Bluff e puntate
Con zero rimpianti
Puntare le fiches con un sacco di raise
Speriamo la prossima mano sia una coppia d’Assi
Ovviamente, questo è un pessimo tentativo di fare poesia. Ma ci sono alcune rime destinate a far pensare che utilizzano il poker come tema centrale, o perlomeno come elemento cardine.
Creare versi che rimangano nella testa dei lettori non è semplice, ma c'è più di qualche poesia legata al poker che emerge rispetto alle altre.
Che siete o no a conoscenza o appassionati di grandi poeti come Shakespeare, Frost, Whitman, o Poe, questi poemi vi rimarranno in testa perchè siete amanti delle carte.
Lo abbiamo già evidenziato nel contenuto musica e poker; il nostro gioco preferito può anche non essere il loro tema principale, ma queste poesie aiutano a dare un posto al poker in un contesto storico dal punto di vista di chi scrive.
1. Poker – Matthew Sweeney
2. Poker – Paul Farley
3. Continuare a vivere
4. La ballata di Nell “Tocca il bottone” – Robert William Service
5. Mentre il pane si cuoce – Robert William Service
1. Poker – Matthew Sweeney
Molti giocatori hanno dovuto affrontare la perdita di un compagno di gioco o magari di un parente che, come un vero e proprio coach di poker, ha insegnato loro a giocare a poker.
Sweeney sembra aver avuto la stessa esperienza, o perlomeno di essere stato ispirato da un evento del genere, in grado di cambiarti la vita.
Il poeta irlandese ha scritto questa poesia sul poker nel 2017, un anno prima della sua scomparsa. Il poeta irlandese ha scritto diversi libri di poesie e ha lavorato come insegnante per la maggior parte della sua vita.
Anche noto come il pazzo poeta dei boschi descriveva il suo lavoro come “narrativa immaginativa”. E forse proprio quelle immagini arrivano in questa poesia, in cui parenti e amici condividono un’ultima serata di poker con lo Zio Charlie dopo la sua morte.
È una poesia molto dolce, che parla di salutare una persona amata, nonché giocatore di poker amatoriale, mentre inizia la sua vita nell’aldilà.
Eravamo in cinque a giocare quella sera,
Padge, Kieran, Neal e io -
e, sdraiato nella sua bara, lo Zio Charlie.
Gli abbiamo dato una mano ogni volta
e a turno abbiamo puntato per lui,
ignorando le sue perdite e dividendoci le sue vincite,
tanto a cosa gli servono ormai le monete?
Cosa poteva vincere, se non la sua vita?
Ma abbiamo giocato in cinque quella sera
e quando ci siamo fermati era già giorno.
Gli abbiamo lasciato le carte
per ricordargli per sempre di quella partita
e Padge, Kieran, Neal e io
ce ne siamo andati a letto
e abbiamo dormito fino a quando non lo abbiamo seppellito,
poi abbiamo giocato fino a che non abbiamo convenuto
che le buone mani se n’erano andate assieme allo Zio Charlie.
2. Poker – Paul Farley
Persino la pubblicazione letteraria The New Yorker ha ospitato una poesia che riguarda il poker.
Questi versi sono apparsi sulla prestigiosa rivista nel 2015. Il titolo è abbastanza semplice e arriva dritto al punto. Farley, che è di Liverpool, Inghilterra, oltre a ricoprire il ruolo di docente alla Lancaster University, è un poeta che ha vinto numerosi premi e anche un giornalista.
Farley ha pubblicato diversi libri di poesia e molto probabilmente è anche un giocatore di poker, se si considera l’argomento della poesia che è finita sull'inserto New Yorker poem. Questo esempio si concentra su un mazzo di carte e i vari luoghi in cui è stato durante la sua vita nel poker.
Ecco per voi, amici lettori, un piccolo estratto, in questo caso dalla parte finale:
e potrebbe essere un pacchetto di bugie
o potrebbe essere un gioco di prestigio
e tu non puoi sapere quale di questi è un bluff
perché le parole sono un ottimo travestimento
quando in mano non si ha nulla. E io ho scoperto
che nulla è più che abbastanza.
3. Continuare a vivere – Philip Larkin
Il poeta, critico musicale e romanziere inglese in questa breve competizione affronta la vita dell’uomo e il suo significato.
Larkin ha pubblicato parecchi libri di poesie e ha anche lavorato, appunto, come esperto di musica jazz. Una volta è stato descritto come un autore che scriveva le sue poesie con una “cupa precisione tutta inglese”. La sua prosa si concentra su emozioni, luoghi e relazioni.
Larkin è ricordato come uno dei più amati poeti britannici del XX secolo. Le sue opere si concentrano su “persone normali che fanno cose normali”, ha spiegato una volta un critico. “Continuare a vivere” usa il poker come una metafora per rappresentare la vita e la morte.
E conferma l’idea di persone normali che fanno cose normali, in questo caso giocare a poker.
L’autore a volte ha parlato della sua paura della morte. Ed ecco la sezione che si concentra sul poker, con la speranza di pescare almeno una volta nella vita un full.
Questa perdita di interesse, di capelli e di voglia di fare.
Ah, se il gioco fosse il poker, allora sì
potresti scartare le tue carte e pescare un full!
Ma il gioco sono gli scacchi.
4. The Ballad Of Touch-The-Button Nell – Robert William Service
Questo famoso poeta e scrittore britannico-canadese è conosciuto anche come “Bardo dello Yukon”.
Service ha catturato nei suoi versi la selvaggia frontiera canadese e ha passato lunghi periodi della prima parte del XX secolo viaggiando nell’ovest degli Stati Uniti e in Canada.
Probabilmente le sue opere più famose sono"The Shooting of Dan McGrew" e "The Cremation of Sam McGee”, ma questa poesia si concentra sulle donne del West e della dura realtà che molte di loro dovevano affrontare nell’Ottocento e all’inizio del Novecento.
Non si parla molto di poker, ma c’è un breve riferimento che spiega bene come il poker veniva considerato all’epoca.
Ora, come tutte quelle del suo genere, la signora aveva un amico
E quello che lei guadagnava con il suo lavoro, lo dava a lui affinché lo spendesse
Lo finanziava nelle partite di poker o pagava il suo conto al bar
Lui era un magnaccia di Parigi
E il suo nome era Lew Lamore.
5. Mentre il pane si cuoce – Robert William Service
Da persona che ha studiato il West sia del Canada che degli Stati Uniti, Service deve aver incontrato il poker durante i suoi viaggi.
Il poker si è diffuso nel West americano rapidamente nel XIX secolo, con minatori, cowboy e fuorilegge che erano tutti grandi appassionati.
Abbiamo già parlato di guerra e poker: il poker era un qualcosa di comune, nei saloon, negli accampamenti delle miniere, nei ranch o sui campi di battaglia della Guerra Civile.
C’era sempre qualcuno che voleva passare del tempo e guadagnare qualche soldo e Service di tanto in tanto ha descritto questo scenario nelle sue opere.
Le sue poesie raccontano spesso storie del West e “Mentre il pane si cuoce” si concentra su una miniera e sugli uomini che ci lavorano. Il poker sembra essere una tipica parte della loro vita, ma non sempre con risultati positivi.
Ecco un estratto in cui il poker ha un ruolo.
“Ma non importa, vero amico? Noi siamo quel tipo di uomini
Che non va d’accordo col mondo del vino, delle carte e delle donne.
Il tuo problema era una partita di poker senza un tetto e poi,
“Che alzavo il gomito”, ecco da cosa l’hai fatta franca con me.
Noi siamo solamente degli “indesiderabili”, più o meno degli artisti.
Le mie mani pruriginose sono come quelle di Chopin, tu sai citare bene Browning;
Eppure siamo qui a cercare dell’oro in questa maledetta natura selvaggia:
E il bello è che se lo trovassimo, andremmo entrambi dritti all’inferno.
Non c’è mai stato molto spazio per il poker nella poesia, ma anche nei romanzi e in altri tipi di scritti se non specifici libri di poker.
. Eppure queste poesie offrono un punto di vista per capire come il poker sia entrato nell’immaginazione di diversi poeti e in diversi contesti storici.
E magari sarete voi i prossimi lettori a prendere il mantello di chi diventerà il nuovo grande poeta del poker!
