Al momento di prima pubblicazione di questo contenuto, sono passati quasi sei mesi da quando Robbi Lew ha chiamato la puntata da 6 cifre di Garrett Adelstein con in mano solo un jack. E l’onda d’urto di quella storia continua a farsi sentire nella comunità del poker.

Nel caso non sapeste di cosa stiamo parlando, stiamo parlando dell'ultimo scandalo nel poker: è cominciato tutto con una mano che sfida ogni legge della logica, in cui Robbi ha battuto uno sbalordito Garrett Adelstein dopo aver fatto raise/call a una 3bet al turn con Jc4h e con sul tavolo ThTc9c3h. 

In qualche maniera aveva la mano migliore e ha tenuto botta su due tavoli contro il 7c8c di Adelstein.

All’inizio Robbi era molto fiera di sé, ma il suo umore è cambiato rapidamente quando è stata accusata di aver barato.

Questa accusa ha portato a una serie di attacchi online (anche se molti sembravano essere tanto assurdi quanto... la stessa chiamata finita sotto accusa!).

Poi un altro colpo di scene: Robbi ha restituito i soldi ad Adelstein. Questa mossa ha confuso molta gente. Che fosse il risultato di qualche pressione, di una strategia gentile o che derivasse da qualsiasi altro motivo, è un qualcosa che ha gettato benzina sul fuoco.

Come potete immaginare, molti hanno avuto difficoltà a capire perchè una persona innocente si sia sentita quasi costretta a restituire soldi che aveva vinto in maniera legittima.

Quindi, in tanti, anche tra i vlogger di poker più seguiti hanno interpretato questa mossa come un’ammissione di colpevolezza. E anche Adelstein ha sottolineato questo aspetto nei comunicati che ha rilasciato poco dopo che la mano è stata giocata.

Visto che tutti quanti amiamo un po’ di dramma, la mano Lew-Adelstein è diventata immediatamente virale, finendo addirittura tra le notizie dei telegiornali nazionali negli Stati Uniti.

Nella pagina di Wikipedia di Adelstein questa mano occupa più spazio di qualsiasi altra informazione su di lui e sul poker online.

Da quel momento, ci sono stati alcuni sviluppi significativi.

Quindi, diamo un’occhiata a com’è la situazione in questo momento e vediamo se ci siamo almeno avvicinati a una soluzione di questo caso.

L’inchiesta

Subito dopo la mano, l’Hustler Casino ha lanciato un’inchiesta con la collaborazione dell’azienda Bulletproof, esperta in cyber security. L’azienda ha esaminato con meticolosità ogni frame dello stream per osservare se, realmente, ci fosse qualche indicazione che Robbi avesse barato.

L’indagine è stata condotta a fondo e ha portato anche al completo smantellamento del tavolo da poker su cui i due hanno giocato.

La Bulletproof ha anche monitorato gli “elementi chiave” della partita, inclusa una lista “dei programmi che sono stati utilizzati, delle chiavette USB inserite nel sistema e dei software installati”.

Il rapporto finale, che è disponibile sul sito dell’Hustler Casino, afferma con grande sicurezza di non aver trovato “prove certe di qualcosa di illecito nella mano giocata il 29 settembre”.

Quindi possiamo dire con assoluta certezza che Robbi Lew ne è uscita pulita, giusto?

Beh, non è esattamente così. La Bulletproof ha anche suggerito che il setup della trasmissione in live streaming rendeva possibile barare (anche se, ripetiamolo, non è stata trovata alcuna prova che sia andata così).

La Bulletproof ha aggiunto al suo rapporto finale questa tabella, che mostra le vulnerabilità dello streaming e che spiega anche quanto sarebbe facile sfruttarle:

 

 Potenziali vettori di attacco  Priorità stimata  Complessità stimata
 Tavolo   Bassa   Complesso
 Sistema RFID  Nessuna  Altamente complesso
 Macchina per mischiare le carte  Bassa   Altamente complesso
 Cabina della produzione e operazioni  Alta  Facile
 Stazioni di lavoro, sistemi di rete e computer   Alta   Facile
 Comunicazioni   Media   Complesso

 

Anche se probabilmente ci sono buchi di sicurezza simili in tantissimi altri setup per i live streaming, questa parte del rapporto finale ha dato a chi è scettico sulla versione di Robbi Lew qualcosa su cui pensare.

Ricordiamo che Bryan Sagbigsal, un impiegato dell’Hustler Casino, aveva accesso alla cabina della produzione e alle operazioni.

Ed è stato beccato mentre rubava 15mila dollari dalle fiches di Robbi Lew la sera della mano incriminata. Strano, no?

Lo hanno pensato molte altre persone, che hanno considerato questo fatto un pagamento mascherato per aver dato informazioni a Lew. E questo è successo soprattutto perchè Robbi all’inizio aveva deciso di non denunciarlo per il furto.

Tutta la situazione era certamente strana, ma non ha comunque portato a prove definitive. Un baro avrebbe probabilmente fatto questo tipo di pagamento in privato.

Ma nonostante questo, l’inchiesta ha sottolineato che una delle aree a cui Sagbigsal aveva accesso come una delle potenziali vulnerabilità della trasmissione. E questo dà alle accuse al riguardo un po’ più di importanza.

A questo punto, è anche giusto dire che la, società che opera da lustri nel settore, Bulletproof ha rivolto i complimenti all’Hustler Casino per quello che aveva fatto per rendere la partita la più sicura possibile.

Tra le cose sottolineate c’è anche il ban all’utilizzo dei telefoni cellulari, una questione che è stata al centro del famoso scandalo che riguarda Mike Postle, come da relativo contenuto sui 5 scandali della storia del poker!

Un’altra parte dell’inchiesta ha visto l’utilizzo di un’azienda privata di investigazioni chiamata The Solution Group. Il suo compito era quello di interrogare vari giocatori, lo staff del casinò e i commentatori che sono stati coinvolti nella mano in questione.

Ancora una volta, le copiose ricerche non sembrano aver portato a prove definitive che ci sia stato qualcosa di losco, anche se sembra che Bryan Sagbigsal non sia ancora stato interrogato al riguardo.

Questa vicenda rimane un grande punto interrogativo!

Il fatto che l’inchiesta sia stata molto dettagliata e non abbia portato a prove conclusive, è un grande punto a favore di Robbi.

Ma non possiamo certo dimenticare che un’inchiesta simile non è riuscita a incriminare neanche Postle. E quell’inchiesta aveva un enorme numero di mani di poker da valutare e sembrava un caso molto più concreto di imbroglio.

Robbi si sottopone alla macchina della verità

Un altro sviluppo significativo di questa storia ha visto Robbi affrontare il test della macchina della verità il 12 ottobre 2022, circa sei settimane dopo la mano incriminata.

La sua decisione è stata probabilmente motivata dai tanti insulti che ha ricevuto online.

Una delle cose più affascinanti di questo caso è il fatto che alcune persone erano davvero convinte di aver ragione loro, un qualcosa che si applica da entrambi i lati della barricata.

  • Quelli che hanno condannato Robbi, lo hanno fatto in maniera davvero furiosa, nonostante le prove fossero al massimo circostanziali.
  • Quelli che sono dalla sua parte invece la difendono con l’amore inarrestabile di un cucciolo, forse, addirittura, un po’ troppo appiccicoso.

Anche se non c’è nulla che evidenzi che abbia barato, la mano è sembrata comunque troppo strana per essere completamente regolare. Questa storia ha diviso la comunità che partecipa ai tornei di poker online ci sono stati pesanti scambi di opinioni per mesi.

Uno dei temi principali delle discussioni era proprio il possibile utilizzo della macchina della verità e molti di quelli che non erano convinti della versione di Lew hanno chiesto su Twitter che si sottoponesse al test, perché erano convinti che aveva barato e che quindi non lo avrebbe certamente superato.

Ma i risultati del suo test indicano invece che lo ha passato “senza indicazioni di inganno”.

Questo risultato dovrebbe essere un enorme punto a favore di Robbi Lew, così come dovrebbe esserlo già la sua intenzione di sottoporsi al test della macchina della verità.

Ma anche se la maggior parte delle reazioni è stata di supporto, pare proprio che molti abbiano preferito gettare discredito sul test, piuttosto che cambiare la loro posizione su questa storia.

Il rapporto del test che Robbi Lew ha condiviso su Twitter è stato riempito di commenti, che andavano da quello vagamente intrigante di @P0NY’s, “il test lo ha fatto una sua gemella”, a quello meno pragmatico di @SlappyYoNutz, “ha barato, fine della storia”.

Sembra che le cose davvero certe siano due:

1.    Primo, è difficile, se non impossibile, far cambiare idea alla gente.
2.    E secondo, la gente troverà sempre un modo per dire di aver ragione.

Comunque, il test della macchina della verità prevedeva le seguenti tre domande:

1.    Hai usato qualsiasi mezzo per barare durante le partite di poker dal vivo all’Hustler Casino?
2.    Hai barato in qualsiasi modo durante le partite di poker dal vivo all’Hustler Casino?
3.    Hai cospirato con qualcuno per barare durante le partite di poker dal vivo all’Hustler Casino?

Quindi, quanto sono credibili i risultati di Robbi di fronte alla macchina della verità?

Le domande sembrano molto specifiche e senza le abilità necessarie per ingannare questa tipologia di test, qualcuno che ha barato avrebbe avuto sicuramente dei problemi ad aggirarle, in particolare la domanda numero 2.

Molte persone (e in maniera molto arrogante) credono però che lei sia in grado di ingannare anche la macchina della verità. Ma si tratta di un qualcosa che è molto più facile a parole, piuttosto che in realtà.

In un articolo su BBC.com, il professor Don Grubin, esperto di macchina della verità, ha sottolineato che per ingannare un poligrafo ci vuole una preparazione specifica, che “prevede l’allenamento assieme a un esaminatore che è abituato a fare i test”.

Grubin aggiunge che “la maggior parte degli esaminatori sarebbe in grado di individuare qualsiasi tentativo nascosto di ingannare il test”, aggiungendo ulteriore forza ai risultati di Robbi.

Che ha fatto il test a non molto tempo dalla mano incriminata, quindi è assurdo suggerire che abbia avuto il tempo di imparare come si supera il test della macchina della verità, figurarsi che lo abbia fatto senza essere stata scoperta.

E in più c’è da dire che per ingannare la macchina delle verità devi essere una persona che è in grado di mantenere perfettamente la calma anche quando è sotto una pressione tremenda, non una che va in tilt, insomma!

E la reazione di Robbi dopo quella mano suggerisce che lei non è quel tipo di persona.

Assumendo che i documenti siano veri, i risultati della macchina della verità provano che Robbi non ha barato durante quella mano.

La reazione di Adelstein

Anche se Adelstein è stato abbastanza silenzioso dopo quella mano, ha scritto una lunga risposta quando l’Hustler Casino ha postato il suo rapporto.

Nella sua risposta, Adelstein ha affrontato i problemi di sicurezza nei casinò e ha lodato l’Hustler per i suoi tentativi di migliorarla.

Adelstein ha sottolineato come i bari siano una minaccia importante per la trasmissione live delle partite di poker e ha fatto capire di essere pronto a tornare al tavolo da gioco.

Ma una cosa che non ha affrontato è proprio la stessa Robbi Lew.

Adelstein è stato un punto chiave delle accuse di aver barato fin dall’inizio. Lui ha spiegato che avrebbe accettato il rimborso solamente se fosse stato convinto al 100% che la sua avversaria aveva barato.

Visto che è impossibile esserne certi al 100% senza le prove, questa frase è chiaramente un’iperbole, ma mostra comunque quanto Adelstein fosse convinto che c’era stato qualcosa di strano.

I giocatori di poker professionisti si allenano ad affidarsi al loro istinto, quindi è ovvio che questa cosa non gli è andata giù, specialmente visto che in passato ha dimostrato di saper vincere con stile.

In un’intervista al canale Youtube Casino King, Lew ha spiegato che ha mandato un messaggio a Garrett in cui suggeriva che avrebbe fatto partire un’azione legale per recuperare la sua vincita. Ma Garrett ha letto il messaggio e l’ha ignorata come si farebbe con un match sbagliato... su Tinder!

Riguardo i soldi, Lew potrebbe non avere appigli legali per riaverli. Pare che li abbia offerti indietro volontariamente, il che rende il fatto che Garrett li abbia accettati assolutamente legale.

Ci sarà da aspettare e vedere cosa accadrà al riguardo.

Donazione in beneficenza

Adelstein continua a sostenere che le sue proteste non avevano niente a che vedere con il denaro.

Questo modo di pensare fa il paio con il suo tipico atteggiamento quando perde al tavolo da gioco e quindi ha fatto in modo che gli oltre 130mila dollari fossero donati in beneficenza.

Ma anche se questo è un gesto splendido, suggerisce comunque che Adelstein non crede alle prove.

Nonostante il messaggio di Lew e i risultati del test della macchina della verità, nulla suggerisce che le abbia inviato qualcosa di vagamente simile a delle scuse: le leggeremo fra qualche anno su un libro di poker?!...

Alla luce degli eventi recenti e in mancanza di prove conclusive che dicano il contrario, la maggior parte delle persone ha accettato che Lew non abbia barato. È una conclusione logica, se si considerano i risultati dell’inchiesta e quelli della macchina della verità.

Ma ci sono ancora alcuni haters e nulla potrà far cambiare loro idea.

La mancanza di scuse da parte di Adelstein a questo punto sembra anche abbastanza scontrosa. Magari non è obbligato a dare indietro i soldi, ma deve a Lew almeno una risposta, anche solo per provare a recuperare un po’ di quella classe che lo ha reso così famoso

Detto questo, è bello che quei soldi siano stati dati in beneficenza. Questo permetterà che da questa storia venga fuori qualcosa di buono. 130mila dollari costituiscono una bella somma, che può essere usata per cambiare la vita a molte persone.

Il verdetto

Robbi ha lanciato a Garrett una sfida uno contro uno a poker. Ma a meno che non ci siano nuovi e importanti sviluppi, la saga Lew-Adelstein sembra essere ormai terminata.

Le motivazioni principali per le accuse di aver barato erano nella natura assurda della chiamata.

Ma ci sarebbero state così tante (serie) accuse di aver barato se non ci fosse stato lo scandalo di Mike Postle qualche anno fa?

Quella storia ha appassionato il mondo del poker come una telenovela diventata virale e molti volevano una seconda stagione!

È improbabile che sapremo mai con certezza se Robbi ha barato oppure no.

Ma quello che è chiarissimo è che questa vicenda ha danneggiato la fiducia della comunità del poker nei confronti delle partite trasmesse dal vivo.

Dan O'Callaghan ha conosciuto il poker ai tempi dell'università a Newcastle ed è pro da diversi anni. Noto online con il nomignolo danshreddies, ha vinto sia in tornei live sia virtuali, raggiungendo il bubble al WSOP Main Event. Finora ha raccolto oltre $120K in tornei dal vivo e oltre $750K online giocando a MTTS e cash games. 

Dan si descrive come 'un tipo un po' strano' e un grande ottimista ed è un apprezzato autore di articoli per la poker community. Oltre a ciò è anche altissimo!