Se frequentate il poker ed il suo mondo davvero unico da un po’, avrete visto molti giocatori famosi sparire. Succede per parecchie ragioni:
- alcuni, dopo aver incassato il denaro, decidono semplicemente di fare altro;
- altri perdono tutto, si ritirano, oppure passano a miglior vita...
Oggi facciamo un salto nella macchina del tempo e ricordiamo alcuni giocatori di poker che non dovrebbero assolutamente essere dimenticati, neanche dalla categoria che possiamo definire di giocatori amatoriali di poker...
1. Stu Ungar
Il poker si è evoluto parecchio negli ultimi trent’anni, quindi è facile per i giocatori moderni sminuire l’eredità, il legato, dei giocatori più anziani.
Prendete Phil Hellmuth, per esempio. Il suo successo alle ultime WSOP dovrebbe rafforzare il suo status come uno dei migliori giocatori di poker di tutti i tempi.
Eppure i suoi haters sminuiscono costantemente i suoi risultati. Dicono che molte delle sue vittorie sono arrivate in un momento storico in cui il livello del poker era molto più basso.
Questo comportamento di solito nasce da una dose di ingenuità, dalla gelosia o in generale non ha alcun tipo di senso. Ma l’idea che le vecchie generazioni di giocatori di poker fossero inferiori mina la fama dei talenti fenomenali che si sono seduti al tavolo da poker del nostro gioco preferito in passato.
E Stu Ungar era uno di questi talenti. Era così bravo che alcuni lo considerano il giocatore con più talento naturale che si sia mai seduto al tavolo da poker. Per molte cose, Stu era quello che si chiama anche uno scherzo della natura.
- era spietato;
- aveva un quoziente intellettivo molto alto;
- sembrava disporre di una prodigiosa memoria fotografica.
Questi tratti della sua personalità sono perfetti per i giochi di strategia e, assieme al poker, Ungar, non a caso, era tra i migliori al mondo anche a backgammon e a gin.
Si ritiene che nella sua carriera nel poker Stu Ungar abbia giocato appena trenta tornei di poker importanti. Ma è stato in grado di ottenere un numero incredibile di vittorie, dieci.
Ha conquistato cinque braccialetti alle WSOP, inclusi tre Main Event, e ha vinto circa 3,6 milioni di dollari.
In totale si stima che Ungar abbia vinto oltre 30 milioni di dollari in carriera. Persino Hellmuth l’ha descritto come un “fenomeno” durante un’intervista con Poker Listings.
Questo è un complimento assai raro per qualcuno che è sempre molto critico come Hellmuth, che ha ricordato l’assurda abilità di Ungar di notare errori commessi su tavoli a cui non stava neanche giocando.
Ma anche se era fantastico al gioco, Ungar ha avuto problemi lontano dal poker. Ha perso suo padre e suo figlio adottivo e ha sperperato i soldi vinti nel gioco d’azzardo e nella droga.
Alla fine è morto senza un soldo e solo, in una squallida stanza d’albergo, a soli 45 anni.
Non si può negare che Ungar sia stato una delle menti più geniali del poker di sempre.
Ma purtroppo la sua vita privata ha rappresentato quella serie di alti e bassi che si associano agli abusi, che alla fine lo hanno devastato.
2. Sam Holden
Holden è lontano soltanto una lettera del nome della variante più popolare del poker, il texas holdem naturalmente e Sam è il nome di uno dei pochi giocatori che può dire di aver davvero completato il gioco.
Appena un anno dopo il suo primo torneo multitavolo poker, Sam Holden ha fatto l’impensabile ed è arrivato al tavolo finale del Main Event delle WSOP 2011.
E anche se è riuscito ad arrivare solo nono, ha comunque ottenuto 800mila dollari. Questa vincita gli ha fatto ottenere una sponsorizzazione da parte di 888poker, un sito che potreste aver sentito nominare...
Sam è davvero un tipo eccezionale. Se guardate le sue interviste, una delle prime cose che noterete è la sua umiltà, un qualcosa che neanche il successo gli ha tolto. Invece di dedicarsi immediatamente alle partite di alto livello, Holden è rimasto umile.
Ha deciso di godersi la libertà che la sua improvvisa ricchezza gli ha regalato. Dopo aver girato il mondo per qualche anno da professionista sponsorizzato, ha annunciato il suo ritiro e se ne è andato all’università.
La carriera di Holden nel poker è stata breve:
- è arrivato al tavolo finale del Main Event delle WSOP;
- ha rappresentato un sito come ambasciatore;
- e ha vinto più di un milione di dollari giocando!
Il che è molto più di quanto la maggior parte dei giocatori vince in una vita!
Non siamo sicuri che Sam giochi ancora a poker, ma a leggere il suo account su Facebook ora è il proprietario del pub The Monument a Canterbury, in Inghilterra: quando siete da quelle parti, direi che un giro sia davvero d'obbligo!
3. Sammy Farha (e gli altri pro famosi per la TV)
Nel momento maggiore del boom del poker c’erano parecchi programmi televisivi davvero fantastici. Questi programmi mostravano i nomi più famosi del poker darsi battaglia in partite private con in palio tantissimi soldi.
Due dei migliori programmi erano "Poker After Dark" e "High Stakes Poker". Si potevano vedere giocatori della nuova scuola come Dwan e Ivey affrontare leggende come Cloutier e Doyle Brunson.
Altri programmi offrivano lo stesso tipo di azione, ma pochi lo facevano bene come questi due.
Quello che li ha resi così interessanti era il senso dello stile e del fascino che hanno portato al poker.
La maggior parte delle persone aveva visto solo show di poker tradizionali e noiosi.
Oppure associava il poker con il mondo illegale, pieno di persone con la pistola, che si vede nei film di poker.
Poker After Dark e High Stakes Poker hanno portato qualcosa di nuovo. Hanno usato le hole-card per mostrare partite giocate in lussuose suite private dei casinò. Davano addirittura ai giocatori mazzette di soldi da usare come fiches di poker.
La produzione era perfetta e faceva sì che il poker sembrasse alla moda, sexy e lussuoso. Anche la scelta dei partecipanti era intelligente, con tantissimi volti celebri e personalità intense. Questi show facevano sembrare il poker come un modo facile e divertente per guadagnarsi da vivere.
In generale, la struttura di queste trasmissioni ha donato al poker un fascino diverso, dando ai potenziali giocatori in giro per il mondo qualcosa a cui aspirare.
- Alcuni dei giocatori più empatici in queste trasmissioni erano giocatori come Gus Hansen, Patrik Antonius e Sammy Farha.
- Le loro personalità sciolte aggiungevano un’aria di ricercatezza.
Sammy Farha era particolarmente divertente da vedere. Era garbato e sedeva al tavolo con un completo stiloso, con gli occhiali da sole e con in bocca una sigaretta portafortuna (lui non fumava). Era vivace, giocava in maniera molto veloce e parecchio loose.
La cosa migliore di Sammy è che sembrava sempre divertirsi un mondo e proprio questa peculiarità l'ha reso uno dei giocatori preferiti dei fan.
Una delle cose più eccezionali fatte da Farha su High Stakes Poker è stato fare check al river con una coppia d’assi contro Jamie Gold. Gold aveva reso chiaro che gli assi erano già abbastanza, ma anche che le dimensioni del piatto lo stavano mettendo a disagio.
Ha chiesto a Farha di fare check al river, per evitare che il piatto diventasse ancora più alto. E alla fine Farha è stato d’accordo, facendo risparmiare a Gold 180mila dollari.
Gentilezza o confusione? Noi preferiamo pensare alla prima delle due.
Molti di voi potranno ricordare Sammy per quelle trasmissioni, ma il mondo del poker deve molto di più a Sammy Farha. È stato proprio Sammy a perdere uno contro uno poker con Moneymaker nel Main Event del 2003.
Con il suo secondo posto ha, in ogni caso, incassato 1,3 milioni di dollari, ma se avesse vinto avrebbe evitato “l’effetto Moneymaker”, che ha fatto partire il boom del poker e lo ha cambiato per sempre.
Anche se non intenzionali, le decisioni prese da Sammy nella partita contro Moneymaker sono state tra le più importanti di sempre nella storia del poker.
4. John Juanda
Juanda era un altro giocatore professionista molto abile che si vedeva spesso nelle trasmissioni televisive. Aveva una presenza al tavolo incredibile, era molto stoico e calmo. Prendeva ogni decisione con serietà assoluta.
John faceva parlare il suo poker e difficilmente prendeva parte alle chiacchiere da tavolo. Eppure proprio un commento di Juanda è diventato la fonte di uno dei primi meme sul poker.
È iniziato tutto in una mano in cui Tony G ha mostrato, come combinazioni poker, una scala reale con un tavolo Qd-Td-Ad-9d-Qc. Il piatto era piccolo. E dopo che i giocatori hanno urlato all'unisono il più classico dei “wow” obbligatorio che si fa quando al tavolo c’è una scala reale, Juanda ha annunciato con orgoglio: “io ho un tris poker”.
Dato il contesto, era un qualcosa di poco rilevante da dire e i troll su internet l’hanno notato. Per anni gli utenti hanno intasato le chat e i forum scrivendo “Juanda aveva un tris”, facendo GIF e addirittura modificando la clip e trasformandola in video virali.
Potreste anche aver visto un meme su Juanda senza sapere chi fosse.
Sfortunatamente, i meme hanno portato parecchie persone a sminuire le abilità di Juanda, ma vale la pena ricordare che era (ed è ancora) un formidabile giocatore di poker.
Al top del boom del poker, molti pensavano che Juanda fosse uno dei contendenti per il titolo di miglior giocatore del mondo. Un tale livello di considerazione lo portava alla pari con il celebre Phil Ivey.
- Juanda ha vinto oltre 25 milioni di dollari nei tornei;
- ha vinto 5 braccialetti alle WSOP;
- ha vinto titoli Triton e dell’EPT.
Quindi, la considerazione sulle sue capacità aveva basi molto, molto solide.
Juanda non sembra giocare parecchio a poker in questo periodo, ma è stato protagonista di qualche cash game poker alle WSOP di quest’anno.
5: Scotty Nguyen
Ecco le due cose che colpiscono di più del giocatore vietnamita Scotty Nguyen.
- la prima è che in qualche maniera il suo cognome si pronuncia “Win”, nomen omen come direbbero i più bravi della classe...
- la seconda è la sua personalità contagiosa.
In un epoca in cui non c’erano ancora le felpe col cappuccio, gli occhiali da poker e le cuffie, il poker aveva alcune personalità prorompenti e Nguyen era uno dei più vistosi. Era conosciuto come “il Principe del Poker” e sorrideva sempre. Il suo entusiasmo contagioso riportava in vita anche il più noioso dei tavoli.
Eccentrico in maniera rinfrescante, indossava catene d’oro e tute sgargianti, chiamando tutti quanti “baby”.
Molte sale da poker hanno dei giocatori come Scotty Nguyen, ma è raro incontrare uno di loro che sappia giocare bene come lui. Scotty può vantare oltre 12 milioni di vincite in carriera e cinque braccialetti poker alle WSOP.
Ed è anche l'autore di una delle citazioni da poker più cool di sempre, dicendo al suo avversario “chiama e sarà tutto finito, baby”. Attenzione allo spoiler, ha chiamato ed era davvero tutto finito!
Una menzione poco onorevole: i professionisti disonorati da Full Tilt
Il tempo cambia e la gente se ne va, quindi ci saranno sempre grandi giocatori dimenticati dalle pagine di storia.
Ma alcuni giocatori meritano veramente di essere dimenticati.
Per molte persone al giorno d’oggi il termine ‘Black Friday’ si riferisce al giorno più importante per lo shopping. Ma per un’intera generazione di giocatori di poker, ha un significato molto più sinistro.
Quello che è successo nel Black Friday del poker può essere l’argomento per un intero articolo, ma per farla breve, si parla nello specifico del 15 aprile 2011. Quel giorno, l’FBI ha improvvisamente bandito il poker online negli Stati Uniti.
La controversia riguardava un sito chiamato Full Tilt Poker, uno dei più grandi al mondo. I fondatori erano due giocatori professionisti, Howard Lederer e Chris Ferguson.
Per farla semplice, Full Tilt Poker usava i soldi dei giocatori per pagare i dividendi ai suoi azionisti. E alla fine poteva coprire solo una parte dei 400 milioni di dollari totali negli account dei giocatori.
A questa pratica ovviamente opponiamo un no enorme: le leggi per il gioco esigono che i client di poker di tenere i fondi degli giocatori in un conto separato e gestito solo per questo.
Full Tilt Poker ha chiuso, con gli account e i fondi dei giocatori immediatamente congelati. Anni dopo un sito rivale ha accettato di ripagare i giocatori (ottenendo in cambio la proprietà del sito e del database dei giocatori).
La comunità del poker ha giustamente messo al bando Lederer e Ferguson.
Ma Full Tilt Poker aveva una lunga lista di professionisti sponsorizzati, molti dei quali ricevevano pagamenti periodici dal sito.
Alla fine Lederer ha fatto una dichiarazione, inizialmente postata sul blog di Daniel Negreanu. In una parte diceva:
“Scrivo per chiedere scusa a tutte le persone nella comunità del poker, specialmente a tutti i giocatori che avevano soldi nei rispettivi conti su Full Tilt Poker il 15 aprile 2011. Quando Full Tilt Poker ha chiuso nel 2011 c’era una mancanza di fondi, c’è stata una procedura fallimentare per recuperarli e ci sono stati lunghi ritardi nel ripagare i giocatori. In tutto quel periodo non ci sono state spiegazioni per i ritardi e nessuna scusa. I giocatori hanno pensato che stessimo mentendo. Loro si fidavano del sito, si fidavano di me e io non ho meritato quella fiducia.
Mi prendo l’intera responsabilità per il fallimento di Full Tilt nel proteggere i depositi dei giocatori, che ha portato al Black Friday. Gli ammanchi nei depositi dei giocatori non sarebbero mai dovuti accadere. Avrei dovuto esigere un controllo migliore o assicurarmi che qualche altro responsabile lo facesse. Ero uno dei fondatori dell’azienda che ha lanciato Full Tilt e sono diventato il volto della gestione dell’azienda nella comunità del poker. Molti dei nostri giocatori giocavano sul sito proprio perchè si fidavano di me”.
Prestiti e sponsorizzazioni sono pratiche comuni nell’industria del poker, quindi è impossibile sapere se qualcuno sapesse di questa attività illegale. Ma le persone legate al sito sono comunque state rapidamente condannate.
In un tentativo di prendere le distanze dallo scandalo, giocatori come Tom Dwan e John Juanda hanno annunciato pubblicamente di restituire tutti i soldi ricevuti dal sito.
Ma per molti, il danno era fatto.
Lederer e Ferguson hanno ottenuto successi al tavolo da gioco, ma dovrebbero essere ricordati solamente per aver danneggiato l’industria del poker, la sua comunità e la sua reputazione.
Quindi, eccoli qui, cinque giocatori che dovremmo ricordare per il loro contributo al poker (e un paio che non dovremmo ricordare!)).
Dite la verità, amici, quanti ne conoscevate?