Trovate una sala da biliardo e ci sono buone possibilità che da quelle parti ci sia anche una partita di poker. Le stanze interne delle sale da biliardo sono state, infatti, l’ingresso nel mondo del poker per molti giocatori nel corso degli anni. Entrambi i giochi prevedono parecchia abilità, con il gioco d’azzardo che spesso finisce per incidere. E ci sono giocatori di entrambe le discipline che di tanto in tanto passano dall’una all’altra.

Entrambi i giochi hanno una storia affascinante, che ha molti più tratti in comune dell’onnipresente tappeto verde. Molti grandi giocatori di poker hanno cominciato la loro carriera giocando a biliardo palla 8 o palla 9. E dall’altro lato, ci sono anche giocatori di biliardo che si sono divertiti a darsi, con successo, al poker. 

Ecco un’occhiata alle similitudini tra i due giochi:

1.    Le origini
2.    Dal tavolo da biliardo al tavolo da poker
3.    La famosa stanza nel retrobottega
4.    Mark Twain, giocatore di poker e amante del biliardo
5.    Altri giocatori che sono passati dal biliardo al poker

1. Le origini

Il poker e il biliardo sembrano avere percorsi simili, specialmente quando si parla del loro impatto nel West americano. Agli inizi dell’Ottocento si potevano facilmente trovare partite di poker nei saloon e nelle navi a vapore sul Mississippi steamboats. E il poker era anche un popolare passatempo per i soldati di entrambi gli schieramenti della Guerra Civile.

All’inizio era popolare un mazzo da 20 carte, ma l’evoluzione del gioco è arrivata con una certa velocità. Partite simili a quelle moderne che vediamo oggi sono cominciate tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta del XIX secolo, portando a quello che oggi è il tipo di poker più in voga, il No Limit Texas Hold’em.

Le carte da poker!

I primi tavoli da biliardo sono comparsi negli Stati Uniti nel Seicento. Il gioco è diventato parecchio popolare verso la fine del diciottesimo secolo, con George Washington, ancor prima di altri politici statunitensi, che si dice fosse un appassionato. E come nel poker, i tavoli da biliardo sono apparsi in strutture pubbliche a metà dell’Ottocento.

Molti considerano entrambi i giochi parecchio audaci e alcuni guardavano a poker e biliardo come a giochi per persone sgradevoli e che cercano di truffarti.

Ma entrambi hanno sempre attratto giocatori a cui piace l’azione e questa immeritata reputazione può aver contribuito al loro fascino.

  • Un saloon del vecchio West potrebbe aver visto con regolarità uomini con in mano un bicchiere di whisky che spediscono in buca delle palle su un tappeto verde
  • Allo stesso tempo alcuni giocatori nello stesso locale probabilmente si radunavano attorno a un tappeto verde su un tavolo per giocare a Seven Card Stud. 

E in entrambi i tavoli probabilmente c’era del denaro in palio.
 

2. Dal tavolo da biliardo al tavolo da poker 

Daniel Negreanu potrebbe essere il giocatore di poker più conosciuto ad aver iniziato con in mano una stecca da biliardo. Durante gli anni dell’adolescenza a Toronto, in Canada, lo si poteva trovare molto spesso in una sala da biliardo.

“Quando sono diventato adolescente ho cominciato a giocare a snooker in sala”, scrive nel suo libro "Deal Me In". “Per me non c’era nulla di più cool di un torneo a eliminazione in cui potevo davvero giocare. Giocavo tornei ogni martedì e anche se non ero il miglior giocatore della sala ero probabilmente il più competitivo”.

Il frame di un tavolo da biliardo

“Sono cresciuto giocando a snooker, che ritengo essere un gioco molto sofisticato”, ha detto Kid Poker alla rivista Pool and Billiard. “Al contrario di quello che posso dire di me come giocatore di poker, mi considero un giocatore di biliardo dallo stile molto conservativo. Cerco di frustrare gli avversari e di non offrirgli sponde. Non ero talentuoso come molti altri giocatori, ma penso che fossi molto più furbo e strategico di parecchi dei miei avversari”.

“Non sono mai stato fortissimo e non sarei mai diventato un professionista, ma me la cavavo. Ora non gioco più a snooker perchè negli Stati Uniti ci giocano in pochi, ma a volte quando i miei amici vengono a casa giochiamo a palla 8 o a palla 9”.

Negreanu adorava il biliardo e giocava nelle sale in tutta Toronto. E questa esperienza lo ha portato a giocare al gioco di cui ora è un celebre campione.

“La mia passione per la gente, i numeri e la competizioni alla fine mi ha portato al poker”, spiega in Deal Me In. “Da ragazzino non ho mai giocato, ma la mia prima esperienza con il poker è iniziata attraverso i miei amici alla sala da biliardo. Una sera dopo un torneo mi hanno invitato a una partita a casa di un conoscente”.

Con dieci dollari e un pacco da sei birre, il diciassettenne Negreanu si è seduto al tavolo da gioco e poco dopo ha perso il suo piccolo budget. Ma ha continuato a giocare e a guardare come giocavano i giocatori più forti. Pian piano è migliorato e ha cominciato a vincere.

Questa situazione lo ha portato a visitare dei club underground, dove ha continuato a vincere.

Poi sono arrivati i viaggi a Las Vegas, finendo senza un soldo nei primi tentativi di giocare tornei di poker importanti.

E poi nel 1998, a 23 anni, Negreanu ha vinto il suo primo braccialetto alle World Series of Poker e 169.460 dollari. Il che è stato l’inizio di una incredibile carriera nel poker, che lo ha portato a essere un dei giocati più vincenti al mondo.
 

3. La famosa stanza nel retrobottega

Oltre a Negreanu, molti altri grandi nomi sono in qualche maniera passati dal biliardo al poker. I giocatori che frequentavano il “circuito del sud” a metà Novecento, fatto di retrobottega, bar e scantinati, spesso trovavano qualche partita da giocare nella sala da biliardo del luogo.

Ad esempio, la leggenda del poker Doyle Brunson era un giocatore fisso in una zona malfamata di Fort Worth, Texas, Exchange Avenue. Spesso dormiva tutto il giorno e giocava a poker di notte.

La leggenda del poker Doyle Brunson

“[Exchange Avenue] era conficcata nel cuore della vecchia area di Stockyards, nella zona nord di Fort Worth. ed era piena di saloon, sale da biliardo, delle facce da poker di allora, truffatori, ubriaconi e un colorito mix di personaggi particolari, tra cui cowboy e donne con jeans attillati che cercavano cowboy”, ha spiegato Brunson nella sua autobiografia, The Godfather of Poker. “E sull’Exchange c’era sempre in corso qualche partita di poker”.

Brunson racconta che una volta stava giocando “nel retro di una sala da biliardo” quando hanno sparato a qualcuno. E lui è scappato in un’apertura sul retro della struttura. Il 10 volte vincitore di braccialetti alle World Series of Poker ha spesso giocato nelle sale da biliardo. Ma di solito la gente guardava male entrambe le tipologie di gioco.

“Le partite si facevano tutte nelle stanze nel retro”, spiega Brunson. “Ed erano sempre nascoste dagli occhi del pubblico. Ovviamente, vincevo nella maggior parte dei casi. E mi mancano i vecchi tempi, perchè amavo il loro essere così avventurosi”.

Thomas “Amarillo Slim” Preston è un altro giocatore texano old-school, che ha vinto il Main Event delle WSOP del 1972. Ha frequentato la Peabody Academy, una scuola preparatoria alla University of Arkansas-Fayetteville. Il che ha presentato a Preston la sua prima opportunità di cimentarsi al tavolo da biliardo.

“Alla fine mamma aveva ragione sul fatto che la Peabody mi avrebbe aiutato a fare carriera, spiega nella sua autobiografia, Amarillo Slim in a World of Fat People. “La scuola aveva uno strumento che è diventato l’elemento più influente della mia educazione: un tavolo da biliardo nell’edificio dei servizi allo studente”.

Due anni dopo, Preston trascorreva la maggior parte del suo tempo nelle sale da biliardo di Amarillo, cercando di fare soldi. Suo padre magari non era d’accordo, ma poco dopo Preston ha cominciato a girare per il paese. E si dice che ad aiutarlo a migliorare il suo gioco sia stato il leggendario giocatore Rudolph “Minnesota Fats” Wanderone.

Mentre era nell’esercito in Europa dopo la seconda guerra mondiale, Preston ha abbandonato il biliardo e ha iniziato a giocare a poker. Dopo il congedo, è arrivata una carriera di successo nel poker, con la vittoria di quattro braccialetti alle WSOP e anche apparizioni al Tonight Show di Johnny Carson.

E Preston ha sempre considerato il biliardo una parte fondamentale della sua vita nel gioco d’azzardo.

“Anche contro la volontà di mio padre, trovavo sempre un modo di giocare a biliardo. E prima ancora di avere l’età per prendere la patente ho imparato la prima regola del sistema: cerca un gioco a cui puoi vincere”, ha scritto nella sua autobiografia. “E anche se sapevo che non andava bene a mio padre, giocare a biliardo con i vecchietti è la cosa che mi ha insegnato a essere un uomo”.
 

4. Mark Twain, giocatore di poker e amante del biliardo

Nel XIX secolo e per buona parte del XX, il poker e il biliardo erano principalmente passatempi per gli uomini. Uno degli scrittori più importanti degli Stati Uniti, Mark Twain, conosceva bene entrambi i giochi. Twain ha trascorso tantissimo tempo nelle sale da billiard quando viveva ad Hartford, Connecticut.

Giocava regolarmente e fino a tarda notte contro giornalisti, avvocati e banchieri.

La sua stanza preferita aveva due finestre con colonne di marmo, con immagini associate a quella che era la “Sala da biliardo di Sam” (il suo vero nome era Samuel Clemens). E tra le immagini c’erano:

  • stecche da biliardo incrociate;
  • palle da biliardo;
  • cornamuse;
  • sigari;
  • bicchieri di vino;
  • un boccale di birra.

C’erano anche altre immagini disegnate sul soffitto. E il Museo e Casa di Mark Twain chiaramente mostra le sue stecche e le sue palle da gioco originali.

Twain non era neanche a digiuno di poker. Quando era un giovane pilota di barche a vapore tra gli anni Cinquanta e Sessanta dell’Ottocento, ha imparato a giocare mentre faceva su e giù per il fiume Mississippi. Non  ci sono solo libri sul poker, ma Twain ha anche inserito dei riferimenti al poker nelle sue storie e nei suoi articoli. 

Durante un giro negli Stati Uniti occidentali nel 1862, ha scritto delle sofferenze dei Nativi Americani e ha anche assistito a una partita di carte.

Di quella scena ha scritto: “Prima hanno dato le carte, poi hanno scommesso, hanno passato la mano, raddoppiato la posta e dato le carte di nuovo”.

Nelle sue opere, Twain ha anche usato con regolarità termini del poker come “bluffare”, “raddoppiare la posta”, “full d’assi” e persino quello che nessun giocatore di poker vorrebbe mai sentire, né leggere: “fregato”.
 

5. Altri giocatori che sono passati dal biliardo al poker 

Molti altri giocatori negli ultimi anni hanno scambiato le stecche da biliardo per le fiches del poker.

Bobby Baldwin, campione nel 1978 del Main Event delle WSOP, era un giocatore di biliardo di livello mondiale, dominando gli avversari mentre cresceva a Tulsa, Oklahoma. È stato inserito nella Poker Hall of Fame nel 2003 e adesso è nella dirigenza di una società di casinò.

Quando era giovane, il giocatore professionista John Hennigan ha trascorso parecchio tempo al tavolo da biliardo a Philadelphia e ad Atlantic City. Il sei volte vincitore di braccialetti alle WSOP ha cominciato a giocare a poker nel tempo libero tra un evento e l’altro. Alla fine ha trovato parecchio successo e ha vinto 8,6 milioni di dollari tra tornei e un titolo nel World Poker Tour.

Billy Baxter, nato in Georgia, ha passato il suo tempo nelle sale da biliardo locali e a 18 anni aveva già accumulato 5mila dollari in vincite. Con questo budget, è andato a Las Vegas dove ha imparato a giocare a poker.

Nella Città del Peccato ha trascorso nove mesi, fermandosi con sua moglie nel 1975 dopo la loro luna di miele alle Hawaii. Baxter ha trascorso tantissime ore al tavolo da gioco con leggende del poker, tra cui Doyle Brunson, Puggy Pearson e Stu Ungar.

Paul Darden, che ha vinto più di 2 milioni di dollari nei tornei dal vivo, è cresciuto in una zona molto povera di New Haven, Connecticut, dove suo padre era il proprietario di una sala da biliardo.

C’era sempre una partita di poker in pieno svolgimento e Darden ha cominciato a giocare quando era ancora giovanissimo. Dopo aver frequentato compagnie sbagliate, Darden ha detto che entrambi i giochi lo hanno messo su una strada migliore. Alla fine è passato alle partite importanti e ha vinto titoli alle WSOP e nel WPT.

Julius “Little Man” Popwell è stati inserito nella Poker Hall of Fame nel 1996 ed è stato impegnato sia nel poker che nel biliardo. Ha affrontato alcuni dei migliori giocatori di poker della prima metà del XX secolo ed era anche bravo con la stecca da biliardo.

Quando era ancora un adolescente ha ottenuto il suo soprannome proprio mentre sfidava giocatori di biliardo molto più vecchi di lui. Il soprannome comunque non corrispondeva esattamente al fisico del giocatore. Con il suo metro e 67 era bassino, ma è arrivato a pesare anche 130 kg!

Ben Lamb è un altro giocatore di biliardo che si è dato al poker. È arrivato terzo al Main Event delle WSOP 2011 vincendo 4 milioni e ha finito l’anno come giocatore dell’evento. Ha ottenuto altri ottimi risultati, incluso un braccialetto delle WSOP. Nato a Tulsa, Oklahoma, è un altro di quelli che ha iniziato come giocatore di biliardo prima di avere successo al tavolo da poker.

Più di recente, altri giocatori professionisti di biliardo hanno avuto successo al tavolo da poker. James Akenhead potrebbe essere uno dei migliori di loro. Nel 2003 era un volto fisso del tour Palla 9 nel Regno Unito ed era uno dei migliori giocatori del suo paese.

Durante uno stop in un viaggio per andare a un torneo, Akenhead è entrato in una partita di poker con altri suoi compagni di squadra. Poi ha vinto un torneo online per 35mila dollari e ha deciso che il poker poteva essere una scelta migliore per il suo futuro.

Ora ha vinto 3,7 milioni di dollari in tornei dal vivo ed è addirittura arrivato nono al Main Event delle WSOP del 2009, vincendo 1,2 milioni di dollari.


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Il poker e il biliardo sono due dei passatempi più popolari del mondo. Entrambi hanno una storia underground e spesso vengono giocati con in palio bei soldi.

Ma, sia che stiate sistemando le palle o che stiate tirando fuori le vostri fiches, entrambi i giochi possono essere parecchio divertenti!

Sean Chaffin è uno scrittore freelance di Crandall, Texas. I suoi articoli vengono pubblicati su numerosi siti e riviste. Seguilo su Twitter @PokerTraditions. Sean è anche il moderatore del podcast True Gambling Stories, disponibile su iTunes, Google Play, TuneIn Radio, Spotify, Stitcher, PokerNews.com, HoldemRadio.com e altre piattaforme.