gentilmente la vostra attenzione sul vostro respiro o sul vostro corpo.

Superare difficoltà comuni che si affrontano nella mindfulnessSuperare difficoltà comuni che si affrontano nella mindfulness

Difficoltà 2: Dimenticarsi al tavolo da gioco

Quando si è nel pieno del gioco è facile dimenticare di usare le tecniche di mindfulness. Fatevi dei promemoria, come fare un respiro profondo prima di una mano o usare il giocherellare con le fiches poker come segnale mentale.

Piccole abitudini costanti aiuteranno a far diventare la mindfulness un qualcosa di naturale. Pensate alla possibilità di inserire un breve esercizio di respirazione nella vostra routine pre partita.

Difficoltà 3: Aspettarsi risultati immediati

La mindfulness è un’abilità che si migliora gradualmente. Rimanete pazienti e concentratevi su progressi piccoli ma costanti, piuttosto che sperare in cambiamenti immediati. Prima o poi quella vittoria nel WPT arriverà!

Difficoltà comuni che si affrontano nella mindfulness - Conclusione

Affrontando queste sfide con volontà e persistenza, scoprirete che la mindfulness diventa una parte naturale della vostra routine del poker. Questo processo vi permette di rimanere presenti e dare il vostro meglio.

Come vedete, la mindfulness è uno strumento molto potente per gestire le sfide mentali legate al poker. Rimanere presenti, regolare le emozioni e concentrarsi su quello che si può controllare vi aiuterà a prendere decisioni migliori e a ridurre il tilt.

Provate a fare un esercizio di respirazione o a meditare per qualche minuto al giorno e noterete miglioramenti nella vostra concentrazione e nelle vostre performance.

*Il testo dell'articolo è stato redatto dalla Dottoressa Tricia Cardner.

November 21, 2024
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