Il poker è pressoché ubiquo nelle sale da gioco, a prescindere che esse siano terrestri oppure in rete, e qualsiasi amante del settore si è cimentato almeno qualche volta nelle partite casalinghe con gli amici. Quest’ultimo genere di partite non contribuirà mai a definire la natura professionista di un giocatore di poker, per il semplice fatto che esse molto difficilmente garantiranno ai partecipanti una remunerazione tale da potersi permettere le spese derivanti dalla vita di tutti i giorni. Per diventare poker pro occorre dunque puntare quei posti o ambienti in cui le vincite si fanno decisamente più sostanziose, il che chiaramente presuppone una notevole preparazione e un’ulteriore serie di accorgimenti alla base: in caso contrario, le suddette vincite sostanziose rimarranno soltanto un sogno e una chimera, mentre la dilapidazione del proprio bankroll assumerà contorni ben più reali e concreti.

Fermo restando che solo una ristrettissima élite di giocatori riesce a costruirsi un patrimonio a sei zeri nel gioco del poker, sono certamente di più quelli in grado di avere un tenore di vita di tutto rispetto con i propri successi ai tavoli da gioco, senza avere la pretesa di poter ormeggiare il proprio yacht nel porto di Saint-Tropez. Ciò non toglie che anche per raggiungere questi livelli sia necessaria (ma non sempre sufficiente) un’importante combinazione di fattori che andremo ad analizzare più nel dettaglio nel presente articolo. 

Better bets

Come per qualsiasi attività lavorativa principale, anche nel caso vogliate diventare professionisti del poker occorrerà mettere in preventivo un enorme investimento di tempo e una propensione al sacrificio sotto più di un punto di vista. Siccome il benessere di una persona viene però influenzato da un insieme di aspetti che vanno al di là del semplice guadagno e della possibilità di dedicarsi principalmente al proprio gioco preferito, è importante trovare un equilibrio con altre aree della propria vita dal valore imprescindibile, affinché la giornata del poker pro non risulti irragionevolmente onerosa e non venga vissuta come un fardello anziché come una possibilità unica di portare a casa il pane (e magari anche qualcosa in più).

Uno dei primi consigli da dare, pressoché universale e valido per qualsiasi professione si eserciti, è quello di non farsi sopraffare dal lavoro e di sapersi ritagliare la giusta quantità di tempo da dedicare agli affetti, alle relazioni sociali e ai passatempi. Questa dritta può essere ancora più importante per i liberi professionisti, quali di fatto sono i giocatori di poker, che non hanno contratti ed entrate fisse garantiti da qualche datore di lavoro (per certi versi i contratti di sponsorizzazione possono rappresentare una piccola e parziale eccezione), ma il cui reddito dipende quasi esclusivamente dalle proprie prestazioni e dai propri risultati e, non essendo vincolati da alcun rapporto lavorativo dipendente, possono e devono gestire il proprio orario lavorativo come meglio credono. Per tali motivi, questa categoria in particolare può essere soggetta allo stress di dover necessariamente ottenere determinate performance e determinati guadagni, eventualmente a costo di fare parecchie ore di straordinari, non essendoci nessuna legge o nessun supervisore preposto a limitarne la quantità di lavoro.

Sono piuttosto note le conseguenze cui si può andar incontro in caso di sovraccarico lavorativo: la sindrome di burnout è soltanto una di queste, mentre nella migliore della ipotesi si dovrà perlomeno fare i conti con un peggioramento delle proprie prestazioni e della propria qualità di vita, oltre che un possibile deterioramento delle proprie relazioni sociali. A rendere ancora più complicata una gestione temporale dei propri impegni concorre la durata indefinita degli incontri di poker, come nel caso dei cash game e dei tornei, per cui diventa pressoché impossibile prevedere con particolare esattezza le ore di tempo che richiederà un determinato evento. Cionnondimeno appare inderogabile la necessità di fissare delle finestre temporali da dedicare alla propria vita privata, come ad esempio uno o due giorni liberi alla settimana da rispettare il più possibile, accantonando in queste occasioni qualsiasi cosa inerente al poker.

Fatte le doverose premesse sulla salute mentale, che ai giorni nostri, nonostante i passi avanti fatti negli ultimi anni, rappresenta ancora per certi versi un tabù che si tende a sottovalutare e del quale non si parla volentieri, è opportuno affrontare anche il tema della salute fisica: del resto, come dicevano gli antichi Romani, mens sana in corpore sano. I giocatori di poker professionisti, nell’esercizio della loro attività, conducono una vita molto sedentaria, come avviene anche per molti impiegati dediti ad attività d’ufficio, che possibilmente trascorrono la loro giornata lavorativa davanti a un computer con scarse possibilità di sgranchirsi le gambe. Lo sport è una componente essenziale per la salute e il benessere di chiunque, ma questo discorso trova o dovrebbe trovare una particolare applicazione nel caso di tutti coloro che non svolgono attività professionali manuali. Per queste ragioni è importante che gli aspiranti o effettivi giocatori di poker dedichino del tempo anche all’attività fisica, il che non può che ripercuotersi positivamente anche sui risultati raggiunti ai tavoli da gioco. 

Live event

Lasciando momentaneamente da parte il discorso mentale, vediamo alcune proprietà più tangibili che non possono mancare nel bagaglio dei poker pro. Anzitutto, per riuscire a portare avanti questo stile e genere di vita è indispensabile avere le capacità per vincere con una certa costanza nel lungo periodo, ottenendo così dei risultati che prescindano da eventuali risultati dettati da circostanze contingenti. Per capire se si hanno i numeri giusti per ritenersi dei giocatori vincenti (e avere così la stoffa del poker pro) è necessario analizzare l’esito di un ampio numero di mani ed estrarne fuori il proprio tasso di vittorie. Come molti sanno, infatti, una componente ineliminabile del poker è costituita dagli swing e dalla varianza, nel bene e nel male: è possibile infatti ritrovarsi a inanellare discrete, se non addirittura ottime serie di vincite anche senza averne le giuste qualità, così come è possibile avere performance negative nell’arco di un lasso temporale relativamente esteso nonostante le proprie capacità (in quest’ultimo caso si parla di downswing). È un fenomeno che riguarda praticamente ogni tipo di giocatore, ma la cosa può diventare particolarmente stressante e pesante da un punto di vista mentale per chi vive e deve sostentarsi con i risultati ottenuti in questo gioco. 

A tal proposito si evince la necessità di avere un bankroll di una certa entità che non collida con le proprie spese quotidiane: in altre parole, nel delimitare il vostro bankroll dovrete sempre lasciare intatto il denaro necessario per il vostro sostentamento, così da non risentirne laddove doveste perdere a poker. Se ne ricava che l’eventuale decisione di diventare un professionista del settore richiede un’attenta riflessione. 

Se si è decisi verso questa strada, è consigliabile procedere con cautela e dedicarsi al poker professionistico sotto forma di lavoro part-time, almeno nelle prime fasi, così da avere comunque un importante punto di appoggio economico tramite la propria attività lavorativa parallela. Se vi rendete conto che nel lungo periodo (che si considera come un lasso temporale di almeno un anno) riuscite a portare a casa delle vincite tramite il poker con una buona regolarità, a quel punto si può anche pensare di fare il salto di qualità, sempre tenendo presente l’imperativo di non ridursi sul lastrico ostinandosi nel continuare a giocare anche quando la situazione economica diventa lugubre. Iniziando come poker pro part-time, avrete anche l’opportunità di sperimentare in prima persona se questo tipo di vita si addice effettivamente alla vostra personalità e alle vostre aspirazioni.

Come anticipato in precedenza, è d’uopo tornare ad affrontare il tema mentale, che nel poker, in assenza di una vera e propria componente fisica come avviene ad esempio nello sport, assume una notevole rilevanza. Rimanere seduti per ore e ore al tavolo da gioco a duellare con avversari più o meno duri che perseguono i vostri stessi obiettivi, cercando di leggere le intenzioni e le carte altrui e provando al contempo a non farsi decifrare le proprie, non è certo alla portata di tutti. Occorrono specifiche qualità, come pazienza, disciplina, capacità di controllo emotivo e una buona attitudine per evitare i momenti di tilt, che rappresentano uno dei peggiori nemici dei giocatori di poker: è infatti molto importante saper mantenere la freddezza e non farsi soggiogare dalle emozioni in questo genere di situazioni. 

Per concludere, la vita del giocatore professionista richiede una conoscenza minuziosa del gioco nei suoi vari aspetti, alimentata tramite uno studio costante e la lettura di libri sull’argomento; tutto questo va accompagnato a una grande propensione per il lavoro e il sacrificio, con la necessità di fissare e provare a raggiungere regolarmente degli obiettivi (chiaramente realistici), seguendo un determinato programma.