Il mondo del poker GTO può anche portare a confondere e questa affermazione è particolarmente vera quando si parla di dimensione delle puntate.
 
I solver GTO spesso usano dimensioni di puntata diverse con frequenze che possono sembrare completamente casuali.

E trovare un senso a quello che vediamo, a volte, può rappresentare una vera e propria sfida, a meno che non si sappia come individuare il pattern su cui si basano le dimensioni delle puntate.
 
In questo articolo l’obiettivo è quello di eliminare dall’equazione questa confusione e spiegare quali sono le meccaniche dietro le dimensioni di puntata della GTO.

  • la nutted equity, la forza primaria;
  • applicazione in scenari diversi nel flop;
  • esempio di flop #1 - AK2r;
  • esempio di flop #2 – KQJ;
  • esempio di flop #3 – 764ss;
  • esempio di flop #4 – AT2r;
  • bilanciare i range delle dimensioni di puntata.

 La nutted equity, la forza primaria 

C’è un legame molto forte che esiste tra dimensioni maggiori di puntata e l’avere la c.d. nutted equity distribution. 
 
La prima, logica domanda è ovviamente la seguente: cos’è esattamente nel poker la nutted equity distribution?
 
Abbiamo la nutted equity distribution quando nel nostro range abbiamo mani che il nostro avversario non potrà mai battere. Con queste mani possiamo puntare quanto vogliamo e c’è relativamente poco che il nostro avversario possa fare al riguardo.
 
Esempio nel river.
 
Immaginate il seguente scenario al river:
 

sequenza AK723


Così, ad esempio, se la mano più forte del nostro Avversario è AQ, ma noi abbiamo nel nostro range una doppia coppia o una mano migliore, abbiamo la nutted equity distribution. 
 
A questo punto nel river possiamo fare puntate molto alte con tutte le nostre mani che non possono essere battute. Secondo la GTO, dovremmo fare una puntata molto alta con queste mani, assieme, perché no, a un numero appropriato di bluff nella partita di poker.
 
Ma che succede se cambiamo lo scenario e, invece, diamo la nutted equity distribution al nostro avversario?

  • Immaginate che stiate decidendo di puntare su AQ per estrarne valore;
  • ma sappiamo che l’avversario nel suo range ha mani più forti.

Potremmo pensare che non dovremmo proprio più puntare, ma, attenzione, questo ragionamento non è sempre quello esatto. È vero che in questo caso il nostro avversario gode, appunto, della nutted equity distribution, ma potrebbe anche avere parecchie mani peggiori delle quali possiamo giovarci.
 
La differenza chiave a questo punto è, proprio, la dimensione della puntata. Quando la nutted equity distribution nel poker ce l’abbiamo noi, possiamo puntare quanto vogliamo, senza avere paura che qualcuno ci rimproveri.
 
Ma nella situazione opposta, puntate di dimensioni troppo grandi sono parecchio rischiose. Potremmo facilmente ritrovarci contro una delle mani migliori del nostro avversario e perdere una puntata importante.
 
Quando non abbiamo più la nutted equity, l’approccio corretto è quello di scegliere di effettuare puntate più basse a poker.

Applicazione in scenari diversi nel flop

Il concetto di nutted equity distribution si applica ai prima turni di puntata, compreso il flop.
 
C’è molto che possiamo imparare quando pensiamo a chi ha la nutted equity distribution. Ripetiamo i concetti condivisi nel paragrafo precedente:

  • dimensioni di puntata più alte saranno incentivate se abbiamo noi la nutted equity distribution;
  • avrà solitamente più senso usare dimensioni di puntata minori se la nutted equity distribution ce l’ha il nostro avversario

Ovviamente, pensare alle dimensioni di puntata in questa maniera è un modo molto semplificato di farlo. Ci sono molti altri fattori considerare, uno dei quali è l’equilibrio (di cui parleremo un più avanti).
 
Ma anche una comprensione semplificata delle meccaniche dei consigli principali GTO può far fare davvero la differenza.
 
Analizziamo, con calma, qualche esempio al riguardo.

Esempio nel Flop #1 – AK2r

AK2

In ognuno di questi esempi, immaginiamo un open raise dal bottone e una chiamata della big blind nel poker.
 
Andiamo uno contro uno al flop e il giocatore in BB fa check, dandoci l’opportunità di fare una continuation bet. 
 
La tavola dice AK2, tutti di semi diversi.
 
Prendiamoci un momento per ragionare. Chi ha la nutted equity distribution in questo caso?
 
Ci sono mani specifiche che abbiamo nel nostro range che la BB non potrà mai battere, in particolare AA e KK.

Il giocatore in BB avrebbe fatto una puntata 3bet su queste mani durante il preflop, se ce le avesse avute nel range.
 
Ora, è vero che il giocatore in BB potrebbe avere 22, A2s e K2s, ma la loro mano più forte dopo di queste di solito è AJo. Quindi le nostre combinazioni di AK, A2s, K2s e AQo possono fare parecchio bene contro il range del nostro avversario.
 
E anche se queste mani in alcuni casi possono essere battute, sono comunque abbastanza forti da dare un senso a una dimensione di puntata maggiore.
 
Abbiamo dato quattro dimensioni di puntata a un solver GTO e questi sono i risultati:

 Dimensione di puntata  Frequenza
 125%  29,3%
 75%  1,3%
 50%  1%
 33%   2,7%


Si vede che al flop una dimensione di puntata maggiore è nettamente favorita, senza dubbio a causa della nostra forte nutted equity distribution. 
 
Persino nel poker moderno, sono pochi i giocatori che si rendono conto che in teoria è corretto puntare di più al flop a seconda di quello che dice il tavolo!

Esempio nel Flop #2 – KQJ

Immaginate lo stesso scenario, ma adesso la tavola dice KQJ, tutti di semi diversi. Chi ha la nutted equity distribution in questa situazione?

  •  le mani migliori qui sono ATo / ATs;
  • le seconde mani migliori sono T9s / T9o.

 È probabile che entrambi i giocatori abbiano queste mani.
 
In altre parole, la nutted equity distribution è più o meno in parità. E quando non abbiamo la nutted equity distribution, perdiamo velocemente il nostro incentivo a puntare parecchio.
 
Vediamo cosa ne pensa il solver:

 Dimensione di puntata  Frequenza
 125%  0,3%
 75%   4,6%
 50%  15,8%
 33%  25,7%

Come possiamo vedere, una volta che capiamo il modello di riferimento, i risultati dati dal solver sembrano molto meno casuali.
 
Possiamo avere un vantaggio con un tavolo che dice KQJ di tutti semi diversi, ma in generale le figure nel flop sono meglio per chi ha aggredito nel preflop.
 
Per esempio, abbiamo mani come KK/QQ/JJ, che il nostro avversario non ha.
 
Ma il nostro vantaggio ora è maggiore nel range piuttosto che nella nutted equity.

I giocatori spesso si riferiscono a questa situazione come a un vantaggio nel deep-range. Significa che in totale il nostro range è più forte, ma non abbiamo comunque la nutted equity advantage. 
 
Il risultato è che il solver ora preferisce una dimensione di puntata del 33% del piatto. In ogni caso, condividiamo un'altra regola da tenere presente: anche quando non siamo davanti ai più grandi piatti della storia del poker, è comunque raccomandato di puntare il 50% del piatto con frequenza e anche di usare il 75% con una bassa frequenza.

Esempio nel flop #3 – 764ss
 

764

Questo ultimo flop è stato scelto volutamente per dare la nutted equity advantage al giocatore in BB. Il tavolo parla di un 764 con due semi.
 
Diamo per scontato che il giocatore in BB abbia sia 35s che 58s nel suo range difensivo. Ma queste mani non sono parte di un range di apertura standard dalla posizione del bottone a poker.
 
In questo caso, la nutted equity distribution ce l’ha il giocatore in BB.
 
Dopo le scale fatte, la mano più forte successiva è 77, che abbiamo nel range sia noi che il nostro avversario.
 
L’analisi rivela che, partendo da dei range preflop standard, abbiamo comunque un vantaggio nel deep range con questo tavolo.
 
Ma non abbiamo la nutted equity distribution, il che dovrebbe avere un impatto sulle dimensioni di puntata che vengono raccomandate dal solver.

 Dimensione di puntata  Frequenza
 125%  0%
 75%  0,6%
 50%   2,2%
 33%   44,3%

Ancora una volta, il solver preferisce una puntata del 33% del piatto.

Ma stavolta possiamo vedere che il solver raccomanda di puntare più del 33% del piatto molto, molto raramente.

Esempio nel flop #4 – AT2r
 

AT2


Finora abbiamo optato intenzionalmente e esempi estremi per illustrare meglio l’importanza della nutted equity.
 
Molte situazioni però si verificheranno con più frequenta tra gli estremi descritti sopra.
 
Per esempio, date un’occhiata alle dimensioni di puntata raccomandate dal solver per questo tavolo che dice AT2, tutti di semi diversi;

 Dimensione di puntata  Frequenza
 125%  0,3%
 75%  4,6%
 50%  15,8%
 33%  25,7%

Noi abbiamo la nutted equity advantage, quindi il solver usa una dimensione più alta di puntata con un’alta frequenza.
 
Ma possiamo anche vedere che il solver sia intrigato anche per la dimensione del 33% del piatto.
 
Perchè al solver piace usare la dimensione del 33% del piatto anche se noi abbiamo la nutted equity distribution?
 
È utile ricordare che un range nel poker è comunque una collezione di mani individuali.

Il range totale potrà anche avere la nutted equity advantage. Ma all’interno di quel range ci sono anche mani non ottimali, che sono comunque abbastanza forti per puntarci sopra una cifra minore.
 
Il fatto di puntare o no sulle mani non ottimali dipende da altri fattori, come la loro equity poker e la loro vulnerabilità (ovvero la possibilità che con le prossime carte possano essere battute).

Bilanciare i range delle dimensioni di puntata 

In un mondo ideale, noi punteremmo su tutte le nostre mani forti con dimensioni di puntata enormi e su quelle più deboli con dimensioni minori.
 
Ma questa strategia permetterebbe al nostro avversario di capire che quando non puntiamo forte non abbiamo mai una mano di valore abbastanza alto.
 
Da un punto di vista della GTO, questo modo di giocare verrebbe descritto come sbilanciato.
 
Il modo di giocare seguendo la GTO protegge da questa situazione spostando alcune delle nostre mani più forti nel range di puntata più basso. Potremmo, guardando il bicchiere mezzo pieno, allo stesso modo spostare alcune delle nostre mani più deboli in quello di puntata più alta.
 
Questa strategia però non è possibile, le mani più deboli non possono essere giocate con profitto con dimensioni di puntata più alte.

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 Tutte le mani nel range di puntata di dimensioni più alte di solito appaiono in quello di dimensioni più basse con un po’ di frequenza. Ma alcune mani di valore più basso compaiono solamente nel range di puntata di dimensioni minori (o in quello per il check). Non porterebbero alcun profitto se ci puntassimo sopra con dimensioni maggiori.
 
E indipendentemente dal fatto che puntiamo alto oppure no, è necessario inserire nel range anche qualche mano inutile come bluff. Questo aspetto si applica a tutte le dimensioni di puntata.
 
Il risultato è che è comune mischiare la stessa mano inutile in tutti i nostri range di dimensione di puntata (incluso quello per il check).

Raccomandazioni finali per le dimensioni di puntata secondo la GTO

Il risultato del processo di bilanciamento descritto sopra è un mix di dimensioni di puntata che a un occhio non allenato può sembrare casuale. Come abbiamo visto, però, si basa su un processo estremamente logico.
 
Anche se è difficile per i giocatori umani riprodurre alla perfezione le dimensioni di puntata secondo la GTO, ciò può essere non strettamente necessario.
 
Basta una comprensione di base dei principi per prendere buone decisioni sulla dimensione delle puntate con costanza.
 
Ecco un riassunto del processo semplificato discusso in questo articolo:

  •  guardate il tavolo da poker e decidete chi ha la nutted equity distribution;
  • se abbiamo la nutted equity distribution, dovremmo usare una dimensione maggiore di puntata con le nostre mani migliori e con una selezione di bluff o semi-bluff;
  • anche se abbiamo la nutted equity distribution, dovremmo comunque considerare di usare un range di dimensioni di puntata minore per le nostre mani più deboli;
  • dovremmo limitarci a puntate di basse dimensioni se la nutted equity distribution ce l’ha il nostro avversario;
  • se la nutted equity distribution è più o meno in parità, possiamo usare dimensioni di puntata piccole e medie, ma non grandi.

Vogliamo evitare di impantanarci tra risultati del solver precisi e combinazioni individuali.
 
Anche avere un’idea di base delle meccaniche delle dimensioni di puntata secondo la GTO discusse in questo articolo ci metterà comunque davanti al 95% dei nostri avversari,  anche ai giocatori di poker professionisti, al tavolo da gioco.